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Giro Rosa 2015: Ferrand-Prévot, una piccola rinascita - Pauline attacca con Francesca Cauz e vince all'Aprica. Megan Guarnier resta in rosa

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Ad Aprica, nella quinta tappa del 26° Giro Rosa, s'impone Pauline Ferrand-Prévot © Ufficio stampa Giro Rosa

Si parte, si sale! Non troppo, per la verità, ma l'Aprica non è certo una località in riva al mare. Certo, se una tappa arriva là, con la sola salita da Edolo, il tutto diventa molto più semplice (avercelo, un Mortirolo prima...), i distacchi minimi, la volata meno ristretta di quello che si potrebbe pensare. Vince e risorge, dopo i primi giorni tribolati, Pauline Ferrand-Prévot. La francesina della Rabo Liv, lo scorso anno seconda (ma a Ponferrada s'è presa la maglia iridata), ha agito negli ultimi chilometri, anticipando di pochi secondi il gruppo. Vince con l'iride al Giro Rosa, l'ultima a riuscirci era stata Marianne Vos lo scorso anno.

Partenza in sordina, per Popo, che già era reduce da un'infiammazione lombare e nella tappa di San Fior aveva lasciato per strada quasi due minuti (1'47"): e così in classifica stamane si ritrovava appena 16esima, con 1'59" da recuperare ad una solida Megan Guarnier. Oggi di certo non ha ribaltato il Giro Rosa, la Ferrand-Prévot, ma ha fatto capire che la forma sta tornando, la gamba c'è e per le tappe più dure, quelle finali, la si dovrà tenere in considerazione.

Una vittoria da finisseur, di rapina, con lo scatto ai 500 metri che ha fatto male a tutte, Francesca Cauz in primis. Era andata via con Francesca Cauz, l'iridata, che poi s'è liberata della giovane portacolori della Alé-Cipollini-Galassia. Un solo secondo a separare Pauline Ferrand-Prévot da un gruppo forte di 38 unità, ma tanto basta alla remoise per esultare di gusto.

 

All'Aprica si attendono le ragazze di classifica
Siamo a metà del cammino, con la quinta tappa del 26° Giro Rosa che abbandona la pianura per spostarsi verso nord, verso le Alpi. L'arrivo in salita dell'Aprica non è per nulla classificabile tra i più ardui (è infatti un seconda categoria), né è preceduto da asperità difficili da sormontare: tutto si decide tra Edolo, dove l'ascesa vera e propria ha inizio, ed il traguardo. Nel complesso sono 16 chilometri su 128 km totali della tappa. Il via alle 12:15 da Trezzo sull'Adda, risalendo la Valcamonica e deviando verso i 1181 metri dell'Aprica dopo Edolo.

 

Elena Cecchini tra le cadute nel tratto di trasferimento
La partenza non è delle più felici, visto che una caduta coinvolge diverse ragazze nella zona di avvicinamento al chilometro zero: tra coloro che finiscono a terra anche la tricolore Elena Cecchini, terza nelle ultime due frazioni. Si attende una mezz'ora, il tempo per far rientrare chi è finita a terra (la Cecchini ha picchiato il mento; le applicheranno dei punti alla ferita, rientrerà), e si prende il via. Non è caldo come nei giorni scorni scorsi ma l'andatura nei primi chilometri è sempre elevatissima.

 

Partenza veloce, Roy e Daams davanti
Scatti e controscatti, ma ci vogliono 40 km perché se ne va da sola l'australiana dell'Orica-AIS Sarah Roy. La belga Jessie Daams (Lotto-Soudal) prova a riprendere la fuggitiva e si porta a 19" da lei, con il gruppo che viaggia a 35". Lo sforzo della Daams è inutile e dopo un'ora di corsa la velocità è di 44.8 km/h. Anche Sarah Roy viene raggiunta dal gruppo ed al traguardo volante piazzato a Costa Volpino, dopo 63 km di gara, la gioventù si fa largo.

