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Vuelta a España 2015: Rodríguez rimette la palla a centrocampo - Purito vince a Sotres e si porta a un solo secondo dalla maglia rossa Aru. Majka scavalca Dumoulin

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L'arrivo di Joaquim Rodríguez all'Alto de Sotres © Bettiniphoto

Spesso il senso di tutta una storia è nei dettagli. Oggi abbiamo letto una dichiarazione di Beppe Martinelli, il quale candidamente ammetteva che Fabio Aru è ossessionato dall'idea di dover mettere più tempo possibile tra sé e il rognoso Tom Dumoulin, in quanto la crono di Burgos funge da spauracchio per il sardo: certo di perdere molto terreno sui 40 km contro il tempo, il ragazzo vorrebbe tenere lo specialista olandese quanto più lontano possibile.

Il fatto, però, che anche Joaquim Rodríguez e Nairo Quintana fossero (siano) nelle stesse condizioni di Aru, ovvero obbligati a distanziare Dumoulin, veniva visto da Martinelli quasi come una salvezza, visto che (suggeriva il team manager dell'Astana) potrà nascere una sorta di alleanza naturale contro il corridore della Giant. Discorso valido se Purito e Nairito fossero stati entrambi a 3' da Aru in classifica; ma si dà il caso che solo il secondo fosse così lontano, mentre il primo era proprio dietro l'angolo, secondo a 26" da Fabio. Il quale oggi ha tragicamente scoperto che se c'è un avversario che questa Vuelta a España 2015 gliela può seriamente portare via, quello è proprio Rodríguez.

Purito ha vinto sull'Alto de Sotres, ha attaccato su una distanza sulla quale ha le caratteristiche del fenomeno (poco più di un chilometro), e ciò gli è stato sufficiente - sulla rampa finale - per guadagnare 15" su Aru, e se a questi aggiungiamo i 10" dell'abbuono, ecco che il patatrac è quasi stato servito: 25" recuperati, uno solo lasciato come margine al sardo. Soprattutto, uno scenario radicalmente cambiato rispetto a ieri: laddove c'era una ragionevole certezza di poter rintuzzare gli attacchi degli avversari e vincere la Vuelta, oggi dalle parti di Fabio si comincia ad annusare l'aria della possibile disfatta, per mano del corridore meno considerato e meno temuto; in una parola, il più sottovalutato. E dire che i risultati passati di JRO alla Vuelta non autorizzavano tutta questa sicumera nei suoi confronti.

Certo, la coperta era un po' corta, perché se tiri per far staccare Dumoulin e così facendo contribuisci ad annullare la fuga, al contempo rimetti a disposizione di Purito gli abbuoni di fine tappa. Se lasci andare la fuga, magari Purito non prende i 10" di abbuono, ma in compenso ti ritrovi Dumoulin ancora a un minuto. Ora però che i trend sono chiari (e cioè: Tom in calo nella terza settimana, Joaquim in grande salita), sarà il caso che domani in casa Astana si faccia corsa esclusivamente su Purito. Il come, dovrà essere Martinelli a dirlo. E forse (e qui ci riallacciamo all'apertura dell'articolo) il tecnico bresciano avrebbe dovuto intuire tutto ciò sin da oggi, traendo le dovute conclusioni.

 

Partenza veloce, fuga ben assortita
Non è stato facile per la fuga, oggi, prendere il largo nella Comillas-Sotres: una partenza velocissima a oltre 49 di media ha tradito la volontà da parte del gruppo di non far partire azioni poi difficili da gestire. Ugualmente, dopo alcuni tentativi abortiti, quella che si è messa in moto è stata una fuga abbastanza interessante, composta da 9 uomini: Blel Kadri (AG2R), Ricardo Vilela (Caja Rural), Dominique Rollin (Cofidis), Brayan Ramírez (Colombia), Nikolas Maes (Etixx), Natnael Berhane (MTN), Pierre Rolland (Europcar), Maarten Tjallingii (Lotto NL) e Haimar Zubeldia (Trek).

