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Mondiali 2015: Cassani ha scelto, Nibali guiderà la truppa azzurra - Analizziamo gli undici uomini che comporranno la spedizione di Richmond. Ancora da definire le riserve | Cicloweb

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Mondiali 2015: Cassani ha scelto, Nibali guiderà la truppa azzurra - Analizziamo gli undici uomini che comporranno la spedizione di Richmond. Ancora da definire le riserve

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Vincenzo Nibali e il ct Davide Cassani © Bettiniphoto

Al termine della Coppa Bernocchi di ieri il commissario tecnico Davide Cassani ha fatto le proprie scelte in vista della prova su strada del Campionato del Mondo di Richmond: a dire il vero ancora qualche dubbio c'è perché per gli Stati Uniti partiranno undici corridori e solo un paio di giorni prima della gara verranno scelti i nove titolari e le due riserve. Il percorso non sarà sicuramente uno dei più duri degli ultimi anni ma guai a dare per scontato che sia un affare per velocisti puri: negli ultimi quattro chilometri del circuito ci saranno tre brevi strappetti (i primi due in pavé) e bisognerà fare particolare attenzione all'ultimo chilometro con una salitella di 300 metri e poi 680 metri di falsopiano per arrivare al traguardo. Sarà un finale non facile da interpretare e per questo le scelte di Davide Cassani, al suo secondo mondiale alla guida degli azzurri, si possono suddividere in quattro tipologie di corridore.

I VELOCISTI
Non avendo un leader forte e affidabile del calibro di Kristoff, Degenkolb o Sagan, il commissario tecnico ha deciso di portare a Richmond ben tre ruote veloci anche se con caratteristiche un po' diverse tra loro. Dopo i tre successi di tappa al Tour of Britain c'è grande fiducia attorno ad Elia Viviani che probabilmente sarà la nostra migliore carta in caso di arrivo a ranghi compatti e la vittoria a Genova al Giro d'Italia ha fatto vedere che nelle volate con un po' di pendenza è capace di fare ottime cose: il 26enne veronese della Sky è però anche quello che fornisce meno garanzie nel caso di corsa un po' più selettiva del previsto.

Il più completo tra i velocisti è invece Giacomo Nizzolo che è capace di abbinare una buona difesa bene sulle salite brevi ad ottime punte di velocità: rispetto a Viviani il corridore della Trek è forse più affidabile ma meno dotato di uno spunto vincente. Il terzetto è completato da Sonny Colbrelli, già il migliore dei nostri l'anno scorso a Ponferrada e che dal mese di agosto ha iniziato ad andare di nuovo forte dopo un'annata deludente: su un circuito come quello americano l'uomo della Bardiani CSF potrebbe tenere abbastanza agevolmente le ruote del primo gruppo, ma rispetto a Viviani e Nizzolo perde abbastanza in velocità. Molto probabilmente una delle due riserve uscirà tra questi tre nomi

GLI ATTACCANTI
Una nazione come l'Italia deve farsi trovare pronta ad ogni possibile scenario di gara ed allora ecco che Cassani ha scelto di portarsi negli Stati Uniti anche due uomini che sulla carta sembrerebbero poco adatti ad un tracciato come questo, ma che possono contribuire a rendere durissima la vita agli avversari. Con la condizione fisica dimostrata negli ultimi giorni, più che una semplice pedina Vincenzo Nibali potrà essere il vero e proprio leader di questo gruppo, inteso non tanto come capitano per fare risultato ma più che altro come guida: è l'unico che per carisma, qualità ed esperienza può svolgere quel ruolo di "regista in corsa" che andava di moda gli anni scorsi, ma che al tempo stesso può essere utile alla causa entrando in azione in prima persona, magari negli ultimi due o tre giri.

Discorso diverso invece per Diego Ulissi: il corridore toscano della Lampre-Merida finora non ha avuto un buon rapporto con le grandi classiche, ma è un corridore che può diventare importantissimo per gli azzurri se lanciato all'attacco nel momento giusto. In caso di corsa molto dura o di un gruppetto di fuggitivi che riesce ad andare al traguardo, le caratteristiche dell'ultimo chilometro si sposano bene con quelle di Ulissi, ragazzo dotato di una buona esplosività come ha dimostrato sul difficile traguardo di Fiuggi all'ultimo Giro d'Italia.

I JOLLY
Se, come abbiamo già detto in precedenza, in questo periodo storico ci mancano i grandi corridori per le gare di un giorno, siamo messi meglio per quanto riguarda le cosiddette seconde punte: noi qui li abbiamo chiamati jolly perché in partenza è difficile prevedere quale potrà essere il loro ruolo a Richmond visto che potranno essere utili come attaccanti, come gregari o addirittura come finalizzatori nel caso si verificassero le giuste circostanze. Di tutti, Matteo Trentin è probabilmente il corridore più versatile: ha vinto tre corse nell'ultimo mese, è molto veloce allo sprint, non teme il tipo di difficoltà che troverà al Mondiale, sa attaccare e alla Etixx è abituato a tirare le volate ai compagni. Insomma, tutti i ct vorrebbero un corridore così.

Un corridore che si è guadagnato la convocazione a suon di risultati lungo tutto l'arco della stagione è il piemontese Fabio Felline: non ha vinto molto, ma ha iniziato a piazzarsi tra i primi a febbraio e a inizio settembre ha ottenuto un bel successo al GP de Fourmies in Francia; forse sarebbe più adatto ad un circuito più duro, ma dovesse attaccare ed inserirsi nel gruppetto giusto, i nostri dietro potrebbero rimanere ben coperti perché con un finale simile Felline sarebbe uno dei più veloci. Il trentino Daniel Oss invece ha caratteristiche più adatte al gregariato e dopo il Tour de France ha corso solo a Québec e Montréal senza impressionare: la cronosquadre mondiale con la BMC ci dirà come sta e che ruolo potrà avere.

I GREGARI
Pur non essendo una delle nazionali che dovranno prendere in mano la corsa, l'Italia non può fare a meno di alcuni uomini di fatica che possano dare una mano ai compagni per almeno due terzi di corsa e che possano andare a chiudere eventuali fughe o buchi mancati dai nostri. A Richmond saranno in tre (o due se la seconda riserva uscirà tra questi) a dover prendere tanta aria in faccia: Daniele Bennati e Manuel Quinziato hanno grande esperienza, sanno muoversi bene in gruppo e ormai da anni sono tra i gregari più apprezzati del panorama internazionale. Salvatore Puccio invece di anni ne ha 26 e da giovane vinse un Giro delle Fiandre Under 23, quindi strappi brevi e pavé dovrebbero piacergli: i suoi primi quattro anni da professionista li ha spesi a tirare quasi sempre per i capitani della Sky, è in buona forma, farà la cronosquadre e questa prima convocazione è comunque un giusto premio per il grande lavoro svolto finora.

Sebastiano Cipriani

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