Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Il mio Giro - di Paolo Viberti: E Cassani non mollando... mollò - Al Mondiale di Chambéry l'attuale ct fu eroico con la dissenteria

Versione stampabile

 

Paolo Viberti, classe 1956, 35 anni a Tuttosport, un palmarès visivo ed emotivo di nove Olimpiadi, 28 Giri d'Italia, 8 Tour de France, innumerevoli Mondiali o Europei di ciclismo, basket, sci, fondo, slittino, baseball... Innamorato della bici, ha scalato da solo tutte le vette di Giro e Tour. Ha scritto quattro libri per la Sei: L'Ultimo Avversario, Coppi Segreto, Storia delle Olimpiadi e Storia delle Olimpiadi invernali. Si è visto riconoscere i seguenti attestati: - Premio Coni Ussi 2013 per la "stampa scritta-cronaca e tecnica" - Premio Coni per la saggistica 2012 per il libro "Storia delle Olimpiadi, gli ultimi immortali" - Premio Coni-Primo Nebiolo 2012, Regione Piemonte, quale miglior giornalista - Premio Fisi-Coni, premio Sala Stampa 2004 quale protagonista del giornalismo degli sport invernali. Oggi è freelance, ha adottato un cane da un canile e ha iniziato la seconda parte della sua vita, quella della testimonianza.

 

 

BENEVENTO. Uno dei suiveurs più fedeli di questo 98° Giro d'Italia è Davide Cassani, classe 1961 da Solarolo, lo stesso paesino di Laura Pausini, già ottimo professionista, quindi apprezzato opinionista Rai (erano da cineteca le sue presentazioni della tappa del giorno dopo....) e ora commissario tecnico dei professionisti su strada e supervisore di tutte le nazionali azzurre di ciclismo.

Lo confesso, Davide è un amico più che un semplice compagno di viaggio. Ci legano alcune cose che restano per una vita, come l'omonimia delle nostre figlie («Come sta la tua Rebecca?». «E la tua?»), oltre a molte altre sfaccettature che sono soprattutto nostre. Cassani è una di quelle persone che sa andare oltre il ruolo che ricopre (e con i giornalisti, vi assicuro che questo non è affatto facile).

Tutto ciò per sottolineare che più di una volta Davide s'è lasciato andare in mia presenza ad affermazioni che per un cronista d'assalto sarebbero state "manna da scoop". E al sottoscritto che lo guardava non senza stupore dopo aver ascoltato frasi pepate, Davide rispondeva candidamente: «Tanto so che tu non lo scriverai. È stato uno sfogo, lo capisci benissimo...».

 

La storia di Cassani corridore è tanto semplice quanto genuina: prime corse vere a 14 anni, una trentina le vittorie nelle categorie giovanili e il debutto al Giro nel mio stesso anno, il 1982, con l'allora Termolan Galli che vedeva affiancati in ammiraglia due vecchi marpioni come Bruno Reverberi e Gianni Savio.

Lo stipendio allora era di sei milioni annui, ossia il minimo sindacale. La fortuna di Davide fu proprio quella di aver iniziato il suo romanzo nel professionismo con un "secondo padre" come Bruno Reverberi, non a caso oggi conosciuto nel gruppo con lo pseudonimo di "zio", l'uomo bonario sempre pronto a dispensare un consiglio a chiunque lo richieda.

 

Un giovane Davide Cassani in maglia azzurra insieme a Gianni Savio © www.davidecassani.it

 

La prima convocazione in Nazionale arriva nel 1983, per la sfortunata trasferta svizzera di Altenrhein che proietterà nell'olimpo lo statunitense Greg Lemond. Davide è "soltanto" riserva ma da quel giorno la maglia azzurra gli si appiccicherà addosso con tale aderenza da diventare per lui una seconda pelle, dapprima come regista in corsa del grande Alfredo Martini e adesso come commissario tecnico.

E proprio a un altro Mondiale vinto nuovamente da Greg Lemond fa riferimento un aneddoto che mi lega particolarmente alla cara e leale persona di Davide Cassani. Dunque siamo nel 1989 a Chambery, con gli azzurri che sono campioni uscenti dopo il trionfo dell'anno prima di Maurizio Frondriest, a Renaix.

Si parte con una temperatura troppo alta per quella latitudine e infatti, poco dopo metà corsa, si scatena un temporale da tregenda. A quel tempo, chi vi scrive aveva il compito di vivere il Mondiale ai box degli azzurri, registrando giro dopo giro che cosa stesse accadendo e quali fossero le reazioni nel nostro entourage o quelle dei corridori mano a mano che qualcuno di loro si ritirava dopo aver portato a termine il proprio compito.

