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Critérium du Dauphiné 2015: È un Froome incontenibile - Chris domina a Valfréjus e fa nuovamente sua la corsa

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Chris Froome sul podio del Delfinato tra Tejay Van Garderen e Rui Alberto Faria da Costa © A.S.O.

Quando parte, parte. Piaccia o non piaccia, stile o non stile (e abbiamo buoni motivi per scegliere non stile), Chris Froome è uno che se decide che deve scattare, scatta. Raramente, negli ultimi anni (diciamo dalla Vuelta 2011 in poi) ha trovato gente in grado di tenere il suo ritmo ed ancor più raramente chi fosse capace di rispondere. L'importante per Froome - ed è un gran limite, suo e della Sky - è che tutto fili liscio. Grazie, per chi non è così? Filare liscio nel vocabolario di Froome (e degli uomini Sky) significa che la corsa deve prendere una certa piega, senza imprevisti, senza nessuno che si frapponga tra lo scatto - meglio: la frullata - letale e l'arrivo. Gente come Vincenzo Nibali o Alberto Contador, capaci d'inventarsi l'impossibile partendo da un cavalcavia, o scalatori fortissimi come Nairo Quintana, non sono certo i benvenuti alla corte del kenyano bianco.

Oggi Froome ha fatto sfoggio del suo repertorio. Doveva recuperare 18" ad un Tejay Van Garderen che non si vedeva tanto pimpante da diverse stagioni. Ha lasciato andare la fuga e messo alla frusta la sua Sky, in vista della frullata (o frustata?) sulla salita finale verso Valfréjus. Un'ascesa non certo impossibile come pendenze, ma proprio per questa resta più difficile per molti dal ritmo Sky. Frullata ai 2600 metri, Van Garderen che prima resiste, poi sale del suo passo, infine cede. Non tanto, ma il giusto perché la maglia gialla gli venga sfilata di dosso da Chris Froome. Il corridore di punta della Sky in questo Delfinato ha dimostrato di avere un'ottima gamba, di essere in forma (troppo in ottica Tour? Chi lo sa) e di saper reagire. Fatta eccezione per il passaggio a vuoto di Vercors, casualmente con maltempo e, sempre casualmente, con Vincenzo Nibali ed altri coraggiosi all'attacco sin dalle prime battute, è parso quasi imbattibile.

 

Scatti e controscatti sin dal km 3
La tappa conclusiva misura 156.5 km e conduce il gruppo da Saint-Gervais a Modane Valfréjus: un tracciato non certo esigente come quello di ieri, ma con punti, specie nel finale, dove tenere gli occhi aperti è la regola. Non prende il via Luke Rowe (Sky), già da ieri malaticcio. Il primo attacco si verifica dopo soli 3 km ma non c'è da stupirsi: è Tobias Ludvigsson della Giant-Alpecin a provare l'allungo, ma viene ripreso subito. Parte in contropiede Wilco Kelderman (Lotto.NL-Jumbo), che con Gorka Izagirre (Movistar), Bruno Pires (Tinkoff-Saxo), Perrig Quémeneur e Romain Sicard (Europcar), Albert Timmer (Giant-Alpecin) e Stephen Cummings (MTN Qhubeka) prende il largo. I sette guadagnano una ventina di secondi sul gruppo, dal quale escono tre contrattaccanti: Cyril Gautier (Europcar), Tony Martin (Etixx-QuickStep) e Gatis Smukulis (Katusha).

 

Tony Martin inizia a dare spettacolo
Il passistone tedesco che è chiamato Panzerwagen e non attende i due compagni di fuga. Dopo 19 km allunga da solo e si unisce ai battistrada, andando così a formare un gruppo di otto uomini. Gautier e Smukulis sono a 22", Bart De Clercq (Lotto-Soudal) a 28", Julien Simon (Cofidis) e Lars Boom (Astana) a 45", il gruppo maglia gialla a 2'30". Iniziano le rampe della Côte d'Héry-sur-Ugine, prima delle sei salite di giornata: sono solamente 2700 metri al 6.1% di pendenza media. Cyril Gautier e Gatis Gautier Smukulis raggiungono i battistrada sulla salitella, e così abbiamo dieci uomini al comando.

Perrig Quémeneur transita per primo in cima alla côte, seguito da Wilco Kelderman, Bruno Pires, Tony Martin e tutti gli altri. Smukulis s'è staccato e si unisce a De Clercq, Simon e Boom, che viaggiano con un ritardo di 28" dai battistrada. A 2'25" Andriy Grivko (Astana), Mikaël Chérel ed Alexis Vuillermoz (AG2R-La Mondiale), Jonathan Castroviejo (Movistar), Angel Vicioso (Katusha) e Cristiano Salerno (Bora-Argon 18), gruppo a 2'55". È un tira e molla e nella discesa Smukulis, De Clercq, Simon e Boom rientrano sui battistrada, che diventano tredici: gruppo a 3'20", con Grivko, Chérel, Vuillermoz, Castroviejo, Vicioso e Salerno in mezzo.

