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Valverde, Terpstra, Sagan e tutti gli altri - Accanto ai "soliti noti", molte sorprese, da Tronet in Francia a Buchmann in Germania a Van Hecke in Belgio

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Valverde esulta per il nuovo titolo spagnolo © Bettiniphoto

 

Il quarto finesettimana di giugno è un classico appuntamento dedicato ai campionati nazionali di mezzo mondo. I rimanenti, dall'Australia alla Colombia, dagli Stati Uniti al Sudafrica solo per citare le principali eccezioni, possono vantare i propri esponenti più rappresentativi dalla primavera o dall'inverno. Per rimembrare anche le loro gesta citiamo Heinrich Haussler per gli aussie, Robinson Chalapud per gli escarabajos, Matthew Busche tra gli yankee e Jacques Janse van Rensburg tra gli springboks. Per essere più ecumenici possibili meritano un ricordo anche Joseph Cooper vincitore in gennaio in Nuova Zelanda, Daniel Juarez in aprile in Argentina e Behnam Maleki in maggio in Iran.

 

Un sabato italiano con Nibali. Canada, festa per Boivin
L'unica prova di un certo lignaggio disputatasi sabato 27 è quella italiana: nell'ormai consueto scenario prefestivo si è quindi gareggiato tra Legnano e Superga, con le due ascese conclusive sul colle torinese a completare i 219 km in programma. La decisione di partire dal comune lombardo invece del classico circuito chiuso ha fatto arrabbiare diversi ciclisti, alcuni dei quali hanno preferito saltare a piè pari l'evento. 108 sono stati i partenti, un numero non eccezionale ma comunque superiore rispetto ad altre annate. In un panorama simile non poche erano le possibilità di bis per il vincitore dell'edizione 2014 in Val di Non, ovvero sia Vincenzo Nibali. E così è avvenuto, con il siciliano dell'Astana autentico mattatore su e giù per le strade del colle torinese. Alle sue spalle un bravissimo Francesco Reda, splendido protagonista di un 2015 da incorniciare per il piccolo Team Idea, e a Diego Ulissi, che può chiudere tre mesi intensi con un sorriso. Rispetto a dodici mesi fa Nibali pare avvicinarsi all'appuntamento del Tour con ancora più morale e convinzione dei propri mezzi. E non solo perché ad Utrecht avrà il dorsale numero 1.

Oltre a quella italiana sono state solamente tre le rimanenti prove in linea: in Canada ha avuto la meglio l'ex Cannondale Guillaume Boivin che, sul circuito di Saint Georges, ha regolato un gruppetto di quattordici elementi precedendo il compagno di squadra alla Optum p/b Kelly Benefit Strategies Ryan Anderson. Per il ventiseienne Boivin si tratta della seconda vittoria dopo quella del 2009 quando, da dilettante, sorprese la concorrenza. In Ungheria la corsa di Debrecen si è risolta in uno sprint a due, con il ventiseienne Istvan Molnar a precedere il più noto Peter Kusztor (Amplatz-BMC), mentre terzo è Csaba Palyi. In Israele si è invece assistito ad un finale fantozziano: Guy Gabay, ventunenne corridore del Cycling Academy Team, è convinto di aver vinto la gara di Beit Govrin. Ma solleva le mani dal manubrio troppo presto, permettendo a Guy Sagiv di tagliare per primo il traguardo.

 

Belgio, Francia e Germania, le sorprese che non ti aspetti
Come spesso avviene in Belgio lo svolgimento della prova nazionale in linea è assai imprevedibile; anche nel 2015 si è confermata la regola a Teruvren, in una giornata che prevedeva ben 252 km da affrontare. A vincere non è un corridore della Lotto Soudal né tantomeno della Etixx-Quick Step: festeggia, come avvenuto alla prestigiosa Dwars door Vlaanderen, la Topsport-Vlanderen Baloise per merito di Preben Van Hecke. Il classe 1982 si è involato assieme alla coppia Lotto Soudal formata da Jürgen Roelandts e Tosh Van der Sande quando mancavano circa 70 km all'arrivo; i soli Roelandts e Van Hecke hanno continuato nell'incedere nonostante un tentativo di rientro in extremis di Greg Van Avermaet e si sono giocati allo sprint il successo. L'esperto Van Hecke ha così dato alla formazione Professional la vittoria più importante del sodalizio, in una stagione foriera di grandi risultati.

