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Tour de France 2015: Cavendish, il dolce sapore della rivincita - Mark vince su Greipel e Sagan. Non partito Tony Martin, Froome eredita la maglia gialla

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A Fougères si consuma la rivincita di Mark Cavendish su André Greipel © Bettiniphoto

Era la tappa che tutti attendevano, in gruppo. Una di quelle giornate di piena estate, bel tempo e tranquillità, che caratterizzano (in passato molto più che oggi) la prima settimana di Tour de France. Una giornata in cui pedalare senza eccessivi patemi, consci che l'esito (il volatone) è già scritto, e che non bisogna scapicollarsi a causa di vento, strappetti, insidie disseminate lungo il percorso. La tipica frazione - in definitiva - da pennichella per quelli che il Tour lo seguono in tv. Ma comunque si accetta e si comprende che i protagonisti della Grande Boucle tirino un po' il fiato, dopo un avvio di gara nervosissimo e nell'attesa dei gravosi impegni che verranno nei prossimi giorni.

In tutto ciò, Mark Cavendish ha trovato il modo di rompere il suo personale digiuno, battendo finalmente André Greipel che fin qui l'aveva fatto piangere non poco. È accaduto a Fougères, e per il britannico di Man si tratta della 26esima vittoria al Tour, 44esima in totale nei grandi giri (meglio di lui solo Merckx con 64, Cipollini con 57 e Petacchi con 48).

 

Ancora Teklehaymanot in fuga, niente italiani
Come in tutte le tappe in linea del Tour, anche questa è nata sotto la stella di una fuga a lunga gittata. A promuoverla, già al km 0, quel Daniel Teklehaymanot interessato alla classifica dei Gpm (ce n'era uno in avvio, e puntualmente il ragazzo vi è transitato in testa, rafforzando la sua maglia a pois); con l'eritreo della MTN si son mossi in due della Bretagne (Anthony Delaplace e Brice Feillu), lo spagnolo Luis Ángel Maté della Cofidis, e pure un rappresentante dell'unica squadra italiana presente, la Lampre, nella persona del croato Kristijan Durasek. A proposito di Italia, finora, dopo 7 tappe, ancora non abbiamo visto uno dei nostri in fuga, ma ora che la classifica si allungherà un po', si allenterà il controllo da parte di alcune squadre, e aumenteranno le chance per alcuni corridori.

Questo è il riassunto della fuga; ancor prima che la tappa partisse ufficialmente, per la verità, era già successo qualcosa: e cioè che nel tratto di trasferimento dalla partenza ufficiosa al km 0, Alberto Contador e Robert Gesink erano caduti. Senza danni, per fortuna (sarebbe stato davvero paradossale rimetterci la corsa per un capitombolo... fuori dalla corsa).

 

Fuga ripresa, sprint lanciato
La fuga dei 5 ha avuto un vantaggio massimo di 3'50" (al km 30). Più di questo, la Lotto Soudal non ha concesso ai battistrada; proprio questa squadra si è incaricata più di tutte le altre di tenere sotto controllo gli attaccanti, in assenza di una squadra della maglia gialla. Proprio così, in gruppo oggi non c'era una maglia gialla, perché colui che avrebbe dovuto portarla, Tony Martin, non è partito (come anche Greg Henderson) a causa della frattura alla clavicola patita nel finale di Le Havre; e Chris Froome, in segno di riguardo, non ha voluto indossare il simbolo del primato che gli sarebbe spettato di diritto (era il secondo della classifica dietro al Panzerwagen).

Ancor prima dei -30, Teklehaymanot ha mollato la compagnia degli altri fuggitivi ed è stato ripreso dal gruppo; ai -15 identica cosa hanno fatto Feillu e Durasek, e poco prima dei -10 sono stati ripresi anche Mate e Delaplace. A quel punto non restava che attendere lo sprint di Fougères.

