Warning: include() [function.include]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/BackgroundProcess.class.php) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/background_process/background_process.module on line 22

Warning: require() [function.require]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/context.core.inc) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/context/context.module on line 3
Giro d'Italia 2015: Tre settimane di vero godimento - Trionfa Contador, Aru cresce. Corsa Rosa divertentissima | Cicloweb

Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Giro d'Italia 2015: Tre settimane di vero godimento - Trionfa Contador, Aru cresce. Corsa Rosa divertentissima

Versione stampabile

Alberto Contador brinda: il Giro d'Italia 2015 è suo © ANSA

Le tre settimane che volano sono quelle del Giro, talvolta quelle del Tour. Perché si sa, quando ci si diverte il tempo vola. Abbiamo assistito ad un Giro d'Italia tra i più belli degli ultimi decenni, ben disegnato, ottimamente interpretato, corso sempre a velocità folli. Le premesse e le promesse di questa Corsa Rosa erano elevate, elevatissime, e sono state mantenute. Lo scenario che s'è presentato a Sanremo: il miglior interprete contemporaneo delle grandi corse a tappe, Alberto Contador, pronto a vincere la maglia rosa e magari dopo pure la gialla del Tour. Il giovane rampante, Fabio Aru: già una realtà dopo il 2014 esplosivo, qui l'unico vero rivale del madrileno. E poi avevamo Rigoberto Urán, che dopo due piazze d'onore consecutive sognava di far suo il Trodeo Senza Fine; Richie Porte, che viaggia su un motorhome tutto suo, non dorme in hotel e fa classifica solo nelle brevi corse a tappe: era un test, per il tasmaniano, questo delle tre settimane. C'era anche quel Domenico Pozzovivo sempre appiedato da qualche inconveniente, sulle strade italiche, e che stavolta sognava di poter restare in piedi, magari lottare per un podio. Il canovaccio era bell'e pronto, bastava solo metterlo in atto.

 

Contador: senza squadra, gestione perfetta
Ha vinto il più forte, il più scaltro, il più esperto. Ha vinto il favorito, Alberto Contador, ed è una vittoria speciale, più di quelle del 2009 e del 2011 (poi revocata). Perché è il primo passo di un lungo cammino, iniziato a fine 2014 da Contador, con la dichiarazione d'intenti: «Correrò per vincere Giro e Tour». La maglia rosa è arrivata, ma non era così scontato. Alberto è un interprete unico e forse raro, almeno nella sua generazione, per i GT, ma al Giro aveva una squadra inguardabile. Certo, l'esperienza di Ivan Basso, la potenziale doppia punta che rispondeva al nome di Roman Kreuziger (s'è visto poco o nulla), l'abnegazione di Michael Rogers. Però non è bastato tutto ciò ed il Pistolero ha dovuto far tutto da solo. Fosse stato un altro, si sarebbe rimboccato le maniche per una, due, tre tappe, quindi si sarebbe fermato. Ma Contador è Contador.

Da solo contro l'Astana ha compiuto alcune piccole grandi imprese che ricorderemo a lungo: la remuntada del Mortirolo, il colpo di grazia sul Monte Ologno, le gentili concessioni a Landa ed Aru, rispettivamente a Madonna di Campiglio e Cervinia. Poi arriva la crisi sul Colle delle Finestre, anche qui in molti andrebbero in tilt: non i fuoriclasse, ed infatti Contador amministra, utilizza l'esperienza, perde terreno ma non naufraga, né si rassegna. Una buona gestione fisica e mentale attraverso queste tre settimane, con l'Astana di Aru (e Nibali, che l'aspetta al Tour, nello fresco), pronta a metterlo in difficoltà al primo cavalcavia. È andato a segno, il colpo dei kazaki, solo al penultimo giorno.

