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Vuelta a España 2015: Oscar per Rubén Plaza : miglior lungometraggio - Nel giorno di Aru epica fuga solitaria di 114 km per lo spagnolo della Lampre

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Plaza felice a Cercedilla dopo i 114 km di fuga solitaria © Bettiniphoto

Nel giorno della consacrazione di Fabio Aru per la vittoria del suo primo GT in carriera, ci troviamo anche a commentare un'impresa del tutto inusuale, epica e dal sapore antico se vogliamo, che non vorremmo passasse in secondo piano, anche se inevitabilmente sarà così, almeno per gli appassionati del Belpaese. È un peccato, perchè è un'impresa che porta anche un po' d'Italia con sè, quella di Rubén Plaza Molina, uno dei migliori portacolori della Lampre durante questa stagione.

Il 35enne valenciano, non pago del bel successo ottenuto nel Tour de France a Gap resistendo alla rimonta di uno scatenato Sagan, ha giocato un'altra volta d'anticipo, questa volta in maniera esagerata: la sua 24esima vittoria in carriera si materializza a 114 km dal traguardo, attaccando sul Puerto de la Morcuera dal gruppetto di 10 battistrada nel quale era presente. Un attacco scriteriato sotto qualunque punto di vista, probabilmente persino quello dello stesso Rubén, che semplicemente voleva evitare di giocarsi la tappa con altri 28 contendenti in rimonta. Eppure, vincente: difficile trovare memoria storica di un'azione simile in una tappa alpina in tempi recenti. 

 

Per la tappa lotteranno in 39
Sull'ottovolante della San Lorenzo de El Escorial - Cercedrilla (tappa A/R di 175 km con giretto in cerchio di 40 a metà strada, e 4 GPM di prima categoria) sono in tanti che vogliono ballare sin dall'inizio. Non Jerôme Coppel (IAM), che non si presenta al foglio firma. È l'ultima occasione per vincere e molti passano all'attacco: la prima azione, partita dopo pochi km comprendente oltre all'eroe di giornata Jaco Venter (MTN), Adam Hansen (Lotto Soudal), Lawrence Warbasse (IAM), Daniel Navarro (Cofidis), Jay McCarthy (Tinkoff-Saxo), José Gonçalves (Caja Rural-Seguros RGA), Eduard Vorganov (Katusha), Moreno Moser (Cannondale-Garmin) e Yukiya Arashiro (Europcar), non ha implicazioni nello scacchiere per la classifica generale; accade così che parte una seconda azione, più corposa e comprendente gente molto vicina in classifica, come David Arroyo (Caja Rural), avvicinatosi di un quarto d'ora grazie alla tappa di Ávila e distante 14'49" da Dumoulin, così come Kenny Elissonde (FDJ) e Romain Sicard (Europcar), a meno di 20'. Interessante trovare due uomini dell'Astana, Luis León Sánchez Gil e Andrey Zeits, nonchè ben 4 della Movistar: Giovanni Visconti, Andrey Amador, José Joaquín Rojas Gil e Francisco Ventoso. Gli altri fuggitivi sono Kevin Reza (FDJ), Haimar Zubeldia (Trek), Carlos Quintero, Alex Cano (Team Colombia)  Joe Dombrowski, Alex Howes (Cannondale-Garmin), Alexis Gougeard, Matteo Montaguti (Ag2R-La Mondiale) Sergio Henao, Nicolas Roche (Team Sky), George Bennett (LottoNL- Jumbo), Pello Bilbao (Caja Rural-Seguros RGA), Nelson Oliveira, Valerio Conti (Lampre-Merida), Alberto Losada (Katusha) Alessandro de Marchi, Amael Moinard (BMC) Carlos Verona (Etixx-Quick Step), Jelle Vanendert, Jasper De Buyst (Lotto-Soudal), per un totale di ben 29 uomini. 

 

Lo stallo tra i due gruppi, il controllo della Giant
Sembra abbastanza scontato il ricongiungimento tra i due gruppi sulla prima salita, il Puerto de Navacerrada, visto l'esiguo margine, ed invece non riesce: i 10 di testa riescono a mantenere tra i 40" e il minuto di margine sugli inseguitori anche in discesa. Il gruppo invece avanza tranquillo, e nessuno ha intenzione di mettersi all'inseguimento dei battistrada, tant è che accusa già 7'30" dopo questo primo scollinamento, col ritmo che viene scandito dai Giant della maglia rossa. Quando sul Puerto de la Morcuera i 29, diventati 28 (alza la bandiera bianca il vincitore di Ávila, Gougeard, evidentemente fiaccato) sembrano finalmente avvicinarsi, decide di evadere Rubén Plaza Molina, e al traguardo mancano ancora 114 km: sembra un'azione molto velleitaria e senza speranza, ma l'alicantino allo scollinamento vanta già 2'45" di vantaggio. Il gruppo passa a ben 12 minuti: una situazione che comincia a gettare qualche dubbio sulle volontà belliche di Astana e Movistar. Nel tratto in pianura è la MTN che si vede costretta a tirare, per difendere la top ten di Meintjes dall'avanzata di Arroyo, che torna coi ricordi a quel pazzo Giro 2010 finito sul podio, non prima di finire a terra senza conseguenze nella discesa del Morcuera. 

 

Ritorno a Cercedilla, si muovono Visconti e De Marchi
Si torna così indietro risalendo il Puerto de la Morcuera dal versante opposto: ai piedi della salita Plaza accumula il vantaggio massimo sui suoi inseguitori (2'55") e sul gruppo maglia rossa (12'45"). Chi è dietro Plaza capisce che non si può certo procedere tutti e 37 compatti ad andarlo a riprendere, così cominciano gli scatti. Il primo convincente è di Giovanni Visconti, sul quale si riporta prontamente Alessandro De Marchi: sul Movistar e sul vincitore di Fuente del Chivo riescono poi a riportarsi anche il portoghese Josè Gonçalves e Matteo Montaguti in discesa. Grazie a questa azione il vantaggio di Plaza scende, ma non a sufficienza: allo scollinamento Visconti e De Marchi avevano ancora 2' di ritardo. 

