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Gp Plouay 2015: Kristoff, prove di Mondiale senza avversari - Con la volata di Plouay sale a 20 vittorie stagionali. Secondo a sorpresa Ponzi

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Kristoff esulta: per lui 20esimo successo stagionale a Plouay © Freddy Guerin

E siamo a quota 20. L'anno dei record di Alexander Kristoff non sembra affatto finito: il dominatore del Giro delle Fiandre mette in fila un altro successo World Tour, dominando la volata finale di Plouay davanti a un inatteso Simone Ponzi e a Ramunas Navardauskas. Ottimi corridori, ma non proprio dei velocisti: i (pochi) rivali su questo terreno, come Boonen, Nizzolo, Coquard o Viviani, si sono arenati sulle difficoltà del circuito bretone, lui non ha fatto una piega e si è presentato in ottima posizione allo sprint con tanto di apripista (il sempre più fido Guarnieri, che ora dovrà riuscire nel difficile compito di sostituire Paolini), disputando una volata inappuntabile. Dovesse andare così al mondiale, non ce ne sarebbe per nessuno. Ma non sarà certo facile come a Plouay.

 

Beppu e gli altri 5 eroi di giornata
Nessun cambiamento nel percorso di Plouay: 8 giri di un circuito di 27 km e un giro finale più serrato di 14, sempre comprendente le due salite caratteristiche, la Côte du Lezot e la Côte de Ty Marrec. Un circuito con pochissima pianura, ma fondamentalmente poco selettivo: diverse volte però dei fuggitivi riescono a vincere sganciandosi dal gruppo, l'ultima volta l'anno scorso quando vinse Sylvain Chavanel. Come da canovaccio, parte una fuga di 5 atleti: dentro c'è il giapponese Fumiyuki Beppu (Trek), il belga Frederik Backaert (Wanty) e tre francesi: Anthony Delaplace (Bretagne), Quentin Jauregui (Ag2r) e Alexandre Pichot (Europcar). Per loro 11'30" dopo 55 km e rapido inseguimento da parte di Etixx e BMC, che chiudono sulla fuga a 43 km dall'arrivo.

 

Forza Wellens, s'infila Bono 
Al ricongiungimento segue un momento di confusione sul Ty Marrec, col gruppo che si spezza in due. Ne nasce un'azione a 7, promossa da Tim Wellens (Lotto Soudal) all'inizio del penultimo giro, con dentro Matteo Bono (Lampre), Silvan Dillier (BMC), Simon Clarke (Orica), Aleksey Lutsenko (Astana), Michael Rogers (Tinkoff) e Philip Deignan (Sky). Azione che prende agevolmente una trentina di secondi, sufficiente per mettere in allarme la Trek e l'Etixx, che, stranamente fuori da questo tentativo, tira compatta per Boonen e Alaphilippe. Persino Thomas Voeckler si sacrifica nelle insolite vesti di gregario per Coquard. 

 

Lutsenko e Dillier mantengono la speranza
Quasi ripresi ai -20, i sette tornano a forzare l'andatura e riacquistano il vantaggio perduto. Sul penultimo passaggio a Ty Marrec forzano Wellens, Lutsenko e Dillier, mentre dietro i vari attacchi e contrattacchi nel gruppo permettono solo ai fuggitivi di aumentare il margine: ultimo a rialzarsi un Felline abbastanza spaesato. Sull'ultimo passaggio dalla Côte du Lezot anche Wellens sventola bandiera bianca, complice qualche problema con le scarpe, lasciando ai due giovani atleti il compito di resistere alla rimonta del gruppo: ma ai piedi di Ty Marrec i due arrivano con un pugno di secondi, e mancano meno di 5 km all'arrivo.

 

Breschel e Van Avermaet i più attivi
Sulle prime rampe della Côte scatta deciso Matti Breschel (Tinkoff), andando a riportarsi in un amen sui due fuggitivi; poco dopo anche Tiesj Benoot (Lotto Soudal), Christophe Laporte (Cofidis) e Greg Van Avermaet (BMC) riescono a riportarsi sui tre, ma il margine sul resto del gruppo è abbastanza limitato e viene presto ammortizzato. L'ultimo a tentare uno scatto è sempre Greg Van Avermaet, che a -1.3 km dall'arrivo prova un'ultima, disperata azione nel tratto in falso piano; ma diversamente dall'anno scorso, stavolta l'azione resta fine a sè stessa e non conduce a nessun contropiede.

 

Vittoria netta di Kristoff, Southeast ancora seconda
Si viaggia veloce (il finale è in leggera discesa) verso la volata, e stavolta il treno Katusha Guarnieri - Kristoff non sbaglia tempi: dribbla facilmente il trenino FDJ preparato per Roux e scatta nettamente, dando una bicicletta a un sorprendente Simone Ponzi che perpetua l'ottima tradizione del team di Citracca nella corsa francese (l'anno scorso fu secondo Andrea Fedi, risultato poi rimasto isolato). Terzo posto per Ramunas Navardauskas, che dà un bel segnale di ripresa in vista di Richmond, superando Grega Bole, vincitore in maglia Lampre quattro anni fa. Il resto della top ten la dice lunga sulla qualità bassa allo sprint dei protagonisti giunti a giocarsi la volata: quinto Jurgen Roelandts, che deve ancora riprendersi dalla cocente sconfitta al campionato nazionale; sesto Anthony Roux, settimo un Bretagne, Armindo Fonseca, ottavo Wouter Poels, uno dei più attivi durante la corsa. Chiudono la top ten due danesi: il quasi ritrovato Rasmus Guldhammer e l'Orica Magnus Cort Nielsen, finora un po' deludente alla prima da professionista. 11° uno dei potenziali vincitori, Bryan Coquard. Nota: in tutto in top ten ci sono ben 4 atleti di squadre Professional, risultato-record nel World Tour che eguaglia i casi dell'E3 Harelbeke del 2012 o del Giro di Lombardia 2011. 

 

Tanti sconfitti e segnali pessimi per Richmond
Molti i "non pervenuti" a Plouay: pesante sconfitta da parte della Etixx, che non è riuscita a riorganizzarsi dopo la salita e portare nessuno allo sprint: e pensare che per Boonen, Alaphilippe e Trentin questo poteva essere un traguardo davvero appetitoso. Impalpabili Philippe Gilbert, Rui Costa, Tony Gallopin. Male anche molti degli azzurri candidati per Richmond: Nizzolo 31°, con l'attenuante di esser stato lasciato completamente solo dalla squadra (a tal proposito si segnala lo strano ritiro finale di Felline), Ulissi 70° in coda al gruppo, Viviani addirittura ritirato. Pessime premesse, visto che il mondiale si corre su un circuito altimetricamente molto simile a questo, dal finale anche abbastanza caotico. Andrà a finire che dovremo rivalutare Ponzi

Nicola Stufano

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