Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Vuelta a España 2015: Misuriamo la febbre a tutti i pretendenti - Da Aru a Froome, da Quintana agli spagnoli: come stanno i favoriti della vigilia?

Versione stampabile

Alejandro Valverde, Fabio Aru, Nairo Quintana e Joaquim Rodríguez a Cumbre del Sol © Bettiniphoto

A metà Vuelta a España 2015 sarà anche ora di fare un bilancetto della corsa, un punto della situazione, un sommario delle forze in campo, perché se è vero che non abbiamo ancora visto chissacché (un paio di rampe molto dure ma brevi - compresa quella di oggi, che a conti fatti ha fatto la maggior differenza - e poi che altro? Un semiarrivo in salita, e poco più), un'idea di massima ce la siamo potuta fare, su chi potrà effettivamente ambire a emergere nella seconda metà di gara

La frazione di domani risulterà alquanto pleonastica, magari andrà la fuga di seconde linee e la rivedranno dopo il traguardo, quindi il riposo di martedì segnerà una cesura e mercoledì attendiamo l'unico vero tappone (per quanto in formato mini), ad Andorra. Lì magari la corsa non si deciderà, o forse sì, chissà. Potranno volare minuti anziché le consuete manciate di secondi che ballano nelle giornate standard della Vuelta. Chi ci arriverà meglio? Vediamo un po'.

 

Aru e l'Astana
Partiamo dal corridore su cui poggiano le maggiori speranze dei tifosi italiani, Fabio Aru. La struttura multipunte della sua Astana si è liquefatta già il secondo giorno, con l'espulsione di Nibali, che se da un lato ha tolto di mezzo un protagonista attesissimo, dall'altro ha semplificato le cose nel team kazako. Oggi a Cumbre del Sol è uscito di scena (per l'alta classifica) anche l'altro teorico co-capitano, Mikel Landa, che ha buscato quasi un quarto d'ora (forse anche per i postumi di una caduta di cui è stato vittima - insieme allo stesso Aru e ad altri uomini di classifica).

Il problema principale della vigilia (la coesistenza di troppi galli nel pollaio), quindi, per il sardo si è risolto senza colpo ferire, ovvero senza che ci fosse il tempo che nascessero dissidi come accaduto ad esempio al Giro (dove un Landa lanciatissimo fu più o meno fermato in un paio di occasioni per non far colare a picco Fabio, e di fatto gli cedette il secondo posto finale).

Ora: Aru sta bene e il suo avvicinamento alla Vuelta è stato ottimale, al contrario di quanto avvenuto col virus che gli minò la vigilia della corsa rosa, a fine aprile. Sta bene e in Spagna ha già dimostrato un anno fa di poter duellare coi migliori, in finali di tappa in cui il 25enne di Villacidro riesce a tirar fuori il meglio delle sue caratteristiche: anche se non ha il cambio di ritmo di un Froome, sulla prestazione secca sui 5-6 km (ovvero la distanza che spesso caratterizza i traguardi in quota della Vuelta) è quasi alla pari col britannico.

Paradossalmente, la tappa che Fabio potrebbe temere di più - oltre alla crono di Burgos - è proprio quella di Andorra, anche se in carriera ha dimostrato eccellenti doti di gestione di sé anche nelle frazioni più complesse a livello tattico e fisico (indimenticabile la sua difesa tra Mortirolo e Aprica, quest'anno). La dovrà temere (guarda gli scherzi della sorte) proprio perché dovrà giocare da solo contro avversari che potranno immaginare architetture complesse: Quintana&Valverde, Froome&Roche, Rodríguez&Moreno: se ti parte uno (o più) di questi avversari sulla penultima salita che fai? Insegui esponendoti al rischio del contrattacco dell'altra punta di Movistar, Sky, Katusha? Attendi, col pericolo che i buoi scappino dalla stalla e prendano grande vantaggio?

Mercoledì è il giorno in cui "si farà" la Vuelta, perché i distacchi che potranno essere scavati ad Andorra potrebbero essere poi difficili da colmare nel resto della gara. Ci vorranno gambe, e quelle ci sono; ci vorrà testa, e quella c'è; ci vorrà una squadra che, in assenza di una seconda punta da classifica, dia tutto per il suo capitano, e quella probabilmente c'è; ci vorrà un po' di fortuna, e su quella è meglio non sbilanciarsi.

