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Giro d'Italia 2015: Due terzi di podio, un terzo di rimpianti - L'Astana ha ottenuto tanto ma non tutto quello che poteva | Cicloweb

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Giro d'Italia 2015: Due terzi di podio, un terzo di rimpianti - L'Astana ha ottenuto tanto ma non tutto quello che poteva

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Mikel Landa al servizio di Fabio Aru verso il Sestrière © Bettiniphoto

L'atteggiamento tattico dell'Astana è stato per tutta la durata del Giro d'Italia oggetto di analisi e critiche, da parte dei giornalisti e dei semplici appassionati, e se uno come Franco Pellizotti, corridore di certo esperto e capace di pensieri interessanti, è arrivato oggi a definirlo "poco comprensibile", nel corso del Processo alla tappa, allora evidentemente qualche indicazione non chiarissima ai propri ragazzi Martinelli e Shefer dall'ammiraglia devono averla data. Ma proviamo un attimo a circostanziare tali giudizi, prendendo in esame episodi chiave, sempre fermo restando che le tattiche vengono concepite da uomini ed applicate da altri uomini, pertanto sono comunque fallibili, e soprattutto possono ingloriosamente fallire quando di birra nei serbatoi dei ciclisti ce n'è poca.

 

Sul Finestre è Hesjedal ad accendere la miccia
Partiamo da oggi, da quella francamente inaspettata crisi di Contador, che per vari minuti ha fatto pensare che il Giro avrebbe potuto cambiare padrone. Era francamente difficile pensare oggi ad un'Astana d'assalto, dopo che il madrileno mai aveva dato un segnale di cedimento, e visto il sostanzioso vantaggio su Aru e Landa, ma nel ciclismo per far saltare il banco occorre provare sempre e comunque, pertanto sì, è criticabile il fatto che i celesti non abbiano lavorato con più determinazione per stanare il capitano della Tinkoff, la cui condizione odierna è stata esposta relativamente tardi, a 6 km dalla vetta, da uno scatto di Hesjedal, dopo che già 14 ne erano passati sotto le ruote dei corridori. Di Hesjedal, lo sottolineiamo, non di Landa, che ha invece poi capito che Contador stava vivendo la sua giornata peggiore nella corsa rosa, ed è partito a sua volta.

 

Oggi non si poteva fare di più
Landa sembrava poter prendere il largo, mentre Aru pareva non brillantissimo, quindi è sul primo che si stava giustamente puntando per provare a ribaltare il Giro; ma al GPM solo trenta secondi separavano i due gruppetti, e forse sarebbe stato il caso di farli riunire subito, al fine di farli collaborare per guadagnare insieme quanto più possibile, anche perché poi in discesa e nel fondovalle Hesjedal, Kruijswijk ed Urán, anch'essi presenti, non facevano mancare la loro collaborazione nel gruppetto di Aru, che invece rimaneva sulle ruote, dato che Landa era davanti, con Zakarin. Ma se gli Astana fossero stati direttamente in due il terzetto appena citato non avrebbero speso altrettante forze, anzi. Soprattutto, anche immaginando uno scenario simile, Aru avrebbe potuto guadagnare alla fine non più di un ulteriore minuto rispetto ai due e mezzo ripresi oggi. In sostanza, anche in quel caso molto difficilmente avrebbe vinto il Giro. E allora tutte queste cervellotiche, ce ne rendiamo conto, speculazioni passano in secondo piano.

 

Il rimpianto del Mortirolo
Se c'è un rimpianto in casa Astana quello, tocca tornarci, può invece essere la tappa del Mortirolo. Abbiamo già scritto di come la tattica della squadra kazaka in quell'occasione, quando Contador era 52'' dietro Landa, e lo spagnolo non era stato lanciato all'attacco, ma lasciato a scandire il passo ad Aru, si potesse interpretare sia in maniera positiva che negativa, ma alla luce di quanto successo oggi non ci si può non porre la domanda: "e se Landa avesse attaccato?". Se Landa avesse attaccato probabilmente quel giorno avrebbe guadagnato su Contador, molto, e la crisi odierna del madrileno gli avrebbe consegnato il Giro. Lo sappiamo, la facciamo forse fin troppo facile, ma quando si lotta contro un campione come Contador ogni occasione va sfruttata, e la tappa odierna ci ha perfettamente spiegato il perché. Aggiungiamo: Aru forse si sarebbe difeso ancora meglio in quell'occasione, perché non fiaccato dal ritmo terribile del suo luogotenente, e chissà con quale distacco si sarebbe presentato oggi alla partenza di Saint-Vincent.

 

Un bilancio comunque ottimo
Forse avrebbe potuto vincere il Giro, ma l'Astana comunque lo chiude con cinque vittorie di tappa e due uomini sul podio, bottino eccellente. Al netto di quanto detto e di qualche altro piccolo passaggio a vuoto, come quello della tappa di Verbania, quando in tre i celesti con poca convinzione, dovuta probabilmente alle poche gambe (Aru nei suoi giorni difficili, Landa caduto e costretto a rientrare, Kangert bravo anche solo nell'esserci) inseguivano un Contador all'attacco, senza recuperargli niente, la formazione kazaka ha dimostrato di esserci sempre, in barba a coloro che dicevano che una corsa condotta sempre con forza, dai primi giorni, avrebbe distrutto la squadra. Gli uomini di Martinelli e Shefer hanno dimostrato l'esatto contrario, ed i due direttori sportivi non saranno stati perfetti in ogni situazione, ma si meritano comunque un giudizio più che buono.

Fabio Canonico

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