Giro d'Italia 2015: Beta sbloccato, terza fuga - Ok Hesjedal e Pellizotti
In fuga sabato a Campitello Matese, ma saltato nell'ascesa finale per venire ripreso e staccato dal gruppo, con un trentasettesimo posto all'arrivo. In fuga domenica a San Giorgio del Sannio, ma anticipato dall'azione di Tiralongo e giunto alla fine sesto. In fuga oggi a Imola, ma anticipato da Ilnur Zakarin e costretto ad accontentarsi del secondo posto. Questo è la progressione di Carlos Alberto Betancur al Giro d'Italia 2015. Rispetto agli ultimi dodici mesi un altro corridore, non troppo lontano da quello ammirato negli anni passati.
Finalmente si rivede il vecchio Betancur
Per tracciare un breve ma esaustivo ritratto di Bananito, così come viene soprannominato in patria, bisogna risalire alla Paris-Nice 2014, da lui meritoriamente conquistata. La seguente Volta a Catalunya lo vede costretto a ritirarsi nella quarta tappa per un'influenza. Neppure due settimane e altro stato febbrile che lo costringe ad abbandonare, dopo un giorno, la Vuelta al País Vasco. Campagna delle Ardenne assolutamente anonima, in controtendenza con l'anno precedente in cui aveva fatto scintille. Da qui, il nulla: niente Romandia ma ritorno in patria per preparare il Tour de France. Ma l'ex Acqua&Sapone fa perdere le proprie tracce anche alla dirigenza dell'AG2R La Mondiale per colpa, stando alle notizie poi emerse dal paese sudamericano, di problemi familiari. Rientro agostano in Spagna, ma viene inquadrato solo in coda al gruppo.
Anche il 2015 era iniziato con il medesimo refrain, con prestazioni anonime che non facevano più notizia. Nulla lasciava prevedere una rinascita in questo Giro e la realtà dei fatti ha superato ogni più rosea aspettativa. Oggi il venticinquenne è stato ancora una volta bravo ad entrare in fuga ed ha saputo contribuire con profitto nel tentativo. Come dimostrato nel Valico del Prugno a Betancur interessa la classifica dei gran premi della montagna, scatenando le ire di Beñat Intxausti, dopo oggi leader della graduatoria e distante undici punti dal corridore dell'AG2R. Si è fatto sorprendere dall'attacco di Zakarin ed ha visto così sfumare le possibilità di vittoria, ma un Betancur così, che quanto a talento è secondo a pochi, può tornare ad alzare le braccia al cielo nella prossima settimana.
Hesjedal e Pellizotti, due vecchi leoni sempre in fuga
Pur essendo i capitani delle rispettive squadre sia Ryder Hesjedal che Franco Pellizotti hanno preferito interessarsi sin dalle prime tappe del Giro ad un successo di parziale piuttosto che curare la classifica generale. Scelta saggia ma sinora senza nessun ritorno in termini di risultati per loro. Il canadese della Cannondale-Garmin, dopo il tentativo di San Giorgio del Sannio, ci riprova anche oggi e sembra uno dei più in forma nel gruppetto di testa; vanifica però le sue chance quando non riesce a rispondere all'allungo di Zakarin. Sino alla fine prova a spendersi nel tentativo di ricucire ma il gap è ormai incolmabile. Anche per lui vale il discorso fatto per Betancur, nella terza settimana un'azione come quella di oggi potrebbe andare a buon fine.
Franco Pellizotti è stato, sin dall'ormai lontano debutto in maglia Alessio, un corridore generoso e sempre all'attacco. Con l'Androni di Gianni Savio questa sua peculiarità non poteva che venire esaltata; il conto di questo Giro d'Italia segna tre fughe fra La Spezia, Campitello Matese e Imola; il Delfino di Bibione è uscito di classifica sin dalla frazione di Sestri Levante, a causa di crampi che lo hanno minato nelle prestazioni. Gli stessi problemi che ha dovuto affrontare il giorno dopo nella fuga verso Rapallo, costringendolo anzitempo ad alzare bandiera bianca. Oggi il trentasettenne ha saputo conquistare un terzo posto di qualità, consegnando il primo podio alla formazione piemontese. Lui, che solitamente viene fuori con il passare dei giorni, sarà un sicuro nome da tenere in considerazione quando la strada sale. Sperando di emulare il quasi coetaneo Tiralongo.
