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Tour de France 2015: Giù la testa al cospetto di Greipel! - Terza vittoria per André su Degenkolb e Kristoff; Sagan prima va in fuga con Trentin, poi fa i numeri

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Terza vittoria di tappa per André Greipel al Tour 2015 © Bettiniphoto

Nove vittorie di tappa al Tour de France, tre solo nell'edizione 2015: uno score che in tanti si sognano, anche tra velocisti più celebrati di lui. Ma André Greipel è un maestro del sottotraccia, è difficile che alla vigilia di una grande gara a tappe venga identificato come il favorito della categoria, eppure la sua spaventosa costanza è quasi senza pari: a segno consecutivamente al Tour dal 2011, ma non dimentichiamo che due mesi fa ha pure conquistato una volata al Giro d'Italia, mentre gli sprinter con cui si scontra oggi alla Boucle erano fermi (o impegnati in gare molto più abbordabili). Per lui ci sta ed è anche meritato, quindi, il titolo di velocista principe dei GT di questo 2015: del resto, con appena una volata ancora da fare al Tour (quella di Parigi), nessuno potrà togliergli questo riconoscimento.

 

Inizio a mille, fuga e controfuga
Il percorso della tappa, molto tortuoso e variegato nella prima metà, lasciava presagire che la partenza sarebbe stata a razzo. Così è stato: la Côte de Badaroux, subito in avvio, ha immediatamente acceso gli animi, tra chi attaccava e chi (Mark Cavendish, Jean-Christophe Péraud, Arnaud Démare, Peter Kennaugh, Simon Yates e un'altra ventina di uomini) si staccava subito e si predisponeva a un corpo a corpo col tempo massimo.

Sulla salitella si sono avvantaggiati in 27, e non li elenchiamo tutti ma ci limitiamo a dire che tra di essi c'erano pure Joaquim Rodríguez, Rigoberto Urán, Andrew Talansky, Alexis Vuillermoz). Troppa gente perché la fuga avesse un futuro, fatale quindi che - dopo una trentina di chilometri - da questi 27 emergesse in contrattacco un drappello più ridotto: detto fatto, Peter Sagan e Michael Rogers (Tinkoff), Simon Geschke (Giant), Thibaut Pinot (FDJ), Lars Bak (Lotto Soudal), Adam Yates (Orica), Ryder Hesjedal (Cannondale), Michal Kwiatkowski e Matteo Trentin (Etixx) hanno preso margine sugli altri. Il gruppo ha raggiunto gli ex fuggitivi al km 40, ma ha continuato a tenere nel mirino i 9 di testa, non concedendo loro più di 2'15" di vantaggio. La Katusha, impegnatissima a tirare pancia a terra, aveva l'obiettivo di lanciare il suo Alexander Kristoff in volata.

 

Matteo Trentin e l'abitudine di far bene al Tour
Tra i nove della fuga, faceva bella mostra di sé Matteo Trentin, primo italiano a riuscire a entrare in un vero attacco da lontano in questo Tour: dopo 15 tappe, era anche ora che uno dei nostri si facesse vedere in un'azione del genere.

Trentin, peraltro, ha una gran bella tradizione al Tour, avendo vinto (lui che non è un velocista, anche se veloce lo è indubbiamente) ben due tappe in passato: quella di Lione nel 2013 e quella di Nancy nel 2014. Oggi il trentino si è giovato del buon lavoro di un "gregario" di lusso come l'iridato Kwiatkowski, ma ciò non è bastato per dare un futuro alla fuga: dopo il Col de l'Escrinet, lunga (ma non difficile) salita posta a circa 50 km dal traguardo, il plotone era ormai vicinissimo ai 9, sicché Trentin ha tentato la carta finale del contropiede personale.

 

La fine della fuga e l'organizzazione dello sprint
Mentre 7 dei fuggitivi (compreso Sagan che aveva vinto il traguardo volante di Aubenas, rafforzando la sua maglia verde) si rialzavano intorno ai -40, Hesjedal si fiondava su Trentin; la nuova coppia al comando ha difeso per un po' un mezzo minuto di margine, ma il lavoro della Katusha, rafforzato da contributi Europcar e Lotto Soudal, ha finito per vanificare gli sforzi del canadese e dell'italiano, i quali ai -30 si sono rialzati avendo compreso che non c'era modo di aver ragione degli scatenati inseguitori.

