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Tour de France 2015: Due polli, Cummings li fa allo spiedo - Vittoria storica per l'MTN Qhubeka. Pinot-Bardet, rivalità deleteria

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Sul traguardo di Mende Stephen Cummings batte Thibaut Pinot e Romain Bardet © Bettiniphoto

Una giornata storica per l'MTN-Qhubeka, che riesce a portare a casa l'obiettivo minimo di questo Tour de France: essere la prima formazione africana a vincere una tappa. E ci riesce con uno dei suoi uomini più esperti, l'inglese Steven Cummings, il quale condensa negli ultimi 2 km una lezione di tattica e disciplina che tornerà utile ai pur generosi Thibaut Pinot e Romain Bardet, i quali in futuro dovranno essere meno presi dalla rivalità reciproca. Dietro, la tappa di Mende riapre il discorso per la classifica finale al Tour de France, con Quintana che finalmente attacca Chris Froome e lo manda in difficoltà, pur non staccandolo; Van Garderen che paga dazio e Vincenzo Nibali che si rivitalizza, peccando di generosità ma dimostrando di aver ritrovato una buona condizione. 

 

La caduta di inizio gara è fatale a Morabito
L'arrivo della Côte de la Croix Neuve non è sempice, ma neanche la prima ora della tappa Rodez-Mende risulterà tanto semplice. Il percorso è tendenzialmente in salita, con una serie di strappi e salitelle anche abbastanza lunghe, fino al Col de Vernhette, a 1034 metri d'altezza: dopodichè, picchiata verso il piano. Una caduta dopo 5 km spacca in più punti il gruppo: la squadra che ne fa le maggiori spese è la FDJ, con Pinot e Démare coinvolti e Steve Morabito costretto al ritiro per frattura della clavicola sinistra. Molti sono costretti a inseguire il gruppo in partenza, a cominciare da Alberto Contador.

 

Un Sagan indiavolato in fuga con Barguil
Mentre dietro si corre per rientrare, davanti un indiavolato Peter Sagan cercava in tutti i modi di portar via la fuga, puntando al traguardo volante di Millau come primo obiettivo odierno. E trova alleati pesanti, forse troppo: uno dei primi ad aggregarsi alle sue azioni è Warren Barguil, 11° a 9'53" in classifica, ma ci sono anche Pierre Rolland, Rigoberto Urán, Ryder Hesjedal e Andrew Talansky, Simon Yates. Ci sono anche due azzurri, Adriano Malori e Giampaolo Caruso. Un'azione che non piace ma che riesce a prendere un minutino di margine, complice la Sky disunita a causa della caduta precedente, con Porte e Kennaugh rimasti attardati. È decisivo l'intervento della IAM, generosissima nel difendere la dodicesima piazza del suo capitano Mathias Frank, per evitare che la fuga prenda il volo. Il forte ritmo mette però in difficoltà diversi uomini, tra i quali Andrè Greipel (che cadrà anche nelle fasi centrali della tappa), e gente anche ben messa in classifica come Eduardo Sepúlveda e Daniel Martin. 

 

Rimescolamento in discesa e fuga a 20
Nella discesa del Vernhette si sganciano in 5 per cercare di affrancarsi dai più pericolosi compagni di fuga: sono Grivko, Urán, Ladagnous, Plaza e Talansky. Su di essi Sagan si riporta come un falco, accompagnato da Bob Jungels e Jarlinson Pantano. Sono questi 8, poi 7 causa foratura di Talansky, a prendere il largo e a passare per primi sul TV di Millau, dove è ovviamente Sagan a passare in testa consolidando la sua maglia verde; poco dopo si riportano sui battistrada altri 13, tra i quali nomi molto importanti: i "delusi" della prima settimana, Romain Bardet (che è anche il meglio messo in classifica nel tentativo, con 17'26" di ritardo da Froome) e Thibaut Pinot, accompagnati dai rispettivi gregari Jan Bakelants e Jérémy Roy, il vincitore della tappa di ieri Greg Van Avermaet, ed ancora Simon Yates. Ci sono anche Johnathan Castrovejo, Koen de Kort, Michal Golas, Cyril Gautier, Kristian Koren, Pierre-Luc Périchon e Stephen Cummings. Il gruppo invece si rialza, arrivando a lasciare 8'15" subito dopo il TV all'azione.