Tra due ali di folla si è corso in Francia a Chantonnay, piccolo comune della Vandea, con il pubblico tutto schierato per l'idolo di casa Thomas Voeckler. Nonostante una prova al solito generosissima il fu T-Blanc si è dovuto accontentare del sesto posto in una corsa ordinaria per 247 km ma imprevedibile negli ultimi 400 metri. Succede che nel gruppetto di una quindicina di nomi che si gioca la vittoria la Cofidis è presente in massa, pronta ad aiutare l'indiscusso leader Nacer Bouhanni. E il velocista parigino viene portato nella miglior posizione possibile per la volata se non che sulla sua strada si para l'ex compagno di squadra alla FDJ Anthony Roux che, deviando, lo fa cadere a terra provocandogli contusioni alle costole (creando quindi dubbi sulla sua presenza al Tour). Nel successivo sconquasso si avvantaggiano il già citato Roux e Steven Tronet, ventottenne velocista dell'Auber 93. I due iniziano il loro sprint e a vincere è il meno conosciuto Tronet, che coglie il suo quarto successo stagionale tra l'incredulità generale. Roux, secondo viene squalificato, lasciando lo spazio sul podio a Tony Gallopin e a Sylvain Chavanel. Per la piccola Auber 93 (che nello scorso autunno era a rischio chiusura causa dipartita dello sponsor Big Mat) è il più grande successo della storia. Mentre, di conseguenza, il Tour non potrà ospitare in carovana il vincitore della maglia tricolore per la prima volta dal 2009 quando Dimitri Champion vinse a Saint Brieuc con la maglia della Bretagne-Schuller.

Anche in Germania si registra un inaspettato vincitore: se negli ultimi due anni ad indossare la maglia fu André Greipel quest'anno l'onore tocca al meno conosciuto Emanuel Buchmann. Costui è uno scalatore ventiduenne al primo anno con la Bora-Argon 18 dopo due stagioni trascorse con la Rad-Net Rose. Il promettente teutonico ha attaccato quando mancavano circa 2 km dei 204.8 in programma a Bensheim ed ha saputo difendersi dal rientro di Nikias Arndt. Il velocista del Team Giant-Alpecin può solo accontentarsi della piazza d'onore mentre terzo è l'esperto Marcus Burghardt del BMC Racing Team. Per Buchmann, previsto al via del Tour de France già dalla scorsa settimana, si tratta solamente della seconda vittoria in carriera, dopo quella conquistata un anno fa in Repubblica Ceca all'Okolo Jiznich Cech.

 

Gran Bretagna, Paesi Bassi e Spagna, pronostici rispettati
Per chiudere un mese di giugno che si era aperto con la fantastica azione da finisseur nella prima tappa del Critérium du Dauphiné, Peter Kennaugh ha pensato bene di riconfermarsi campione nazionale. In Gran Bretagna si è corso a Lincoln, nelle West Midlands, con l'ovvia preponderanza delle casacche nerazzurre del Team Sky. Nel percorso selettivo e nervoso se ne vanno via in quattro, con il terzetto formato da Luke Rowe, Ian Stannard e dal già citato Kennaugh per la squadra britannica, e da Mark Cavendish in versione isolato per la Etixx-Quick Step. Quella del formidabile velocista è stata una delle migliori esibizioni della carriera, dato che ha saputo tenere il ritmo di Kennaugh sino all'erta finale quando il suo concittadino (sono entrambi di Douglas, capoluogo dell'Isola di Man) lo ha tolto di ruota. Con Stannard terzo e Rowe quarto la Gran Bretagna può uscire soddisfatta in chiave Tour, con i propri rappresentanti che hanno mostrato di possedere un ottimo stato di forma.

