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Tour de l'Avenir 2015: Sulle strade di Francia sarà ancora Colombia? - La corsa a tappe dei futuri talenti vede i sudamericani ancora favoriti. Ma l'Italia è competitiva

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Il vincitore del Tour de l'Avenir Miguel Ángel López in azione nell'ultima tappa del 2014 © Foto Federación Colombiana de Ciclismo

Si ripresenta oggi l'appuntamento più atteso per gli under 23 in tutta la stagione: si tratta del Tour de l'Avenir, corsa a tappe francese che dal 1961 a oggi ha visto primeggiare i maggiori talenti mondiali delle categorie giovanili in un Tour de France in miniatura. Gimondi, Zoetemelk, LeMond, Fignon, Indurain, Quintana sono alcuni dei nomi più significativi presenti nell'albo d'oro, ma da qui sono passati in tanti di più. Dal 2008 poi, ovvero da quando la corsa è diventata una prova per sole nazionali, ha acquisito un maggiore significato a livello di espressione dei diversi vivai. E si è ben distinta la Colombia, vincendo tre edizioni col già citato Quintana, Chaves e l'anno scorso con Miguel Ángel López. Riuscirà a portare a casa un'altra edizione quest'anno? Lo scopriremo presto.

 

Un percorso in due parti, ormai consolidato
Sono ormai diversi anni che il Tour de l'Avenir segue un canovaccio consolidato, che prevede una prima parte facile e una seconda costituita da sole tappe alpine spezzagambe. Quest'anno la corsa si disperderà tra Borgogna, Jura e Rhône Alpes, partendo da Tonnerre, borgo del dipartimento della Yonne dove si disputerà il prologo: 3,5 km non proprio facili, con 1 km buono di salita da affrontare nella parte centrale. Le successive tre frazioni saranno appannaggio completo o quasi degli sprinter: gli arrivi di Toucy, Arbois e Tournus non prevedono difficoltà che possano spaventare la crema del ciclismo giovanile mondiale. La musica cambierà dalla quarta tappa, la Annemasse - Cluses: lo scollinamento del Col de Châtillon, salita facile ma lunga 9 km, a 13 km dall'arrivo, servirà a testare le gambe per i favoriti della classifica finale, e a stabilire qualche gerarchia.

Dopodichè si comincia a fare sul serio con la Megève - La Rosière, arrivo in salita ormai rodatissimo nel Tour de l'Avenir. Probabilmente la tappa più difficile, con 4 GPM da affrontare in 103 km: il Col de Saisies a scaldare gli animi all'inizio, Col du Pré e Cormet de Roselend nella parte centrale per rendere la corsa dura prima dell'ascesa finale, 16 km al 6%. Il giorno dopo si va da Bourg-Saint-Maurice a Saint-Michel-de-Maurienne, scavalcando il Col de la Madeleine, che però è troppo lontano dal traguardo per risultare decisivo. Ci sarà però la salita del Col de Beau Plan, di prima categoria, a far da eventuale trampolino di lancio per coraggiosi che vogliano buttarsi in discesa. La gran chiusura di sabato 29 è una tappa breve, di 93 km, e difficilmente decifrabile: prima parte con Mollard e Croix-de-Fer, e poi arrivo in salita a Les Bottieres-Les Sybelles, con 9,5 km al 7%. Un su e giù continuo con poche soluzioni di continuità che lascia il campo aperto a tante soluzioni tattiche, ma che alla fine porta sempre il più forte a vincere.

 

Colombia fortissima, ma l'Italia è competitiva
Come dicevamo prima, i colombiani sono fortemente indiziati per un ulteriore successo. Raramente come quest'anno sono arrivati con una squadra così completa: ne hanno per dominare sia in montagna, con Sebastian Henao, cugino di Sergio e già professionista nel team Sky, e Rodrigo Contreras, quinto al Tour de San Luis, sia nelle volate, con quel portento di Fernando Gaviria, già capace di umiliare Cavendish a inizio stagione. Tutti e 3 professionisti o quasi, visto che gli ultimi 2 citati sono stagisti Etixx e passeranno l'anno prossimo: un grande vantaggio considerando che i rivali coi quali si scontrano sono tutti o quasi dilettanti.

