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Tour de Suisse 2015: Lutsenko iBerna Bakelants - Prova di forza del talentuoso kazako. Thomas attacca, domani crono decisiva

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Sul traguardo di Berna vittoria di Alexey Lutsenko © Bettiniphoto

Quando a 20 km da Berna, poco dopo la salitella di Liebewil, Alexey Lutsenko esce dal gruppo dei battistrada, in molti pensano che sia uno scatto buttato lì per tenere alta l'andatura. Solo contro diciotto uomini, il pur forte kazako dove vuole andare? È la mossa decisiva dell'ottava tappa del Tour de Suisse. Lutsenko, classe '92 di Petropavlovsk, ha un curriculum di tutto rispetto. Tra i dilettanti ha ottenuto numerose vittorie e la più pesante è senza dubbio quella al Mondiale di Valkenburg 2012, anche lì su un terreno che non dava troppa tregua. Proprio come quello della tappa odierna, un circuito tutto mangia e bevi da ripetere quattro volte. Il giovane kazako ha preso il largo, poi è stato raggiunto da Jan Bakelants.

La coppia ha trovato l'accordo per provare ad arrivare al traguardo, ma tirava solo uno: Lutsenko. Rilanci ad ogni curva, trenate senza fine: un corridore normale si sarebbe logorato in questo modo, mettendo su un piatto d'argento la vittoria al compagno di fuga, mai in testa. Non Lutsenko, che dopo esser stato affiancato da Bakelants ai 500 metri ha finalizzato la lunga e dispendiosa azione, vincendo in una volata a due praticamente inesistente. Azione di rara forza e bellezza.

Mentre Lutsenko poteva gioire per la prima vittoria nel World Tour e, più in generale, la prima che non fosse al Giro di Danimarca o al Tour of Almaty, il leader Thibaut Pinot pativa. Attaccato dal gallese Geraint Thomas (con Peter Sagan, Tom Dumoulin, Simon Spilak e Dani Moreno), secondo in classifica (già ieri gli aveva rosicchiato 5" a causa di un buco), il transalpino chiudeva con un ritardo minimo: 3". Considerando che a cronometro Thomas è decisamente più dotato di lui, domani quei 34" potrebbero non bastare per portare a casa il Tour de Suisse.

 

Tappa complicata, va via una fuga di 19
Tappa di media difficoltà, almeno sulla carta, quella di 152.5 km con partenza ed arrivo a Berna; attorno alla capitale elvetica salite e salitelle, per un circuito che promette spettacolo. Vanno via subito in dodici: Michal Kwiatkowski Matteo Trentin e Zdenek Stybar (Etixx-QuickStep), Danilo Wyss (BMC), Moreno Moser e Ben King (Cannondale-Garmin), Martin Elmiger (IAM Cycling), Fränk Schleck, Grégory Rast e Laurent Didier (Trek), Michael Albasini (Orica), Mike Teunissen (Lotto.NL-Jumbo). Prendono un vantaggio di 16" sul gruppo che però chiude prontamente: si ricomincia. Al km 27 parte Jan Bakelants, seguito da altri diciotto uomini: Stijn Devolder (Trek), Jonathan Fumeaux (IAM Cycling), Danilo Wyss (BMC), Daniele Bennati (Tinkoff-Saxo), Bert Lindeman (LottoNL-Jumbo), Marco Haller e Vyacheslav Kuznetsov (Katusha), Warren Barguil (Giant-Alpecin), Michael Albasini e Cameron Meyer (Orica), Winner Anacona (Movistar), Jürgen Roelandts (Lotto-Soudal), Matteo Trentin e Michal Kwiatkowski (Etixx-QuickStep), Alexey Lutsenko (Astana), Jan Bakelants e Sébastien Turgot (AG2R La Mondiale), Davide Rebellin (CCC Sprandi-Polkowice).

 

La Cannondale insegue, Fuglsang soffre e si ritira
Il gruppo dei battistrada collabora ed è difficile da controllare, visto l'alto numero di uomini: dopo 75 km di gara, quando ne mancano 77 al termine, il vantaggio è però solamente di 2'13" sul plotone del leader Pinot. Il vantaggio dei diciannove resta sempre sui due minuti e mezzo ma a 40 km dall'arrivo, quando si sta attraversando Berna, arriva un discreto colpo di scena: Jakob Fuglsang, stamane sesto in classifica generale a 1'22" da Thibaut Pinot, si stacca dal plotone. Il danese dell'Astana è assistito dal laziale Valerio Agnoli, che prova a riportarlo dentro, ma non riesce ad andare avanti. Gambe vuote, dopo la nottata trascorsa a vomitare e ritiro. Il gruppo all'uscita di Berna, quando mancano 35 km al termine, è tirato dalla Cannondale-Garmin e deve recuperare 1'38" ai diciannove battistrada. Ai -20 Sébastien Turgot si stacca dalla fuga, mentre è proprio dalla testa della corsa che ai -20 scatta il kazako dell'Astana Alexey Lutsenko. Sono iniziate le scaramucce.

