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Giro della Valle d'Aosta 2015: Mamma che Mamykin! Impresa da primato - Il russo attacca da lontano e spodesta Power per 11". 2° un generoso Ciccone

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Matvey Mamykin vince a Cervinia e conquista la leadership © Scanferla

In giornate come questa, con una trentina di chilometri circa da percorrere tutti in salita, il ribaltone può essere dietro l'angolo, specie in una corsa come il Giro della Valle d'Aosta che da sempre si contraddistingue dalle gare a tappe tradizionali per la sua durezza. Ribaltone poteva esserci e ribaltone è stato grazie alla verve pazzoide di Matvey Mamykin, russo classe 1994 che già si era messo in ottima evidenza lo scorso anno sulle strade valdostane, terminando terzo proprio sul traguardo di Cervinia e protagonista di una rocambolesca conclusione di corsa che lo vide finire fuori tempo massimo nell'ultima frazione a cronometro per essersi presentato al via con diversi minuti di ritardo in una prova condotta ad andatura eccellente.

Quando i protagonisti sono atleti simili ci si può aspettare di tutto e così, per il secondo giorno consecutivo, a masticare amaro è stata la Colpack che ha tentato la grande impresa con Giulio Ciccone, che per lo meno ha centrato l'obiettivo minimo della maglia di miglior scalatore. Mamykin che vince la tappa e ribalta la corsa quindi ma Robert Power, quest'oggi costretto a recitare il ruolo dello spodestato, resta pienamente in corsa visto che il distacco in classifica generale si conta in poco più di dieci secondi e quindi ancora tutto è possibile, così come per Simone Petilli, rimasto anch'egli sotto la soglia del minuto. A beneficiarne sarà indubbiamente lo spettacolo per un week end tutto da gustare.

 

Fuga da lontano: Ciccone, Gabburo e Rota animano la giornata
La Gressan-Breuil Cervinia di 162.3 chilometri era una di quelle frazioni caratterizzate dalla tipica attesa spasmodica di chi sa che potrebbero regalare qualcosa di significativo. Così, dopo pochi chilometri dal via, si è scatenata la consueta bagarre per cercare di portar via la fuga: il primo a cercare la stortita è Davide Gabburo della General Store, desideroso di cercare riscatto dopo che una brutta caduta lo ha fatto precipitare fuori classifica due giorni fa. A lui si accodano lo statunitense Eisenhart ed il belga Livyns, costretti però a rinunciare subito rispettivamente per un problema meccanico e per una caduta. Così, dopo una decina di chilometri al veronese si è aggiunto Lorenzo Rota della Unieuro, altro atleta desideroso di lasciare il segno in questa gara e poi anche Giulio Ciccone della Colpack, il russo Matvey Mamykin ed il macedone Andrej Petrovski, atleta che gareggia nelle file della selezione mista UCI.

Questi ultimi due però perdono inizialmente contatto dalla fuga ed anche Rota è costretto inizialmente ad attardarsi per una foratura, salvo poi rientrare e così il terzetto italiano continua a guadagnare a dismisura nei confronti del gruppo comprendente Robert Power e tutti i principali favoriti, arrivando a toccare i 10 minuti di vantaggio ai piedi del durissimo Col Tzecore, il primo vero spartiacque della giornata.

 

Sul Tzecore prova l'assolo Ciccone, da dietro rientra Mamykin

Le costanti rampe al 10% e oltre dell'ascesa sembrano essere un perfetto invito per l'abruzzese Giulio Ciccone, che prova ripetutamente a sbarazzarsi della compagnia di Rota, riuscendoci per alcuni frangenti, salvo però vedersi recuperare dal bravo bergamasco. Da dietro però riesce a rifarsi sotto il russo Mamykin che dopo aver definitivamente staccato Petrovski e aver recuperato strada facendo anche Gabburo (che nel frattempo aveva perso contatto dalla testa) riesce a riportarsi sui battistrada e con loro a proseguire con buon piglio.

Ciccone transita per primo in vetta e si assicura la leadership degli scalatori ma ciò che balza all'occhio è il distacco che il terzetto può ancora vantare sul gruppo principale, oscillante tra i sei e i sette minuti. Ciò significa che Matvey Mamykin, miglior piazzato in classifica tra i fuggitivi, balza decisamente al comando della leadership virtuale ed inizia a fare più di un pensiero alla possibilità di ribaltare la corsa.