Uomini buoni anche per la montagna, tra i 9 (Rolland, Zubeldia...), e azione che non ha avuto gran margine, con un vantaggio che non ha superato i 4' (a 70 km dal traguardo) e con la Movistar di Quintana e Valverde che si è incaricata di tenere vicini gli attaccanti.

La salita conclusiva, lunga oltre 12 km, è stata appprocciata dai 9 con un solo minuto di margine, e presto fra tutti è emerso Zubeldia, il quale a 10 km dalla vetta è rimasto solo al comando, provando la difficile impresa di difendere quel minutino dal ritorno degli uomini di classifica.

 

Schermaglie con Quintana, poi salta Dumoulin
Il primo dei big a muoversi, giò a 10.6 km dalla conclusione, è stato Quintana. Il colombiano ha azzardato un allungo che è stato rintuzzato da Luis León Sánchez, dopodiché non è successo praticamente più nulla fino a 2.5 km dalla fine: l'Astana ha imposto la sua andatura fino ai -7, poi è tornata a tirare la Movistar con Giovanni Visconti, e quando il team kazako ha ripreso in mano le redini del gioco è saltato Tom Dumoulin. O perlomeno si è staccato, gestendosi meglio che ha potuto, rimanendo non distante dai primi, ma pagando alla fine 51".

Ai 2 km è stato raggiunto Zubeldia, e subito Pawel Poljanski è andato a tirare a beneficio del suo capitano Rafal Majka; ma non è stato il polacco a rompere gli indugi, bensì proprio Rodríguez, che si è mosso a 1100 metri dalla fine.

Quintana ha tenuto le ruote dello spagnolo ma poi ha mollato dopo 200 metri; meglio Aru e Majka, che son saliti col loro passo e sono arrivati a sfiorare il ricongiungimento con Purito, ai 700 metri; ma a quel punto (su rampe dalla pendenza quasi insostenibile) JRO ha ridato gas, allungando nuovamente e definitivamente, e andando a guadagnare sensibili secondi nel finale.

Un finale a cui Aru è giunto quasi boccheggiando, perdendo metri rispetto a Majka e venendo risucchiato pure dai sopraggiungenti Dani Moreno e Quintana.

 

Rodríguez, una stoccata che fa male
All'arrivo Rodríguez ha dato 12" a Majka, 14"a Moreno, 15" a Quintana e Aru, 18" a Mikel Landa, 20" a Esteban Chaves, 24" a Mikel Nieve, 29" ad Alejandro Valverde, 41" a Domenico Pozzovivo e Louis Meintjes; Gianluca Brambilla (terzo italiano della classifica) ha chiuso nei 20, per la precisione 19esimo a 1'56".

In classifica generale Purito piomba pesantemente alle spalle di Aru, appena un secondo a dividerli; curiosamente, un solo secondo divide anche il terzo e il quarto della graduatoria, ovvero Majka e Dumoulin; il polacco ha scavalcato l'olandese e si trova a 1'24" da Aru. Quinto è Chaves a 1'34", seguono Moreno a 2'08", Nieve a 2'19", Valverde a 2'25", Quintana a 3', Meintjes a 5'07", Pozzovivo a 5'50", Romain Sicard a 6' e Brambilla (13esimo) a 6'10".

Domani la Luarca-Ermita de Alba rappresenta la chiusura del trittico asturiano: subito prima dell'impossibile rampa dell'arrivo (6.5 km tra il 10 e il 20%, una seconda metà da togliere il fiato) ci sarà la difficile Cobertoria, e subito prima della Cobertoria ci sarà l'Alto del Cordal. Tre salite di crescente durezza, sulle quali si potrebbe costruire qualcosa per uscire dalla logica del ciclogaragismo a gittata ridotta, ovvero la specialità in cui Rodríguez eccelle. Il problema per Aru è che una tattica spregiudicata (attacco sulla Cobertoria?) lo esporrebbe al possibile contrattacco su Ermita de Alba. Partire da lontano rischiando poi di saltare? Attendere l'ultima scalata con la certezza che JRO lì ne avrà di più? Fabio si trova in un bel ginepraio: uscirne da campione, però, non è impossibile per lui.

Marco Grassi

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