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Giro della Valle d'Aosta 2015: Robert Power, potere assoluto - Australiani in totale controllo. Sul Gran San Bernardo esulta Bouwman | Cicloweb

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Giro della Valle d'Aosta 2015: Robert Power, potere assoluto - Australiani in totale controllo. Sul Gran San Bernardo esulta Bouwman

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Robert Power è il vincitore del Giro della Valle d'Aosta 2015 © Scanferla

 

Sin dal prologo, la superiorità di Robert Power sui rivali in salita è stata netta: sancita dalla cronoscalata di Les Esserts, e confermata nelle frazioni successive, sebbene la parentesi in giallo di Mamykin abbia fatto temere un po', rivelandosi poi un fuoco di paglia. L'australiano classe 1995 si conferma dunque, dopo il secondo posto del Tour de l'Avenir l'anno scorso (e quest'anno ha l'occasione di portarlo a casa), uno dei migliori scalatori e prospetti futuri per le corse a tappe: nulla osta ormai il passaggio al professionismo, che avverrà l'anno prossimo in maglia Orica GreenEDGE. Power oggi ha controllato a distanza i vari fuggitivi, incurante di chi era vicino in classifica (lo svizzero Frankiny) ed è riuscito ad arrivare davanti ai rivali De Plus e Petilli, mentre davanti l'olandese Bowman conquistava un prestigioso successo. 

 

Zalf a caccia del successo con Bagioli e Zilio

La tappa odierna era una delle più brevi, ma anche delle più temute: 86 km per arrivare da Pré-Saint-Didier allo scollinamento del Gran San Bernardo, con in mezzo il Gpm di Verrogne dopo 29 km. Pochissimo respiro dunque, considerando la lunghezza del Gran San Bernardo. I primi fuggitivi vanno via nella parte iniziale di corsa: la Zalf è decisa ad andare a caccia della tappa con Nicola Bagioli e Giacomo Zilio, e con loro c'è il già attivo nelle tappe precedenti Davide Gabburo (General Store) e un altro haibtuèe delle fughe, Davide Ballerini (Unieuro). Presenti anche due stranieri, Davy Gunst (Seg Racing) e Maximilian Schachmann (AWT Greenway). 

 

La seconda posizione nella classifica GPM di Nicola Bagioli mette però in allarme il titolare Giulio Ciccone, il quale va via dal gruppo dopo che la fuga prende corpo; dall'altra parte, il gruppetto di testa si sfalda, e a Verrogne Bagioli scollina da solo in testa, con Zilio a bagnomaria a 20" e a 1'15" i restanti fuggitivi, raggiunti da Ciccone, dallo svizzero Kilian Frankiny (Bmc Development) e dall'olandese Koen Bouwman (Seg Racing), mentre il gruppo transita a 2'15".

 

Il vantaggio si dilata, Frankiny sogna il podio

Bagioli preferisce aspettare Zilio, il quale traina il compagno di squadra per tutta la prima parte del Gran San Bernardo, fino a spostarsi a 10 km dall'arrivo. Grazie al lavoro di Zilio il vantaggio sugli inseguitori, rimasti in 4 (Frankiny, Bouwman, Schachmann e Gabburo) si dilata fino a 1'46", ma soprattutto si dilata il ritardo del gruppo, che raggiunge e supera gli 8'. Una situazione certo controllabile, ma che diventa spinosa anche per le squadre di De Plus e Petilli, visto che Frankiny è 14esimo in classifica con un ritardo di 8'34".


A Bagioli manca 1 km, esulta Bouwman

La fase finale del Gran San Bernardo risulta indigesta però per Bagioli, il quale subisce la lenta ma inesorabile rimonta del duo Frankiny-Bouwman, che si è presto sbarazzato della compagnia di Gabburo e Schachmann. Ci prova con le unghie e con i denti Bagioli, tenendo a poca distanza i due inseguitori per tantissimi chilometri. Solo all'ultimo il sondrino viene raggiunto e saltato, con Koen Bouwman che riesce ad aggiudicarsi il successo davanti a un Frankiny soddisfatto, visto che la lunga fuga gli permetterà anche di fare un bel salto in classifica, fino ad arrivare ai piedi del podio. Bagioli giunge terzo a 23", Schachmann a 1'06", Gabburo a 1'55", Zilio a 4'35". 

