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Parigi-Roubaix 2015: Oss sfortunato, giornata no per Thomas - Tutti i delusi dopo l'Inferno del Nord | Cicloweb

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Parigi-Roubaix 2015: Oss sfortunato, giornata no per Thomas - Tutti i delusi dopo l'Inferno del Nord

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Daniel Oss sfortunato nella Parigi-Roubaix © Bettiniphoto

Con l'edizione 113 della Parigi-Roubaix termina la stagione delle classiche del Nord. Sono due i nomi che le pietre ci lasciano in eredità come dominatori del presente, in contumacia di Boonen e Cancellara (e non è detto che con la presenza dei due campionissimi le cose sarebbero andate differentemente), quelli di John Degenkolb e Alexander Kristoff: al Fiandre dominio del norvegese con il tedesco settimo e vincitore della volata di gruppo. A Roubaix le parti si invertono, con il nativo della Turingia a strabiliare e il vichingo a prendersi il decimo posto, migliore fra quelli del gruppo principale.

 

Kristoff non al top, ma una stagione invidiabile
Il decimo posto odierno è il peggior risultato dell'ultimo mese per Alexander Kristoff. Il campione del Team Katusha ha raccolto nelle ultime tre settimane undici piazzamenti nella top 10, sei delle quali vittorie fra cui una classica monumento. Alla partenza di Compiègne era il principale favorito per il successo, forte di una formazione di alto livello e a lui totalmente votata. Il fatto che in cinque edizioni ne avesse portate a termine solo due, con il nono posto del 2013 come miglior piazzamento, non pareva dare alcuna preoccupazione di sorta.

Oggi il ventisettenne non è mai parso brillantissimo, nonostante sia riuscito a rimanere abbastanza agevolmente nel gruppo principale nei tratti più pericolosi della gara. Sul Carrefour de l'Arbre tuttavia la sua pedalata iniziava a farsi più faticosa, sebbene fossero presenti oltre a lui corridori meno quotati. Nei momenti poi rivelatisi decisivi il bronzo olimpico di Londra non ha neppure provato a rispondere agli attacchi in serie che hanno movimentato il finale di gara, occupando sempre le posizioni arretrate del gruppo.

La volata sul velodromo André Pétrieux lo vede comunque vincere in maniera relativamente comoda lo sprint per l'ultimo posto nella top 10. Ora la sua prima parte di stagione è conclusa, spazio ad un meritatissimo periodo di riposo con rientro previsto per le gare casalinghe di fine maggio: il prossimo obiettivo di stagione è il Tour de France, in cui provare a bissare le buone prestazioni del 2014. Oggi un po' deludente quindi, ma la sua colpa è di aver abituato troppo bene il pubblico in questo scorcio di 2015.

 

Vanmarcke: squadra debole, sfortunato. Però...
Chi esce con le ossa rotte da questa campagna del Nord è indubbiamente Sep Vanmarcke, i cui numeri confrontano in maniera impietosa il passo indietro rispetto alla scorsa stagione: nel 2014 il ruolino fra Het Nieuwsblad, Kuurne. Harelbeke, Gand, Fiandre e Roubaix segna nell'ordine quarto, terzo, quinto, quarto, terzo, quarto. Nel 2015 la sequenza peggiora con quinto, ottantunesimo, quinto, sesto, cinquantatreesimo, undicesimo.

Quali sono quindi le cause di un peggioramento così significativo, considerando anche l'assenza quasi completa della premiata ditta Boonen e Cancellara? Un ruolo può essere ricercato nella squadra che accompagna il belga: con un budget ridotto (e di molto) rispetto alla scorsa stagione, il Team Lotto.nl-Jumbo non ha la forza di competere con gli squadroni più attrezzati per questo tipo di gare. La perdita di Lars Boom e l'età non più verde di Bram Tankink, Maarten Tjallingii e Maarten Wynants (36, 37 e 32 la rispettive primavere) costringono Vanmarcke a restare troppo spesso da solo quando la corsa si decide.

Nella prova odierna il nativo di Kortrijk è stato sfortunato, con una foratura che l'ha costretto a bruciare energie preziose nell'inseguimento quando mancavano poco più di 20 km al traguardo. Ha sì speso forze che potevano risultare utili nel finale ma, quando si è trattato di rispondere agli attacchi di Van Avermaet prima, di Degenkolb poi e pure quando si è mosso il gruppetto Stybar, non ha provato a reagire. Il tardivo tentativo di prendere la ruota di Wiggins quando la situazione era già compromessa è parso più uno scatto d'orgoglio che altro. L'undicesimo posto finale lascia ancora una volta l'amaro in bocca al ventiseienne, ancora fermo alla vittoria della rivelazione alla Het Nieuwsblad 2012 come unico traguardo felice nelle gare che più ama.

