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Abu Dhabi Tour 2015: Viviani, vittoria capitale. Sagan battuto di mezza bici - Settimo successo stagionale del veronese, sul podio anche Sabatini | Cicloweb

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Abu Dhabi Tour 2015: Viviani, vittoria capitale. Sagan battuto di mezza bici - Settimo successo stagionale del veronese, sul podio anche Sabatini

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Elia Viviani alza le braccia al cielo tagliando il traguardo della seconda tappa dell'Abu Dhabi Tour © Bettiniphoto

Due tappe, due vittorie veronesi. Continua all'insegna dei velocisti della provincia scaligera la prima edizione dell'Abu Dhabi Tour, neonata corsa della galassia RCS Sport.

A succedere ieri al vincitore di ieri Andrea Guardini ci pensa Elia Viviani; coetanei e conterranei - fra il paese del primo (Tregnago) e quello del secondo (Oppeano) ci sono una trentina di km - ma mai acerrimi rivali tra i dilettanti, i due si impongono ciascuno in maniera netta battendo rivali di gran classe come Boonen e Sagan. Un bel segnale anche per il ct Davide Cassani, che su di loro verosimilmente punterà molto nel prossimo mondiale di Doha.

 

Parte la fuga, ancora Bazzana e Voss
Dopo 6 km si anima la tappa con la classica fuga di giornata: ad iniziarla il britannico Daniel Patten (Team Wiggins) a cui si accodano il russo Maxim Belkov (Team Katusha), il marocchino Soufiane Haddi (SkyDive Dubai), il tedesco Paul Voss (Bora-Argon 18) e i due italiani Alessandro Bazzana e Federico Zurlo, entrambi della UnitedHealthcare.

Sia Bazzana che Voss meritano un particolare plauso, dato che sono reduci dalla faticosa e calorosa fuga di ieri in mezzo al deserto emiratino. Il vantaggio del sestetto cresce costantemente, toccando i 2'13" allo scoccare della prima ora di corsa in cui sono stati percorsi 39.5 km. Il gruppo come ovvio lascia tranquillamente fare, con l'Astana davanti più per presenza che per reale interesse.

 

Zurlo stringe, Voss insulta: il tedesco va a casa. Idem Boonen e Bos
Il primo highlights di giornata avviene al km 56, in occasione del primo sprint intermedio: ai 200 metri dall'arco rosso Voss inizia la volata sulla destra della careggiata ma viene ostacolato da Zurlo il quale lo porta pericolosamente attaccato al marciapiede. Il vicentino prosegue nella sua azione, portando il tedesco a rischiare l'incidente: Voss sfiora il marciapiede ed è costretto ad interrompere l'azione.

Il risultato - non dello sprint, che vede Haddi passare per primo - del confronto vede l'atleta della Bora-Argon 18 giustamente innervosito che lancia improperi nei confronti del collega della UnitedHealthcare. Il livello degli insulti è però tale che fa decidere alla giuria per l'esclusione di Voss, che termina la corsa cornuto e mazziato, dato che Zurlo non viene penalizzato per la sua pericolosa azione.

In prossimità del km 63 una caduta a fondo gruppo miete due vittime: al suolo finiscono Tom Boonen, Theo Bos, Songezo Jim e Stijn Vandenbergh. Sia Boonen che Bos sono stati costretti al ritiro, con il corridore della Etixx-Quick Step che è salito in ambulanza dopo aver perso conoscenza per qualche secondo. Per il belga anche un taglio in testa e uno all'altezza dell'orecchio sinistro, così come abrasioni sul lato sinistro del corpo. Dalle prime informazioni che giungono dai sanitari al seguito non si tratta di nulla di preoccupante.

 

Il margine aumenta. Ma poi ci pensa Cheng Ji a riportare sotto il gruppo
Subito dopo il traguardo volante si tocca il vantaggio massimo di giornata, di poco superiore ai 3'. A questo punto assieme all'Astana si mette in testa al gruppo il Team Giant-Alpecin, con un solo uomo dedicato a tale opera: si tratta di Cheng Ji, non per nulla soprannominato Breakaway Killer. Con il corridore cinese in testa il vantaggio del quintetto al comando scende progressivamente, attestandosi ai meno 40 km dall'arrivo a 1'17".

