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Tour de France 2015: Un punto per Froome. E uno anche per Vincenzo - La maglia gialla si difende bene da Quintana; ritiro di Van Garderen, guai per Contador, Nibali ancora in risalita

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Nairo Quintana non è riuscito a staccare Chris Froome a Pra Loup © Bettiniphoto

E allora, siamo sulle Alpi. Le tanto attese Alpi. Quelle che potrebbero sovvertire ogni cosa nella classifica generale del Tour de France, oppure lasciare tutto più o meno com'era. La situazione in gara si fa complessa, la contesa è parcellizzata in tanti piccoli testa a testa, a questo punto di Boucle, a 4 giorni dal termine, il valore marginale dei risultati sin qui acquisiti diventa sempre più pesante: se un corridore in top ten nella prima (o anche nella seconda) settimana magari non bada in maniera ossessiva a preservare quel piazzamento, visto che "tutto potrà ancora succedere", arrivati alla 17esima di 21 tappe, il pensiero si fa più pressante, perché perdere un prestigioso posizionamento sarebbe assai seccante.

E allora assistiamo a quelle classiche situazioni in cui se scatta il decimo, è il nono che si mette a inseguirlo; se scatta il nono, lo insegue magari il settimo. Il tutto si riverbera in uno sgravio di fatica per la squadra della maglia gialla, che non deve pensare a tenere cucita la corsa, e anzi curare giusto quei 2-3 corridori più vicini; se poi le distanze si ampliano giorno per giorno, il compito per il team guida si fa un po' più semplice.

 

Una Sky inappuntabile, un Froome imperturbabile
È fuori dubbio che la tappa di Pra Loup abbia segnato un bel punto a favore di Chris Froome. Il leader della classifica non solo non ha perso terreno rispetto ai più immediati inseguitori, ma se ne è tolto uno dai piedi (Tejay Van Garderen, ritirato con grossi problemi fisici in una giornata che l'ha visto soffrire tantissimo, staccarsi subito dai migliori, poi rientrare a fatica, poi staccarsi nuovamente senza speranza e infine abbandonare la corsa); e un altro, certo temuto, come Alberto Contador, ha lasciato per strada oltre 2', a causa di una caduta nella discesa del Col d'Allos che gli ha fatto perdere contatto dal ristretto drappello dei migliori (e anche a causa di un mancato aiuto da parte del luogotenente Rafal Majka, che era in fuga avanti a lui e non si è fermato o non è stato fermato dall'ammiraglia Tinkoff).

Proprio la pericolosa picchiata dell'Allos era un settore temutissimo da Froome, ma il britannico ha superato ottimamente l'esame marcando stretto Vincenzo Nibali (che per tutta la discesa ha fatto l'andatura), dopo aver risposto in salita agli attacchi dello stesso Nibali e di Nairo Quintana, e riservandosi per l'ultimo strappetto verso il traguardo le energie per reagire a un'altra punturina del colombiano.

Il tutto in un giorno in cui il compagno di Chris, Geraint Thomas, si è difeso egregiamente negli ultimi 25 km, pagando dazio all'attacco di Nibali sull'Allos, ma salvandosi bene in discesa e sulla successiva ascesa e ritrovandosi addirittura a guadagnare due posizioni, salendo dalla sesta alla quarta, grazie al ritiro di Van Garderen (che era terzo) e al ritardo di Contador (che era quinto).

Va anche detto che la Sky si è mossa bene, ha messo due uomini nella fuga da lontano (Nicolas Roche e Richie Porte), poi ha fermato il tasmaniano che ha aspettato il suo capitano e in cima all'Allos ha dato una piccola trenata (per poi staccarsi in discesa).

 

Movistar sempre ostaggio della posizione di Valverde
I rivolgimenti di classifica promuovono anche Alejandro Valverde, che come al solito corre in maniera conservativa, ma al momento si trova sul podio virtuale del Tour, terzo alle spalle di Froome e del suo stesso capitano Quintana. Si capisce che il murciano, che non è mai riuscito a centrare questo sospirato podio, si stia facendo venire l'acquolina in bocca, e questo fatto è positivo per lo stesso Froome, visto che sembra profilarsi un finale di Grande Boucle in cui sarà proprio la Movistar a togliere qualche castagna dal fuoco alla Sky.

Per dire, oggi la squadra spagnola ha lavorato per annullare un attacco di Contador dalla lunga distanza: il Pistolero era partito con il fido Michael Rogers sulla Colle-Saint-Michel, a 75 km dalla conclusione, e proprio Valverde in prima persona è andato a chiudere sul connazionale, vanificando un tentativo che avrebbe potuto causare grattacapi alla maglia gialla, se solo fosse stato sostenuto da altri avversari di Froome.

Si dice da giorni che i più forti rivali dell'anglokenyano dovrebbero coalizzarsi, attaccarlo a turno per metterlo in difficoltà; invece, come si poteva anche presupporre, per ora si corrono uno contro l'altro. E dire che Valverde, ragionando per il bene del suo stesso team, avrebbe interesse a destabilizzare la situazione di corsa già a molti chilometri dal traguardo, per favorire eventualmente un contrattacco di Quintana. Per ora ha fatto il pompiere: cambierà atteggiamento, proprio ora che ha scalato la terza posizione? Difficile; bisognerà però vedere che ne pensa Nairo, se è più orientato a provare a vincere il Tour o a salvare il podio del suo compagno...

 

E continua la risalita di Nibali
Quintana ha provato tre attacchi, oggi. Uno in prossimità del Gpm del Col d'Allos; gli altri due in prossimità del traguardo. Come dire, scattini che non avrebbero in nessun modo potuto far male a Froome (peraltro attentissimo e sempre sul pezzo, in questa frazione).

Qualcosa di più ha fatto Vincenzo Nibali, che sull'Allos ha messo la sua Astana a tirare forte (buoni Fuglsang e Scarponi), provocando grande selezione in gruppo; dopodiché il siciliano è partito non lontano dalla vetta, prima che lo facesse Quintana, ma non ha goduto della stessa libertà che gli era stata lasciata sul Col de Manse, e Froome ha riportato su di lui i due Movistar e Contador.

In discesa, poi, Vincenzo non se l'è sentita di "rischiare l'osso del collo" (parole sue) per guadagnare qualche secondo, e allora ha proceduto con la maglia gialla, Valverde e Quintana (Contador, come detto, era caduto e si era staccato) fino a un chilometro da Pra Loup.

Sull'erta finale i big della classifica avevano raggiunto qualche fuggitivo che era in avanscoperta (José Herrada, che ha tirato a beneficio dei suoi compagni Movistar; Tanel Kangert, che subito ha affiancato il suo capitano Nibali); quando Quintana, ai -2, ha dato la stura ai batti&ribatti conclusivi, Kangert ha per un attimo preso la testa del gruppetto, tenendo un ritmo alto che prevenisse altri cambi di ritmo che avrebbero dato fastidio allo Squalo; ugualmente, agli 800 metri, su un nuovo attacco di Nairo rintuzzato da Froome, Nibali ha dovuto cedere metri e secondi, venendo staccato ai 300 metri pure da Valverde.

 

La classifica si allunga per alcuni, si accorcia per altri
Le posizioni in classifica si dilatano, abbiamo detto. Froome resta in giallo, Nairo è secondo, sempre a 3'10" da lui (i due sono arrivati praticamente a braccetto, intorno alla ventesima posizione, ovviamente alle spalle dei fuggitivi). Valverde perde pochi secondi (7"), ma risale una posizione, ed è terzo a 4'09"; quarto è Thomas a 6'34"; quinto ancora Contador a 6'40".

Robert Gesink, che ha perso contatto dai migliori solo sull'attacco di Nibali sull'Allos, si giova del ritiro di TJVG ed è ora sesto, anche se il suo distacco è salito a 7'39"; e soprattutto alle sue spalle vede ora incombere Nibali, settimo a 8'04". In top ten rientra Mathias Frank, in fuga oggi (ha guadagnato 5'36" su Froome), autore di un gran balzo dal 13esimo all'ottavo posto. Poi troviamo Bauke Mollema, la cui Trek aveva lavorato nella prima metà dell'Allos proprio per limitare i danni rispetto a Frank (che nel corso della tappa era arrivato ad avere oltre 11' di margine): l'olandese è nono a 11'47", davanti ai francesi Warren Barguil (decimo a 13'08") e Romain Bardet (11esimo a 16'04").

 

Il podio per Vincenzo? Ci si deve ancora credere
Se ieri Nibali era a 4'17" dal podio, oggi la distanza dal terzo posto è scesa a 3'55". Più rilevanti i guadagni rispetto a coloro che immediatamente precedono lo Squalo, con Gesink che ha solo 25" su di lui, Contador 1'24", Thomas 1'30". Se Vincenzo continua a stare bene e a "fare il suo", può ben sperare di scalare posizioni fino alla quarta; per accedere al podio, deve invece auspicare che uno dei tre che attualmente lo occupano salti in una delle prossime tappe.

Domani, magari? La 18esima frazione è anche la più lunga tra quelle alpine: da Gap a Saint-Jean-de-Maurienne saranno 186 km pieni di saliscendi nella prima metà (ben 5 Gpm, anche se tutti "minori"), e caratterizzati poi dall'ascesa al Col du Glandon (vetta a circa 40 km dal traguardo) e nel finale dalla scenografica rampa dei Lacets de Montvernier (Gpm ai -10). Volendo, ci sarebbero insomma una sessantina di chilometri su cui dare battaglia a fondo: avendo ben chiaro che stanare questi fortissimi avversari è ancora possibile.

Marco Grassi

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