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Dilettanti 2015: Milani, una bandiera che diventa tricolore - Zalf pigliatutto, fa suo anche il campionato élite s.c. 40° vittoria stagionale

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Gianluca Milani campione italiano élite tra Toffali e Borella © Scanferla

Da 3 anni oramai è plurivincitrice, ma quest'anno la Zalf Euromobil non ha voluto lasciare nulla a nessuno. Neanche il campionato italiano élite, corso con tanta fatica e dominato dalle maglie, manco a farlo a posta, bianche, rosse e verdi. E godrà di una particolare inversione di colori Gianluca Milani, bandiera del team e vincitore designato anche per questo motivo, un premio per 6 stagioni di fedeltà nelle quali ha conseguito 8 vittorie prima di questa, nessuna abbastanza pesante da permettergli un contratto da professionista: vedremo se qualcosa si sbloccherà dopo questo successo, anche se i suoi compagni meriterebbero alla pari tale riconoscimento. 

 

Preambolo: chi erano i favoriti 
In un periodo dell'anno come questo, nel quale gran parte degli under23 più forti è riuscita a strappare un contratto oppure ha la mente su obiettivi più grandi, tipo il Tour de l'Avenir, il mondiale o semplicemente la prossima stagione, per gli élite è il momento migliore per mettersi in mostra. Nelle ultime due settimane precedenti molti di loro si erano messi in mostra in diverse prove, vincendo gare su gare, soprattutto gli zalfini, che in Nicolò Rocchi avevano l'uomo da battere su ogni terreno (recente vincitore della Coppa Città di Este, con un assolo nel finale, ma anche dotato di spunto veloce), ma potevano contare su delle ottime frecce nel loro arco come Gianluca Milani, in grande spolvero al Trofeo Città di Vigonza, dove ha favorito il successo del più giovane Pietro Andreoletti, e Nicola Toffali, più volte vincente con progressioni negli ultimi chilometri e apparso in grande condizione nella stessa occasione, giungendo poi quinto, come la settimana prima al Memorial Guido Zamperoli, battuto solo dal moldavo della Bibanese Cristian Raileanu (ancora vincente anche questa settimana, al Trofeo SS Addolorata). Dall'altra parte, in Toscana abbiamo visto un Futura Team spaventoso con Pierpaolo Ficara, capace nelle ultime due settimane di vincere in solitaria il Gp Colli Rovescalesi e poi di fare il bello e cattivo tempo al neonato Gp delle Signe di Lastra. Con lui, il lucano Danilo Celano, 4 successi stagionali, l'ultimo la settimana scorsa al GP Chianti Colline d'Elsa, ovviamente in solitaria col gruppo regolato da Marco Berardinetti (Malmantile), fresco di primo successo assoluto al Gp Città di Bevagna dopo tanti secondi posti, ed il pesarese Fabio Tomassini. E anche la Mastromarco, col trio Alex Turrin (dominatore al Trofeo Ciclistico Castelnuovo battendo Celano, dopo aver concluso 2° nella morsa degli Zalf a Vigonza) - Mirko Trosino - Daniel Trentin, prometteva di inserirsi violentemente nella competizione. 

Senza poi dimenticare Davide Pacchiardo (Palazzago), campione in carica e recentemente terzo dietro Fausto Masnada e Garosio al Trofeo Mp Filtri, Alfio Locatelli (Viris), vincitore a ferragosto della Firenze-Mare, Ivan Martinelli (Monturano), secondo a Bevagna e Montecosaro, Mirco Maestri (General Store), fresco di firma con la Bardiani, Mattia De Marchi (Team Friuli), in grande spolvero due settimane fa, Massimiliano Barbero Piantino (Cerone), sorpresa stagionale piemontese con 4 successi.

 

Il campionato di Cesa, un parto cesareo

La gestazione di questo campionato italiano è stata lunga e difficile. Inzialmente, doveva essere la US Fracor a organizzare la prova, prevista per il 6 giugno. Ma la società umbra ha desistito quando, tastando il polso delle diverse squadre, ha capito che per la prova non sarebbe riuscita ad avere al via più di una cinquantina di atleti. Così, la virata verso il Circuito di Cesa, una delle corse più antiche del calendario italiano, giunta alla 93esima edizione. Circuito di Cesa non difficile, aperto anche ad una soluzione allo sprint: 2 circuiti da affrontare, uno per 6 volte e un altro per 2, ed infine un ultimo tratto in linea di 41 chilometri con la salita di Lucignano e i due dentelli di Foiano della Chiana, per un totale di 167 chilometri

 

Solo Borella ostacola il dominio Zalf

La corsa, alla quale prendono il via 85 atleti, è a dire la verità poco animata, complice un incidente insolito a inizio prova, la caduta sulla strada di un cavo elettrico che ha richiesto un intervento di rimozione ed ha costretto gli organizzatori a cancellare uno dei due giri del secondo circuito per rientrare nei tempi previsti. L'azione decisiva si è vista sull'ultimo passaggio a Foiano, dove Gianluca Milani ha preso il largo con Federico Borella, ligure classe '89 della Palazzago, riuscito quest'anno a ottenere il suo primo successo nel Circuito Valle del Resco: un nome non tanto atteso. Su di loro, con una delle sue usuali progressioni, si porta Nicola Toffali, facendo perdere l'ago della bilancia in favore degli Zalf che, dopo aver fatto vedere l'inferno al povero Borella, dominano in volata con Milani prescelto per indossare il tricolore. Dietro di loro, manco a farlo apposta, Nicolò Rocchi vince la volata di gruppo, come a dire : "tutto calcolato", e dietro di lui ci sono, a parte qualche sorpresa (il Gragnano Gian Luca Remondi, giunto sesto), gran parte dei favoriti della vigilia: nell'ordine, Mattia de Marchi, poi Alfio Locatelli, Turrin, Trosino e Pacchiardo, tutti a 28". Gran delusione per il team di Chioccioli, con nessun corridore neanche piazzato nei 10. 

 

Per i vincitori e per questa prova...quale futuro?

Di solito, chi vinceva il campionato italiano élite senza contratto aveva un contratto in tasca tra i professionisti. Non è stato così per Davide Pacchiardo: le squadre WT e professional son sempre più diffidenti nei confronti degli élite e preferiscono puntare sui giovani talenti. E per quanto una tricolore possa essere un buon veicolo pubblicitario, dubitiamo fortemente che alzerà di molto le quotazioni di Gianluca Milani, bravo corridore, ma con due macchie: quella di correre nella squadra più forte, capace di vincere 40 gare stagionali delle quali più di una buona metà con doppiette/triplette sul podio, e quella di aver vinto contro 85 corridori. E comunque non più meritevole di un passaggio di un Toffali (che è stato in nazionale, ha grandi numeri, ma al quale manca la vittoria di peso) o di un Rocchi. E d'altronde tra i passati vincitori ben pochi si son poi rivelati buoni corridori: tra tanti nomi caduti in disgrazia o nell'anonimato troviamo giusto un Giairo Ermeti (2004), un Matteo Montaguti (2007), e volendo anche Matteo Busato (2011), schierabili poi tra coloro che son diventati rispettabili professionisti. La prova degli élite senza contratto è una prova che fuori dal contesto di una settimana tricolore difficilmente sopravviverà (e difatti avrebbe più senso accorpare le due gare, come avviene già in Spagna, comunque assegnando due maglie: più numeri e più visibilità per tutti), così come coloro che l'hanno disputata all'interno del ciclismo. 

Nicola Stufano

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