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Grand Prix de Montréal 2015: Ecco Tim Wellens, escluso e contento - Salta Adam Yates e va a conquistare Montréal. Ma non sarà a Richmond | Cicloweb

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Grand Prix de Montréal 2015: Ecco Tim Wellens, escluso e contento - Salta Adam Yates e va a conquistare Montréal. Ma non sarà a Richmond

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Braccia al cielo per Tim Wellens a Montréal © PhotoNews

Ieri abbiamo commentato il riscatto di Rigoberto Urán nelle classiche, oggi commentiamo un'altra piccola rivincita, magari anche senza polemica: Tim Wellens, escluso di lusso al mondiale di Richmond, batte tutti, belgi e non, in una tiratissima edizione del Grand Prix de Montréal, condizionata dalle forti piogge che hanno anche reso impossibile la diretta televisiva degli ultimi giri. Come all'Eneco Tour, il giovane belga di Sint-Truiden risulta il più forte in una giornata da tregenda, dimostrando doti di fondo e anche ottima lettura tattica; l'impressione è che ancora oggi sia sottovalutato, e che un domani neanche troppo lontano possa soprendere i big con un successo di peso, magari già al Giro di Lombardia appena svelato. 

 

La corsa che non ti aspetti
Complice il tempo davvero inclemente e la pioggia violenta che attende i corridori alla partenza, la corsa prende una piega inattesa: i big si muovono sin dai primi giri, tentando di portar via un'azione corposa che magari porti all'esasperazione ed al ritiro il resto del gruppo per non prendersi pioggia inutilmente. Ma gli affamati di successo son tanti e la cosa non sarà così semplice.

Il primo a tentare di smuovere la corsa è Thomas Voeckler, che con Juliàn Arredondo riesce a portar via un gruppo di 14 unità nei primi 2 giri con clienti piuttosto pericolosi, come Zakarin, Alalphilippe e Simon Yates. All'inizio del terzo la pioggia si intensifica e il caos rischia seriamente di sparigliare le carte, col gruppo spezzato in 2, 3 tronconi e Gilbert attivo con Bardet per portar via un gruppo risicato. 

 

In 20 con Ulissi e Van Avermaet per tre giri
La seconda azione perciolosa parte al debutto del quinto giro, ed ha Greg Van Avermaet (BMC) tra gli iniziatori; ci sono candidati per il successo come Diego Ulissi (Lampre), ancora Simon Yates (Orica), accompagnato da Michael Albasini e Ilnur Zakarin (Katusha), Tim Wellens (Lotto Soudal), Tom-Jelte Slagter (Cannondale-Garmin), Warren Barguil (Giant-Alpecin), Jakub Fuglsang e Rein Taaramäe (Astana). E poi ancora Marc Soler (Movistar) e Christopher Juul-Jensen, tra i più attivi in questa fase di gara, accompagnati dai rispettivi compagni Enrique Sanz e Bruno Pires, Mathias Frank (IAM), Danny Pate (Sky), Yves Lampaert, Julien Vermote (Etixx), Paul Voss e Cesare Benedetti (Bora), quest'ultimo in fuga anche ieri. Un'azione che diventa presto seria e prende il largo, fino a guadagnare 1'15": a quel punto sono Lotto-NL e Ag2r a prendere la situazione in mano, evitando il peggio, e a chiudere il tentativo dopo 3 giri di attacco. Ed al debutto dell'ottavo giro, un pallido sole sembra portare la gara verso la tranquillità. Sembra.  

 

Il campione del mondo Kwiatkowski si muove
Infatti neanche dopo la metà garà la corsa può viaggiare su binari più tranquilli, perchè è il campione in mondo in carica, Michal Kwiatkowski, a muoversi in prima persona, portando via un gruppetto di 10 unità con capofila Romain Bardet, Wilco Kelderman, e ancora Michael Albasini (l'unico italiano presente nell'azione è Matteo Bono). Ma il polacco non trova grande collaborazione ed è costretto a rialzarsi nel corso del decimo giro. 