 

Ai -20 scatta Lutsenko, raggiunto da Bakelants
Lutsenko resta al comando, provano a raggiungerlo ma è un allungo che fa male. Si staccano Marcato e Kwiatkowski, tra gli altri, con Bennati in sofferenza e costretto a tener duro. Il gruppo maglia gialla è a 2'09", praticamente tagliato fuori da ogni discorso per la vittoria di tappa. Ai -15 Jan Bakelants trova la forza per raggiungere Lutsenko e si forma una coppia che non ha troppo vantaggio sugli immediati inseguitori - solo 13" in principio - ma pare funzionare bene. In testa c'è sempre la casacca turchese di Lutsenko, con Bakelants a ruota, quasi al gancio. Il kazako non si risparmia ed è ipotizzabile un suo cedimento in dirittura d'arrivo: Bakelants infatti sfrutta il lavoro del classe '92 e sembra pronto ad attaccarlo. In realtà la forza di Lutsenko è enorme ed il belga della AG2R La Mondiale pensa solo a restargli a ruota.

 

Tira sempre il kazako, che s'impone nettamente
Nel finale, quando mancano 2500 metri al traguardo posto in Sempachstrasse, i sadici organizzatori hanno piazzato il Gpm di Aargauerstalden: si tratta di una stradina in pavé, dalle pendenze indubbiamente abbordabili, ma che dopo 150 km a tutta si fa sentire. Lutsenko, sempre con Bakelants a ruota, non perde troppo terreno nei confronti degli inseguitori. Dietro sono Marco Haller e Warren Barguil a guidare l'inseguimento, ma non ottengono nulla di che. Siamo all'ultimo chilometro. Bakelants affianca Lutsenko; l'espressione è sconsolata, come se il belga fosse dispiaciuto di non aver dato mezzo cambio al kazako. Semplicemente non ce la faceva. Liquidati i convenevoli, Alexey Lutsenko lancia la sua volata, Jan Bakelants non prova nemmeno a prendergli la ruota. Esulta, e ne ha ben donde, Lutsenko, con il belga che si piazza secondo: più di così oggi non poteva fare.

 

Nella top ten anche Bennati e Trentin
Al terzo posto, con un distacco di 17" da Lutsenko, si piazza Warren Barguil, che fa un bel balzo in avanti nella classifica, passando dal 19° posto di stamane al 10° attuale. Quarto Marco Haller a 22". L'austriaco della Katusha regola nella volata per i piazzamenti di rincalzo Daniele Bennati, Michael Albasini, Matteo Trentin, Danilo Wyss, Winner Anacona e Stijn Devolder. A seguire gli altri fuggitivi, staccatisi tra una salitella e l'altra.

 

In gruppo Thomas attacca, Pinot perde terreno
Mentre davanti Lutsenko dava una notevole prova di forza, il gruppo maglia gialla scoppiava a causa del forcin operato da Geraint Thomas. Il gallese della Sky, stamane secondo a 37" da Thibaut Pinot, allungava insieme a Peter Sagan, Tom Dumoulin, Simon Spilak e Dani Moreno: avrebbero tagliato il traguardo a 2'111" da Lutsenko, mentre Thibaut Pinot era indietro di 3". Pochi o tanti, dipende dai punti di vista.

 

Ora solo 34" separano il francese dallo Sky
La nuova classifica generale vede perciò sempre Thibaut Pinot in giallo, ma con Geraint Thomas a 34" e Simon Spilak, terzo a 47", che scalza Domenico Pozzovivo dal terzo posto. Il lucano dell'AG2R La Mondiale è quarto a 50", seguito da Miguel Ángel López (dopo l'abbandono di Fuglsang è rimasto l'unico uomo da classifica dell'Astana) a 1'14", Tom Dumoulin a 1'24", Steve Morabito a 2'29", Sébastien Reichenbach a 2'43", Sergio henao a 2'46" e Warren Barguil a 2'51".

 

Domani la crono deciderà la classifica finale
Domani ultimo atto del 79° Tour de Suisse, una crono di 38.4 km sulle stesse strade della frazione odierna. Prova contro il tempo tutta bernese che sarà contesa tra Fabian Cancellara, Adriano Malori e sicuramente Tom Dumoulin. Il Campione olandese di specialità ha già battuto Cancellara nel prologo e sarà spinto da motivazioni speciali: recuperare 1'24" a Thibaut Pinot, senza che Simon Spilak o Geraint Thomas gli finiscano davanti. In casa Giant-Alpecin credono ancora alla conquista della breve gara a tappe elvetica, ma pure in Sky e Katusha le sensazioni sono buone.

Thibaut Pinot, dominatore dell'unica vera tappa di montagna di questa corsa, quella di Sölden - ma non l'unica impegnativa - rischia quindi di passare da una vittoria che lo gaserebbe ancor di più in ottica Tour alla perdita del podio. Dipenderà tutto da Thomas, Dumoulin e Thomas, in ordine di distacchi. Alla luce di quanto visto tra ieri ed oggi, se fossimo nel transalpino - che pure contro il tempo si difendicchia - non dormiremmo sonni troppo tranquilli.

Francesco Sulas

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