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Vuelta a España 2015: Sagan, vittoria che sa di liberazione - A Málaga volata magistrale di Peter, Bouhanni e Degenkolb piazzati. Tiralongo e Cancellara ritirati

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Alla Vuelta 2015 Peter Sagan torna a vincere in un GT © Bettiniphoto

Finalmente! Peter Sagan forse non era troppo contento di tanti piazzamenti qui e là sparsi. Basti pensare che lo slovacco della Tinkoff-Saxo non vinceva dal 18 luglio scorso, quando a Biel - quinta tappa del Tour de Suisse - piegò Jürgen Roelandts ed Alexander Kristoff. Sempre escludendo i Campionati nazionali. Se poi cerchiamo l'ultima vittoria dello slovacco in una grande corsa a tappe, dobbiamo tornare al 2013: era il 5 luglio e Sagan otteneva l'ultimo centro al Tour, in quel di Albi. Da allora ha messo in bacheca quattro maglie verdi consecutive, alla Grande Boucle, e parecchie scottature. Alla Vuelta è venuto un po' per caso, ma il Mondiale di Richmond bisognava pur prepararlo.

Prima tappa effettiva (cioè la seconda, quella di ieri) e subito a terra. Non è l'unico, ma assaggiare l'asfalto non fa mai bene. «C'è chi sta peggio», sorrideva Sagan stamane al via, mettendo però in chiaro che la condizione del Tour era ben lontana. Poker face... Sul rettilineo finale di Málaga, arrivo non certo semplice, né su un vialone, Peter s'è messo a ruota del treno Giant-Shimano preparato per John Degenkolb. Poi insieme a Bouhanni, altro caduto di ieri e, già che c'era, anche di oggi, ha fatto deragliare il tedesco. Sono stati 500 metri bestiali, con Peter uscito al centro, dritto per dritto, e Nacer che ha provato a farsi spazio alla sua sinistra. Ma con questo Sagan c'era poco da fare. Battuti Bouhanni e Degenkolb, bell'iniezione di fiducia per le prossime tappe (le poche adatte alle ruote veloci) e per la rassegna iridata di fine settembre.

 

Si parte senza Nibali, Tiralongo patisce ma prova a tenere
Si riparte per la terza tappa, dal disegno altimetrico un regalino per i velocisti, senza Vincenzo Nibali, espulso dalla corsa dopo l'ormai arcinoto traino di ieri. Non prende il via nemmeno Marcus Burghardt, altro finito malamente a terra; l'Astana vorrebbe fermare pure Paolo Tiralongo, ridotto male e con una serie infinita di punti di sutura tra zigomo ed arcata sopraccigliare, ma il corridore di Avola prova a stringere i denti. E sì che ha passato una nottataccia. Nel menù che si presenta ai 193 al via ci sono 158.4 km da Mijas a Málaga, con l'Alto de Mijas subito in partenza ed il lungo Puerto del León - prima categoria - da approcciare dopo 60 km. Scatti e controscatti sin dai primi metri, nulla di nuovo sotto il sole cocente: la fuga impiega appena 9 km per formarsi.

 

Tra gli otto fuggitivi il migliore in classifica è Berhane
Davanti troviamo otto coraggiosi: Sylvain Chavanel (IAM Cycling), Maarten Tjallingii (Lotto.NL-Jumbo), Martin Velits (Etixx-QuickStep), Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale), Omar Fraile (Caja Rural-Seguros RGA), Natnael Berhane (MTN Qhubeka) Ilia Koshevoy (Lampre-Merida) e Walter Pedraza (Colombia), già ieri in avanscoperta. Dopo 14 km, quando siamo già sulle rampe dell'Alto de Mijas, il vantaggio s'impenna a 2'15". Al Gpm il primo è Omar Fraile, davanti a Sylvain Chavanel e Natnael Berhane, con il plotone che insegue a 3'. L'Orica della nuova maglia roja Esteban Chaves prende l'iniziativa in gruppo ed insegue gli otto che sono al comando. A fine discesa i fuggitivi vengono tenuti a bagnomaria, con un margine di soli 2'25". La media della prima ora è di 35 km/h.

 

Un'ora di sofferenza, poi Tiralongo si ferma
Corre un'ora, Paolo Tiralongo, con quell'occhio ridotto male e dolori ovunque; non ci vede bene dal sinistro, dice basta. La squadra l'aveva consigliato al mattino: non partire. Lui ha provato a lottare con un leone, magari convinto di poter migliorare un poco ed aiutare l'amico fraterno, ma soprattutto capitano, Fabio Aru. Niente, il corridore di Avola non riesce ad andare avanti, sale in ammiraglia, stacca il dorsale, lascia l'Astana in sette. Nel frattempo il gruppo cede qualcosa agli otto battistrada, che approcciano il Puerto del León con un margine di 4'20". Adesso iniziano 16 km alla pendenza media del 5.2% (ma non mancano strappi al 15%): si salvi chi può, tra i velocisti! L'ascesa rende la vita difficile ai fuggitivi, che perdono un po' di terreno nei confronti del gruppo e dopo metà del Puerto del León il margine è di 3'20".

