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Giro d'Italia 2015: Una volata fatta a Modolo - A Lugano altra vittoria di Sacha. Nizzolo (2°) in maglia rossa

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A Lugano vittoria in volata di Sacha Modolo © Bettiniphoto

Sacha Modolo e la sua Lampre-Merida sono un meccanismo ben oliato, una squadra che gira a meraviglia. E vince, che non è poco. Lo scorso anno al Giro portò a casa due tappe, entrambe con Diego Ulissi. Quest'anno i blu-fucsia hanno già duplicato i centri, con lo sloveno Jan Polanc, ancora Diego Ulissi e due volte Sacha Modolo. Il veneto di Vazzola al Giro aveva raccolto solo piazzamenti. Poi arriva Jesolo e batte tutti.

Oggi a Lugano la frazione poteva essere dedicata alle fughe, visto che giungeva dopo la terribile giornata con Aprica e Mortirolo. La lotta per la maglia rossa tra Nizzolo e Viviani e la fuga, andata sì via subito, ma non corposa, ha fatto sì che andasse in scena la quinta volata della corsa rosa. Una vittoria creata da Modolo, certo, ma anche da Roberto Ferrari e Maxi Richeze, ultimi uomini del veneto. Una Lampre che spesso è criticata ma qui, quest'anno, risponde a suon di vittorie.

 

Via! E subito tre in fuga
La frazione numero diciassette, con i suoi 134 km, è la più breve dell'intera Corsa Rosa, crono escluse. Si va da Tirano a Lugano, scalando subito l'agile salita di Teglio. È ben prima che però vanno via i tre fuggitivi di giornata: Marco Bandiera (Androni-Sidermec), Iljo Keisse (Etixx-QuickStep) e Giacomo Berlato (Nippo-Vini Fantini) scattano al km 0. Il gruppo non concede molto ed il loro vantaggio massimo è di 3'15" dopo 30 km.

I traguardi volanti assegnano punti, e dopo ieri Giacomo Nizzolo insegue Elia Viviani, 119 a 114 per quest'ultimo. Al primo TV (Morbegno), dopo i tra battistrada, Viviani precede Nizzolo mentre al secondo traguardo con abbuoni è Nizzolo a far lo stesso. I due si annullano e dopo che ieri il milanese della Trek è stato penalizzato di 5 punti per slancio, tutto va a favore di Elia.

 

Fuggitivi ripresi, altro terzetto in contropiede
Davanti i fuggitivi perdono vigore ed ai -25 vengono ripresi dal plotone. Le squadre più interessate all'arrivo in volata sono proprio la Trek di Nizzolo e la Giant-Alpecin di Mezgec. A 24 km da Lugano, sul dentello di Croce di Menaggio, scatta Patrick Gretsch (AG2R La Mondiale); lo segue Adam Hansen (Lotto-Soudal) ed alla coppia presto si aggiunge il colombiano della BMC Darwin Atapuma. Non c'è accordo ed allora è Adam Hansen ad andar via. Resta da solo al vento per qualche chilometro: un suicidio che si compie a 18 km dall'arrivo, quando viene ripreso. La Tinkoff-Saxo di Alberto Contador affronta l'ultima parte di tappa, tortuosa ed insidiosa, in testa al gruppo, come spesso fa pur senza voler disputare lo sprint.

 

Gilbert, Slagter e Paolini nel finale
L'ultimo zampellotto è quello di Castagnola, sulle cui rampe, ai 5800 metri, allunga l'olandese della Cannondale-Garmin Tom Jelte Slagter. Philippe Gilbert si accoda ed allo scollinamento anche Luca Paolini. Il Gerva pennella le curve della discesa alla morte, andando anche lungo in una: prende dei rischi incredibili, quelli che servono a portare a casa la tappa. Non ce la farà.

 

Il treno Lampre è puntuale. Modolo pure
Viene ripreso infatti all'ultimo chilometro, quando in testa al gruppo si vedono i colori blu-fucsia della Lampre-Merida: Ferrari prima, Richeze poi, tutto per spianare la strada a Sacha Modolo in un finale non certo rettilineo. Il vincitore di Jesolo però è concentrato, parte al momento giusto, dosa bene le energie. Prima Luka Mezgec, che deve tanto alla sua Giant-Alpecin sempre al lavoro, poi Giacomo Nizzolo provano a spodestarlo, ma si devono accontentare del podio. Il milanese è secondo alle spalle di Modolo (dal 2013 ad oggi, le sue piazze d'onore al Giro sono sette, con nessuna vittoria), poi lo sloveno.

Quarto posto per Heinrich Haussler, quindi Davide Appolonio, Stig Broeckx, Juan José Lobato, Alexander Porsev, Kévin Réza e Nicky Van der Lijcke. Elia Viviani chiude 11°, ed è una notiziuola: il corridore di Isola della Scala viene infatti surclassato nella classifica a punti da Nizzolo, che s'impossessa della maglia rossa. Il milanese guida ora con 159 punti, tallonato da Modolo a 142 e poi Viviani a 134. Fra traguardi volanti sparsi qui è là e l'ultima tappa a Milano Elia dovrà provare a sovvertire quest'ordine e riprendersi in via definitiva la maglia rossa.

 

Generale invariata: domani si va a Verbania
Nella lotta per la maglia rosa invece non muta nulla, con Alberto Contador sempre in testa, Mikel Landa a 4'02", Fabio Aru a 4'52". Al quarto posto Andrey Amador dovrà recuperare 5'48", Yury Trofimov 8'27", Leopold König 9'31", Damiano Caruso 9'52", Steven Kruijswijk 11'40", Alexandre Geniez 12'48" e Ryder Hesjedal 13'01". Kruijswijk comanda da ieri anche la classifica degli scalatori, davanti a Beñat Intxausti di una sola lunghezza (92 a 91), mentre Mikel Landa è a quota 73. Tra i giovani Fabio Aru guida sempre con un vantaggio abissale sul secondo, Davide Formolo (43'29"). Il terzo, Fabio Felline, è sul'ora e mezza.

 

Domani ultima tappa in cui rifiatare. Relativamente, peraltro, perché tra Melide e Verbania ci sono sì 170 km, ma anche l'inedita e dura salita di Monte Ologno nel finale. Probabile vedere arrivare la fuga da lontano, con i big dietro a punzecchiarsi in vista di Cervinia e Sestriere. E chissà che a Milano Sacha Modolo, uno che si ritiene un buon corridore ma non un campione (a ragione, va detto), non possa piazzare la terza, graffiante zampata.

Francesco Sulas

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