Ora il Tour: le energie rimaste saranno sufficienti per fronteggiare i vari Quintana, Froome e Nibali, che hanno incentrato l'intera stagione (o quasi) sulla Grande Boucle? Potrebbe essere, quella di Alberto, un'impresa al limite del proibitivo, ma l'importante, comunque vada a finire, sarà averci provato (ed almeno metà bottino, averla portata a casa).

 

Aru, il virus, il destino da vincente
Contador padrone del Giro, lo ripetiamo ormai da tre settimane, ma Fabio Aru è il vincitore morale della Corsa Rosa. Non perché sia italiano e rappresenti il futuro delle grandi corse a tappe, al diavolo i nazionalismi. Aru è un ragazzo che prima del Giro del Trentino ha avuto un virus intestinale ed è stato costretto a fermarsi. Niente Trentino né Romandia, persi 5 kg in meno di una settimana, Giro in forse. E invece sin da Sanremo s'è dimostrato l'avversario più credibile per Alberto Contador, che giustamente l'ha temuto più di altri.

Ha passato una prima settimana a sprintare anche ai traguardi volanti, una seconda a combattere crisi di gambe e di freddo (su tutte a Monte Berico), per poi cedere il passo sul Mortirolo. S'è preso una doppia rivincita a Cervinia ed al suo Setriere, dove passa buona parte dell'anno in ritiro, a preparare gli appuntamenti clou. Due vittorie che si sommano alle due della Vuelta 2014 ed a quella di Montecampione al Giro 2014, con tanto di terzo posto finale che si migliora quest'oggi in secondo. E non ad una vita da Contador, a poco più di un minuto.

 

Mikel Landa, il gregario-capitano
Mai sapremo come sarebbero andate le cose se Mikel Landa non fosse stato insignito in corsa del ruolo di secondo capitano. Il basco non s'era mai visto su questi livelli ed in effetti ha vinto due tappa, giocato il ruolo del gregario forte prima, quello del capitano stoppato dopo (al Sestriere su tutte). Landa è stato l'unico uomo capace di staccare nettamente Contador in salita. Ora la questione è: andrà a rimpolpare la già forte formazione di Nibali per il Tour, o quel posto verrà riservato, come fa capire Alexandre Vinokourov, proprio ad Aru, con magari Landa destinato a fare il leader nella Vuelta a España? In ogni caso, due corridori pesanti che entreranno nella squadra del Tour.

 

Pozzovivo e il Giro degli idioti
È stato anche il Giro dei flop, più o meno grandi, più o meno previsti. Da Domenico Pozzovivo, attardato già dalla cronosquadre, caduto a Genova (colpa di quell'idiota che s'è buttato in gruppo con la bici a scatto fisso: è stato anche il Giro degli idioti con bici a scatto fisso e macchine fotografiche all'altezza delle transenne, chiedere a Daniele Colli...), caduto nuovamente ed in via definitiva verso Sestri levante. Un'immagine, quella del lucano riverso al suolo sul Passo della Scoglina, difficile da cancellare dalle nostre menti. Un ritiro amarissimo, perché stavolta il povero Pollicino non ne ha, di colpe.

 

Porte, un motorhome spaziale come il flop
Deludono anche Rigoberto Urán e Richie Porte, ma in maniera del tutto differente. Il tasmaniano della Sky provava per la prima volta in vita sua a fare il leader unico in una corsa a tappe di tre settimane. Sperimentava lo spaziale motorhome, sul quale non si poteva salire se non dopo essersi disinfettati le mani (ufficialmente il mezzo, che verrà riproposto al Tour per Froome, serve a non cambiare letto ogni sera, ma qualche maligno insinua che possa essere un camperone ipobarico). Già messo male da Sanremo - e far pessima figura in una cronosquadre non è da Sky - ha tenuto fino alla crono, ma sempre restando passivo. Perduto tempo a Forlì, s'è visto penalizzato di 2' per aver ricevuto una ruota da Simon Clarke, che corre nell'Orica, non nella Sky. È pian piano naufragato, dando ragione a chi lo ritiene un buonissimo corridore, da gare di dieci giorni, non di più.