 

La Sky fa l'andatura, Martin se ne va da solo
Nel lungo tratto di pianura che precede la Côte d'Aiton, seconda salitella di giornata, è la Sky di Chris Froome, secondo a 18" dalla maglia gialla Tejay Van Garderen, a dettare il ritmo. Il gruppo accelera e riprende così i sei inseguitori dei battistrada dopo 46 km: restano quindi 13 uomini al comando con un margine di 2'55". Superata la facile Côte d'Aiton e la Côte de Saint-Georges-d'Hurtières, l'equilibrio in testa alla corsa si spezza: Tony Martin allunga e guadagna presto una decina di secondi su dieci ex compagni di fuga, mentre Quémeneur e Smukulis sono staccati. Gruppo a 3'05" da Panzerwagen. A 60 km dal termine Martin poteva vantare ben 55" sui 12 inseguitori (Bart De Clercq, Gorka Izagirre, Wilco Kelderman, Bruno Pires, Stephen Cummings, Romain Sicard, Cyril Gautier, Julien Simon, Perrig Quémeneur, Lars Boom, Gatis Smukulis ed Albert Timmer) e 4' netti sul gruppo maglia gialla. Il vantaggio non faceva altro che crescere, mentre il tre volte iridato a cronometro si avvicinava agli spettacolari Lacets de Montvernier.

 

Martin primo sui Lacets de Montvernier
La salita è lunga solamente 3.4 km ed ha una pendenza media dell'8.2%. La peculiarità, oltra ll fatto che verrà percorsa il 23 luglio prossimo nella Gap - Saint-Jean-de-Maurienne, diciottesima tappa della Grande Boucle, sono i 17 tornanti in sequenza: da vertigine. Su questa salita Tony martin non perde terreno mentre si staccano dal gruppetto inseguitore Albert Timmer e Gatis Smukulis. Restano quindi in dieci a caccia di Martin (Bart De Clercq, Gorka Izagirre, Wilco Kelderman, Bruno Pires, Stephen Cummings, Romain Sicard, Cyril Gautier, Julien Simon, Perrig Quémeneur, Lars Boom), con un ritardo di 1'35", mentre il gruppo maglia gialla, sempre tirato dagli uomini Sky, è a 3'44". Successivamente restano in nove dietro a Martin, visto che Perrig Quémeneur viene riassorbito.

 

Salendo verso Modane il gruppo s'avvicina
Si risale la Val d'Arc in direzione Modane; Tony Martin mantiene 1'20" sui nove inseguitori e 3'27" sul gruppo sempre tirato da una Sky battagliera, con Philip Deignan, Peter Kennaugh, Nicolas Roche e Wout Poels al servizio di Chris Froome. Anche Panzerwagen non ha voglia di mollare e la posizione da cronoman, quale lui è, lo testimonia. A 22 km dall'arrivo Lars Boom si stacca dal primo gruppo inseguitore, che dista 40" da Tony Martin, mentre il gruppo Sky si fa sotto a 1'39". Martin appare ora in leggero affanno, ma come potrebbe essere altrimenti dopo una giornata intera in fuga?

 

Panzerwagen ripreso sull'ultima côte. Parte Cummings
Sulla penultima salita della tappa, la Côte de Saint-André (3 km alla pendenza media del 7%) Tony Martin viene ripreso da Bart De Clercq, Gorka Izagirre, Wilco Kelderman, Bruno Pires, Stephen Cummings, Romain Sicard, Cyril Gautier e Julien Simon. È Kelderman ad allungare portandosi in testa, mentre da gruppo fuoriesce Alejandro Valverde, subito ripreso. Davanti è Cummings a raggiungere e superare Kelderman, mentre Gautier prova a raggiungerlo (si rialzerà dopo il Gpm).

 

Dal gruppo si vede un buon Valverde
La discesa della Côte de Saint-André lancia Valverde, nuovamente scappato dal gruppo maglia gialla: non sono poi troppi metri quelli che guadagna il murciano, ma il segnale che Alejandro vuole attaccare c'è eccome. In testa rimane solo Stephen Cummings con una miseria: 45" su Valverde (55" sul gruppo maglia gialla). Finita la breve discesa, si riprende a salire verso Modane Valfréjus e Cummings guadagna ancora qualche secondo. Siamo ai piedi della salita conclusiva.

 

Finale: Cummings nel mirino della Sky
Stephen Cummings attacca le prime rampe con 48" su Valverde e 1'04" sul gruppo di Froome e Van Garderen, ma manca la convinzione (e le gambe) per arrivare prima di tutti al traguardo di Valfréjus. Il corridore della MTN Qhubeka ha pur sempre olte un minuto sul gruppo che ai -6.5 viene tirato da Vincenzo Nibali, a disposizione di Michele Scarponi. Ripreso in un batter d'occhio Alejandro Valverde e plotone allungato.