 

Froome e la Sky
Oggi Chris Froome ha rimesso a posto qualche cassandra che lo dava già per escluso dalla lotta di vertice alla Vuelta, dopo le non esaltanti prove della prima settimana. Su un terreno particolarmente amico, il britannico è andato vicinissimo a una vittoria quasi inattesa, e solo la prestazione della vita di Tom Dumoulin gli ha tolto questa soddisfazione.

La giornata di Cumbre del Sol non era destinata a essere quella decisiva per Chris, ma quantomeno gli risulta utilissima per capire lo stato dell'arte in merito alle proprie forze: nei giorni scorsi abbiamo visto il vincitore del Tour staccarsi in alcuni finali e non essere neanche aspettato dai compagni più forti (Nicolas Roche e Mikel Nieve); tanto che in molti hanno pensato che Froome sia in Spagna per fare il battitore libero, e che il vero capitano della compagine sia appunto Roche (già buon interprete della Vuelta in passato). La scalata di oggi all'Alto de Puig Llorença ha però un po' cambiato le carte in tavola, perché ha fatto vedere a tutti che Froome è vivo e lotta insieme a noi.

Non è certo lui il primo a doversi preoccupare di una frazione come quella di Andorra (dove se pur non vincerà, potrà difendersi egregiamente, certo più di un Roche o di un Nieve), a patto di avere una condizione quantomeno vicina a quella espressa in Francia un mese fa (e ad oggi non sappiamo ancora se sia così). Inoltre la crono di Burgos dovrebbe favorirlo rispetto ai principali rivali di classifica. Aggiungiamoci che altri finali di tappa sono più adatti alla sua frullata che non al motore diesel di un Quintana, ed ecco che possiamo concludere che Chris rappresenta l'incognita di extralusso di questa Vuelta: in assenza di intoppi, alla lunga dovrebbe emergere lui rispetto ai compagni di squadra; che riesca a emergere anche rispetto a tutti gli avversari è da dimostrare, ma il podio non dovrebbe sfuggirgli, vista la tendenza suggerita oggi (ovvero quella di un corridore in ripresa dopo il balbettante inizio di gara).

 

Quintana (e Valverde) e la Movistar
Se c'è una cosa che Nairo Quintana dovrebbe aver imparato dal recente Tour è che l'attendismo non paga. Se mercoledì il colombiano avrà le sensazioni giuste, non dovrà aver timore di affondare il colpo, in quella che è la tappa che più gli è cucita addosso in questa Vuelta.

D'altro canto, il fattore che l'ha frenato in Francia è tuttora presente: Alejandro Valverde. Il fortissimo murciano non fa mistero di puntare ancora una volta al bersaglio grosso (il podio? Forse non gli basta, se dobbiamo interpretare il suo carattere); purtroppo per lui, la caduta in cui anche lui oggi è stato coinvolto non l'ha lasciato del tutto indenne, visto che si è quasi fratturato la clavicola (che comunque gli fa male). Riandando con la memoria a quanto accaduto alla Grande Boucle, possiamo ipotizzare che stavolta Quintana avrà via libera anche se una sua eventuale azione dalla distanza, ad Andorra, dovesse far male al blasonato coéquipier, qualora quest'ultimo non dovesse essere in perfette condizioni fisiche?

Gira e rigira, la domanda è sempre quella che ci siamo posti per tre settimane durante il Tour: il management della Movistar è legato a doppio filo alle vicende di Valverde, e per quanto spiacevole possa essere per i tifosi di Nairo, non è del tutto da escludere che Unzué metta ancora una volta la mordacchia al suo giovane purosangue. Se così non dovesse essere (o se Valverde dovesse comunque riuscire a cavarsela da sé), mercoledì Quintana potrebbe farci divertire: magari non sarà al 100% della condizione, ma il suo set point dovrà giocarlo proprio nel tappone. Altrimenti rischierà di concludere un altro GT carico di rimpianti.

 

Rodríguez e la Katusha
Più facilmente intellegibile è la situazione in casa Katusha, dove il capitano è indiscusso e risponde al nome di Joaquim Rodríguez. La seconda punta della squadra, Dani Moreno, è ancora in classifica, ma lui per primo è consapevole di non avere la tenuta (mentale prima ancora che fisica) per le tre settimane. Quindi potrà giocare nell'immediato un ruolo importante in favore del connazionale, per poi farsi da parte e lasciare tutta la scena a Purito.