Terza maglia tricolore per Niki Terpstra: il passista della Etixx-Quick Step torna a vincere ad Emmen il campionato olandese, ripetendo quanto accaduto nel 2010 e nel 2012. A differenza delle altre due edizioni il successo di domenica è arrivato in una volata a ranghi compatti, dove ha saputo brillantemente precedere sotto l'intensa pioggia sprinter puri come Ramon Sinkeldam, Danny Van Poppel, Dylan Groenewegen e Moreno Hofland. Per Terpstra, che per scelta tecnica non correrà la Grande Boucle.

Secondo successo invece per Alejandro Valverde: el embatido torna a vestirsi con la maglia giallorossa di campione spagnolo dopo quanto accaduto nel 2008. A Cáceres, in una giornata segnata dal gran caldo, il murciano del Movistar Team ha tagliato per primo il traguardo in una competizione aperta sia ai professionisti che agli élite senza contratto, in modo da rendere più corposo l'esiguo plotone che altrimenti vi avrebbe partecipato. Dietro al vincitore della Liegi 2015 ha concluso il sempre competitivo Carlos Barbero della Caja Rural mentre sull'ultimo gradino del podio sale un altro portacolori della formazione di Eusebio Unzué, vale a dire Jesús Herrada.

 

La situazione in Europa: ok EBH, Costa e Sagan, tanti colpi di scena
Poteva uno essere stato campione del mondo e non aver mai vinto il titolo nazionale? Fino a domenica questa era la descrizione di Rui Costa. In una nazione tradizionale sì ma di numeri ristretti come il Portogallo era bizzarro che un corridore dal suo talento fosse ancora a quota zero. A Braga il corridore della Lampre-Merida ha preceduto allo sprint Joni Brandão della Efapel e Tiago Machado del Team Katusha. Parlando di un altro paese tradizionale del pedale ma con numeri ancor più ridotti, in Lussemburgo dominio scontato per Bob Jungels: il giovane virgulto della Trek Factory Racing ha staccato di ben 1'24" Ben Gastauer dell'AG2R La Mondiale e di 4'29" Pit Schlechter del Leopard Development Team. In Irlanda vincitore poco conosciuto ma non a sopresa: è infatti il trentunenne Damien Shaw a conquistare ad Omagh il titolo, battendo di 1'02" il promettente diciottenne Edward Dunbar del NFTO e il gigantesco (204 cm) Conor Dunne dell'An Post-Chain Reaction.

La Svizzera sorride a Danilo Wyss: il ventinovenne del BMC Racing Team ha la meglio sui due compagni di fuga e portacolori dell'IAM Cycling Sébastien Reichenbach e Mathias Frank, con Fabian Cancellara costretto al quinto posto. In Austria gioia per Marco Haller: l'interessante corridore del Team Katusha stacca di 13" Matthias Krizer del Team Felbermayr-Simplon Wels e di 1'17" Daniel Schorn della Bora-Argon 18. Come d'abitudine, le due nazioni facenti parte fino al 1992 della Cecoslovacchia hanno organizzato un campionato congiunto, quest'anno in quel di Zilina: a vincere la gara assoluta e a laurearsi campione nazionale slovacco è stato il figlio più noto della località ospitante, ovvero sia Peter Sagan. Il corridore della Tinkoff-Saxo è salito sul podio assieme al fratellone Juraj e a Patrik Tybor della Kemo Dukla Trencin, distanti più di 1'. Nella parte relativa alla Repubblica Ceca alloro che va al promettente Petr Vakoc: in contumacia del compagno di squadra Zdenek Stybar (assente perché diventato papà da poche ore), il ventiduenne della Etixx-Quick Step distanzia di 11" Leopold König del Team Sky e di 1'08" Frantisek Sisr del Team Dukla Praha.