 

I piccoli dispetti tra FDJ e gli altri fuggitivi
Non si può dire che nella fuga ci sia però il massimo della collaborazione: le varie squadre presenti approfittano della solerzia della FDJ e della sua presenza con ben 3 uomini per cercare di risparmiarsi il più possibile: a Pinot e soci la cosa non sta bene e per dare una lezione agli altri danno una forte accelerata a 80 km dal termine, spezzando per un frangente il plotoncino. La fuga arriva ai piedi della Côte de Sauveterre, la prima asperità lunga di giornata (9 km al 6%) con 6' di margine: un margine buono, ma non rassicurante. Nel frattempo si ritira anche Ramon Sinkeldam, velocista della Giant, per problemi di stomaco.

 

Pax Gallica sul Sauveterre, poi attaccano Golas e Koren
Sulla Côte de Sauveterre non succede praticamente nulla: davanti è un monumentale Mathieu Ladagnous a impostare il ritmo, permettendo alla fuga di perdere solo mezzo minuto, dietro perdono contatto solo i velocisti. Subito dopo lo scollinamento, a 26 km dall'arrivo, Michal Golas attacca sul falsopiano, arrivando a prendere 30" di margine sugli altri fuggitivi. Kristian Koren non ci sta e reagisce a 15 km dal traguardo, riportandosi su Golas. Ma per entrambi le speranze di arrivare al traguardo sono quasi nulle: gli avversari li tengono a tiro quando si arriva ai piedi della Croix-Neuve.

 

Croix-Neuve: Bardet fa il diavolo a quattro
È Romain Bardet il protagonista indiscusso della Croix-Neuve: a 3.8 dall'arrivo carbura con la prima fiammata, chiudendo sui due in avanscoperta; poi seleziona il gruppettino con altre accelerazioni, arrivando a portarsi via Simon Yates, il quale però schianta sul finire dell'ascesa. Non è così invece per Thibaut Pinot, che in versione diesel si riporta sul coetaneo Bardet al termine della salita; sembra che si deciderà il tutto tra i due enfant prodige del ciclismo francese, ma non è così.

 

Cummings rientra e uccella les français
Anche Steven Cummings ha retto bene l'ascesa e approfittando del controllo tra Pinot e Bardet riesce a piombare addosso ai due a 1.4 dal termine. Salta subito davanti e affronta l'ultima curva con 20 metri di vantaggio, dopodiché fa partire il gas. Per Pinot e Bardet non c'è modo di chiudere: il FDJ conclude secondo e l'Ag2r terzo, mentre Cummings può festeggiare il suo secondo successo in un GT dopo la tappa di Ferrol alla Vuelta 2012.

 

La corsa parallela: l'attacco di Quintana, Nibali generoso
5' dopo il passaggio dei fuggitivi è il turno degli uomini di classifica, ed anche loro ne hanno per dare spettacolo: è Nairo Quintana a decidere di attaccare - finalmente - Chris Froome. All'accelerazione del colombiano resiste solo Nibali, il quale però esagera e rilancia addirittura l'azione vedendo Froome in difficoltà. Ma come spesso capita al messinese, ha fatto male i conti con le sue energie e quelle degli altri: Froome pian piano rientra, portando sotto un sofferente Contador e Valverde, Nibali invece perde terreno. Ancor più dietro c'è Van Garderen, in giornata di crisi.

 

Quintana-Froome, insieme al traguardo
Le successive due accelerazioni di Quintana mettono in ulteriore difficoltà Froome, che altro non può che lasciargli metri e recuperare con le sue solite frullate. I due scollinano in testa e arrivano al traguardo insieme, con Froome che va anche a sprintare, prendendo anche un secondo al colombiano e giungendo a 4'15" da Cummings. Notevole numero nel finale di Valverde, il quale abbandona la compagnia di Contador e giunge praticamente addosso al tandem di testa, a 4'19"; Contador è a 4'34", Nibali a 4'45" e Van Garderen a 4'55".

 

Quintana ora secondo, Nibali guadagna una posizione
Il terreno perso da Van Garderen vale il secondo posto provvisorio in classifica per Quintana, ora a 3'10", mentre l'americano è terzo a 3'32". Valverde resta quarto a 4'02" mentre Contador a 4'23" supera Thomas. Guadagna una posizione in classifica anche Vincenzo Nibali, ora ottavo a 8'17". Domani la classifica generale non dovrebbe cambiare: la Mende-Valence è una tappa interlocutoria, difficile nei tratti iniziali, ma l'ultima asperità, il Col de l'Escrinet, è a 57 km dall'arrivo: le squadre dei velocisti potrebbero anche riuscire a tenere le redini della corsa, domani.

Nicola Stufano

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