 

Dopo Valtournenche lo show di Mamykin: tappa e maglia! Ciccone chiude 2°

Il terzetto si porta così velocemente nel fondovalle e approccia la lunga e costante ascesa che conduce prima a Valtournenche e poi a Cervinia, facendo i conti anche con un tempo che diventa improvvisamente inclemente per via della pioggia che inizia a cadere insistente sulla corsa. Alle spalle dei fuggitivi la situazione continua a mutare: il vantaggio risale notevolmente fino a toccare i nove minuti ed il tedesco Kamna (atleta indubbiamente interessante) prova a lanciarsi tutto solo all'inseguimento dei primi, salvo venire riassorbito in salita.

Si giunge ormai alla resa dei conti: quando le pendenze si fanno più marcate Lorenzo Rota abbandona la compagnia di Ciccone e Mamykin ed è l'abruzzese della Colpack a ritentare il colpo vincente a 15 chilometri dalla conclusione e procede tutto solo verso Valtournenche. Azione risolutrice? Niente affatto, poiché il coriaceo Mamykin si riporta su di lui e quando la strada inizia a puntare decisamente verso Cervinia piazza il suo scatto ed inizia la sua personale cronoscalata. Ciccone non è più in grado di rispondere e perde costantemente terreno mentre il gruppo dei migliori deve dannarsi per inseguire lo scatenato russo, che vanta un gap ancora superiore ai cinque minuti. Un inconveniente meccanico sembra poter ostacolare il degno coronamento d'impresa per Mamykin, che però riparte prontamente e prosegue indisturbato verso il traguardo. Nessuno riesce più a raggiungerlo e così sotto la pioggia va a firmare quella che è senz'altro l'impresa più bella vista in questa edizione 2015. Ciccone, ormai stremato, chiude al secondo posto a ben 3'24", rischiando quasi di farsi raggiungere dal drappello dei favoriti.

Sull'ascesa finale infatti si è nel frattempo scatenata la bagarre con Power che ha provato a reagire per poter limitare i danni, trovando però anche la pronta risposta di un brillante Petilli. Il gruppetto taglia il traguardo a 3'32" e viene regolato allo sprint dal norvegese Sindre Lunke (brillante quest'oggi), che si aggiudica la terza posizione davanti al solito De Plus, seguito da Petilli, Vermeulen, Power e Frankiny. Perdono qualche secondo Schlegel e Pearson, che tagliano il traguardo a 3'50", ancora più staccati Nardelli e Garosio (entrambi a 4'40"), Ravanelli (a 4'43") e l'australiano Haig che giunge invece a 6'36". Crolla invece Ravasi, che evidentemente non è riuscito ad assimilare la fatica del giorno prima e arriva al traguardo con mezz'ora di ritardo. La classifica, inevitabilmente, è rivoluzionata.

 

Mamykin nuovo leader, Power insegue a 11". Petilli ancora in corsa
Grazie all'impresa odierna Mamykin riesce a sparigliare le carte e conquista la maglia gialla di leader: sono ora 11" di vantaggio nei confronti di Robert Power che resta così pienamente in corsa per il successo (l'incostanza del russo, mostrata in altre occasioni, può rappresentare un punto a favore per l'australiano). Ancora pienamente in lizza anche Simone Petilli, che resta in terza posizione a 45". Riuscire a sopravanzare i primi due non sarà facile ma il lecchese ha tutte le carte in regola per provarci e proverà sicuramente a vendere cara la pelle.

Il belga De Plus, altra mina vagante di questo Valle d'Aosta, è l'unico altro atleta a restare sotto il minuto ed occupa la quarta posizione a 53". Ben più staccati tutti gli altri: il britannico Daniel Pearson risale in quinta posizione ma paga 1'36", perdono terreno invece Nardelli (sesto a 2'01") e Garosio (settimo a 2'03"), quindi a 2'44" insegue la coppia formata da Schlegel e Lunke mentre è Simone Ravanelli a chiudere la top-ten, distanziato di 3'40". Cambia, come anticipato, la leaderhip della classifica degli scalatori che ora sorride a Giulio Ciccone mentre De Plus rafforza la sua in quella della classifca a punti. Ballerini resta leader dei traguardi volanti mentre il miglior Under 20 è il tedesco Kamna.

Domani quarta frazione da Pollein a Croux, sopra Saint Christophe di 152.2 chilometri: sarà una tappa ancora una volta interlocutoria, che potrebbe vivere su una "corsa nella corsa" tra i fugggitivi di giornata e coloro impegnati nella conquista del successo finale. Lo strappo finale però potrebbe far vivere nuovamente emozioni, considerando l'esiguo distacco che ancora separa i primissimi.

Vivian Ghianni

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