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Route de France 2015: C'è una nuova Longo a dominare in Francia - Una maestosa Elisa Longo Borghini conquista la corsa. Due centri per Giorgia Bronzini

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Elisa Longo Borghini mette in cassaforte la Route de France vincendo a La Planche des Belles Filles © La Route de France

Questa ragazza è un carro armato. Cannonate a colpi di pedale, dinamite nei quadricipiti potenti non solo alla vista. Mai contenta se non arriva davanti a tutte, proprio come chi è abituata a crescere in una famiglia di sportivi, con mamma Guidina fondista olimpionica (allenata dal marito, Fernando), il fratello, Paolo, ha trascorso una vita nel ciclismo a pane e gregariato. Mai contenta, proprio come le vincenti. La ragazza in questione - l'avrete capito da voi - è Elisa Longo Borghini ed è una delle più forti cicliste a livello mondiale. Non da oggi né da ieri, ma questo successo alla Route de France non fa che accrescere ulteriormente il suo già elevatissimo valore.

 

Predestinata, vincente, anima fiamminga, mai doma
Elisa a 21 anni aveva già vinto un bronzo ai Mondiali di Valkenburg e la sua prima gara di Coppa del Mondo, dietro casa, a Cittiglio. Nel 2013 l'Emakumeen Bira, corsa riservate a poche elette, le sfugge per poco, ma ai Campionati Italiani di Rancio Valcuvia è lanciatissima verso il tricolore. Finisce sotto un guard rail, il dolore lancinante, l'infortunio dei peggiori. Correrà a Firenze, ai Mondiali, perché non è tipa arrendevole. L'anno successivo il tricolore lo veste, nella cronometro, ed al Giro Rosa lotta con le Rabo Liv.

Tra luglio ed agosto la Francia le è amica: si porta a casa il Tour de Bretagne ed il Trophée d'Or e nel 2015 il colpaccio. Amante del Belgio, l'ornavassese-fiamminga estrae dal cilindro un assolo ad una corsa non come le altre, visto che si chiama Giro delle Fiandre, ed Elisa è la prima italiana vincerlo. È suo, è un dominio. A Philadelphia - altra gara di Coppa - è nettamente superiore, ma trova Lizzie Armiststead sulla sua strada: guarda fiduciosa al Campionato Italiano di Superga ed al Giro Rosa.

 

Alla Route de France per ritrovare la forma dopo un infortunio...
La schiena, la gamba, il dolore che non può essere nascosto. A Superga viene messa nel sacco da squadre più numerose delle Fiamme d'Oro per cui gareggia, al Giro c'è, ma il dolore non le fa chiudere in bellezza. Chiude ottava ed è impossibilitata a difendere il titolo italiano a crono, per recuperare dall'infortunio. Torna però alla Route de France, in forma ed incazzata. Per le avversarie non si sa quale dei due aggettivi sia peggiore. Sin dal prologo di Enghien Les Bains, alle porte di Parigi, si vede che è tornata la vera Elisa: ottava.

 

Prologo ad Amy Pieters, poi Giorgia Bronzini torna alla vittoria
Un Giro di Francia piccino picciò, sei tappe più il prologo, con un paio di frazioni in cui chi non è minimamente veloce può piazzare il colpo. Elisa le ha già cerchiate di rosso e la sua Wiggle-Honda è ben concentrata. I risultati si vedono. Le prime due frazioni, prologo e prima tappa, sono tutte per la Liv Plantur, con Amy Pieters che si prende la crono e Lucy Garner che vince a Briare Le Canal (una brava Anna Trevisi chiude quarta).

Annette Edmondson, della Wiggle, è però lì lì, e solo il fotofinish la relega alla piazza d'onore. La stessa Giorgia Bronzini, che non esulta da metà maggio (Tour of Chongming Island), è sesta. Il giorno dopo la piacentina, che in questa corsa, nel 2013, colse sei centri di fila, si riprende la vittoria il giorno dopo a Bourges. Amy Pieters veste per l'ultimo giorno la maglia arancione di leader della classifica: ricordate quei due colpetti utili a vincere la Route? Ad Avallon Elisa piazza il primo.

