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Giro d'Italia 2015: Aru, questa rosa è una sorpresa - Domani l'importante crono: difendersi sarà difficile, non impossibile

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Fabio Aru in maglia rosa a Jesolo © Bettiniphoto

Non erano pochi quelli che ieri, dopo la seconda giornata consecutiva di difficoltà fisico-atletiche per Fabio Aru, già intonavano il de profundis per un Giro d'Italia destinato a chiudersi praticamente con la cronometro di domani a Valdobbiadene.

L'idea era che Alberto Contador, già maglia rosa, potesse approfittare del possibile perdurare delle defaillance del sardo per allungare in maniera irrimediabile in classifica, posto che altri avversari credibili per il madrileno non se ne vedono in giro, tra un Porte che ha perso minuti per sciocchezze, e un Urán che non ha ancora espresso una condizione realmente accettabile.

Ma il ciclismo ha sempre la sorpresa in agguato dietro l'angolo, e nel breve volgere di 24 ore siamo passati dallo stracciarci le vesti per le crisi di freddo e fame di Aru (la prima a Imola, la seconda a Vicenza), al ritrovare il capitano dell'Astana in maglia rosa, a Jesolo. Niente male come ribaltone, non c'è che dire; e niente male come metamorfosi, dall'espressione martoriata di Fabio dopo l'arrivo di ieri a quella gioiosa del palco premiazioni di oggi.

 

La sorpresa in agguato nel giorno meno atteso
Il cambio della guardia al comando della classifica rosa è avvenuto nella tappa in assoluto più facile delle tre settimane di Giro: questo per dire quanto non si possa realmente mai abbassare la guardia in un GT, e in particolare in quello italiano, per definizione disseminato di trabocchetti lungo il suo percorso.

Un piattone addirittura digradante, una tappa breve, un terreno di gara su cui non si doveva far altro che portare la bici ai 3 km dalla conclusione: lì, col tempo neutralizzato in caso di incidenti, bastava sfilarsi e lasciare il proscenio ai velocisti.

Ma la pioggia e - certo - un bel tot di casualità hanno deciso diversamente, facendo diventare la Montecchio Maggiore-Jesolo uno degli snodi fin qui principali del Giro d'Italia 2015.

 

300 metri che cambiano un po' di storia del Giro
Che la caduta che ha spezzato il gruppo, lasciando Aru nel primo troncone e Contador invischiato (e scivolato) nelle retrovie sia avvenuta a 300 metri da quel traguardo dei 3 km, è veramente un colpo di scena che ha del clamoroso.

Altri 5" (più o meno) e non ci sarebbero stati problemi per nessuno, né per Alberto né per Richie Porte (che ha lasciato sul campo altri due minuti e passa), i distacchi sarebbero stati neutralizzati e i caduti avrebbero dovuto solo pensare a recuperare le botte in vista della crono (ad esempio Contador lamenta un colpo alla gamba sinistra).

Invece il capitombolo rivoluziona la classifica, la ex maglia rosa perde 36" rispetto ad Aru e si ritrova scavalcata in classifica di 19". Ciò significa che nella cronometro Fabio partirà per ultimo, e potrà teoricamente fare la corsa proprio sul principale rivale, tenendo ben chiaro il quadro della situazione (distacchi e controdistacchi) chilometro dopo chilometro.

 

Aru-Contador, che sfida a Valdobbiadene!
Potrà essere questo un vantaggio così determinante per il sardo? Fino a un certo punto. Più importanti saranno le eventuali conseguenze fisiche per Contador (il quale però ci ha insegnato a dubitare un po' di certi allarmi esagerati sulle sue condizioni di salute); e parimenti importanti sono - andando proprio nel concreto - quei 36" di bonus che Aru si è ritrovato oggi a proprio vantaggio.

Un jolly importantissimo che permetterà al sardo di restare comunque in "zona Contador" anche se dovesse patire un distacco di un certo rilievo dal rivale.

Di sicuro ci sarà da aspettarsi un Alberto col coltello fra i denti, per quanto possibile: il fatto di aver perso la maglia di leader - prima volta in carriera in un GT - un po' di fastidio glielo dà, e la voglia di rimettere le cose a posto gli metterà le ali ai piedi.

Da parte sua, Aru potrà attingere alla straordinaria spinta che viene dall'indossare un simbolo così importante come la maglia rosa. Che non sia uno specialista delle prove contro il tempo è risaputo; che possa però estrarre dal cilindro la crono della vita, è possibile, tantopiù che nei mesi scorsi ha provato e riprovato il percorso. In ogni caso, difendere la leadership sarà tutto meno che facile per Fabio.

 

Richie Porte, in arte Paperino
La lotta tra i primi due della generale monopolizzerà tutte le attenzioni, ma è plausibile pensare che ad esultare a Valdobbiadene possa essere qualcun altro.

In primis quel Richie Paperino Porte, che oggi l'ha presa a ridere quando ha dovuto inforcare l'inadatta bici del compagno Vasili Kiryienka (molto più alto di lui) per coprire quei tre chilometri finali, ma che mastica amaro per una situazione che vede compromesso il sogno di vincere il Giro.

5'05" da recuperare per il tasmaniano su Aru sono tanti, pure troppi; ciò non toglie però che l'obiettivo del podio possa essere ancora perseguibile dal capitano della Sky, e una vittoria di tappa nella frazione per lui più importante (e nella quale partirà comunque da favorito) sarebbe un ottimo viatico per una terza settimana di Giro in cui dovrà difendersi in montagna.

 

I possibili outsider in chiave crono
Altri nomi di spicco per la crono di Valdobbiadene? Non così tanti, a ben vedere. La lunghezza esasperata (quasi 60 km), unita alla durezza di un percorso su cui non si potrà mai rifiatare, e che anzi chiamerà agli straordinari di lucidità per affrontare anche l'ultimissima - pericolosa - curva in vista del traguardo, non ci fa vedere un grande campo di favoriti per il successo parziale.

C'è Dario Cataldo che potrebbe fare molto bene, e Tanel Kangert non sarà da meno; ma i due uomini di fiducia di Aru spingeranno a fondo per salvaguardare la propria classifica (Cataldo è quinto, Kangert 25esimo) o risparmieranno gas per tenere da parte energie da spendere sulle Alpi a beneficio del loro capitano?

Stesso discorso per Kiryienka, altro possibile outsider: quanto spenderà e quanto salverà il luogotenente di Porte?

Ecco allora che si profilano buone possibilità per qualche passista in cerca di gloria, da Ilnur Zakarin (già primo a Imola) a Sylvain Chavanel (secondo all'Abetone), mentre per i cronoman di casa Orica (Luke Durbridge, Michael Hepburn) il chilometraggio sarà un problema.

 

Un occhio ai Movistar e uno al meteo
Non vanno peraltro dimenticati due bei cavallini di casa Movistar, ovvero Andrey Amador e Giovanni Visconti, che hanno dimostrato in passato di poter disputare buone cronometro, soprattutto in presenza di stimoli importanti. Entrambi sono in top ten in classifica (ottavo il costaricano, nono il palermitano), e hanno la libertà di giocarsi le proprie chance.

Infine, ultima annotazione in sede di pronostici: il meteo prevede un miglioramento delle condizioni nel pomeriggio, quindi è presumibile che gli ultimi a partire (ovvero i primi della generale) godranno di una strada (più) asciutta rispetto agli altri, e potranno quindi segnare tempi migliori. Anche questi sono aspetti di cui tenere conto nel duro svolgersi di una grande gara a tappe.

Marco Grassi

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