 

Australiani in totale controllo

Prova pressochè perfetta della nazionale australiana sull'erta finale, con Jack Haig che riesce a stare col suo capitano fino alla fine ed a staccare tutti gli altri: l'unico a rimanere agganciato è il secondo in classifica De Plus, che giunge coi due a 5'02" da Bouwman. Petilli paga leggermente, arrivando a 5'53", mentre Kamna sigla un'altra grande prova, anticipando di poco Ravanelli a 5'59": per lui undicesimo posto finale e maglia di mlglior giovane strameritata. La tappa finale risulta comunque indigesta a parecchi: Mamykin alza bandiera bianca e si ritira, così come altri nomi di spicco come Herklotz, Eisenhart, Rota e Salvador, mentre Garosio è costretto a finire fuori tempo massimo. Sono 69 gli atleti che riescono a terminare in classifica il Giro della Valle D'Aosta, poco più della metà rispetto ai partenti iniziali.

 

Nessun successo italiano: non accadeva dal 2004

Un bilancio finale del Giro della Valle D'Aosta: era a tutti gli effetti una corsa internazionale, con corridori di alto livello provenienti da tutte le parti del globo, ed era pacifico aspettarsi che gli azzurri non sarebbero stati i soli protagonisti. Ma nonostante l'impegno profuso in tutte le tappe, e nonostante le nostre squadre si siano impegnate soprattutto sui traguardi parziali, nessun corridore italiano è riuscito ad alzare le braccia al traguardo: non accadeva dal 2004


Unieuro la migliore italiana, delude la Colpack

Di Power abbiamo già parlato, non del resto del podio: il suo coetaneo Laurens De Plus e Simone Petilli avevano duellato non lontano alla Ronde de l'Isard, stavolta hanno trovato pane per i loro denti. Chiudono comunque ben distanti dagli inseguitori, rispettivamente a 44" e 1'18" da Power, dimostrando costanza e tenuta in salita, doti che sono mancate a tanti rivali potenzialmente più forti. Per l'Unieuro-Trevigiani non solo Petilli protagonista: Nardelli ha confermato le sue ottime doti in salita chiudendo sesto a 4'25", mentre Ballerini ha portato a casa la maglia rossa dei traguardi volanti. La Zalf chiude con le pive nel sacco, in termini di maglie e tappe, cosa a cui non è certo abituata, ma non si può dire che il suo Val D'Aosta sia deludente: l'uomo di classifica era Pearson, che chiude quinto a 3'55", complice una piccola crisi nell'ultima tappa. Forse più deludente è stata la prestazione della Colpack, vista la squadra di cui disponeva: 5 potenziali uomini di classifica, nessuno neanche in top ten. L'unica gioia della formazione orobica è la maglia biancoverde della classifica GPM conquistata da Giulio Ciccone. Torna a casa soddisfatta invece la Palazzago dal settimo posto di Simone Ravanelli a 4'42": il ragazzo, coetaneo di Power, sta crescendo gradualmente e l'anno prossimo potrebbe essere protagonista.


Norvegia miglior team, AWT solo apparenza

La classifica a squadre viene vinta dalla Norvegia, l'anno scorso protagonista in classifica con Eiking, quest'anno comunque soddisfatta con una tappa super portata a casa dal futuro corridore FDJ  e l'ottavo posto finale di Sindre Lunke a 5'18". Deludente la AWT-GreenWay, vivaio della Etixx, presente con un motorhome degno di una WT, ma con corridori non capaci di incidere: finiscono la corsa solo Schachmann ed il ceco Michal Schlegel, quest'ultimo decimo finale a 6'15". 

Nicola Stufano

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