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Vuelta a España 2015: Neanche Degenkolb può Sbaragli la via del successo! - Kristian batte il tedesco e Rojas dopo aver tenuto bene in salita. Domani riposo

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Sul traguardo di Castellón esulta l'empolese Kristian Sbaragli © Bettiniphoto

Sempre lì, sempre vicino alla vittoria. Eppure, se escludiamo un centro al Tour de Korea 2013 (e ci sentiamo di escluderlo tranquillamente), Kristian Sbaragli non aveva mai vinto tra i professionisti. Piazzamenti a non finire per un corridore solido, veloce ma anche resistente. Nelle poche tappe di questa Vuelta a España dedicate alle ruote veloci - e sono state pochissime - l'empolese nato nel 1990 s'è sempre ben comportato: 6° a Málaga e ad Alcalá de Guadaíra, 5° due giorni fa a Murcia. Oggi ha fatto di più, il massimo, l'impensabile (anche per sé): battere John Degenkolb in una volata ristretta a pochi intimi. Non è cosa da tutti, di questi tempi.

Sbaragli ha preso con decisione la ruota di Tosh Van der Sande, belga della Lotto-Soudal, ed una volta uscito dalla sua scia s'è fiondato sul traguardo. John Degenkolb ha provato la difficile rimonta ma all'empolese non è servito nemmeno il colpo di reni per tenersi alle spalle il pericoloso tedesco (battuto comunque per mezza ruota, ma vale lo stesso).

Vittoria importantissima, oltre che per Sbaragli, per la sua squadra, l'MTN Qhubeka, che da invitata centra due volte il bersaglio grosso in due grandi corse a tappe differenti: a Mende, Tour de France, era stato Stephen Cummings a festeggiare in modo adeguato il Mandela Day ed alla Vuelta tocca all'unico italiano della formazione sudafricana. Italiano che, vista la forma e le caratteristiche, potrebbe far bene sul percorso del Mondiale di Richmond...

 

Una tappa da fughe, e vanno via 40 uomini...
Frazione da interpretare in più modi, la decima: viene dopo l'arrivo in salita di Cumbre del Sol, propone 146.6 km da Valencia a Castellón, con una salita a 17 km dall'arrivo, l'Alto del Desierto de las Palmas. Non è scontata la volatona - e non ci sarà - non è facile che vada via la fuga, anche se si tratta di una soluzione molto probabile. In avvio, inoltre, c'è da scalare il Puerto del Oronet, terza categoria che potrebbe lanciare diversi uomini: così sarà, vanno via in molti dopo 23 km. Sono trentasette gli uomini al comando, diverranno quaranta. Al km 40 davanti ci sono Sergio Henao, Ian Boswell e Salvatore Puccio (Sky), Matteo Montaguti e Mikael Cherel (AG2R La Mondiale), Dario Cataldo e Luís León Sánchez (Astana), Peter Velits, Amael Moinard e Darwin Atapuma (BMC), David Arroyo, Pello Bilbao ed Ángel Madrazo (Caja Rural-Seguros RGA), Daniel Navarro e Romain Hardy (Cofidis), Carlos Quintero e Rodolfo Torres (Colombia), Carlos Verona (Etixx-QuickStep), Kenny Elissonde (FDJ), Lawrence Warbasse (IAM Cycling), Rubén Plaza e Tsgabu Grmay (Lampre-Merida), Jurgen Van den Broeck e Maxime Monfort (Lotto-Soudal), Imanol Erviti ed Andrey Amador (Movistar), Natnael Berhane e Stephen Cummings (MTN Qhubeka), Cameron Meyer (Orica), Ben King e Davide Villella (Cannondale-Garmin), Jérôme Cousin (Europcar), Lawson Craddock e Johannes Fröhlinger (Giant-Alpecin), Tiago Machado ed Eduard Vorganov (Katusha), Martijn Keizer e George Bennett (Lotto.NL-Jumbo), Jay McCarthy (Tinkoff-Saxo), Riccardo Zoidl (Trek).

 

La Giant-Alpecin non dà il via libera, il gruppo si rifà sotto
Il gruppo insegue a 2'35", al Puerto del Oronet è Pello Bilbao a transitare per primo su Carlos Verona e Sergio Henao. La Giant-Alpecin del nuovo leader Tom Dumoulin, pur avendo piazzato nella fuga Craddock e Fröhlinger, non vuol lasciare campo libero ai quaranta: Degenkolb punta alla vittoria di tappa, Dumoulin vuole restare il più tranquillo possibile. Il vantaggio del primo gruppo scende perciò a 1' 10" dopo 60 km di gara, poi pian piano i quaranta si sciolgono. Zoidl e Verona vengono ripresi per primi, poi tocca ad altri, finché davanti restano solamente diciotto. Non vanno lontano ed a 50 km dal traguardo il plotone torna compatto. Tira la Movistar, si riavvolge il nastro.