 

Urán delude ma alla fine reagisce bene
Rigoberto Urán, detto Ciccio, non è mai stato all'altezza dei primi. Le gambe non c'erano, ogni scatto di Aru, Landa o Contador è stato una coltellata per il colombiano. Urán, che vuol correre anche il Tour, poteva andarsene a casa ben prima di Milano, invece ha tenuto duro. A Cervinia e Sestriere ha sfoderato due ottime prestazioni che non migliorano la sua classifica ma sono ottimi motivi per vederlo ancora in gara al Giro, l'anno prossimo o quando sarà.

 

Boonen e Gilbert, belgi a confronto
È stato il Giro dei belgi, di chi è venuto per riscattare una primavera deludente e di chi è venuto perché al Tour preferisce la Corsa Rosa. Il primo è Tom Boonen, mai davvero nel vivo della corsa, ritiratosi per tornare nel suo Belgio, e correre il Giro del Belgio. Il secondo è Philippe Gilbert, approccio ben diverso alla Corsa Rosa, due vittorie portate a casa: una a Monte Berico, sotto la pioggia, prevedibile per uno con le sue caratteristiche e l'altra a Verbania, dove ci si aspettava chiunque ma il vallone proprio no.

 

Otto fughe in porto. L'Androni c'è, ma...
È stato il Giro delle fughe arrivate in porto. Otto con quella di Keisse (su Durbridge) a Milano, nella passerella conclusiva. Ma prima dell'unico corridore vittorioso della Etixx, c'èrano stati i colpacci di Formolo a La Spezia, Polanc all'Abetone, Intxausti a Campitello Matese, Tiralongo a San Giorgio del Sannio, Boem a Forlì, Zakarin a Imola e Gilbert a Verbania. Le fughe dell'Androni-Sidermec, davanti un giorno sì e un giorno pure: i ragazzi di Gianni Savio meritavano una vittoria.

 

Baby Formolo e i nove centri italiani
Il Giro dei giovani e giovanissimi: Aru, certo, che però è una realtà, mentre Davide Formolo, ben conosciuto nel pianeta Under, non aveva piazzato ancora un colpo così perentorio nel ciclismo che conta. Il pupo della Cannondale-Garmin (ha 22 anni, ne dimostra 11) s'è confermato a La Spezia, in solitaria, imitato il giorno dopo all'Abetone da Jan Polanc, pari età, cambia la squadra (Lampre-Merida) e la nazionalità (è sloveno).

Il Giro degli italiani, vittoriosi nove volte: due con Aru, una con il supergregario Boem, un'altra con uno storico comprimario, Tiralongo, e poi Modolo, che fa doppietta, Viviani, che a Genova si sblocca, il già citato Formolo, che si sblocca in un altro senso, Ulissi, che dopo un periodo nero torna a piangere, ma di felicità.

 

Pochi campioni, un vincitore vero. E Aru cresce
Un Giro d'Italia divertentissimo, ed i meriti di ciò vanno a Mauro Vegni, che l'ha pensato (con partenza da Sanremo ed arrivo a Milano) e realizzato, ed ai corridori (non tutti campioni, va detto), che l'hanno interpretato al meglio. Una corsa così, non poteva che essere vinta da chi i grandi giri li conosce al meglio, specie se si parla di vincerli. Alberto Contador ha vinto sulla strada tre volte il Giro, tre volte il Tour e tre volte la Vuelta: era il favorito, non ha deluso. E mentre lui pensa al Tour, forse alla Vuelta, forse a tutte e due per una tripletta che sarebbe sinonimo di Grande Slam ciclistico, Fabio Aru studia da campione. E qualche lezioncina, al maestro Contador, l'ha già impartita.

Francesco Sulas

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano