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Tour de Suisse 2015: Kristoff sale a quota 18 - Batte Sagan allo sprint per l'ennesima vittoria stagionale. E Pinot perde 5"

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Sul traguardo di Düdingenche vittoria di Alexander Kristoff su Peter Sagan © Bettiniphoto

Sfiorare il record. Bradley Wiggins qualche settimana fa ha battuto quello dell'Ora, arrivando soltanto vicino a percorrere 55 km. Oggi Alexander Kristoff ha ottenuto la vittoria stagionale numero 18, che non è un record, o almeno non ancora, ma proietta il norvegese della Katusha sulla strada giusta. Fu infatti Alessandro Petacchi ad ottenere più successi in una sola stagione nel nuovo millennio - correva l'anno 2005 - con 25 centri.

E sì che il norvegese ha rischiato grosso, con quel Peter Sagan che avrebbe potuto stabilire un altro record, circoscritto al solo Tour de Suisse: superare Ferdi Kübler ed Hugo Koblet con 12 vittorie. Lo slovacco, già ieri dominatore insieme alla sua Tinkoff-Saxo, ha perso la ruota di Kristoff ed ha dovuto recuperare in poche centinaia di metri, mentre Daniele Bennati, ieri ottimo, lanciava la volata (inconsapevolmente) al Katusha. Alla fine Sagan andrà di poco lontano dalla ruota di Kristoff.

Anche la classifica generale, alla vigilia delle due frazioni conclusive a Berna (una in linea ed una a crono), subisce una piccola variazione, con Thibaut Pinot che perde 5" rispetto a Geraint Thomas, Tom Dumoulin e Domenico Pozzovivo (ma non solo loro) a causa di un buco. Il francese dovrebbe attaccare domani, giusto per non rischiare di finir ribaltato nella crono di domenica.

 

Un Kwiatkowski molto attivo entra nella fuga a quattro
In programma 164.6 km da Biel a Düdingenche non si prestano alle ruote veloci pure: le salite di Tafers e St. Antoni, da percorrere entrambe due volte, sono di terza categoria ma, come tutta la seconda metà di tappa, formano un mangia e bevi difficile da digerire. Non prende il via Julien Vermote, caduto ieri insieme a Zdenek Stybar nel finale di tappa mentre un altro Etixx, l'iridato Michal Kwiatkowski, prova ripetutamente a portar via la fuga nei chilometri iniziali. Ci riesce anche, e si avventura con Valerio Conti (Lampre-Merida), Julián Arredondo (Trek) e Danilo Wyss (BMC). Ripreso il quartetto, partono Valerio Conti (Lampre-Merida), Matthias Brändle (IAM), Manuel Senni (BMC), Alberto Bettiol (Cannondale-Garmin), Michael Albasini (Orica GreenEDGE), Gianluca Brambilla (Etixx-QuickStep), Sébastien Minard (Ag2r-La Mondiale) e Stefan Schumacher (CCC). Anche questo tentativo non va.

Dopo tanto tentare, la fuga prende finalmente corpo: il sudafricano Daryl Impey (Orica GreenEDGE), lo svizzero Silvan Dillier (BMC), il polacco in maglia iridata Michal Kwiatkowski (Etixx-QuickStep) ed il francese Axel Domon (AG2R La Mondiale), già in avanscoperta ieri, prendono il largo. Dopo 28 km vantano 2'50" sul gruppo della maglia gialla Thibaut Pinot. La media della prima ora è di 47.7 km/h, con il gruppo che deve recuperare al quartetto di testa 4'08". Lavorano Tinkoff-Saxo e Giant-Alpecin, rispettivamente per Peter Sagan, alla ricerca della terza vittoria allo Suisse 2015, e John Degenkolb; la fuga dista 3'19".

Il gruppo è sempre scosso dalla Tinkoff-Saxo di Sagan, che tira fortissimo.Non sono pochi coloro i quali perdono le ruote del plotone, inclusi Cancellara e Malori, probabilmente già proiettati alla crono. Il vantaggio dei quattro scende a 1'30" ed ai -26" Axel Domont si rialza. Il francese della AG2R La Mondiale non tiene il ritmo dei compagni di fuga, che non vogliono essere ripresi e volano. Gruppo contro fuggitivi, un classico che si ripropone in salsa estrema. La Katusha di Alexander Kristoff guida l'inseguimento ed ai 1200 metri vengono riassorbiti degli esausti Silvan Dillier e Daryl Impey. L'iridato Michal Kwiatkowski invece insiste, prova un'azione di forza ed entra all'ultimo chilometro con pochi secondi di vantaggio sul plotone. Inutile dire che verrà ripreso e partono le manovre per la volata.

 

Sagan intruppato, Kristoff quasi rimontato
Uno sprint non sul classico rettifilo, ma su una via tendente a salire: si sentirà, quella leggera pendenza. Jacopo Guarnieri dà l'ultima tirata, fino alla curva in leggera salita che immette sul rettilineo d'arrivo. Daniele Bennati si porta in testa e prova a ripetere il capolavoro di ieri; oggi però Peter Sagan rimane incastrato, mentre alla ruota dell'aretino c'è un Alexander Kristoff in rampa di lancio. Ed il norvegese parte proprio quando Sagan esce dalla mischia, andandolo quasi a riprendere.

Pare che lo slovacco possa superare in extremis il norvegese, che però tiene duro ed esulta per la diciottesima volta in questa magnifica annata. Il colpo di reni di Peter Sagan è valido solo per la seconda piazza d'onore in questo Tour de Suisse (la precedente a Schwarzenbach, nella quarta tappa, quando non riuscì a sopravanzare Michael Matthews), mentre al terzo posto troviamo il nostro Davide Cimolai. Giù dal podio Greg Van Avermaet, quindi Arnaud Démare, Jürgen Roelandts, Sep Vanmarcke, Michael Albasini, Marco Marcato e José Joaquín Rojas.

 

Dopo Pozzovivo 5" di buco. Pinot perde tempo
Tutti con lo stesso tempo fino al 17° (Pozzovivo), mentre il 18°, Jakob Fuglsang, accusa un ritardo di 5", e come lui molti altri, compresa la maglia gialla Thibaut Pinot; come detto Geraint Thomas e Tom Dumoulin, che a cronometro viaggiano più del leader, si salvano da questo buco. La nuova classifica generale vede quindi Thibaut Pinot con soli 37" su Geraint Thomas mentre a 50", sul gradino più basso del podio, c'è Domenico Pozzovivo. Stesso distacco per Simon Spilak, con Miguel Ángel López quinto a 1'07", Jakob Fuglsang sesto a 1'22", Tom Dumoulin settimo a 1'27", Steve Morabito ottavo a 2'29", Sébastien Reichenbach nono a 2'43" e Sergio Henao decimo a 2'46".

 

A Berna un percorso vallonato
Domani tappa bernese, 152.5 km con partenza ed arrivo nella capitale elvetica. Il percorso sarà lo stesso della crono di domenica ma ripetuto per quattro volte. Saliscendi a non finire, con i Gpm di Liebewilstrasse, Aargauerstalden e Liebewil uniti ad altre colline insidiose. Se Thibaut Pinot vorrà correre una crono sicura, dovrà attaccare e sperare che Geraint Thomas, così come Tom Dumoulin, non tengano il suo ritmo. Viceversa, le sofferenze domenicali del francese nella prova contro il tempo potrebbero essere davvero terribili.

Francesco Sulas

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