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Vuelta a España 2015: Un urlo nella nebbia. De Marchi, ci voleva! - Alessandro torna alla vittoria dopo l'infortunio. Salvatore Puccio alle sue spalle | Cicloweb

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Vuelta a España 2015: Un urlo nella nebbia. De Marchi, ci voleva! - Alessandro torna alla vittoria dopo l'infortunio. Salvatore Puccio alle sue spalle

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A Fuente del Chivo fuga e vittoria di Alessandro De Marchi © Bettiniphoto

A queste piccole, grandi imprese, Alessandro De Marchi non è nuovo. Emerso sul serio a 26 anni, nel 2012, seconda stagione con l'Androni di Gianni Savio (fece un Giro stupendo, ma non solo quello), il friulano ha sempre lavorato per i capitani delle squadre in cui ha militato. E nelle giornate che gli venivano concesse, raramente perdonava: fuga da lontano, selezione con uomini forti abbastanza per andare d'accordo ed infine la stoccata.

Oggi alla Vuelta ancora lo stesso schema, con identica efficacia, anche se lo motivazioni erano differenti. Basterebbe dire che il Rosso di Buja non ha corso dalla Sanremo al Cerami per via di una fastidiosa tendinite. Recupero lungo, metà stagione buttata via. Alla Vuelta si presenta con la sua BMC, Van Garderen e Samuel Sánchez per fare bene. Il primo s'è ritirato da un po' di giorni, il secondo ha abbandonato proprio oggi per un'infezione all'alluce. Campo libero a De Marchi, in una BMC senza capitani.

Stessa situazione nella Sky, che ha perduto Chris Froome per una frattura ad un piede all'indomani del tappone di Andorra, e si ritrova col solo Nieve a dare un senso a questa Vuelta; e allora ecco che entra in azione Salvatore Puccio, gregario che sa vincere. Lui e De Marchi sono il primo ed il secondo di questa tappa non difficilissima, ma probante. I volti autentici del gregario cui viene concessa licenza di vincere per sé, e ci prova con tutte le sue forze. Primi due posti per due corridori (e due squadre) in cerca di rivincite in terra di Spagna.

 

Tutti vogliono andare in fuga. De Marchi a ripetizione
La Vitoria-Fuente del Chivo inaugura un trittico dove le montagne la faranno da padrone: sono 215 km (tappa più lunga della Vuelta)con la prima parte su e giù, ma senza difficoltà eccessive. nella seconda metà di tappa si scalano, nell'ordine, il Puerto de Estacas de Trueba (terza categoria), il Puerto del Escudo (prima categoria con tratti impegnativi) ed il finale verso Fuente del Chivo, categoría especial. Mentre non parte il francese della Cofidis Geoffrey Soupe, si cerca la fuga sin dai primi chilometri; dopo 4 km vanno via in nove, e si tratta di Moreno Moser (Cannondale-Garmin), Ángel Madrazo (Caja Rural-Seguros RGA), Alessandro de Marchi (BMC), José Joaquín Rojas (Movistar), Fabio Duarte (Colombia), Salvatore Puccio (Sky), Cyril Lemoine (Cofidis), Jérôme Cousin (Europcar), Jim Songezo (MTN - Qhubeka) e Tom Van Asbroeck (Lotto.NL-Jumbo).

Il gruppo non vuole lasciar spazio a questo plotoncino e dopo 49 km chiude, rimescolando di fatto le carte. Non passa troppo perché Alessandro De Marchi, anche oggi molto attivo, riparta: siamo al km 50 e con il Rosso di Buja vanno via Salvatore Puccio (Sky), Mikaël Cherel (AG2R La Mondiale), José Joaquín Rojas (Movistar) e Carlos Quintero (Colombia).

 

L'Astana li tiene sotto controllo, ma il vantaggio è alto
È l'Astana di Fabio Aru ad incaricarsi di tener la corsa sotto controllo, ma davanti viaggiano un bel po' e così il vantaggio, da 1'20", s'impenna a 5'30" dopo 84 km, poi a 6'10" quando si affronta la prima salita di giornata, il Puerto de Estacas de Trueba. Al Gpm Cherel precede Rojas e Puccio, con il gruppo che transita a 8'15". Nella discesa i cinque battistrada arrivano ad avere 9' e rotti sul plotone, poi inizia la seconda salita di giornata, il Puerto del Escudo. Sulla difficile salita non si registrano attacchi in gruppo, con l'Astana che fa sempre un bel ritmo; davanti il quintetto conserva un vantaggio di oltre 5' ed al Gpm Cherel precede Rojas, poi Puccio, Quintero e De Marchi. Gruppo a 8'30".

 

Fora Aru, ma rientra senza problemi. I fuggitivi volano
Sull'altopiano che viene dopo il Puerto del Escudo fora Fabio Aru: mancano ancora 47 km all'arrivo e Fabio Aru fora. Il sardo dell'Astana viene riportato in gruppo dai compagni, mentre davanti si viaggia sempre: a 36 km da Fuente del Chivo il vantaggio dei cinque è di 9'30". Ormai si fanno due corse parallele, quella per la tappa e quella per la classifica. I minuti volano, davanti si gioca duro, non appena la salita verso Fuente del Chivo s'impenna sotto le ruote. Parte Mikaël Cherel, tutti guardano De Marchi: sanno che è il più forte del gruppetto, che insegua lui. Il Rosso di Buja chiude sul francese e la situazione si calma. Dura poco, perché è ancora Cherel a partire; vari allunghi, poi il surplace dell'ultimo chilometro. C'è anche Rojas, rientrato con Puccio, ed essendo il più veloce, nessuno se lo vuole portare sul traguardo.

 

Surplace, poi Rojas e Puccio, ma il De Marchi vince nella nebbia
Dal surplace in salita esce Rojas con Puccio, ma De Marchi è vigile e si fionda sulla strana coppia. Resta con il siciliano cresciuto in Umbria, poi lo molla lì, verso la tanto desiderata vittoria. Esce dalla nebbia, la taglia con lo stesso coltello con il quale ha pugnalato i quattro compagni di fuga, De Marchi. Pugnalate, al cuore, che lui stesso ha ricevuto dalla Sanremo a qualche settimana fa, quando gli altri correvano e lui lavorava per ritornare forte come, più di prima. Ce l'ha fatta e l'urlo è più che mai liberatorio.

 

Puccio secondo mentre Aru e Quintana accendono la miccia
Salvatore Puccio coglie una piazza d'onore che sarebbe ottima, ma forse oggi lo Sky sperava in qualcosa in più. È staccato di 21", mentre a 32" c'è un sorprendente José Joaquín Rojas. A 38" Mikaël Cherel, a 1' Carlos Quintero, poi a 3'32" Nairo Quintana, il primo ad uscire dalla lotta dei big. Aru ha acceso la miccia, Nairo rilanciato. Guadagna un pugno di secondi ma il messaggio è forte e chiaro: ci sono ancora. A 3'38" arriva Purito Rodríguez, poi Esteban Chaves e Fabio Aru a 3'39", Rafal Majka a 3'44". E mentre dietro, cioè davanti, Fabio Aru può festeggiare per un altra giornata chiusa con la maglia roja indosso, davanti, cioè più indietro, Alessandro De Marchi si prende una rivincita, sulla sfortuna e sugli avversari, grande così. E meritatissima.

Francesco Sulas

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