Poco prima, ai -35, si era segnalato un incidente meccanico per Sagan (che oggi ha infilato un numero dietro l'altro, come vedremo ancora): la moto-riprese della tv francese, nell'occasione, ha involontariamente ostacolato le operazioni di sostituzione della bici, e si è beccata in cambio una borracciata da parte del meccanico della Tinkoff. Piccoli incidenti di percorso...

Fino ai -7 non è poi successo più niente, l'andatura è rimasta alta (la media finale sarebbe stata superiore ai 46 orari) e con l'approssimarsi di Valence le formazioni dei velocisti si sono organizzate in vista dello sprint (l'ultimo da qui a Parigi, visto che da qui a sabato compreso saranno solo Alpi). Malgrado il lavoro della Katusha, molti sprinter si erano salvati sulle salitelle di giornata, e allora per il finale si annunciava una lotta senza rete.

 

I tentativi di anticipo e la vittoria di Greipel
Qualche tentativo di anticipo ha caratterizzato il finale: ai -7 si è mosso Jan Barta, ma non è durato troppo; ripreso lui, ai -6 è partito Kwiatkowski, ma anche lui non ha avuto spazio. Molto più convinto e convincente l'attacco di Zdenek Stybar (già primo a Le Havre), messo in atto ai -3.4 mentre al comando c'erano i BMC (e nella fattispecie Daniel Oss). Il ceco della Etixx è scattato su uno strappetto e ha poi tenuto in scacco il gruppo lanciatissimo (con la Lotto Soudal e poi la Katusha ancora a tirare), e solo una foratura della ruota anteriore gli ha sgonfiato le ambizioni, annullando di fatto la sua azione ai 1100 metri.

Ripreso Zdenek, e annullato un allungo appena accennato da Bartosz Huzarski all'ultimo chilometro, la Katusha (nella persona di Jacopo Guarnieri) ha continuato fino ai 500 metri a dominare la scena, con Kristoff in seconda ruota; in avvicinamento all'ultima curva a destra, ai 350 metri, la MTN sembrava prendere la testa, ma la svolta ha rimescolato le posizioni, con Boasson Hagen che si è visto superato da Greipel.

Il tedesco, uscito benissimo dalla curva, ha continuato a spingere, a quel punto, anche se mancavano 250 metri alla linea d'arrivo. Sagan (che dopo la fuga si è buttato nella volata) ha prima perso la ruota di André, e poi ha dovuto fare a spallate con John Degenkolb e Bryan Coquard (che ai 200 metri ha rischiato di cadere per un'entrata al limite dello slovacco) per riuscire a trovare una buona posizione da cui partire.

Con Greipel a tutta, Degenkolb si è affiancato al connazionale ma non ha avuto modo di superarlo, e lo stesso hanno fatto Kristoff e Sagan: tutti e quattro sono arrivati in parata, uno accanto all'altro, nell'ordine: il Gorillone della Lotto Soudal nettamente primo, poi John, Alexander e Peter. Quinto ha chiuso Boasson Hagen, nono (piazzamento che sta diventando una condanna per lui) Davide Cimolai, migliore degli italiani.

La classifica è invariata, Chris Froome guida con 3'10" su Nairo Quintana, 3'32" su Tejay Van Garderen, 4'02" su Alejandro Valverde, 4'23" su Alberto Contador, 4'54" su Geraint Thomas, 6'23" su Robert Gesink, 8'17" su Vincenzo Nibali. Domani da Bourg-de-Péage a Gap si assaporerà il primo antipasto di Alpi. Saranno 201 km quasi tutti in falsopiano a salire (è l'unica tappa del Tour 2015, con quella di Cambrai, ad andare oltre i 200 km), con un paio di montagnette a caratterizzare l'ultima parte di frazione: il Col de Manse svetta a 12 km dalla fine e sarà importante soprattutto la discesa verso il traguardo, una vera picchiata. Terreno da fuga dalla distanza e da imboscate nel finale: occhi aperti per tutti prima del sospirato riposo di martedì.

Marco Grassi

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