Per quest'anno i nostri hanno le carte in regola per insidiare la leadership e dire la loro in classifica: 3 le carte a nostra disposizione. Il più quotato è sicuramente Simone Petilli, prossimo al passaggio in Lampre, vincitore della Ronde de l'Isard e terzo al Giro della Valle d'Aosta: finora una certezza quando la corsa si è fatta dura. Ma a coprire le sue spalle ci sono i due Colpack Giulio Ciccone ed Edward Ravasi, anche loro futuri professionisti: Ciccone l'anno scorso avrebbe chiuso in top ten se non fosse caduto nell'ultima tappa, è molto forte in salita ma quest'anno è un po' mancato in regolarità; Ravasi ha fatto molto bene in maglia azzurra giungendo ai piedi del podio nel Tour of Croatia. Il resto della squadra azzurra è ulteriormente competitivo, con i due assi Gianni Moscon e Simone Consonni, una prova della Coppa delle Nazioni a testa, che promettono faville nella prima parte e poi sostegno nella seconda; Oliviero Troia, con Consonni, potrà essere l'uomo veloce, nonchè l'uomo di fatica.

 

Tra Francesi e non, i possibili favoriti
I padroni di casa cercheranno di non sfigurare, per loro il target è il podio. Due i potenziali capitani: uno è Jérémy Maison, unico presente della top ten dell'anno scorso, prossimo atleta FDJ; l'altro è Nans Peters, che ha stupito al Tour de l'Ain arrivando quarto. Ma anche Guillaume Martin ed il più giovane Léo Vincent garantiscono tenuta in salita. Il Belgio conta molto su Laurens De Plus, anch'egli sul podio al Giro della Valle d'Aosta, mentre l'Australia, orfana dell'infortunato Power, punta su Jack Haig che sempre al Valle d'Aosta si è ben distinto in salita. Occhio ai russi, dai quali è lecito aspettarsi tutto ed il contrario di tutto: abbiamo ancora negli occhi la cavalcata di Mamykin a Valtournenche. il tedeschino primo anno Lennard Kämna è uno dei favoriti per il prologo iniziale e questo potrebbe essere il suo punto di partenza per una carriera da predestinato, per una Germania ancora in cerca dell'erede di Jan Ullrich; in alternativa c'è Maximilian Schachmann.

Pericolosa anche la Norvegia,con Odd Christian Eiking e Sindre Lunke, mentre gli olandesi confidano molto in Sam Oomen, protagonista in tante corse a tappe in Francia fino al successo del Rhône-Alpes Isère Tour. Ben attrezzata la Spagna, con Marc Soler che vorrebbe ripetere l'exploit del suo compagno di squadra in Movistar Rúben Fernandez, e Julen Amezqueta, vincitore della Vuelta Portugal do Futuro ed in orbita Southeast, mentre il Portogallo ha dalla sua Ruben Guerreiro, già tra i 15 l'anno scorso e quest'anno emigrato in America all'Axeon con buoni risultati. Tra le possibili sorprese, segnaliamo anche l'ucraino Mark Padun, corridore della Palazzago al primo anno già nei 10 alla Corsa della Pace e a Capodarco. 

 

Altri protagonisti: c'è Mathieu Van Der Poel
Fuori dalla lotta per la classifica, bei nomi spiccano nella startlist. Uno su tutti è in mano alla nazionale olandese ed è Mathieu Van Der Poel, il campione del mondo di ciclocross: su strada il suo potenziale è ancora tutto da scoprire, è un corridore che va forte su tutti i terreni e andrà tenuto d'occhio già dal prologo. L'austriaco Gregor Mülhberger è considerato uno dei favoriti per il prossimo mondiale, ma una tappa al Tour de l'Avenir non gli farebbe neanche tanto schifo. Curiosità per estoni, oltre che per olandesi e svizzeri in generale: avranno molto interesse ad animare le prime tappe con gente come Räim e Laas, Hofstede e Godrie, Leinhard e Böhli. In caso di vento, bisognerà tenere la scia della Danimarca, che con Søren Kragh Andersen e Mads Pedersen ha dominato lo ZLM Tour. 

Nicola Stufano

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