 

Claudia Cretti al TV, Guarnier rosicchia 1"
È infatti la classe '96 Claudia Cretti (INPA-Bianchi-Giusfredi), al primo anno da Élite, a precedere Ilaria Sanguineti (BePink-LaClassica), che ha due anni più di lei e già ieri s'è affacciata al quinto posto. La Cretti è l'atleta più giovane in corsa, con i suoi 19 anni (la più giovane in assoluto era Vittoria Reati, della Michela Fanini Rox, ma s'è ritirata ieri). Non è però un caso che sia stata proprio lei a sprintare con tale impeto lì: la bergamasca, infatti, a Costa Volpino ha proprio la sua residenza e quindi quale occasione migliore per togliersi una piccola ma indimenticabile soddisfazione? Terza al traguardo volante la maglia rosa Megan Guarnier, che pesca così un secondo d'abbuono.

 

Tutto da rifare e fuga a 17, ma il gruppo tiene
Dopo il traguardo volante il gruppo è compatto ma la situazione non dura molto, visto che prendono il largo nove altete: Roxane Knetemann (Rabo Liv), Giorgia Bronzini (Wiggle-Honda), Lizzie Williams (Orica-AIS), Katarzyna Pawlowska (Boels-Dolmans), Uenia Fernandes (Alé-Cipollini-Galassia), Floortje Mackaij (Liv Plantur), Jessie Daams (Lotto-Soudal), Silvia Valsecchi (BePink-LaClassica), Rossella Ratto ed Anna Trevisi (INPA-BIanchi-Giusfredi). A loro si uniscono successivamente Malgorzata Jasinska (Alé-Cipollini-Galassia), Claudia Häusler-Lichtenberg (Liv Plantur), Tetyana Riabchenko (INPA-Bianchi-Giusfredi), Tayler Wiles (Velocio-SRAM), Chantal Blaak (Boels-Dolmans), Amanda Spratt (Orica-AIS) ed Anouska Koster (Rabo Liv). Le 17 guidano con 1'44" sul plotone della maglia rosa.

 

Tetyana Riabchenko prova l'azione solitaria
Tetyana Riabchenko, ucraina che in salita va più che discretamente, allunga sulle altre e si porta da sola al comando, mettendo tra sé ed il gruppettino 25"; con 15 km ancora da percorrere si può fare? Difficile. Più indietro il plotone della maglia rosa insegue determinato. La Riabchenko è sulle prime, dure rampe che da Edolo conducono all'Aprica: l'ucraina dell'INPA-Bianchi-Giusfredi deve ora gestire solamente 17" sul gruppo, mentre Claudia Häusler-Lichtenberg prova ad uscire, anche lei da sola. Il gruppo però nulla concede e riprende sia la bavarese, in un primo momento, che la Riabchenko, ritornando compatto ai -7. Impressionante per chi è abituato a vedere le tappe dell'Aprica nel Giro d'Italia maschile, notare quanto sia folto il gruppo, quanto probabile un volatone.

 

Gruppo di 40 unità, ai -4 allungano Ferrand-Prévot e Cauz
C'è però chi vuole scongiurare quest'ipotesi, come Katrin Garfoot (Orica-AIS) ed Anouska Koster (Rabo Liv). Allungano ai -5, con la giapponese della Wiggle-Honda Mayuko Hagiwara che le raggiunge, dimostrando che un giorno non troppo lontano vincerà una tappa al Giro Rosa. Non si scappa ed ai -4 siamo daccapo, con il plotone bello compatto. È proprio ai 4000 metri che Pauline Ferrand-Prévot parte decisa ed alla sua ruota si piazza Francesca Cauz. Dopo il bell'exploit del Giro 2013 (stupì davvero tra il Beigua e San Domenico di Varzo) ed un 2014 letteralmente da dimenticare, la classe '92 di San Fior è passata dalla Top Girls alla Alé-Cipollini-Galassia. Sotto la guida di Fortunato Lacquaniti e Fabiana Luperini si sta ritrovando, e la risposta di oggi alla Ferrand-Prévot ne è la prova tangibile. La frega il cambio dato alla francese proprio ai 500 metri: lì parte la Campionessa del Mondo e la Cauz non trova la forza di seguirla. «Mi ha preso di sorpresa», ammette a fine gara.