In Scandinavia si è assistito ad una gara molto avvincente in Norvegia: nel sito olimpico di Lillehammer a conquistare, dopo la prima volta del 2012, la maglia di campione nazionale è stato Edvald Boasson Hagen. Il ventottenne della MTN Qhubeka ha preceduto allo sprint due rappresentanti del Team Joker, ovvero sia Odd Christian Eiking (dal 2016 alla FDJ) e Vegard Stake Laengen. Fiato sospeso sino all'ultimo in Danimarca, con una la soprendente vittoria di Chris Anker Sørensen. Lo scalatore della Tinkoff-Saxo ha battuto allo sprint Martin Mortensen della Cult Energy mentre sul terzo gradino del podio sale Alexander Kamp (Team ColoQuick). In Svezia esulta Alexander Gingsjö: il trentatreenne del Team Tre Berg-Bianchi stacca di 37" Richard Larsen e di 45" il più noto Tobias Ludvigsson (Team Giant-Alpecin). In Finlandia il grande favorito Jussi Veikkanen (FDJ) è stato battuto di ben 4'21" dal dilettante Samuel Pökälä. Al terzo posto ha concluso il quasi quarantenne Matti Helminen.

Nella zona balcanica si apre con il paese più mitteleuropeo, ossia la Slovenia: a Mirna Pec primo titolo per Luka Pibernik della Lampre-Merida, che batte allo sprint l'esperto Kristjan Fajt (Adria Mobil) e distanzia di 3'15" Borut Bozic (Astana Pro Team). In Croazia vittoria per Kiserlovski, solo che non si tratta del più noto Robert ma del più anziano Emanuel, trentenne del Meridiana Kamen Team. Secondo a 15" Matija Kvasina (Team Felbermayr-Simplon Wels) mentre si è dovuto attendere ben 13' per il terzo arrivato, il ventottenne Bojan Gunjevic. In Serbia il nuovo campione nazionale è Ivan Stevic. L'esperto corridore della Nankang-Dynatek riesce a precedere il vincitore dell'ultima edizione Milos Borisavljevic (Roth-Skoda) e l'altro alfiere della formazione italo-serba Gabor Kasa. L'Albania sorride a Redi Halilaj: il corridore dell'Amore & Vita-Selle SMP batte Iltjan Nika (D'Amico-Bottecchia) e Eugert Zhupa (Southeast). In Macedonia sprint a tre che dà il successo a Stefan Petrovski su Nikola Djukic e Pedrag Dimevski.

Vincitore inatteso in Grecia: il favorito Ioannis Tamouridis (Synergy Baku Cycling Project) deve accontentarsi della piazza d'onore dietro al dilettante Polychrónis Tzotrzákis che lo ha battuto allo sprint. Terzo a 19" il ventenne Stelios Farantakis. Gioia anche per l'Androni-Sidermec grazie a Serghei Tvetcov: il classe 1988 vince il titolo in Romania precedendo di 10" Marius Petrache e di 1'31" Andrei Nechita (Tusnad Cycling Team). In Bulgaria conferma per Nikolay Mihaylov: il corridore della CCC Sprandi Polkowice rifila 42" a Stefan Hristov e 5'44" a Radoslav Konstantinov. In Georgia vince il più noto dei ciclisi caucasici ossia Giorgi Nareklishvili che regola di 46" Giorgi Suvadoglu e di 3'16" Besik Gavasheli.

Nell'Europa orientale la panoramica si apre con la Polonia: a Sobotka vittoria per Tomasz Marczynski, al terzo successo in linea dopo quelli ottenuti nel 2007 e nel 2011. Il trentunenne della Torku Sekerspor ha battuto Michal Golas (Etixx-Quick Step) e Pawel Bernas (ActiveJet Team). In Russia egemonia del Team Katusha, che vince a Saransk con Yuri Trofimov e occupa le piazze dal terzo al quinto posto con Segey Lagutin, Viacheslav Kuznetsov e Vladimir Isaichev. Secondo l'intruso Pavel Brutt, della Tinkoff-Saxo. Tripletta Kolss-BDC Team in Ucraina: Mykhailo Kononenko precede Denis Kostyuk e Oleksandr Polivoda. In Lituania sprint a cinque che vede uscire vincente Aidis Kruopis, un passato alla Orica e un presente alla An Post-Chain Reaction. Alle sue spalle Ramunas Navardauskas (Team Cannondale-Garmin) e Egidijus Juodvalkis (Colba-Superano Ham). In Estonia, dopo la conferma della maglia di campione nazionale a cronometro, Gert Jõeäär fa sua anche la prova in linea. Il passista della Cofidis, Solutions Crédits ha battuto allo sprint Rein Taaramäe (Astana Pro Team) e Endrik Puntso. In Lettonia torna a vincere il titolo di campione nazionale, dopo un anno di pausa, Aleksejs Saramotins. Il corridore dell'IAM Cycling, giunto alla settima vittoria nelle prove in linea (2005, 2006, 2007, 2010, 2012 e 2013 i precedenti trionfi) ha superato in volata la concorrenza della coppia della Rietumu-Delfin formata da Krists Neilands e da Andris Smirnovs.