 

Altri allunghi, Terpstra va via da solo
Non che gli attacchi finiscano a 50 km da Castellón, visto che già ai -47 allunga Niki Terpstra (Etixx-QuickStep); l'olandese è seguito da Jay McCarthy e Sergio Paulinho (Tinkoff-Saxo), Leonardo Duque (Colombia) ed Iljo Keisse (Etixx-Quick Step) nel ruolo di stopper (poco più avanti si unisce l'Europcar Jimmy Engoulvent). Terpstra va via da solo per un po', non guadagna molti secondi, capisce che conviene rialzarsi. A 34 km dall'arrivo gruppo nuovamente compatto e Movistar in testa a controllare.

 

Sull'Alto del Desierto de las Palmas attacco di De Marchi
Dopo 121 km di gara il traguardo volante di Benicasim assegna 3" d'abbuono a Imanol Erviti, seguito da Rory Sutherland e Frán Ventoso (ma non c'è sprint, è il treno Movistar in transito). Il punto decisivo della frazione è l'Alto del Desierto de las Palmas, 6 km con pendenze altalenanti, mai impossibili. Attacca Alessandro De Marchi, lo scorso anno vincitore di tappa alla Vuelta, ad Alcaudete. Romain Sicard si mette in scia del Rosso di Buja, raggiungendolo in poche pedalate. Alle spalle della coppia, due altri francesi, Kenny Elissonde (FDJ) e Jérôme Coppel (IAM Cycling).

Il gruppo è tirato dalla Giant-Alpecin, Elissonde raggiunge Sicard e De Marchi, mentre Coppel non tiene il ritmo del FDJ. In cima all'Alto del Desierto de las Palmas (Elissonde passa per primo, allungando; poi De Marchi e Sicard) parte da dietro Gianluca Brambilla. Il portacolori della Etixx, particolarmente abile in discesa (meno Henao, che cade ed accuserà oltre 10'), tenta di riagganciare i tre al comando e ci va vicino, ma non li riprenderà. Siamo già in pianura.

 

Giant-Alpecin attenta, ai -5 gruppo compatti (e scarno)
In gruppo sono Tinkoff-Saxo e Giant-Alpecin a sobbarcarsi il grosso del lavoro; Brambilla viene raggiunto e riassorbito, mentre Elissonde, De Marchi e Sicard resistono fino ai -5. Il plotone non è nutritissimo, una sessantina di unità. C'è chi prova a sorprendere il plotone dei velocisti rimasti (in gara non c'è più Caleb Ewan), come Adam Hansen, ma il Lotto-Soudal non sorprende nessuno. Allunga anche un Lampre-Merida, Nelson Oliveira, ma non si scappa. Non si scappa dalla volata, dove la Giant-Alpecin pensa di poter con Degenkolb il secondo successo in due giorni, ma c'è chi non vuole recitare quel canovaccio.

 

Sbaragli segue Van der Sande, poi sprinta su Degenkolb
Succede allora che Tosh Van der Sande rischi il tutto per tutto, lanciando una volata bella lunga, ma potenzialmente in grado di proiettarlo in alto. Il belga però fa solo da ultimo uomo per Kristian Sbaragli, che gli azzanna la ruota, lo salta e con uno sprint da campione va a vicnere. Quasi non ci crede, l'esultanza esce un po' così, improvvisata ed inattesa. John Degenkolb, dopo aver mancato la vittoria al Tour, non può esultare nemmeno alla Vuelta, per adesso (e le situazioni non saranno poi tantissime, da qui a Madrid).

Il tedesco è secondo nonostante un buon colpo di reni, mentre José Joaquín Rojas completa il podio di giornata. Al quarto posto il già citato Tosh Van der Sande, seguito da José Gonçalves e con un altro dei nostri, Matteo Montaguti, in sesta piazza. Settimo e ottavo due Orica, Jens Keukeleire e Daryl Impey, con Pieter Serry nono ed il Lampre Valerio Conti decimo.

 

Tom Dumoulin va al riposo in maglia roja
La classifica generale al giorno di riposo vede in maglia roja Tom Dumoulin, con Purito Rodríguez secondo a 57", poi Esteban Chaves a 59". A 1'07" Nicolas Roche, a 1'13" Fabio Aru, a 1'17" la coppia Movistar composta da Alejandro Valverde e Nairo Quintana. Ottavo a 1'18" Chris Froome, con Rafal Majka nono a 1'47" e Domenico Pozzovivo decimo a 1'52". Esteban Chaves guida per un punto, 71 a 70, la graduatoria a punti, mentre Omar Fraile è il miglior scalatore della corsa. La maglia della combinata, vestita da Purito Rodríguez, è in possesso di Tom Dumoulin.

 

Dopo il riposo c'è il tappone di Andorra. Si decide molto
Quanto reggerà l'olandese? Difficile dirlo. Dalla sua ha la crono, di contro già mercoledì il tappone di Andorra lo potrebbe mettere in difficoltà. Già, si ripartirà con una frazione che potrebbe risultare decisiva per la classifica: solo 138 km da Andorra la Vella a Cortals d'Encamp, ma in mezzo ben sei salite, arrivo compreso. Collada de Beixalis, Coll d'Ordino, Coll de la Rabassa, Collada de la Gallina, Alto de la Cornella ed infine Alto Els Cortals d'Encamp, quanto basta per designare il padrone di questa Vuelta a España.

Francesco Sulas

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