 

L'Astana forza, Dumoulin cede
In pochissimi chilometri, la corsa nel gruppo subisce un brusco cambiamento quando in testa si mettono gli Astana; prima Cataldo, poi Rosa, infine Landa operano un forcing decisivo per il destino della Vuelta. In testa restano in 8: con Landa e Aru restano Dumoulin (a fatica), Rodríguez, Quintana, Majka, Chaves e Nieve; cede subito Valverde, probabilmente con la testa già a Richmond. A 3 km dallo scollinamento si concretizza l'atteso attacco di Fabio Aru: alla sua ruota si portano lesti Quintana e Majka, mentre gli altri, Dumoulin in testa, sembrano non rispondere. Il momento chiave avviene di lì a poco, quando Landa lascia Dumoulin per riportarsi sul suo capitano, portando tutti con sé: tutti tranne Dumoulin, rimasto solo con Nieve, il quale scollina con 16" di ritardo.

 

Zeits e Vorganov decisivi in pianura
Nonostante lo stato di svantaggio, le gambe durissime e lo scarso aiuto da parte di Nieve, Dumoulin cerca di rientrare in discesa e quasi ci riesce. Non ha fatto i conti però con l'astuta tattica di Martinelli, che ha fatto coincidere il riassorbimento di Zeits con il falsopiano tra la penultima e l'ultima salita. Qui il kazako vive probabilmente lo "Zeitsgeist" di tutta la sua carriera: è grazie alla sua collaborazione e a quella di Eduard Vorganov, al lavoro per portare Purito al secondo posto, che l'olandese non più volante viene prontamente allontanato, andando in crisi. La lotta per la vittoria della Vuelta è ormai conclusa, si apre quella per il podio che invece è ancora tutta da combattere

 

Quintana - Majka per il podio, Aru non risponde
Sul non difficile Puerto de Cotos è difatti Nairo Quintana ad aprire un nuovo fronte: vede il podio a soli 30" e così attacca a metà salita. Ma è lesto a riportarsi sulle sue ruote Rafal Majka; la tattica diventa così cercare di scalzare Purito Rodríguez, visto che anche Aru decide di non rispondere, soddisfatto della situazione di corsa e anche abbastanza affaticato rispetto alle prime battute di questa Vuelta: inoltre Sanchez Gil ha sostituito Zeits, portando forze fresche per fare l'andatura. Quintana e Majka scollinano con 33" di vantaggio sul drappello di Aru, Purito, Chaves e gregari annessi, ricevendo poi in discesa l'aiuto rispettivamente di Visconti, resosi ormai conto che Plaza è irraggiungibile, e McCarthy. In breve si riportano su un drappello più grande di ex-fuggitivi, il quale aiuterà loro a raggiungere quasi il 1' di margine: Purito rischia, Aru no

 

Plaza corona la sua cavalcata solitaria
Ma torniamo all'eroe di giornata: nessun cedimento da parte sua sul Cotos, nonostante la pressione a distanza di De Marchi, Gonçalves e Visconti, quest'ultimo come già detto costretto ad abbandonare la partita. Plaza giunge a Cercedilla con 1'07" su Gonçalves, il quale batterà nettamente De Marchi nello sprint dei battuti, permettendosi di lanciare i guantini ai fan prima dell'arrivo, come un batterista che lancia le bacchette dopo il concerto: ed il suo è lo spettacolo più bello di una lunga carriera. A 1'29" giungono Sicard, Moinard, Verona ed Henao, a 1'35" Elissonde, a 1'43" Montaguti, e a 2'40" Moreno Moser anticipa per il decimo posto il drappello di Majka e Quintana, comprendente in tutto 12 atleti. Grazie all'ottimo lavoro di Losada nel finale Purito riesce a non far lievitare il margine degli inseguitori, ed il grupetto di Aru, capeggiato da Chaves giunge a 3'35". Bisogna aspettare quasi altri 4' per veder spuntare Dumoulin, con Meintjes, Valverde e Daniel Moreno tra gli altri. 

 

Rodríguez e Majka sul podio, Dumoulin fuori dai 5
Fabio Aru è quindi il vincitore della Vuelta España, con 1'17" su Purito Rodríguez ed 1'29" su Rafal Majka: per il catalano è il miglior risultato di sempre alla Vuelta (ed il quinto podio in un GT, in 6 anni), mentre Majka è il primo polacco, dopo Zenon Jaskula a salire sul podio di un GT (parliamo del Tour 1993). Scala al quarto posto un deludente Nairo Quintana a 2'02", sale di due piazze il connazionale Esteban Chaves a 3'30", superando Tom Dumoulin (3'46") e Alejandro Valverde (7'10"). Mikel Nieve nonostante la crisi riesce a passare Daniel Moreno in ottava posizione a 7'26", col gregario di Purito a 7'32", mentre Louis Meintjes è l'unico della precedente top ten a mantenere il suo piazzamento, il decimo, a 10'46". Un altro piccolo record, per lui e la MTN: è il primo africano a finire in top ten in un GT. Dal fronte italiani, ben 4 oltre ad Aru nei primi 20: abbiamo Domenico Pozzovivo undicesimo (a 11'30"), Gianluca Brambilla tredicesimo (15'46"), Giovanni Visconti diciannovesimo (35'58") e Diego Rosa ventesimo (43'27").

Nicola Stufano

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