Zurlo ancora protagonista in occasione del secondo traguardo volante: il ventunenne lancia lo sprint in anticipo, facendosi poi rimontare e superare dal compagno di squadra Bazzana e al tempo stesso controllando Haddi, permettendo così al lombardo di indossare alla fine della tappa la maglia nera della classifica dei traguardi volanti. Rialzatisi dopo lo sprint sia Haddi che Zurlo, la testa della corsa è quindi composta dal terzetto Bazzana, Belkov e Patten che passano ai meno 30 km dal termine con 1'57" di vantaggio.

 

Finale con molti tentativi, ma la volata è inevitabile
Il gruppo principale torna ad aumentare il proprio ritmo e, tirato dalle solite Astana e Giant a cui si aggiunge la Tinkoff-Saxo, si riporta sotto il minuto di scarto ai meno 20 km. Di lì a poco il poco margine che ancora resta agli attaccanti si contrae fino a quando, e siamo ai meno 14 km, dal gruppo iniziano le prime scaramucce: a sorpresa il primo allungo è di Fabio Aru, che guadagna solo pochi metri prima di rialzarsi.

Più importante è l'azione che mettono in pratica l'australiano Will Clarke (Drapac) e il tunisino Rafâa Chtioui (SkyDive), entrambi già protagonisti nella tappa di ieri: dopo aver raggiunto e superato Bazzana e Patten, i due riprendono Belkov con il quale vanno a braccetto per 3 km, quando il gruppo li riassorbe. Tutto finito? Nemmeno per sogno, dato che il tunisino Chtioui continua l'azione venendo in breve raggiunto dal russo Anton Vorobev (Team Katusha).

I due riescono ad avere anche 15" ai meno 4 km dall'arrivo ma il gruppo, preso in mano dal solito Matteo Tosatto (Tinkoff-Saxo) li riassorbe ai meno 2.3 km. Da questo momento inizia la lotta fra le squadre per portare i propri velocisti nella posizione di sparo migliore: mancano all'appello sia Marcel Kittel, come ieri rimane in coda al gruppo, che soprattutto Andrea Guardini che si fa sorprendere a metà plotone all'arco dell'ultimo km, non potendo quindi cercare di ripetere la prestazione di ieri.

A condurre la volata è Daniele Bennati che cambia ruolo rispetto a ventiquattro ore fa i ruoli con Peter Sagan: l'aretino tira fino ai 250 metri dal termine quando il campione del mondo inizia lo sprint. Alla sua ruota c'è Fabio Sabatini che però non riesce a superarlo. Ci riesce eccome invece Elia Viviani che supera l'ex compagno ai tempi della Liquigas andando a vincere per mezza bicicletta. Il corridore del Team Sky ottiene la settima vittoria stagionale e indossa la maglia rossa di leader della classifica, soffiandola a Guardini.

 

Settima in stagione per Elia, ancora bene gli italiani

Con il veronese salgono sul podio di giornata anche Sagan e Sabatini. Nei primi 10 terminano lo sloveno Luka Mezgec (Team Giant-Alpecin), il polacco Lukasz Wisniowski (Etixx-Quick Step), il bresciano Andrea Palini (SkyDive Dubai) buon sesto, lo spagnolo José Joaquín Rojas (Movistar Team), il britannico Christopher Latham (Team Wiggins), il vicentino Marco Canola (UnitedHealthcare) nono e il tedesco Michael Schwarzmann (Bora-Argon 18).

Domani terza frazione, quella decisiva in chiave classifica generale: la Al Ain Stage di 142 km termina in vetta ai 1025 metri slm di Jebel Hafeet, impegnativa salita di 11 km all'8.5% medio. Non è detto che abbia fine il monologo a tinte azzurre che sta finora caratterizzando la corsa: Fabio Aru e Vincenzo Nibali sono, assieme a Esteban Chaves e Alejandro Valverde, i grandi favoriti per il successo di domani. Concludere l'annata con un altro successo non può che essere nei desideri sia del sardo che del siciliano, prima del meritato riposo di fine stagione.

Alberto Vigonesi

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