 

Terpstra, un detentore incolore. Etixx a secco
L'anno scorso vinse la Parigi-Roubaix con una coraggiosa azione nel finale, attaccando nel gruppetto di 11 in cui si trovava assieme ai compagni di squadra Boonen e Stybar. Quest'anno l'unica traccia della presenza di Niki Terpstra nell'Inferno del Nord è stata in occasione del Carrefour de l'Arbre, quando il faccione dell'olandese è stato inquadrato dalla motoripresa in testa al gruppo, con un tentativo di allungo abbastanza inconsistente.

Complice l'azione del giovane Lampaert in risposta a Van Avermaet e il successivo attacco di Stybar la sorte del trentenne passista era ovviamente scritta in favore della ragion di stato (Etixx-QuickStep, nel caso), nello stesso modo in cui il ceco sette giorni fa aveva dovuto frenare le proprie ambizioni a beneficio dello stesso Terpstra. Dunque il quindicesimo posto dell'alfiere di Beverwijk si posiziona in una mediocrità di giornata con attenuanti dalla sua parte. E il quartetto Harelbeke-Gand-Fiandre-Roubaix si chiude senza vittorie per la corazzata di Patrick Lefevere: per lo squadrone belga altrettanti secondi posti raccolti come miglior risultato. Per qualsiasi altra formazione sarebbe un successo, per loro no.

 

Fiandre e Roubaix respingono Thomas
Grande favorito al Fiandre e outsider alla Roubaix: questi erano alla viglia i ruoli assegnati a Geraint Thomas nelle due gare più attese per il corridore gallese. Se nella corsa fiamminga l'ex pistard aveva disputato una prova volitiva ma deludente, sul pavé francese il ventottenne ha vissuto una giornataccia: prima una foratura che l'ha costretto ad una rimonta nella fase immediatamente precedente alla Foresta di Aremberg, poi una disattenzione che gli causa la caduta che lo mette definitivamente fuori gioco.

Il polivalente corridore del Team Sky era reduce dal settimo posto nell'edizione 2014 della manifestazione transalpina e ora, con un fidato gregario quale Rowe, uno Stannard non irresistibile e con un Wiggins all'ultima recita con la formazione di Dave Brailsford, le possibilità di far bene erano significative per la squadra nerazzurra. Lo svolgimento della gara lascia però insoddisfatti i protagonisti del team, con il solo Luke Rowe capace di finire ottavo. E ora testa per gli altri due grandi obiettivi di stagione, il Giro con Richie Porte e il Tour con Chris Froome, per provare a riportare tra i sudditi di Sua Maestà una grande corsa a tappe.

 

Italia in chiaroscuro: bene Marcato, cade Oss, Pozzato jellato
L'anno scorso si toccò probabilmente il punto più basso dell'esperienza recente del ciclismo italiano alla Roubaix: Filippo Pozzato 50° e miglior portabandiera azzurro a oltre sette minuti dal vincitore Terpstra. Quest'anno alcun italiano, eccezion fatta per il vicentino e per Daniel Oss, partiva con possibilità di ottenere un risultato tra i primi 10 ma la situazione generale è comunque migliore di quanto non fosse dodici mesi orsono.

Partendo dalla fine, il miglior azzurro è stato Marco Marcato: il padovano della Wanty-Groupe Gobert si è piazzato al ventiduesimo posto. Ma quello che è più piaciuto del trentunenne corridore veneto è stato il modo di intendere la corsa, provando ad attaccare (uno dei pochi a farlo) in funzione di capitan Leukemans ma mantenendo comunque margine. Nelle prove delle Ardenne potrà essere ancor più protagonista e l'accoppiata con Enrico Gasparotto promette soddisfazioni alla formazione belga.

Prova sfortunata per Pippo Pozzato: il sandricense ha patito una foratura nel momento meno adatto della corsa e, anche in considerazione della poca abitudine dei Lampre-Merida sulle pietre della Roubaix (oltre a Pippo, il solo Nelson Oliveira ha concluso la prova), non ha avuto la possibilità di essere aiutato nel tentativo di ricongiungimento col gruppo. Il sessantacinquesimo posto finale chiude una campagna del Nord negativa per il trentatreenne. Poco davanti a lui si è piazzato il suo conterraneo Federico Zurlo: il ventunenne neprofessionista della UntiedHealthcare, il terzo più giovane fra i partenti, ha concluso la prova al cinquantanovesimo posto.

Con Matteo Trentin votato alla causa dei compagni di squadra, le speranze trentine nonché italiane erano poste sulle spalle di Daniel Oss: la gara del corridore della BMC Racing è stata sfortunata, con una caduta nel tratto in pavé di Bersée a porre fine ai sogni di un buon risultato. Nella squadra statunitense menzione per l'esperto Manuel Quinziato, trentaquattresimo ma prezioso aiuto per capitan Van Avermaet. In ombra la prova dell'altro veterano tricolore, quel Luca Paolini che oggi ha terminato quarantaquattresimo.

Alberto Vigonesi

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