Tour de France 2015: Van Avermaet doma Sagan nel rodeo di Rodez - Arrivo da classica, Peter alla quarta piazza d'onore in 13 tappe
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- John Degenkolb
- John Degenkolb
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- Wilco Kelderman
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Tre giorni d'inferno, lassù sui Pirenei, ed era logico che nella prima tappa abbordabile il gruppo se la prendesse un po' più comoda. C'è stata la fuga, come da copione, e fino all'ultimo i più tenaci ci hanno creduto. Sul traguardo in salita (meno di 1 km, ma tant'è) di Rodez abbiamo assistito alla prima vitttoria di Greg Van Avermaet nella Grande Boucle. La prima individuale, visto che a Plumelec il belga aveva gioiti insieme ai suoi compagni della BMC.
Oggi Van Avermaet ha staccato quel che restava del gruppo, portandosi sui fuggitivi e quindi verso il traguardo. Solo Peter Sagan riusciva a tener testa all'accelerazione del belga e sembrava che nel finale, con la strada che spianava, lo slovacco potesse finalmente sbloccarsi in questo Tour. Invece niente, è giunta la quarta piazza d'onore dell'edizione 2015 (Sagan non vince al Tour da Albi, era il 5 luglio 2013). Quest'anno ha chiuso alle spalle del vincitore a Zeeland, in Olanda, e poi ancora ad Amiens e Le Havre. Oggi pareva la volta buona ma era, appunto, soltanto apparenza.
Sagan e la vittoria al Tour che manca dal 2013
Trova sempre qualcuno più veloce, scaltro, interessato di lui, quando i traguardi sono cuciti su misura per lui. Ormai comincia ad essere un po' preoccupante, questa tendenza. Non è il Sagan che abbiamo imparato a conoscere fino a non troppe stagioni fa ed il primo ad esserne consapevole - con conseguente incazzatura - è lui.
Chi invece pare in splendida forma è Greg Van Avermaet, che oggi ha compiuto con Sagan un numero notevole. Il belga aveva all'attivo al Tour come miglior risultato un secondo posto ottenuto proprio lo scorso anno a Sheffield, tappa che lanciò Vincenzo Nibali nella lunga cavalcata gialla. Oggi ha allungato deciso in un finale intrigato ed intrigante, facendo il vuoto. Sagan, che in mille altre occasioni l'avrebbe battuto, non è neanche riuscito ad affiancarlo.
Subito fuga a sei: c'è anche Kelderman
Si percorrono 198.5 km caldissimi da Muret a Rodez e dopo due chilometri e mezzo vanno via Alexandre Geniez (FDJ), Thomas De Gendt (Lotto-Soudal), Cyril Gautier (Europcar) e Wilco Kelderman (LottoNL-Jumbo). Nathan Haas (Cannondale-Garmin) e Pierre-Luc Périchon (Bretagne-Séché Environnement) inseguono determinati e raggiungeranno i quattro, formando di fatto il sestetto che andrà fin quasi all'arrivo. Non riesce l'inseguimento invece ad Andriy Grivko (Astana) e Perrig Quémeneur (Europcar), risucchiati dopo 5 km. Davanti in sei collaborano che è un piacere e raggiungono un vantaggio di 4'20" dopo 41 km. Il gruppo è tirato dalla Giant-Alpecin, unica interessata a chiudere in favore di John Degenkolb. Il tedesco verrà respinto dalla rampa d'arrivo.
Al traguardo volante Greipel domina
Dopo 92.5 km, a Laboutarie, è posto il traguardo volante, ed iniziano i giochi per a maglia verde della classifica a punti. Davanti De Gendt precede nell'ordine Périchon, Haas, Kelderman, Geniez e Gautier, ma a 3'30" si gioca una partita più importante. Nella volatina André Greipel si prende nove punti davanti a Degenkolb, Cavendish e Sagan, che per una sola lunghezza perde virtualmente a maglia verde. Ora è di Greipel il simbolo del primato.
Tinkoff-Saxo a tirare con i Giant-Alpecin
Il seguito della tappa è una pennica continua, interrotta qui e là. A 74 km dall'arrivo, per esempio, la Tinkoff-Saxo decide di mettere in testa al gruppo Valgren Andersen e Tosatto. La squadra di Contador lavora per Sagan e si dà ottimi cambi in testa con i Giant-Alpecin. La fuga è a 4'03". Iniziano la côtes ed a St-Cirgue è Thomas De Gendt a transitare per primo.