 

Sul Puerto del León bagarre, poi vanno in testa in sei
Dopo una settantina di chilometri Martin Velits non riesce a tenere il ritmo dei compagni di fuga, così restano in sette. Al Gpm transita per primo ancora Omar Fraile, seguito da Natnael Berhane e Walter Pedraza; il gruppo della maglia roja accusa 2'55" di ritardo.

Nella discesa, che presenta una serie di contropendenze ed un falsopiano, Chavanel prova ad andar via dal gruppetto di sette e ci riesce; con il francese della IAM Cycling fuoriescono Omar Fraile ed Alexis Gougeard, mentre Berhane, Koshevoy, Pedraza e Tjallingii restano a 14". Il plotone è ora tirato dalla Tinkoff-Saxo e viaggia a 2'14" dai tre di testa. La discesa favorisce i rientri e così anche Maarten Tjallingii, Omar Fraile e Walter Pedraza si portano al comando con gli altri tre. Il gruppo, con 55 km da percorrere prima di Málaga, è solamente ad 1'34" e Koshevoy viene riassorbito.

 

Cade Bouhanni, Tjallingi e Gougeard provano l'azione a due
Il sestetto prosegue fino a poco dopo il traguardo volante di Torre del Mar, dove Chavanel precede Tjallingii e Gougeard; a 1'15" il gruppo all'interno del quale Nacer Bouhanni, già caduto ieri, finisce nuovamente a terra con Daniele Bennati. Il Cofidis riparte, così come l'aretino della Tinkoff-Saxo, formazione sempre al comando delle operazioni d'inseguimento.

Ai -30 in testa scattano Gougeard e Tjallingii, che seminano subito gli ex compagni di fuga (ripresi dal gruppo) e si mantengono con 1'34" sul plotone della maglia roja. La Tinkoff-Saxo, però, tira evidentemente per Sagan e sull'ultimo dentello Gougeard e Tjallingii. Solo quest'ultimo resta davanti ma ai -14 si arrende anche lui. Gruppo compatto.

 

Duchesne l'ultimo ad attaccare, poi Sagan sprinta divinamente
Strada (anzi, autostrada) in salita, prova ad andarsene ai -9 Antoine Duchesne (Europcar), ma il gruppo non concede proprio nulla ed il canadese viene riassorbito. È ormai discesa e si entra a Málaga. Gli ultimi chilometri non sono affatto lineari, tra curve a novanta gradi e tunnel davvero stretti; bisogna saper guidare la bici per uscirne in testa, possibilmente senza ammaccature. La Giant-Alpecin fa un ottimo lavoro per lanciare Degenkolb ed ai 900 metri la tirata del team è notevole. Peter Sagan è in quel momento già a ruota del tedesco.

Nacer Bouhanni, caduto e rialzatosi sia ieri che oggi, schizza fuori come un proiettile, provando a prendersi la vittoria sfruttando la parte sinistra della strada. Una frazione di secondo dopo il franco-algerino ecco Peter Sagan: esce dalla scia di un John Degenkolb troppo lento per lui, sprinta al centro come non gli vedevamo fare da troppo tempo. Non c'è Bouhanni che tenga, il Cofidis, almeno per oggi, dovrà accontentarsi della piazza d'onore, mentre Sagan quasi non ci crede. Il gradino più basso del podio è di John Degenkolb, che di certo oggi aveva ben altre ambizioni.

 

Nella top ten c'è anche Sbaragli. Chaves tiene la roja
Giù dal podio il lussemburghese Jempy Drucker, quindi Maxi Richeze, il nostro Kristian Sbaragli, Mitchell Docker, Jasper Stuyven, Vicente Reynes e Tom Van Asbroeck. La classifica generale subisce ben pochi cambiamenti: Esteban Chaves rimane in maglia roja con 5" su Tom Dumoulin, quindi Nicolas Roche a 15". A 24" c'è Dan Martin, a 35" Purito Rodríguez, a 36" Nairo Quintana, a 38" Alejandro Valverde, a 40" Chris Froome e Dani Moreno, a 47", decimo, Fabio Aru. Chaves guida anche la graduatoria a punti, mentre Omar Fraile oggi s'è guadagnato la maglia di miglior scalatore.

 

A Vejer de la Frontera gruppo atteso da un arrivo insidioso
Domani il gruppo partirà senza dubbio con un Fabian Cancellara in meno (problemi di stomaco per il bernese), 209.6 km da Estepona a Vejer de la Frontera. Nel finale della prima frazione over 200 km ci sarà da inerpicarsi su un muretto, un chilometro al 15%, poi spianata (anche dei velocisti) ed altri 200 metri all'insù prima del traguardo. Chi vorrà misurare la febbre ai diretti rivali per la vittoria finale avrà subito un'altra opportunità.

Francesco Sulas

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