 

Avallon, primo acuto di Elisa: vittoria e maglia di leader
La tappa è movimentata, con un circuito finale di 4.6 km spezzato da una salitella. Elisa, Mayuko Hagiwara e Giorgia Bronzini stanno bene, ma la piacentina cade nella discesa del circuito al penultimo giro. È lì che Elisa prova il forcing, sulla salita successiva: con lei la maglia arancione di Amy Pieters e la bavarese Claudia Häusler Lichtenberg. Resta con la Häusler Lichtenberg fino ai piedi dell'ultima salita, poi se ne va. L'arrivo è quello che serve ad Elisa per vincere: da sola, anzi solissima. L'indice della mano destra in alto verso il cielo, a ricordare la povera Chiara Pierobon.

 

Edmondson ancora piazzata, poi La Planche des Belles Filles
Elisa si nasconde, dice di voler entrare in forma per le prove di Coppa che verranno, ma intanto veste la maglia arancione. E chi gliela sfila, a quella duraccia? A Chateaurenaud ancora una Wiggle on fire, con Annette Edmondson nuovamente seconda. Vince la connazionale australiana Loren Rowney, che qui veste la maglia dell'Australia ma durante l'anno è in forza alla Velocio-SRAM, squadra che cesserà l'attività a fine stagione. Elisa controlla ed è sesta. Il giorno successivo è quello che decide la Route de France. Da Vesoul a La Planche des Belles Filles, con in mezzo il Col des Chevrères. Tempo da lupi, pioggia e nebbia. Tempo da Elisa.

 

Capolavoro dell'ornavassese laddove vinsero Nibali e Froome
La Wiggle-Honda prepara tutto a puntino: attacco della giapponese Hagiwara sul Col des Chevrères, Elisa a 500 metri dal Gpm aumenta il ritmo. Formalmente per strappare i punti alla Riabchenko, in pratica precede Amber Neben, la stessa Tetyana Riabchenko, Brianna Walle e Claudia Häusler Lichtenberg. Spinge nella discesa e nel tratto che precede l'ascesa verso La Planche des Belles Filles: il vantaggio è di oltre un minuto sulle inseguitrici Neben, Riabchenko ed Häusler Lichtenberg. La salita finale è solo un fatto di gestione, il trionfo, allargando le braccia, un po' come un anno fa fece su questa lingua d'asfalto Vincenzo Nibali, l'emblema del dominio di Elisa.

 

Bronzini nell'ultima tappa, in un tripudio Wiggle-Honda
Ad una tappa dal termine, l'ornavassese pedala comodamente con 1'10" sulla Neben ed 1'18" sulla Häusler Lichtenberg, le altre tutte a due minuti e più. Il traguardo finale di Guebwiller premia per la seconda volta Giorgia Bronzini (è il decimo centro complessivo per la piacentina alla Route), ma soprattutto è la terza vittoria in una gara a tappe di Elisa Longo Borghini. Tre in Francia (Bretagne e Trophée d'Or Féminin 2014 le altre) per la petite poupée italienne, soprannome che ai tempi del Tour femminile, quello vero, con Tourmalet e Madeleine, Glandon e Sestriere, era stato appiccicato dai cugini d'Oltralpe ad una certa Fabiana Luperini (ma Elisa e la scalatrice di Buti sono totalmente diverse, la precisazione è retorica).

 

Elisa punta al Mondiale di Richmond. Con quel pavé...
Una vittoria che lancia di prepotenza l'ornavassese-fiamminga verso la seconda parte di stagione: Open de Suède Vårgårda (21 e 23 agosto) e Plouay (29 agosto) per la Coppa del Mondo (Elisa insegue Lizzie Armitstead a 39 lunghezze), certo, ma soprattutto un lungo cammino che porterà a fine settembre negli Usa, a Richmond. Sarà un Mondiale difficile al punto giusto, con un pizzicotto di pavé a richiamare i muri delle Fiandre. Un Mondiale da carri armati gentili (ma solo prima del via e dopo l'arrivo, visto che la gara è gara), un Mondiale da Elisa.

Francesco Sulas

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