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GiroTelex 2015 - MiniVerdetti in salsa rosa - Contador leader, Aru ardimentoso

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dal nostro corrispondente

Alberto ContadorAlberto Contador è la maglia rosa della corsa, ma soprattutto è il leader di questo Giro. "Leader" come "faro", nel senso che più degli altri lo caratterizza. Anche la sua caparbietà nel voler reagire alle vicissitudini (leggi caduta a Castiglione della Pescaia) lo conferma. Ho l'impressione che non sia ancora il miglior Contador e che soprattutto possa contare su una squadra con sempre all'altezza. Purtroppo per Aru, penso che il madrileno migliorerà nell'ultima settimana.
Fabio AruFabio Aru è affetto da "Nibalite", la bellissima sindrome dello spettacolo. Una vera manna per gli appassionati di ciclismo, anche se sino a oggi la vitalità del sardo si è concretizzata in tanto dispendio di energie e in pochi secondi guadagnati. Lo ripeto: se il capitano dell'Astana vuole vincere questo Giro, deve pretendere che tutto il resto della sua squadra lavori per lui. Senza cercare glorie giornaliere con gregari o seconde punte. Ardimentoso.

Fausto CoppiFausto Coppi non è in gruppo, purtroppo, ma ci ha lasciato un insegnamento che l'Astana dovrebbe mettere a frutto. Un giorno il suo fido gregario Ettore Milano osò sprintare in un traguardo volante in una località di mare (!) perché il premio consisteva in un week end per due persone presso un hotel di quella cittadina. Milano stava per sposarsi e voleva in quel modo fare un regalo alla futura moglie. Vinta la volata, Ettore si sentì preso per una spalla dal suo capitano: «Ehi amico, noi siamo qui per vincere il Giro, non per raccattare premi sparsi per strada!». Milano fu talmente mortificato che non ritirò quel premio. E Fausto trionfò in rosa. Determinato.

 

Daniele ColliDaniele Colli è una delle vittime di troppe cadute. Scegliamo lui fra tutti gli incidentati per sottolineare un male sociale: da sempre il Giro è uno specchio del costume del nostro Paese, per cui ritengo che molte delle cadute sin qui registrare siano la conseguenza di una pericolosa maleducazione che nella vita di tutti i giorni porta a esiti assai preoccupanti. Entrare in gruppo con una bici a scatto fisso o sporgersi mentre arriva il gruppo a 70 orari per fotografare non è follia, bensì maleducazione. Perché l'esempio arriva dall'alto e non è più arginato dal basso, cioè in famiglia o a scuola. Malcostume.

 

Domenico PozzovivoDomenico Pozzovivo è caduto in una tappa che ha riportato alle menti una tragedia del passato prossimo della storia del Giro. Fortunatamente, per il lucano gli esiti sono stati assai meno terribili rispetto a quelli di un suo collega che oggi non c'è più. Cadendo e risorgendo, Domenico è riuscito addirittura a farci capire di che cosa sia capace questo Paese nell'emergenza: noi italiani diamo il meglio di noi stessi quando la vita ci fa sprofondare negli abissi. Pozzovivo è promotore di una virtù che ci appartiene come italiani. Gli auguro un grande Tour. Reattivo.

 

Tom BoonenTom Boonen e Philippe Gilbert sono due ex iridati che teoricamente dovrebbero nobilitare la Corsa Rosa ma che sino a oggi non si sono praticamente visti. Peccato, perché a mio avviso una corsa storica come il Giro d'Italia dovrebbe essere onorata in ben altra maniera. Tom dice di essere reduce da guai fisici, Philippe assicura che in questo Giro gli altri vadano fortissimo. Sì, d'accordo, ma com'è possbile che a patire così tanto siano proprio due fuoriclasse come loro? Vacanzieri.

 

Davide FormoloDavide Formolo e Diego Ulissi hanno centrato entrambi una tappa. Il primo con un colpo di mano da grande finisseur, il secondo con uno scatto imperioso che ha ricordato un certo Paolo Bettini. Tra tutti i vincitori di giornata ho voluto privilegiare Davide e Diego perché entrambi rappresentano l'ossatura della Nazionale azzurra di Davide Cassani, ancora alla ricerca di una gloria antica che ci riporta a Varese 2008. Azzurrissimi.

 

Paolo Viberti

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