Jean-Christophe Péraud cade male
A 60 km dall'arrivo dal gruppo, lanciato a velocità elevata (ed infatti si formano dei piccoli ventagli), si vede un uomo strisciare malissimo sull'asfalto. È Jean-Christophe Péraud, che picchia l'anca, il polso, il gomito ed altre simpatiche zone. Dopo tantissimo tempo trascorso attaccato all'auto del medico, viene riempito di garze che manco una mummia egizia, quindi rientra nel plotone. Peccato che il numero rosso non sia suo, ma di Thomas De Gendt: ha combattuto davvero come un leone.
Nibali, ancora sfortuna: scoppiano le gomme
Nel frattempo la sfortuna bacia ancora Vincenzo Nibali. Al messinese scoppiano entrambe le ruote, probabilmente a causa di un caldo clamoroso; l'Astana, a differenza delle primissime tappe, l'attende e lo riporta sotto. Pericolo scampato. Geniez, che corre sulle strade di casa, passa per primo sulla Côte de Pomparie, mentre Kelderman, il cui Tour è stato sinora buoi pesto, scollina davanti sulla Côte de la Selve.
Ai -24 Haas prova l'affondo ma non va
Nella discesa, a 24 km dal traguardo, un Nathan Haas non così generoso fino a quel momento fa capire che bluffava: allunga e se ne va, ma gli altri cinque lo tengono a 25 metri, mentre il gruppo s'è avvicinato notevolmente (insegue a 1'45"). Il corridore della Cannondale-Garmin viene ripreso e volano parole nei suoi confronti, con molta probabilità. I sei proseguono, perché la possibilità di arrivare in fondo non è poi così remota: a 15 km da Rodez hanno ancora 1'20" da gestire.
-14: è lotta. Restano in tre davanti, ma il gruppo...
Ai -14 Geniez perde le ruote degli ormai ex compagni di fuga, visto che Wilco Kelderman ha attaccato e Cyril Gautier gli è andato dietro. Siamo sulle ultima côte di giornata, quella di La Primaube, neanche classificata come Gpm: Nathan Haas paga gli sforzi di una giornata difficile e si stacca. Al comando restano De Gendt, Kelderman e Gautier, con il gruppo in forte ripresa a 48".
Si scende, poi si risalirà definitivamente a Rodez. Il terzetto ci crede ma il gruppo è veramente vicino quando si attacca la rampa finale, posta all'interno dell'ultimo chilometro. Wilco Kelderman prova a riscattare un Tour deludente scattando verso la vittoria di tappa; lo imita Thomas De Gendt, un duraccio, ma ormai Greg Van Avermaet compare all'orizzonte.
Van Avermaet, capolavoro. Sagan mastica amaro
Il belga della BMC affianca e sorpassa i fugggitivi, con Peter Sagan a ruota. Ci si aspetta il cedimento di Greg, il rilancio vincente di Peter, ma lo slovacco non ne ha più ed il belga, seppure sia partito lungo, va a vincere. Van Avermaet e Sagan, con Jan Bakelants terzo a 3", poi John Degenkolb che giunge a 7" precedento Paul Martens e gli uomini di classifica. Chris Froome, maglia gialla, è infatti sesto, appena davanti a Vincenzo Nibali ed Alberto Contador. A completare la top ten Alejandro Valverde e l'attento Tejay Van Garderen, ma anche Nairo Quintana è lì, dodicesimo.
Lotta per la maglia gialla invariata, domani c'è Mende
Classifica generale che vede in testa sempre Froome con 2'52" su Van Garderen e 3'09" su Quintana. A 3'58" Valverde, poi Thomas a 4'03", Contador a 4'04", Gesink a 5'32", Gallopin a 7'32", Nibali a 7'47" e Mollema a 8'02". Perduta la tappa, Peter Sagan conserva alla fine la maglia verde: ora ha 285 punti e dovrà fare attenzione al solito André Greipel, che insegue a quota 261. Più indietro John Degenkolb e Mark Cavendish (rispettivamente hanno messo in saccoccia 228 e 192 punti).
Un Sagan che è in verde, è vero, ma rosso di rabbia per questa vittoria al Tour che, come per un incantesimo, non riesce più ad arrivare. Anche perché domani si riparte da Rodez, ma dopo 178.5 km si arriva a Mende: non esattamente l'arrivo adatto a Sagan. Mentre per Purito, sarà tutto un altro discorso...