 

La frullata di Froome arriva ai 2600 metri
Scarponi scatta a 5 km da Valfréjus, ma Froome e tutti gli altri non fanno fatica a seguire il marchigiano dell'Astana. Scatta ancora, ma Froome è vigile. Attento anche Purito Rodríguez, che se ne va ai 4800 metri: dapprima incontra qualche resistenza, poi semina la Sky ed il gruppo maglia gialla. Nel frattempo Cummings resta al comando con 26" di vantaggio. La Sky fa l'andatura con il sempre tenace Wout Poels e Purito viene ripreso. Nel gruppo maglia gialla ci sono Wout Poels, Chris Froome, Tejay Van Garderen, Rui Alberto Faria da Costa, Purito Rodríguez, Romain Bardet, Michele Scarponi, Simon Yates e Daniel Martin. A 2600 metri dal traguardo viene ripreso Cummings; Froome azione il frullatore e scatta, tenendo pochi metri dietro a sé la maglia gialla Tejay Van Garderen. Lo statunitense della BMC è preoccupato di non perdere quei 18" che lo separano dal leader della Sky.

 

Van Garderen prova la resistenza
Il ritmo di Chris Froome è invernale, quello di Tejay Van Garderen umano: la maglia gialla fa quel che può per contenere un kenyano bianco anche oggi come ieri incontenibile. Nel finale Van Garderen viene ripreso da Simon Yates e Rui Costa, mentre Froome s'invola verso il secondo successo parziale nel Delfinato 2015. Delfinato che lo Sky si porta a casa per la seconda volta in carriera, dopo che la maglia gialla fu sua già nel 2013. Allora fu il preludio ad un'altra maglia gialla, ben più importante ed unica. Sarà così anche stavolta?

 

Tejay ripreso, Nibali chiude a 1'35"
A Valfréjus Froome ha preceduto di 18" Simon Yates, Rui Costa e Tejay Van Garderen, con Purito Rodríguez quinto e Romain Bardet sesto con a 28". Più indietro, ma non di molto, Daniel Martin, staccato di 31", poi l'ottimo Wout Poels, in compagnia di Pierre Rolland e Beñat Intxausti, a 44"; Michele Scarponi finisce fuori dai dieci per una posizione ed 8": il marchigiano paga infatti 52" a Chris Froome, mentre Vincenzo Nibali taglia il traguardo in sedicesima piazza, con un ritardo di 1'35".

 

Delfinato a Froome come nel 2013
La classifica finale vede Chris Froome conquistare ancora - e con lo stupore della prima volta - il Criterium del Delfinato. Come lo scorso anno, la maglia gialla cambia padrone all'ultima tappa: allora Contador la dovette cedere a Talansky, oggi Van Garderen la lascia a Froome. Proprio il corridore della BMC occupa la piazza d'onore con un distacco di 10", mentre Rui Costa è terzo a 1'16". Il lusitano della Lampre non ha sicuramente patito il cambio di programma nell'avvicinamento al Tour, visto che nelle scorse stagioni correva il Giro di Svizzera (vinto nelle ultime tre edizioni): oggi torna dal Delfinato con un podio finale, una tappa vinta e buone sensazioni in ottica Grande Boucle.

Ai piedi del podio Beñat Intxausti dista 1'21", Simon Yates 1'33", Romain Bardet 2'05", Daniel Martin 2'52", Purito Rodríguez 3'06", Alejandro Valverde 3'12" ed Andrew Talansky 4'17". Vincenzo Nibali, che ha passato un giorno in maglia gialla e colto una piazza d'onore a Vercors, chiude al 12° posto con un ritardo da Froome di 4'32". Per quanto riguarda le altre classifiche, Bouhanni porta a casa la maglia verde della graduatoria a punti, Teklehaimanot la a pois di miglior scalatore, Simon Yates quella bianca di miglior giovane (con 31" su Bardet e quasi 24' sul gemello Adam), mentre la Movistar è prima fra le squadre.

 

Un kenyano bianco imbattibile? Forse...
Un Froome quasi imbattibile in questa settimana di gara, che ha esibito la sua pedalata, tanto brutta quanto redditizia. Spesso spaccagambe. È tra i favoritissimi del prossimo Tour de France, forse proprio il favorito numero uno, nonostante i Quintana, i Nibali, i Contador. In queste giornate è parso imbattibile ed a maggior ragione va fatto un grande plauso a Tejay Van Garderen, capace di tener testa allo Sky fin quasi all'ultimo: gli sono mancati 10". Froome archivia la vittoria al Delfinato, si tuffa idealmente nel motorhome ereditato da Porte e pensa al Tour. Solo al Tour. Cercando di evitare trappole e trabocchetti d'ogni sorta che gli avversari saranno costretti a tendergli, a meno che non vogliano spianargli la strada verso il secondo successo sui Campi Elisi.

Francesco Sulas

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