L'indomani, su Tuttosport, ci sarebbe stata la cronaca palpitante - e arricchita da dichiarazioni a caldo - dell'intera giornata azzurra. Andavo molto fiero di quel mio lavoro oggi reso inattuale dai nuovi mezzi d'informazione e la consacrazione che mi commosse arrivò dallo stesso caro Alfredo Martini, che poco prima di morire mi fece leggere i suoi taccuini di appunti abbracciandomi con affetto: «Se ho un diario molto puntuale di tutti i Mondiali da me diretti in ammiraglia, il merito è anche tuo e delle tue cronache». Un mito, l'Alfredo...

 

Ebbene, in quel Mondiale di Chambery si scatena il putiferio quando è ora di fare il secondo rifornimento: c'è chi non riesce a mangiare, chi mangia male, chi mangia in fretta e chi non digerisce. Ma c'è anche chi ha mangiato ma poi non si è coperto bene, patendo un colpo di freddo che si trasforma in un violento attacco intestinale. Ma non c'è tempo per esitare, si devono coprire i capitani perché là davanti le fughe si susseguono.

Cassani è il regista in corsa, ma insegue tutti gli avversari perché altri suoi compagni azzurri stanno peggio di lui. Si sbatte, soffre, trema, sbanda, riparte, urla, piange.... Poi, quando ha finito il suo compito (e anche le energie...) passa davanti al box azzurro e si ritira.

Io gli corro incontro, come facevo con tutti gli azzurri, ma Davide mi guarda e per rispetto mi urla di stargli lontano, di non avvicinarmi. Subito non capisco, la reazione non è da lui, ma il romagnolo insiste e aggiunge che poi mi avrebbe spiegato.

 

Che cosa era accaduto? Semplice ma incredibile al tempo stesso: Cassani aveva avuto un violento attacco di dissenteria, ma per non mollare la presa e neutralizzare attacchi avversari aveva deciso di... farsi la cacca addosso, continuando a pedalare in quelle condizioni di astenia e di imbarazzo totale.

La sua richiesta di... solitudine nel momento del ritiro era un comprensibile e apprezzabile rispetto nei confronti di chi lo avrebbe visto stravolto e... olezzante. Capii allora che il ciclismo è anche questo, sofferenza e dignità, abnegazione e decoro. Vinse Lemond davanti a Konychev e a Kelly. Ma questo fu assai meno importante per me....

 

Cassani ne ha viste tante altre, nella sua carriera: potrebbe farvi capire che cosa significhi transitare sul punto più alto di un Tour, in vetta al Col de la Bonette, con la maglia a pois di leader della montagna: «Anche se stavo arrancando per non finire fuori tempo massimo verso il traguardo di Isola 2000», dove invece fu estromesso per lo stesso motivo Mario Cipollini.

E potrebbe anche raccontare la verità sul "golpe interno" che Stephen Roche attuò ai danni del suo capitano Roberto Visentini al Giro d'Italia del 1987, quando tutti e tre vestivano la maglia della Carrera di Davide Boifava. E ancora vi spiegherebbe come si fa a perdere una corsa già vinta, facendo riferimento a un Giro dell'Emilia in cui lui e Chiappucci fuggitivi si marcarono a tal punto da dimenticarsi che da dietro stava arrivando a velocità doppia Johan Bruyneel, che beffò entrambi.

E sempre lui, Cassani, con la sua amabile "r" arrotata vi racconterebbe quanto fosse inimitabile Alfredo Martini, oppure quanto avesse bisogno di affetto Marco Pantani o ancora quando stia gongolando ora al cospetto di questo Giro d'Italia per aver trovato un Formolo e ritrovato un Ulissi, che tanto gli sarebbe servito al Mondiale di Ponferrada.

 

E magari, con un pizzico di nostalgia ma con encomiabile garbo, l'attuale ct vi potrebbe anche raccontare come smise di correre tra i professionisti, il 13 febbraio 1996, il giorno prima di debuttare con la nuova maglia della Saeco al Giro del Mediterraneo.

A 35 anni aveva l'entusiasmo di un neoprofessionista, nonostante quella fosse la sua quattordicesima stagione nella massima categoria. Alle undici del mattino a Carcassonne decise di uscire con i suoi compagni in allenamento, ma quella seduta durò soltanto cinque chilometri, sino a quando la sua bici venne investita con violenza da un'auto che non l'aveva visto.

La frattura all'omero guarì male, ci volle più tempo del previsto e Davide nel frattempo aveva già raggiunto le 35 primavere. Meglio appendere la bici al chiodo per affrontare nuove avventure: addetto stampa nella Mercatone Uno di Pantani, poi manager, quindi opinionista Rai e adesso ct.

Fui io dopo il Mondiale di Firenze a dirgli che Bettini sarebbe andato con Alonso e che la Federciclo lo avrebbe scelto quale successore del Grillo. Davide si mise a piangere, perché lui il commissario tecnico lo avrebbe fatto anche gratis. Come missione di vita. Da vero innamorato della bici.

Paolo Viberti

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano