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Vuelta a España 2015: Alcalár de la sera Ewan mette la primera - Il talento aussie di potenza su Degenkolb e Sagan. Tom Dumoulin strappa la roja a Chaves | Cicloweb

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Vuelta a España 2015: Alcalár de la sera Ewan mette la primera - Il talento aussie di potenza su Degenkolb e Sagan. Tom Dumoulin strappa la roja a Chaves

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Ad Alcalá de Guadaíra Caleb Ewan piega John Degenkolb e Peter Sagan © Bettiniphoto

È nato a Sydney nel 1994, padre del Queensland e madre coreana. Caleb Ewan non è uno sconosciuto, anzi. È salito sul grande palcoscenico del ciclismo quando nemmeno era maggiorenne, il 2 gennaio 2012 (aveva 17 anni): mentre in Europa si smaltivano i bagordi di capodanno, Caleb correva la Jayco Bay Classic e vinceva la seconda tappa, regolando gente ben più esperta di lui (Allan Davis, Bernie Sulzberger, Nathan Haas, e via dicendo). Si sarebbe ripetuto due giorni dopo, mettendosi alle spalle Leigh Howard ed Allan Davis, a cui non strappò la classifica finale della corsa per un solo punto. Da allora la parola d'ordine è una sola: tenetelo d'occhio.

 

Ewan, il predestinato che da piccolo batteva i pro'
Ci ha pensato lui, Caleb, a mettersi in luce. Da dilettante vittorie a grappoli (Palio del Recioto, La Côte Picarde, una tappa al Thüringen-Rundfahrt e tre di fila al Tour de l'Avenir, anno 2013), l'Orica non ci pensa due volte: è scontato che uno come lui correrà nello squadrone australiano bruciando le tappe, infatti già dall'agosto 2014 è stagista. Dal 1° ottobre dello stesso anno è dell'Orica a tutti gli effetti. Alto un metro e sessantasei, ha due quadricipiti da paura ed i numeri non si fermano qui.

Nel 2015 ha ottenuto 11 vittorie: due in Australia, all'Herald Sun Tour, altrettante in Malesia, al Tour de Langkawi, una in Spagna, alla Vuelta a La Rioja e quattro (su otto tappe) in Korea - curioso il destino - dove ha vinto anche la generale del Tour de Korea.

E arriviamo ad oggi, Vuelta a España. L'arrivo di Alcalá de Guadaíra è in leggera pendenza: si sente, ma Caleb l'ha segnato sulla sua agenda. Qui vuole vincere. L'Orica si mette a sua completa disposizione, pur dovendo proteggere Esteban Chaves, che veste la maglia roja. Una volata lanciata dal fido Mitchell Docker, finalizzata dal 21enne Caleb Ewan. Che non s'è messo alle spalle due sconosciuti, ma John Degenkolb e Peter Sagan. Demoliti, polverizzati, sverniciati. Un colpaccio vero e proprio, che esce dalle gambe di chi, con ogni probabilità, ha nel destino vittorie ben più importanti (una Sanremo? Chi può escluderlo).

 

Subito Grmay in fuga, seguito da Keisse e Duchesne
La quinta tappa prevede 167.3 km da Rota ad Alcalá de Guadaíra ed un arrivo soft, se paragonato agli altri (precedenti ed immediatamente futuri), adatto alle ruote veloci: Sagan, Degenkolb e Bouhanni su tutti non devono fallire. Saliscendi molti, ma niente di serio, né salite da dover superare e su cui lasciare preziose energie. Dopo 4 km di gara va in fuga Tsgabu Grmay, etiope in forza alla Lampre-Merida: resta da solo al comando per 19 km, poi viene raggiunto da Iljo Keisse (Etixx-QuickStep) ed Antoine Duchesne (Europcar). La fuga di giornata è bell'e fatta, il margine lievita e dopo 24 km hanno già 2'45" sul gruppo maglia roja. Non basta, quella manciata di minuti, così al chilometro 34 si registra un distacco di 6'40" tra la testa ed il plotone, 7'20" dopo 40 km tondi tondi. Sarà questo il vantaggio massimo della fuga.

 

Giant-Alpecin ed Orica lavorano per ricucire
Dopo il chilometro 50 la Giant-Alpecin di John Degenkolb, terzo a Málaga dietro al duo Sagan-Bouhanni ed in cerca di rivincita ogggi, si mette a tirare seriamente, aiutata più tardi anche dall'Orica del leader Esteban Chaves; gli australiani lavorano sì per difendere la roja del colombiano, ma cercano pure di tener chiusa la corsa e favorire il loro velocista, il giovane aussie Caleb Ewan. In breve il vantaggio del terzetto al comando scende a 6'05" con 100 km esatti da percorrere. Il copione è già scritto, il vantaggio scende a poco a poco: tutti attendono l'arrivo, la volata e quel rettilineo ingannevole di Alcalá de Guadaíra.