Ultima, ma non per ordine di importanza, la Bielorussia: a Mozyr vittoria per Andrei Krasilnikau che batte allo sprint il compagno di squadra nonché capo al Team Minski Aliaksandr Kuchynski. Sul terzo gradino del podio ha concluso il giovane Ilia Koshevoy della Lampre-Merida. La parte più importante ai fini della cronaca di quanto successo nell'ex paese sovietivo è avvenuto dopo la linea del traguardo: un adirato Kuchynski ha sottratto a Krasilnikau la bicicletta e lo ha licenziato seduta stante. Una scena particolarmente incresciosa per una squadra dalle finalità molto interessanti (promuovere il ciclismo bielorusso).

 

Resto del mondo, dall'Asia alle Americhe con un po' d'Africa
In Kazakistan strada spianata per il Vino 4ever team: assenti i portacolori dell'Astana Pro Team la formazione che prende il nome dal kazako più famoso monopolizza il podio con Oleg Zemlyakov, giunto con 54" di margine su Dimitriy Lukyanov e Stefan Astafyev. In Giappone si è gareggiato sulla distanza di 240 km a Otawara. La vittoria è andata a sorpresa al ventiseienne Kazushige Kuboki (Team Ukyo) che ha prededuto di 5" il trentenne compagno di squadra Yusuke Hatanaka e di 6" il trentunenne ex Cannondale Nariyuki Masuda (Utsunomiya Blitzen). Ad Hong Kong ha la meglio Siu Wai Ko che batte i compagni di squadra dell'HKSI Pro Cycling Team Chun Leung e Burr Ho.

In Africa la nazione più importante ad aver corso è stata l'Eritrea: ad Asmara è Natnael Berhane a conquistare la prova. Lo scalatore della MTN Qhubeka ha la meglio sul ventiquattrenne Tesfom Okbamariam e sul ventenne Amanuel Gebrezgabihier. In Etiopia tris di fila per Tsgabu Grmay: il corridore della Lampre-Merida bissa anche il titolo a cronometro di venerdì. Battuti Getachew Sendeku e Tibebu Alemayehu. Nell'Africa centrale si è corso anche in Rwanda: vince Joseph Biziyaremye. Alle spalle del ventisettenne hanno concluso l'interessante diciottenne Joseph Aleuya e il più noto Adrien Niyonshuti (MTN Qhubeka). Anche nelle piccole isole Mauritius si è corso e Yoan Pirogue arriva da solo al traguardo, precedendo di 9" Philippe Colin e Jérémy Seeyave.

Per chiudere con le Americhe, in Venezuela si è assistito al successo del promettente Juan Murillo che ha distanziato di 9" l'ex Androni e Lampre Miguel Ubeto e Luis Enrique Díaz. In Brasile Everson Camilo ha preceduto allo sprint Jeovane Oliveira e José Eriberto Rodrigues. Messico che sorride a Ignacio Prado che batte di 3" Ignacio Sarabia (Inteja-MMR)e di 14" Luis Miguel Álvarez. In Costa Rica duello interno alla famiglia Villalobos, con Bryan a precedere Rodolfo mentre terzo a 35" ha chiuso Paulo Mudarra. Nella Repubblica Domenicana festa per Norlandy Tavera che precede il più noto Diego Milan (Inteja-MMR) e Wendy Ramón Cruz. Il Guatemala è di Manuel Rodas che distanzia di 3'24" Luis Danilo Marroquin e di 3'31" Julian Yac mentre El Salvador si gode Erick Herrera che sconfigge la concorrenza di Francisco De León e Cristian Ruiz. Per concludere, a Porto Rico festeggia Edgardo Richiez che supera Juan Martínez e Brian Babilonia.

Alberto Vigonesi

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