 

Voeckler avvia la fuga 'definitiva' con Quinziato
È infine all'undicesimo giro, quando mancano 70 km al termine, che parte la prima fuga controllata della corsa: l'artefice è come a inizio gara Thomas Voeckler, e a lui si aggregano l'azzurro Manuel Quinziato (BMC) ed il neoprofessionista Louis Vervaeke (Lotto Soudal). Dopo un paio di giri riesce a riportarsi su di loro anche Andrey Grivko (Astana), partito dal gruppo con Juul Jensen che poi però, stanco, abbandona l'idea. Il quartetto viaggia compatto per un bel po', con l'Orica-GreenEDGE che prende le redini della corsa e controlla a distanza, mantenendo il margine fisso intorno ai 2'. Sembra tutto avviarsi verso un finale più controllato e prevedibile, anche se un ulteriore temporale si abbatte sulla corsa a 40 km dal termine, e la pioggia non abbandona più gli atleti fino al debutto dell'ultimo giro. I fuggitivi cominciano a sfaldarsi nel penultimo giro: restano solo Voeckler e Vervaeke, ripresi da Michael Valgren Andersen (Tinkoff): i tre alzano bandiera bianca sulla linea d'arrivo dell'ultimo passaggio. 

 

Adam Yates il diavolo, Wellens il finalizzatore
Sembrava che il lavoro degli Orica fosse per Matthews, ma gli australiani hanno un'altra carta da giocare: sulla lunga Côte Camillen-Houde è Adam Yates a forzare l'andatura, portandosi via un gruppetto di 6 unità: con lui Tim Wellens (Lotto Soudal), Romain Bardet e Jan Bakelants (Ag2r), Wilco Kelderman (Lotto-NL) e il campione del mondo di Firenze Rui Alberto Faria Da Costa (Lampre), habituèe delle classiche canadesi, in particolare di questa dove ha vinto nel 2011 e si è piazzato secondo l'anno scorso. Yates forza ulteriormente l'andatura e porta con sè Wellens: i due guadagnano sulla Côte de la Polytechnique più di 20" sui diretti inseguitori, potendo così arrivare all'Avenue du Parc in scioltezza per gestire il duello rusticano. Ma non è che dietro lascino tanto fare: sugli inseguitori si riporta con un numero fenomenale Tiesj Benoot (Lotto Soudal) negli ultimi 2 km, mentre Rui Costa approccia il rettilineo finale a tutta, arrivando quasi a colmare il gap coi due di testa. Una manovra provvidenziale per Wellens, svantaggiato dalla partenza in testa sul rettilineo, che costringe Yates a muoversi in anticipo per evitare la rimonta del portoghese. I tempi sono invece perfetti per Wellens, che vince con facilità a 24 anni la sua prima classica, dopo aver vinto finora "solo" 2 edizioni dell'Eneco Tour con relativa penultima tappa. E vince davanti a un 23enne, che già a San Sebastian aveva ottenuto un grande successo (a sua insaputa). Generoso e terzo Rui Costa, che se non altro risponde "presente" per il mondiale dopo un Tour opaco; seguono Bakelants, Benoot, Kelderman e Bardet, con Robert Gesink (Lotto NL) che precede Gilbert e Slagter nell'esiguo gruppo, comprendente non più di una ventina di unità. 

 

Per il Mondiale: Belgio che fa paura, italiani non proprio
Possiamo star tranqulli: Tim Wellens al mondiale non ci sarà. Ed una nazionale che si può permettere di lasciare a casa un tale fantino (sebbene Montréal sia più duro rispetto a ciò che vedremo a Richmond), così come Bakelants e Roelandts, fa decisamente paura. Oggi molti dei favoriti per Richmond hanno fatto prove di corsa dura, e gli azzurri, con la loro totale assenza dalla fase finale, non hanno risposto granchè bene. Solo in 3 hanno concluso la prova, tutti non papabili per Richmond: Manuele Mori, sorprendente 13esimo e unico italiano a finire nel primo gruppo, Cesare Benedetti (38esimo) e Matteo Bono (59esimo). Questo era l'ultimo confronto internazionale di una certa portata, adesso i conti si faranno tra due settimane negli USA.

Nicola Stufano

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