 

Grmay e soci perdono terreno, poi parte Keisse
A 54 km dall'arrivo la Giant-Alpecin guida sempre l'inseguimento, con il terzetto di testa che ha 4'35" di vantaggio. Chris Froome incorre in un guaio meccanico: assistito dai compagni, il vincitore del Tour de France 2013 e 2015 rientra prontamente. Davanti intanto la velocità cala inesorabilmente, mentre dietro più ci si avvicina ad Alcalá de Guadaíra e più si dà gas. A 24 km dal traguardo il gruppo tiene là i fuggitivi, con solamente 2'08" da recuperare: li prendono quando vogliono. Resta il traguardo volante di Siviglia, posto ai -18.1, dove Keisse allunga, passando per primo davanti a Tsgabu Grmay ed Antoine Duchesne; il plotone è a 1'35", Keisse non è facile da riprendere, nonostante sia da solo.

 

Keisse viene ripreso dai treni dei velocisti
I treni però sono lanciatissimi ed il povero Iljo Keisse si ritrova di nuovo in mezzo al plotone ai -9: gruppo compatto e diverse squadre al lavoro in vista della volata, su tutte Tinkoff-Saxo (per Sagan), Giant-Alpecin (come da tutto il giorno accade, per Degenkolb) ed Orica (per il giovane scalpitante Ewan). Il finale è tutto una rotonda, alcuni si staccano dopo troppi capogiri, altri tengono la testa ben fissa su quell'obiettivo, il traguardo lassù.

 

Traguardo in leggera pendenza, Orica e Giant pronte a finalizzare
Lassù, sì. Perché se Alcalá de Guadaíra è uno dei pochi arrivi non in salita di questa Vuelta, in realtà i velocisti si dovranno sudare la vittoria un fuso lungo, largo e pendente quanto basta porta al traguardo. Prende in mano la situazione la Giant-Alpecin di John Degenkolb, poi sul rettilineo finale è Daniele Bennati a pilotare Peter Sagan. Troppo lento l'aretino della Tinkoff-Saxo? Forse, visto che Mitchell Docker (Orica) si porta in testa ad alzare l'andatura. Ewan è indietro, addirittura alle spalle di Maxi Richeze: vuol colpire a sorpresa. Sagan è invece a ruota di Docker, dopo la piazza d'onore di ieri ha intenzione di bissare la vittoria di Málaga.

 

Degenkolb parte ai 150 metri, Ewan lo svernicia. E Sagan cede
Ai 300 metri Luka Mezgec porta allo scoperto John Degenkolb, in testa fino a dopo i 100 metri. Caleb Ewan è alla sua ruota, mentre Peter Sagan si stacca pian piano. E poi il ragazzino spara la sua cartuccia: esce a 70 metri dall'arrivo, Caleb Ewan, con John Degenkolb che prima prova a tenere il suo ritmo frenetico, poi china la testa. Hai vinto. Il tedesco della Giant-Alpecin si piazza ancora, mentre Peter Sagan è terzo. Quarta piazza per Jempy Drucker e quinto posto a José Joaquín Rojas, staccato di 2". Con l'identico divario il sesto, Kristian Sbaragli, seguito da un sorprendente Domenico Pozzovivo. Ottavo Dani Moreno, nono Tosh Van der Sande e decimo Nikolas Maes.

 

Tom Dumoulin surclassa Chaves nella generale
La classifica generale, in una frazione apparentemente innocua, varia, perché Esteban Chaves accusa 8" di ritardo da Ewan, mentre Tom Dumoulin, secondo stamane a 5", è nel gruppetto che chiude a 2". Le insegne del primato passano così all'olandese della Giant-Alpecin, che si consola con la roja, non avendo portato a casa la vittoria di tappa.

Alle spalle di Dumoulin proprio Chaves, a 1", poi Nicolas Roche a 16". Quarto Daniel Martin a 25", seguito da Alejandro Valverde a 29", Dani Moreno a 31", Chris Froome a 35", Purito Rodríguez a 36", Nairo Quintana a 37" e Fabio Aru a 48". Nella graduatoria a punti Peter Sagan veste la maglia verde - quasi un incubo? - mentre Omar Fraile è sempre il miglior scalatore; Esteban Chaves si consola con la combinata.

 

Sierra de Cazorla il secondo arrivo all'insù
Domani adiós velocisti nella sesta tappa, 200.3 km da Córdoba a Sierra de Cazorla. Il finale - ovvero gli ultimi 22 km - sono un falsopiano, ma ai -3 si prende a salire a scalini: rampe al 15% qui e là sparse, 300 metri di discesa, poi ancora rampe, e via così fino al traguardo, considerato il secondo arrivo in quota (parliamo di un terzo categoria a 930 metri s.l.m, ma vabbè). Purito Rodríguez e simili in primissimo piano? Perché no.

Francesco Sulas

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