 

Grande lotta fra treni prima dell'epilogo
Grande lo spettacolo dei treni che si fronteggiavano in quei 10 chilometri finali. Quelli dei velocisti fianco a fianco con quelli degli uomini di classifica... da sinistra a destra, la macchia degli Sky, quella dei BMC, quella dei Movistar, quella dei Tinkoff, quella dei Lotto, quella degli Ast... no, quella degli Astana non si vedeva, Nibali era un po' solitario, ma va bene lo stesso, oggi non ci sono stati problemi quindi guardiamo avanti anziché concentrarci su qualche sbavatura di troppo.

Ai -5 il proscenio se l'è preso la Giant, pronta a lanciare John Degenkolb, poi - dopo un breve interregno dei FDJ - son tornati a guidare i Lotto, ai 1500 metri; intanto da destra emergevano forte i Katusha, che si sono presentati in forze al rettilineo conclusivo, ma i loro meccanismi non sono andati granché bene: Marco Haller, lanciatissimo, non si decideva a spostarsi... ora si sposta, ora si sposta, macché... così Jacopo Guarnieri, l'apripista di Alexander Kristoff, si è ritrovato suo malgrado, sulla leggera semicurva a destra, a fungere più che altro da tappo per il suo capitano, il quale solo all'ultimo momento ha trovato lo spazio per uscire: ma era ormai troppo tardi.

 

Cavendish, la vittoria tanto attesa

Era ormai troppo tardi perché André Greipel non aveva certo aspettato che quelli di casa Katusha ritrovassero il bandolo della matassa, ed era partito al centro della strada. Dietro di lui è però sbucato come un proiettile (il solito Cannonball dei bei tempi, insomma) proprio Cavendish, che è stato bravissimo a infilarsi tra il tedesco e il lato destro, dove stava uscendo finalmente Kristoff. Sul lato sinistro invece Peter Sagan faceva volata a sé, andando a cercare l'ennesimo piazzamento.

Cavendish ha superato Greipel ai 50 metri, forse meno, e forse anche guadagnando qualche centimetro per aver scelto la via più interna rispetto al fin qui invitto Gorillone. Fatto sta che Mark l'ha vinta con gran merito e gioia (c'era la sua bimba Delilah ad attenderlo al traguardo), questa volata in cui l'apripista Mark Renshaw gli ha dato una mano ma non troppo (il torello della Etixx se l'è abbastanza sbrigata da sé, nell'ultimo mezzo chilometro).

Greipel, dopo due vittorie, può ben accontentarsi della piazza d'onore (tantopiù che resta leader della classifica a punti); Sagan, costante come non mai, porta a casa il terzo posto, davanti a Degenkolb e Kristoff. A seguire, si son piazzati nei 10 Arnaud Démare, la coppia MTN Tyler Farrar-Reinardt Janse Van Rensburg, Davide Cimolai (nono e ancora una volta migliore degli italiani) e Sam Bennett.

 

La classifica in attesa di Mûr-de-Bretagne
In classifica Chris Froome è dunque primo, stavolta senza crisi di coscienza per le altrui cadute; lo inseguono Sagan a 11" (di abbuono in abbuono lo slovacco andrà a lambire la maglia gialla... domani ha l'ultima chance per prenderla, ma dovrà fare un capolavoro), Tejay Van Garderen a 13", Tony Gallopin a 26", Greg Van Avermaet a 28", Rigoberto Urán a 34", Alberto Contador a 36", Zdenek Stybar a 52", Geraint Thomas a 1'03", Warren Barguil a 1'07", Bauke Mollema a 1'32" e, dodicesimo, Vincenzo Nibali a 1'38".

Domani la generale subirà un nuovo assestamento, perché alla fine dell'ottava tappa vedremo diversi uomini di classifica battagliare se non per il successo, per guadagnare qualche secondo: si arriva a Mûr-de-Bretagne, al termine di una frazione (partenza da Rennes) di 181.5 km; sarà un arrivo in salita in sedicesimo, aperto anche a uomini da classiche vallonate, ma sul quale i big non tireranno indietro la gamba (a patto di averla!). Nulla di decisivo, sia chiaro, ma qualcosa di indicativo, a tre giorni dai Pirenei, quello sì.

Marco Grassi

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