I dubbi in questo caso derivano dalla parabola della carriera di JRO, che pare nella fase discendente. Al Tour Rodríguez è uscito presto dai giochi per la generale, viceversa la Vuelta gli è storicamente più amica, e si può scommettere a occhi chiusi che il catalano farà di tutto per salire un'altra volta sul podio. Il garagismo imperante nel trittico di tappe Fuente del Chivo-Sotres-Ermita de Alba, tra sabato e lunedì prossimi, lo chiamerà ad essere protagonista assoluto. A patto che ci arrivi con una classifica che gli sorrida, come più o meno è ora: Purito è secondo alle spalle di Tom Dumoulin, ma precede tutti gli altri rivali, e può quindi anche permettersi di giocare in difesa ad Andorra per poi arrivare meglio che potrà al trittico che più gli interessa. A quel punto dovrà mettere in cascina abbastanza fieno per non perdere poi tutto nella cronometro. Difficile, ma non impossibile, conoscendo la sua tenacia.

 

Dumoulin e gli altri outsider
Alzi la mano chi si aspettava di ritrovare Tom Dumoulin in testa alla classifica a metà Vuelta. E non in testa per caso, né per una qualche fuga bidone. L'olandese della Giant ha lottato finora ad armi pari con tutti, e la vittoria di oggi a Cumbre del Sol è la miglior testimonianza dei passi da gigante che ha fatto quest'anno. Nella generale ha la bellezza di 57" sul secondo, un margine che gli permetterà in qualche misura di amministrare nelle prossime difficili frazioni di montagna. Dalla sua avrà poi la cronometro, ovvero un esercizio in cui è tra i più forti al mondo.

Inoltre potrà contare su un'eventuale sottovalutazione da parte degli avversari. L'esperienza ci ha insegnato che gli outsider che tutti danno per sicuri candidati alla sconfitta, alla fine magari rischiano di purgare i più titolati avversari: le vittorie di Cobo e Horner sono roba recente, e tutti le ricordiamo. Faranno bene a ricordarle anche i principali pretendenti alla Vuelta 2015, e cercare di sbarazzarsi dell'ingombrante (per loro) presenza di Dumoulin il prima possibile. Quando? Ad Andorra, of course: più ci si pensa, più quella frazione assume i contorni di pietra angolare della corsa spagnola, quest'anno. Una tappa in cui - stando a quanto sappiamo delle sue caratteristiche - l'attuale maglia rossa rischia di soffrire più che in tutte le altre frazioni messe insieme.

Per un Dumoulin in impetuosa ascesa, oggi abbiamo dovuto prendere atto di un Esteban Chaves che ha avuto un secco passaggio a vuoto dopo le mirabilie esibite nei giorni scorsi (con due vittorie parziali e il liderato in classifica). In ogni caso la Vuelta del colombiano della Orica è già abbondantemente in attivo, e non è fuori dal mondo l'idea che il ragazzo possa uscire di classifica prossimamente per poi riservarsi un altro colpetto più avanti.

Dal canto suo, Rafal Majka cresce col passare dei giorni e ha tutte le possibilità di inserirsi nella lotta ai massimi livelli già da mercoledì. Se dobbiamo dar retta alle sensazioni, non pare che il polacco della Tinkoff disponga ancora del colpo da ko nel confronto con gli avversari con cui si sta misurando. Ma è pur sempre uomo in grado di stazionare nei primi gruppetti su tutti gli arrivi in quota, e la sua regolarità ad alti livelli potrebbe lanciarlo verso il podio.

Un traguardo - il podio - che per Domenico Pozzovivo (il nostro secondo uomo da classifica dopo Aru) sarebbe un piccolo coronamento di una carriera ormai lunga. Il lucano dell'AG2R ha corso questa prima metà di Vuelta a fari spenti, ma è lì, decimo nella generale, a meno di 2' da Dumoulin (e quindi a meno di un minuto da tutti gli altri principali protagonisti), e anche lui - come Majka - potrà far leva su una buona regolarità per scalare posizioni. La top five per Domenico è il risultato più ragionevole, ma non sarà il caso di porre limiti a se stessi, visto che, rispetto ai rivali con cui si trova a battagliare, ha un vantaggio: quello di non avere già un GT nelle gambe (visto che al Giro uscì drammaticamente di gara alla terza tappa), e di poter quindi mettere in campo una freschezza che per gli altri sarà più difficile mantenere, soprattutto nella terza settimana.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano