Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Europei su strada 2015: La Slovacchia indossa il Baska, Martinelli bronzo agrodolce - Volata a sorpresa tra gli U23, il bresciano a podio dopo le cadute di Consonni e Minali. Tra gli juniores strepitoso Banaszek

Versione stampabile

Lo slovacco Erik Baska vince l'Europeo Under 23, Davide Martinelli è bronzo © Bettiniphoto

L'imprevedibilità è una delle cose che caratterizzano, per forza di cose, uno sport come il ciclismo. Specialmente in una gara secca che può valere una maglia di campione europeo, in cui ad influire possono essere molteplici variabili. Può capitare così di essere costretti a reinventare completamente le gerarchie di squadra quando al traguardo mancano solamente dieci chilometri e di tempo per ragionare non ne resta poi così tanto, perché magari una caduta nel momento peggiore possibile ti taglia fuori entrambe le punte designate per una conclusione allo sprint.

Può essere riassunto così l'Europeo Under 23 dell'Italia di Marino Amadori, che riesce ad agguantare un podio nella gara in cui era tra le maggiori favorite per merito di un Davide Martinelli ritrovatosi capitano alla bell'e meglio e che nello sprint conclusivo ha fatto quello che ha potuto, dopo essere lanciato al meglio da Affini e Troia (ovver quel che restava delle forze azzurre nel gruppo principale). L'espressione del bresciano su quel podio europeo ritrovato ad un anno di distanza, anche se nella gara in linea (lo scorso anno infatti fu argento a cronometro a Nyon), ha però tradito la tipica amarezza di chi pensa di aver perso una grande occasione per poter centrare una vittoria di assoluto valore. Non se ne abbia molto da crucciarsi il figlio d'arte che nella prossima stagione approderà tra i grandi nella Etixx, in quanto ben pochi al mattino avrebbero potuto prevedere il nome del vincitore.

Già, perché questa maglia di campione europeo la porta a casa Erik Baska, che a Tartu ha scritto una piccola grande pagina di storia della Slovacchia sportiva, che mai si era aggiudicata un titolo europeo su strada, neppure con quel fantastico Peter Sagan che invece una maglia blu stellata l'aveva fatta propria nella MTB: un risultato di grande prestigio che va ad affiancarsi al titolo mondiale conquistato da Peter Velits a Stoccarda nel 2007. Non è andata affatto meglio, anzi decisamente meno bene agli juniores di Rino De Candido, mancati forse nel momento cruciale di una gara che ha visto splendido vincitore il polacco Alan Banaszek, autore di una prestazione dal notevole spessore tecnico. In proposito: la Polonia ha chiuso la rassegna con ben tre medaglie d'oro, a testimonianza di un movimento più che vivo ed in continua ascesa, come dimostrato anche dai successi racimolati ai recenti Europei su pista di Atene.

 

Under 23: pochi allunghi significativi, Turek prova l'assolo
161.2 i chilometri da percorrere per gli Under 23 attraverso tredici tornate con via fissato alle 14 locali. La prima metà di gara però scivola via senza eccessive emozioni, con qualche sporadico allungo a movimentare un poco le acque: il primo scatto porta la firma del lussemburghese Massimo Morabito nel corso del terzo giro (riassorbito nel quarto) mentre nel quinto provano il polacco Sykala e l'irlandese Dunbar (attenzione a questo nome) che, poco prima del sesto passaggio sulla linea d'arrivo, sono raggiunti dal nostro Edoardo Affini (prima concreta traccia d'Italia in gara) e dal russo Kurianov, prima che il gruppo torni compatto.

Così, nel corso della settima tornata (al traguardo mancano poco meno di 80 chilometri) il ceco Daniel Turek decide che è il caso di cominciare a fare sul serio e si esibisce in un tentativo di cavalcata solitaria che gli permette di portare il proprio vantaggio a sfiorare il minuto e mezzo al termine del giro successivo, prima che lo scenario cambi nuovamente al culmine del nono giro, quando di chilometri da percorrere ne restano quarantotto.

 

Si muove De Plus, l'Italia fa buona guardia

Nel corso del nono giro infatti all'inseguimento di Turek si portano in quattro: c'è ancora l'indomito irlandese Edward Dunbar, ottimo passista giunto nono nella cronometro del giovedì precedente, accompagnato dal polacco Patryk Stosz, dall'altro ceco Michal Schlegel, altro atleta da tenere d'occhio, e soprattutto dal belga Laurens De Plus, ovvero uno dei corridori più in forma nell'ultimo mese, in virtù di un ottimo secondo posto colto al Giro della Valle d'Aosta.

Il tentativo giunge a racimolare un vantaggio di 40" sul plotone ma la presenza di De Plus consiglia il plotone di non sottovalutare eccessivamente il tentativo e così alcune formazioni cominciano ad alternarsi in testa per ridurre lo svantaggio, a cominciare dalla Svizzera. L'azione prosegue anche nell'undicesimo giro, dove Turek, stremato dai tanti chilometri d'avanscoperta, non è più in grado di reggere il ritmo degli altri quattro compagni d'avventura e si stacca. Il gap però comincia a ridursi ed anche l'Italia, con Carboni e Affini impegnati in testa al gruppo, decide di dare man forte a Germania e Russia, altre due formazioni particolarmente interessate al ricongiungimento. Dopo il penultimo passaggio su Vanemuise Hill, nel corso della dodicesima tornata, il gruppo torna quindi compatto e di chilometri da percorrere ne restano ora diciannove.

 

Consonni e Minali cadono, Martinelli ci prova ma è bronzo. Vince Baska

Prima di giungere al passaggio per il suono della campana si verifica ancora qualche schermaglia in gruppo ma nessuno riesce a prendere il largo in maniera significativa e così inizia l'ultimo giro. Proprio quando ci si avvicina a Jakobi Hill per l'ultima volta, avviene il fattaccio: una caduta (ve ne sono state diverse durante il giorno, soprattutto in occasione degli insidiosi restringimenti nei punti in cui la carreggiata era limitata dalle transenne) fraziona il plotone proiettato verso la salita e purtroppo coinvolge sia Simone Consonni che Riccardo Minali. Finire a terra in un punto così delicato e a così poca distanza dal traguardo (mancano infatti 10 chilometri alla conclusione) può voler dire una sola cosa: che la corsa ormai è andata e si può lasciar spazio solo alle imprecazioni.

L'Italia si trova così costretta a dover ripensare i propri piani e se ne ha subito testimonianza quando Oliviero Troia, appena dopo lo scollinamento, è tra i più attivi nel cercare di portar via un gruppetto di una decina di atleti (presenti, tra gli altri, l'austriaco Wachter e il norvegese Landa) che affronta con circa dieci secondi di vantaggio anche l'ultima ascesa a Vanemuise Hill. La successiva discesa però rimescola le carte e ricompatta il plotone, che viaggia inevitabilmente compatto verso il traguardo. Davanti s'impegna la Germania, pronta a lanciare i propri sprinter, ma ad un tratto appaiono anche le maglie azzurre, perché nel frattempo il nuovo capitano è diventato Davide Martinelli, ovvero colui in possesso dello spunto veloce migliore tra i superstiti in testa al gruppo.

Così i nostri organizzano al meglio il treno all'ultimo chilometro: Affini, infaticabile, si sposta e lascia la scena a Troia che nell'ultimo mezzo chilometro pilota al meglio il bresciano fino ai 200 metri quando la scena sarà tutta sua. Martinelli parte convinto ma viene presto sopravanzato dall'inaspettato Baska che prende il centro della strada e va a vincere con pieno merito, ottenendo la sua terza affermazione stagionale: essendo un portacolori della Continental AWT-Greenway è possibile che la Etixx a questo punto possa fare un pensierino anche a lui per il futuro. Al secondo posto chiude il russo Mamyr Stash che con autorevolezza conquista l'argento mentre Martinelli riesce ad agguantare il terzo posto che vale il bronzo anticipando il belga Van Rooy, quarto. Il greco Farantakis (altra sorpresa), l'estone Laas (una buona top ten per uno dei beniamini di casa), lo sloveno Katrasnik, il tedesco Ackermann, il croato Rumac e il polacco Banaszek chiudono la top ten. Troia chiude in gruppo in 36esima posizione mentre Affini chiude leggermente staccato a 21", entrambi dopo aver portato a termine un egregio lavoro. A 4'43" ha tagliato il traguardo lo sfortunato Riccardo Minali mentre Simone Consonni, dopo la caduta, è stato costretto a raggiungere ai box Carboni e Ballerini che avevano alacremente fatto il proprio nelle fasi precedenti di gara.

 

Juniores: italiani protagonisti nella prima fase, la Polonia fa prove d'impresa
In mattinata invece erano stati di scena gli juniores, per i quali i chilometri da percorrere erano 124 (dieci le tornate) dopo il via dato alle ore 10 (le 9 in Italia). Dopo un paio di tornate in cui si sono registrati allunghi velleitari, nel corso della terza l'Italia ha dato l'impressione di poter vivere una giornata da protagonista, assecondando il tentativo del norvegese Tobias Foss con una bella azione combinata di Matteo Sobrero e Tommaso Fiaschi. Una volta rintuzzato il tentativo è stato il francese Millasseau a dare impulso ad una nuova azione (si era all'inizio del quinto giro, ad una settantina di chilometri dal traguardo), che ha trovato validi alleati nel polacco Alan Banaszek (tenete a mente il chilometraggio: mancano ancora più di settanta chilometri all'arrivo), il belga Verwilst ed il nostro Nicolas Nesi, pronto ad entrare nel tentativo.

L'azione è proseguita con una ventina di secondi di vantaggio su un gruppo sempre attivo fino alla conclusione del sesto giro, quando Nesi, visto ormai il gruppo vicino, ha deciso di rialzarsi: col senno di poi sarà un errore non da poco. Si perché il tentativo, da cui si era staccato anche il belga Verwilst (uomo pericoloso) ha trovato nuovo impulso nel momento in cui è piombato sulla testa l'altro polacco Sajnok che ha permesso alla nazionale biancorossa di trovarsi in una superiorità numerica, cominciando ad improvvisare una sorta di Trofeo Baracchi (di cui ha ovviamente beneficiato il francese Millasseau) che ha consentito di riaumentare notevolmente il vantaggio sul gruppo, che ha avuto il suo bel da fare per ridurre il gap.

 

Il Belgio crea l'azione decisiva ma uno strepitoso Banaszek beffa tutti

Il terzetto franco-polacco ha continuato di buon passo fino ad una ventina di chilometri dalla conclusione, quando una decina di atleti (con ben tre olandesi, due russi ed il nostro Fiaschi all'interno) è riuscita ad agganciarsi a loro formando un nuovo gruppo di circa quindici corridori con una trentina di secondi di vantaggio sul gruppo, che a due giri dalla fine poteva costituire l'azione decisiva. L'accordo però non è stato dei migliori e così, nella discesa successiva al Vanemuise Hill si è creato un nuovo rimescolamento che ha portato il Belgio a prendere la palla al balzo: ai -15 infatti Stan Dewulf e Aaron Verwilst si sono prodotti in un attacco combinato su cui è stato pronto a portarsi l'inesauribile Banaszek e l'olandese Dennis Van Der Horst, che al suono della campana hanno potuto vantare una ventina di secondi sui primi inseguitori e quasi un minuto sul gruppo ormai quasi spacciato.

Nell'ultimo giro il vantaggio del quartetto si è mantenuto stabile, anche se da dietro lo svizzero Hirschi ha cercato l'impossibile per potersi ricongiungere a loro, restando sovente a bagno maria. In quella situazione, col Belgio in superiorità numerica, era molto probabile che l'accordo vacillasse e così negli ultimi due chilometri i quattro hanno preso a studiarsi, rallentando non poco l'andatura. L'ultimo chilometro è stato così particolarmente palpitante: al quartetto è riuscito a rifarsi sotto finalmente Hirschi e, appena dietro di lui, anche il lussemburghese Geniets ed il russo Galeev, con il gruppo a sua volta ad una decina di secondi. Esito di gara incerto, con il Belgio trovatosi a lanciare allo sprint ma negli ultimi duecento metri Alan Banaszek è uscito con una progressione di notevole potenza e al termine di una gara generosissima e dispendiosissima per via dei tanti chilometri in avanscoperta è riuscito a conquistare di forza il titolo, lasciando così le altre due medaglie a Dewulf (argento) e Van Der Horst (bronzo), con gli immediati inseguitori appena dietro. A 4" ha chiuso invece il primo drappello inseguitore, regolato per l'ottava posizione dal belga Philipsen ed in cui era presente anche il nostro Nicolas Nesi, che porta a casa un venticinquesimo posto e tanti rimpianti. Più indietro hanno concluso Oldani e Bevilacqua, da cui ci si attendeva un acuto ma che sono invece incappati in una giornata poco brillante, così come Moreno Marchetti che non è riuscito a concludere la prova. Per i nostri quindi una giornata partita con i migliori auspici che si è chiusa con un esito alquanto deludente.

 

Lammertink e Ilichev primeggiano nelle cronometro, Affini sfiora il podio tra gli Under
Nella giornata di giovedì 6 agosto erano andate invece in scena le prove a cronometro: tra gli Under 23 la vittoria ha sorriso all'olandese Steven Lammertink (già precettato dalla Lotto-NL per le prossime due stagioni) che sui 31.5 chilometri del tracciato ha prevalso col tempo di 38'32", facendo meglio di appena 4" rispetto a Marlen Zmorka: l'ucraino della Palazzago ha così conquistato un ottimo argento, ritrovando il podio continentale di specialità già centrato da juniores. Medaglia di bronzo per il tedesco Maximilian Schachmann, distanziato di 16" e in grado di buttare giù dal podio l'irlandese Ryan Mullen, grande favorito per il successo e alla fine quarto a 18". Appena un secondo più indietro si è classificato Edoardo Affini che alla prima esperienza nella nuova categoria è tornato a casa con un buonissimo quinto posto a breve distanza dal podio. Non è riuscito a ripetere la prestazione dello scorso anno ma ha concluso ugualmente in top ten Davide Martinelli, giunto settimo a 27", mentre Giovanni Carboni è finito decimo a 58". Complessivamente quindi un ottimo risultato di squadra per gli azzurri.

Tra gli juniores la vittoria è andata invece al russo Nikolay Ilichev che sui 18.4 chilometri ha fatto segnare il tempo di 23'02", precedendo di 2" il norvegese Tobias Foss e di 8" il tedesco Max Singer. Assai lontani invece i tre italiani in gara con Matteo Sobrero 24esimo a 48", Paolo Baccio 27esimo a 57" e Simone Bevilacqua 42esimo a 1'16".

Vivian Ghianni

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano