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Giro d'Italia 2015: Richie, quel trofeo è irraggiungibile - Ecco perché Porte non vincerà la corsa rosa | Cicloweb

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Giro d'Italia 2015: Richie, quel trofeo è irraggiungibile - Ecco perché Porte non vincerà la corsa rosa

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Richie Porte e il trofeo del Giro d'Italia © Bettiniphoto

Stavolta vogliamo essere spericolati, contravvenire a tutte le regole della cautela e della saggia e distaccata analisi delle cose sportive, e spararla grossa già al primo giorno: tutto potrà fare, il simpatico Richie Porte, meno che vincere questo Giro d'Italia.

Sarebbe buona norma evitare di sbilanciarsi più di tanto dopo neanche 20 km di gara, e ben sappiamo che ci esponiamo alle grasse risate dei nostri lettori se fra tre settimane sul gradino più alto del podio di Milano ci sarà il tasmaniano. Ma questa eventualità la escludevamo prima, e a maggior ragione la escludiamo ora che il presunto capitano del Team Sky accusa già 40" di ritardo rispetto all'ideale tabella di marcia che lo dovrebbe portare in maglia rosa a fine Giro.

 

Un Giro apparentemente adatto a Porte
Non suoni dileggiatoria la definizione "presunto capitano": gliela affibbiamo solo perché convinti che nella sua stessa squadra ci siano un paio di uomini che potrebbero addirittura finirgli davanti in classifica, al termine delle tre settimane di Giro (König; Nieve).

La verità è che Porte non ha mai dato, in carriera, l'impressione di poter reggere 23 giorni di gara senza mai incappare in un cedimento, una giornata storta, un passo falso. Perché dovrebbe centrare l'impresa ora?

Questo Giro 2015 è all'apparenza abbastanza adatto alle sue caratteristiche: per due settimane il percorso è pieno di insidie, ma non di tapponi di alta montagna che all'australiano possano risultare particolarmente indigesti.

Dando per assunto che il 30enne di Launceston stia bene attento a non incappare in trappole e tranelli nelle tante tappe miste che verranno affrontate, possiamo anche trovare tre appuntamenti che suonano come abbastanza adatti a lui: gli arrivi in quota di Abetone e Campitello Matese, e ovviamente la lunga crono di Valdobbiadene, nella quale ci si attende che il ragazzo faccia sfracelli e infligga minuti ai rivali.

 

Il busillis della terza settimana
Posto quanto sopra, rimane il busillis della terza settimana, che poi è il vero nodo riguardante la riuscita di Porte. Lì, tra Madonna di Campiglio (tappa in cui si potrebbe però salvare), Mortirolo-Aprica (ahia!), Verbania (rischio!), Cervinia (ohibò!) e Finestre-Sestrière (aiuto!) non vediamo davvero come Richie possa evitare almeno una bambola fatale.

Correndo col bilancino, non sprecando mai nulla più del necessario, confidando nella grande capacità della Sky di addormentare le corse (brivido di gelo per gli appassionati!), e salvando il salvabile nelle giornate meno brillanti, il progetto potrebbe anche avere qualche spiraglio di riuscita, quantomeno per agguantare un podio. Tutto ciò, però, a patto di non aver sbagliato nulla fino alla fatidica terza settimana.

 

L'inizio col piede sbagliato
E qui torniamo al discorso di partenza: possiamo affermare che la Sky e Porte abbiano iniziato il Giro con il piede giusto? No. L'avremmo detto se avessero inflitto loro 20" alla Tinkoff di Contador, e non il contrario; siccome è stata la squadra di Oleg ad aver assestato questo discreto uppercut già al primo giorno, i 20" che dovevano essere (in teoria) di vantaggio per Porte sul favorito principale della corsa, diventano 20" di svantaggio. Ergo, i 40" di ritardo rispetto all'ideale tabella di marcia di cui parlavamo all'inizio.

Anche perché bisogna aggiungere che Richie non ha perso solo terreno (poco, ma sintomatico) da Contador, ma anche da Aru e da Urán, e non ha nemmeno messo grosso spazio tra sé e altri clienti pericolosi come Van den Broeck e Zakarin (la grande incognita di questo Giro). Con questi chiari di luna, fossimo dei bookmakers aumenteremmo sensibilmente le quote su Porte.

Marco Grassi

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