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Giro d'Italia 2015: Elia, una volata superba - Viviani s'impone a Genova su Hofland. Matthews in maglia rosa

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Elia Viviani vince la seconda tappa del Giro d'Italia a Genova © Bettiniphoto

La Superba. Genova si adatta ed accoglie Elia Viviani, autore appunto di una volata che più che superba non sì può definire. Ha vinto lui, finalmente! L'ha fatto in un modo che rispecchia la ricerca, non tanto del tempo perduto, quanto di questa benedetta, maledetta vittoria al Giro. Sempre lì, sempre a tanto così, mai sul gradino più alto. La volata di Elia, faticosa e sudatissima - non solo perché il Liguria è scoppiata l'estate - è la più fedele rappresentazione della storia di quest'uomo di Isola della Scala, Verona. Un podio ed una medaglia di legno lo scorso anno in Irlanda, due volte secondo, una terzo ed un'altra ancora quinto nel 2013: ecco il Giro di Viviani in pillole. È per questo che Elia andava cercando quasi con ossessione la prima nella Corsa Rosa. Trovata! S'è imposto rincorrendo, come se fosse in pista (e chi pensa che sia esercizio inutile, financo dannoso, si faccia qualche domanda): prima dietro a Matthews, poi a Greipel ed Hofland, poi con il solo Hofland, il battuto di giornata. Una liberazione, per Viviani, che dedica la prima a Franco Farronato, il suo meccanico storico scomparso recentemente. Sicuramente anche lui attendeva trepidante che il suo Elia si sbloccasse. Viviani viene dalla pista, come detto, ma si fa trovare pronto spesso e volentieri anche su strada. Quest'anno, dopo stagioni e stagioni alla Liquigas (poi Cannondale), è passato alla Sky. I britannici puntano alle Classiche ma più di tutto alle grandi corse a tappe, è ben noto; eppure ad Elia Viviani hanno concesso una fiducia che faceva ben comprendere quanto credano in lui. Anche oggi la squadra non ha lavorato troppo, a parte gli ultimi 3 km, eppure Elia, ce sa vincere arrangiandosi (anche qui, benedetta pista!), ha colpito. Non aspettava altro!

 

La prima fuga è targata Androni
Prima tappa in linea del 98° Giro d'Italia, in realtà la seconda, dopo la cronosquadre di ieri che ha premiato l'Orica e Simon Gerrans. Sono previsti 177 km tra Albenga e Genova, con un tratto in linea de 158 km ed il circuito cittadino nel capoluogo ligure: 9.5 km da ripetere due volte. Il finale è in cima a Via XX Settembre, dove i genovesi passeggiano: la pendenza non si deve sottovalutare, perché quel 2% a salire può far perdere il tempo a molti: succederà. Subito la fuga, al chilometro zero, promossa da? Un Androni-Sidermec, ovvio! È Marco Frapporti che scappa, Giacomo Berlato (Nippo-Vini Fantini), Bertjan Lindeman (LottoNL-Jumbo), Lukasz Owsian (CCC Sprandi Polsat) ed Eugert Zhupa (Southeast) si accodano subito. Salendo verso il Testico, ascesa storica del Trofeo Laigueglia (ma qui non valida come Gpm), il vantaggio del quintetto sale vertiginosamente: arriverà a 9'02" dopo 26 km. Dietro lavorano in troppi ma senza dannarsi l'anima e così i fuggitivi possono restare al vento senza patemi. L'Orica, che detiene la maglia rosa, pensa a non farsi sfuggire la situazione di mano. Il primo traguardo volante è a Savona, dove Marco Frapporti precede Eugert Zhupa e Bertjan Lindeman. Il successivo poco dopo, a Varazze: ancora Frapporti su Lindeman, terzo Zhupa. La prima asperità del Giro classificata come Gpm s'avvicina: è la salita che da Cogoleto porta a Scirborasca attraverso Pratozanino.

 

Su per Sciarborasca scatta Lindeman
Il quintetto imbocca la stretta strada che s'inerpica con due tornanti su per le montagne, per molti incredibilmente vicine al mare. Marco Frapporti prende in testa la salitella, poi un salto di catena e ciao ciao alla prima maglia azzurra. Davanti rimangono Giacomo Berlato, Bertjan Lindeman e Lukasz Owsian. Il primo a transitare al Gpm è Lindeman, che precede il polacco Owsian e Berlato. Domattina sarà il corridore della CCC Sprandi a vestire la prima maglia azzurra, quella che contraddistingue il miglior scalatore. Archivaita l'unica salita di giornata insieme al Testico, leggera discesa in direzione Lerca ed Arenzano. Tra i campi da golf la velocità si fa interessante, Zhupa e Frapporti rientrano sui tre battistrada davanti. Dietro la Tinkoff-Saxo capisce che aria tira (quella che fa finire a terra Enrico Barbin) e si mette al comando, per non saper né leggere né scrivere. Primo comandamento degli uomini di Contador: proteggere il capitano fino ai -3 km, quando i distacchi non contano più. È un lavoro dispendioso, ma per una doppietta Giro-Tour questo ed altro.

 

A Genova cadono in molti. C'è anche Pozzovivo
Si entra a Genova e sulla sopraelevata vanno in terra parecchi: Heinrich Haussler, Sonny Colbrelli, Matteo Pelucchi, Simone Stortoni, Darwin Atapuma, Tanel Kangert, Tiziano Dall'Antonia, Sylvain Chavanel e Michael Hepburn i principali corridori coinvolti. Si passa per la prima volta sul traguardo di Via XX Settembre, con i cinque al comando che possono ormai vantare solo 31" sul plotone tirato dalla Tinkoff: mancano 19 km al traguardo e due tornate del circuito cittadino. Caldo mozzafiato quanto gli scorci offerti dalla Superba ed a qualcuno dà alla testa. In Corso Italia, un vialone che separa le case dei benestanti dalle spiagge, la velocità è altissima. Owsian e Zhupa allungano ai -13, dietro tutti ancora in terra. Si scoprirà solamente in seguito che un cretino in sella ad una fixed bike (quelle con lo scatto fisso), s'è intrufolato nel gruppo non si sa come. Il risultato è tremendo: assagggiano l'asfalto, tra gli altri, Nicola Boem, di nuovo Heinrich Haussler e Sylvain Chavanel, Pieter Serry, Maxim Belkov, Axel Domont, Marco Coledan e Domenico Pozzovivo. Il lucano, dopo la pessima cronosquadre di ieri che ha messo tra Pollicino e Contador la bellezza di 41", si ritrova a rincorrere, tutto ammaccato, ancora nella seconda tappa. Siamo all'ultimo giro ed il gruppo è spezzato in tra tronconi: davanti i pochi reduci tirati dalla solita Tinkoff (ma con l'Astana attentissima), quindi un plotoncino comprendente anche Jürgen Van den Broeck ed ancora più indietro l'AG2r La Mondiale di Domenico Pozzovivo.

 

Tinkoff, poi Sky ed Orica. E Viviani...
L'ultima tornata è semrpe un tirare forsennato degli uomini di Contador, finché si arriva ai -3 ed entrano in scena i velocisti. Sky ed Orica molto attive, l'una per Viviani, l'altra per Matthews. Elia è davanti e quando si vira di novanta gradi a sinistra in direzione di Via XX Settembre, l'Orica mena di brutto. Sembra volersi ripetere, dopo il successo di ieri, ed in effetti Bling è lì davanti. Non ha calcolato troppo bene la distanza dal traguardo, né la pendenza del finale. La volata è incasinata, André Greipel capisce che può vincerla solo anticipando ed anticipa sulla sinistra. Lo seguono in due: Moreno Hofland ed Elia Viviani. Il tedescone della Lotto-Soudal non riesce a tener alta la velocità fino in fondo - cioè fino in cima - e così Hofland lo salta. Viviani, che aveva notato l'olandese della LottoNL-Jumbo bello pimpante in Yorkshire, capisce che è lui la ruota da afferrare. Da campione di razza non gli concede un metro e negli ultimi 50, quando il 2% si fa sentire con l'acido lattico, lo salta. Un colpo di reni rabbioso, furente, liberatorio. Poi la dedica al suo meccanico, «l'uomo che mi ha insegnato a prendermi cura della mia bici». Alle spalle di un Viviani straripante c'è appunto Moreno Hofland, poi André Greipel, non abbastanza potente oggi. Ai piedi del podio il sempre nascosto Luka Mezgec, l'eterno Alessandro Petacchi, Giacomo Nizzolo, Michael Matthews, Davide Appollonio, Daniele Colli e Paolo Tiralongo. Rimanendo in Astana, fa impressione il 12° posto allo sprint di un Fabio Aru che èè in forma, è determinato e domani ci proverà, tra una salitella e l'altra.

 

Matthews di nuovo in maglia rosa
La classifica generale vede in maglia rosa Michael Matthews, che già lo scorso anno portò le insegne del primato per sei giorni: è il primo australiano ad andare in rosa in due edizioni del Giro. Con lo stesso tempo di Matthews ci sono Gerrans, Clarke e Chaves, a 7" Kreuziger Contador, Rogers, Boaro e Rovny, a 13" Tiralongo, Aru, Rosa, Cataldo, Sanchez, Landa e Malacarne. Domenico Pozzovivo, tra la cronosquadre di ieri e la caduta odierna, paga già 1'57" a Matthews (quindi 1'50" al primo dei rivali per la generale, ovvero Contador). Se non è tagliato fuori dalla lotta ci manca davvero pochissimo. Domani non sarà una frazione decisiva, ma ci sarà qualche piccolo scrollone in classifica: i 136 km della Rapallo-Sestri Levante hanno in mezzo diversi saliscendi e la salita di Barbagelata - non da sottovalutare - che sarà il primo vero banco di prova per uomini da classifica e scalatori. peccato solo che sia lontana 40 km dal traguardo.

Francesco Sulas

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