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Tour de France 2015: Froome respinge gli assalti frontali - Nibali ci prova, ma Chris esce benissimo dal pavé. Contador e Quintana si salvano, Pinot paga dazio

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Chris Froome reagisce bene agli attacchi di Vincenzo Nibali © Bettiniphoto

Bizzarro pensare che alcune delle tappe pianeggianti del recente Giro d'Italia (vedi Forlì e Jesolo) abbiano provocato più conseguenze per la classifica generale rispetto ad una tappa con sette settori in pavé. Impossibile immaginare alla vigilia che la situazione emersa ieri sul Muro di Huy restasse cristallizzata anche oggi. Eppure, la realtà è ben diversa da quella che tutti, che fossero corridori o direttori sportivi, giornalisti o tifosi, immaginavano per "merito" dell'elemento chiave della giornata odierna: i tratti in pavé erano decisamente poco adatti a scavare solchi fra gli uomini, diversamente da quanto avvenuto 365 giorni fa. Vedere resistere in maniera abbastanza agevole pesi piuma come Nairo Quintana e Joaquim Rodríguez ha ben simboleggiato quanto è successo.

 

Froome, mai perdita di maglia fu ben accetta
Chi può tirare un grosso sospiro di sollievo dopo la tappa di oggi è anche colui che ha perso la leadership della classifica; strano il ciclismo, no? Eppure Chris Froome è senza dubbio uno fra coloro che guadagnano maggiormente dalla giornata oggi: perdere secondi, financo un minutino da Nibali era considerato accettabile in casa Sky. Mantenere inalterato il vantaggio sul siciliano (e su Contador, Quintana e compagnia cantante) è una gran spinta per il vincitore del Tour 2013. Pur sgraziato in sella (non che sia una novità...) Froome ha affrontato con il giusto cipiglio i sette tratti di pietre, riuscendo a districarsi in maniera efficace e dimostrandosi molto attento nell'ultimo settore, ricucendo il pericoloso allungo del gruppetto davanti a sé. L'unico momento di preoccupazione è arrivato sull'asfalto quando il britannico ha voluto sopravanzare in maniera azzardata prima Jacopo Guarnieri, rischiando di finire a terra, e poi Joaquim Rodríguez, tagliando la strada allo scalatore catalano. Supportato ottimamente da Geraint Thomas e da un convincente Nicolas Roche (sono mancati invece Luke Rowe e Ian Stannard), Froome e con lui il Team Sky possono guardare con fiducia alle prossime frazioni, puntando a mantenere un vantaggio cospicuo prima delle montagne.

 

Contador, una giornata tranquilla
Dopo la brutta impressione che aveva lasciato sul Muro di Huy, incapace di tenere il ritmo di Froome andando anzi in crisi, Alberto Contador si rifà sul pavé; là dove l'anno scorso pagò ben 2'35" da Nibali (ma con altro meteo e con altro pavé), il madrileno si difende supportato da un'ottima Tinkoff, con il solito Daniele Bennati, il completo Roman Kreuziger e un generoso Peter Sagan come valido supporto. Non mostra di essere a suo agio come Froome ma riesce comunque a restare in buona posizione lungo tutti e sette i settori di giornata. E questo nonostante negli ultimi 25 km abbia dovuto pedalare con la ruota posteriore a rischio foratura, lo spagnolo non si è fatto prendere dalla tensione ma ha gestito bene la situazione. Sono trentasei i secondi che ora lo distanziano da Froome, tutto sommato un ritardo ritenuto accettabile a bocce ferme. Dalla seconda settimana arrivano le tappe in cui può dar sfogo alle sue azioni, con l'obbligo di provare a mandare in crisi l'ordinario piano di gara solitamente proprio del Team Sky.

 

Quintana, la solita calma al potere
Fra i quattro principali contendenti della vigilia era sicuramente quello ritenuto più a rischio per la frazione odierna, anche in considerazione delle caratteristiche fisiche di scalatore puro. Aiutato dalla facilità della tappa, Nairo Quintana ha saputo restare (quasi) sempre senza affanno nel gruppo di testa; vedere il colombiano pedalare al fianco di professionisti del pavé come Degenkolb, Sagan e Van Avermaet ben simboleggia quanto la tappa odierna ha mandato in scena (o meglio, quanto non ha mandato in scena). Con Alejandro Valverde più interessato a sé stesso, il solo Nicolas Castroviejo ha provato ad aiutare l'amico e capitano: la Movistar era infatti la formazione più debole per la tappa di Cambrai e, pur portando meno uomini nel grouppo rispetto alle rivali, ha comunque svolto il proprio compito. Nella cronosquadre la squadra di Unzué vanta una buona tradizione ma oggi deve fare i conti con i problemi di Alex Dowsett, preziosissimo vagoncino nelle prove contro il tempo. Poi libertà di inventare sulle montagne, per recuperare il distacco, oggi di 1'56" e chissà quale nei prossimi giorni.

 

Gli altri: bravi Tj e Purito, sorpresa Barguil, disastro Pinot
A soli 13" da Froome, Tejay van Garderen è l'uomo di classifica meglio posizionato alle spalle del britannico. Lo statunitense del BMC Racing Team è attorniato finora da una formazione perfetta, con gli italiani Daniel Oss e Manuel Quinziato bravissimi a portarlo fuori dai pericoli. Per una volta lo yankee pare essere al top in carriera e, contemporaneamente, senza intoppi sul groppone. A quasi ventisette anni sarebbe giunta l'ora di fare quel definitivo salto di qualità, iniziando a sognare il podio. Buona giornata anche per Rigoberto Urán: venuto al Tour senza squilli di tromba dopo il pessimo Giro, il colombiano è ora a 34" da Froome e ha dalla sua uno squadrone in cui anche un campione del mondo come Michal Kwiatkowski si sacrifica come se fosse l'ultimo arrivato. Da seguire l'evoluzione del sornione capitano della Etixx-Quick Step.

Oggi bene anche Bauke Mollema, bravo a tenersi fuori dai guai (per uno dal suo passato, una notizia) e abile a stare nel primo gruppo nonostante la pesantissima assenza di Fabian Cancellara: la mancanza dello svizzero si noterà probabilmente nella cronometro a squadre, ma Mollema può comunque essere soddisfatto di questi quattro giorni. Il suo ex compagno di squadra Robert Gesink può fare un discorso simile parzialmente: bravo lui a restare a galla sulle pietre ma, per sua sfortuna, la sorte ha preso di mira la sua Lotto.Nl-Jumbo. Con Wilco Kelderman e Laurens Ten Dam pesantemente condizionati dalla caduta di ieri e già fuori dai giochi di classifica, oggi è stato Sep Vanmarcke lo sventurato di giornata, con due forature che lo hanno costretto ad abbandonare i sogni di vittoria di tappa.

Sul pavé se l'è cavata alla grande anche Joaquim Rodríguez nonostante non abbia potuto contare su un portento del pavé come Alexander Kristoff, attardato a causa di una foratura. Il vincitore di ieri ha potuto fare affidamento sul bravo Jacopo Guarnieri (poi capace di piazzarsi settimo) e sul connazionale Alberto Losada. Buona giornata quindi, anche se per il catalano il podio di Parigi sembra sempre decisamente lontano. Situazione simile per Andrew Talansky, anch'egli stranamente (ce lo perdoneranno i suoi tifosi) mai caduto sinora a differenza del compagno di squadra Daniel Martin: per l'irlandese scivolata poco prima del secondo settore e bandiera bianca alzata dopo i 5'37" accumulati oggi. Tornando al simpatico Talansky, è di 2'39" il suo ritardo ma l'obiettivo top 10 finale è ampiamente alla portata. Staccato, sofferente ma bravo a contenere i danni è Rui Costa: il portoghese della Lampre-Merida paga 51" ma, dopo quanto accaduto ieri, è comunque un risultato da non disprezzare. Tra i delusi c'è invece Simon Yates: il talento dell'Orica GreenEDGE sprofonda sulle pietre, perdendo 5'56" e uscendo definitivamente di classifica. Stesso discorso per Haimar Zubeldia (5'37" il ritardo odierno) e Louis Meintjes, addirittura arrivato dopo 16'53".

Per la Francia è stata una giornata contrastante: bene il polivalente Tony Gallopin (sempre quarto in classifica), sorprendente il peso piuma (60 kg) e debuttante sul pavé Warren Barguil, bene anche il duo AG2R La Mondiale formato da Romain Bardet e Jean-Christophe Péraud (anche se quest'ultimo con qualche patema di troppo), disastro invece per Thibaut Pinot. Il beniamino dei padroni di casa è letteralmente crollato di testa quando, nel penultimo settore, un problema alla batteria del deragliatore lo ha attardato. Ma qui il capitano della FDJ è andato in tilt prendendosela prima con il proprio meccanico e poi rifiutando la bici di Matthieu Ladagnous, preferendo aspettare l'ammiraglia a bordo strada. La rincorsa successiva è stata vana e, dopo i 3'23" patiti oggi, il ritardo è pari a ben 6'18" da Froome. Addio sogni di podio, addio sogni di maglia bianca (crollo di Quintana e Bardet permettendo) e cambio di obiettivi in favore di un successo di tappa. Fra i transalpini male anche Pierre Rolland, giunto nel medesimo gruppo di Pinot e ora a 10'02" da Froome. Obiettivo maglia a pois per l'attaccante dell'Europcar.

Alberto Vigonesi

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