 

Pauline Ferrand-Prévot riassapora la vittoria
L'iridata quindi se ne va, ottenendo una vittoria preziosissima più per il morale che per la classifica. Dietro il gruppo l'insegue ma lei, tenendo sempre 5" di vantaggio, chiude con il vantaggio sufficiente, seppur minimo, per alzare le braccia al cielo. A proposito di stagioni e stagioni, Pauline quest'anno su strada non ha brillato: colpa di quell'infiammazione lombare che si porta dietro dallo scorso anno eppure, risultati alla mano, nella casella delle vittorie del 2015 entra solamente il Campionato francese in linea (stradominato), per il resto molti piazzamenti. Oggi è appena la seconda vittoria su strada e giunge a fagiolo per rilanciare alle stelle il suo morale, anche se per la classifica la Rabo Liv punta su Anna Van der Breggen, decisamente più solida.

 

Gruppo regolato da Guarnier e Van der Breggen
È proprio l'olandese che trova il podio di giornata, arrendendosi solo alla maglia rosa, Megan Guarnier. La statunitense della Boels-Dolmans regola il gruppo di ben 38 unità che chiude a 1" dalla Ferrand-Prévot. Guarnier che consolida la maglia rosa, acchiappando 6" d'abbuono (a cui va aggiunto un altro secondo rimediato al traguardo volante), mentre la sopra citata Anna Van der Breggen, terza, usufruisce di 4" d'abbuono. Ai piedi del podio di tappa Kasia Niewiadoma, polacca della Rabo Liv che scalpita in attesa delle grandi montagne (non troppe, a dire il vero: solo San Domenico le si addice). Dietro a Kasia c'è la sempre più convincente Ashleigh Moolman, poi Alena Amialiusik, Lucinda Brand, Sabrina Stultiens, Thalita De Jong e Flavia Oliveira. Sono quattro le olandesi in top ten e cinque la Rabo Liv, tanto per gradire.

 

Maglia rosa che resta saldamente a Megan Guarnier
La classifica generale non subisce grandissime variazioni, con Megan Guarnier che dimostra giorno dopo giorno che quella maglia rosa se la merita proprio: ha cercato l'abbuono al traguardo volante, ha guadagnato altri secondi sulla pericolosa Van der Breggen all'Aprica, sempre grazie al gioco degli abbuoni. È veloce, la statunitense della Boels-Dolmans, ed a crono si difende. A questo punto il vero ostacolo per la conquista - a sorpresa, va detto - del Giro Rosa, sono le salite delle prossime tappe e le avversarie, anzitutto le Rabo Liv. A 5" dalla classe '85 di Glens Falls c'è appunto Anna Van der Breggen, poi Ashleigh Moolman a 12", Lucinda Brand a 19", Elisa Longo Borghini a 20". A 22" troviamo Evelyn Stevens, con Kasia Niewiadoma a 24", Karol-Ann Canuel a 31", Mara Abbott a 44" ed Elena Cecchini a 46".

Nella classifica dei Gpm comanda sempre Carlee Taylor, così come si conferma Lucinda Brand nella graduatoria a punti. La miglior giovane è sempre Kasia Niewiadoma e la maglia azzurra che contraddistingue la meglio piazzata delle italiane è di Elisa Longo Borghini.

 

Domani tappa tutta da decifrare, 102 km da Tresivio a Morbegno, tutti in Valtellina. Subito salita a Teglio (e a freddo), poi altre due ascese, l'una appena fuori Sondrio, l'altra a Civo, con tanto di discesa tecnica. L'ultimo chilometro tira leggermente all'insù e dopo tante fatiche si farà sicuramente sentire. Sarà fuga oppure il gruppo esploderà sotto il ritmo delle Rabo girls? Cinquanta e cinquanta: ma se si farà un bel forcing già salendo verso Teglio, converrà chiedere anche l'aiuto del pubblico.

Francesco Sulas

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