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Giro delle Fiandre 2015: Una Ronde mai così aperta - Nella prima classica del pavé 19 muri e moltissimi pretendenti

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L'Oude Kwaremont sarà uno dei diciannove muri affrontati nel Giro delle Fiandre © thechainstay.com

Novantanove edizioni per diciannove muri e sei tratti in pavé. Questi i primissimi, immediati numeri di un Giro delle Fiandre pasquale, ma per questo non certo atipico. La Ronde apre la Settimana Santa: nulla a che vedere con la religione, o forse sì, visto che in Belgio, e per i belgi - corridori e non - il ciclismo è un culto pagano. Settimana Santa che culminerà domenica prossima con la Parigi-Roubaix, la classica del pavé. La Ronde, si diceva. Per alcuni vale come un Mondiale, se non di più. Più che pavé, i corridori incontreranno muri dalle pendenze notevoli e dal fondo al limite del praticabile, con quelle pietre mal disposte (in realtà sono disposte a regola d'arte, ma non per correrci in bicicletta).

 

19 muri: Oude Kwaremont e Paterberg decisivi
Da Brugge ad Oudenaarde, 264.2 km con gli ultimi 50 km davvero suggestivi. Ma è il percorso nella sua totalità a rendere il Fiandre un monumento del ciclismo. Il primo muro, affrontato dopo 87.2 km, si chiama Tiegemberg e serve a scaldare le gambe, a prendere confidenza col terreno. Dopo 112 km il primo dei tre passaggi sul decisivo Oude Kwaremont. Lo ritroveremo nella ragnatela che la Ronde disegna attorno ad Oudenaarde, nel finale di corsa. Allora saremo al km 209.6 e di fronte i corridori avranno ancora l'Oude Kwaremont: 2200 metri, 1500 dei quali in pavé, una pendenza media del 4%, picchi all'11.6%. Segue il Paterberg, 360 metri in pavé, con punte del 20.3 %, quindi il temibilissimo Koppenberg. Su quei 600 metri stretti tra la collina, con pendenze che arrivano al 22%, l'importante sarà non fermarsi. Chi si ferma è perduto? No, solo seminato, ma mai un detto fu più adatto. Chi uscirà per primo dal budello del Koppenberg dovrà superare di slancio i 2 km di pavé di Mariaborrestraat, quindi il non troppo difficile Steenbeekdries, il più impegnativo Taaienberg e dopo 237.7 km il muro di Kruisberg/Hotond. Quest'ultimo misura 2500 metri, ma solo 450 sono in pavé; la pendenza massima è del 9%, non troppa, ma dopo si dovrà affrontare ancora una volta il combinato disposto formato da Oude Kwaremont e Paterberg. L'ultimo muro di giornata, appunto il Paterberg, sarà separato dal traguardo da 13.2 km. Chi tra Oude Kwaremont e Paterberg sarà riuscito a fare la differenza, possibilmente da solo, dovrà solamente stringere i denti ed avvicinarsi ad un traguardo storico.

 

Kristoff, che gamba! Senza Boonen e Cancellara...
Ecco, chi potrà fare la differenza su questi freddi, scivolosi, impervi muri? Difficile dirlo. Se nelle stagioni precedenti c'era, bene o male, un favorito, quest'anno non sarà così. I due uomini forti per le classiche del Nord, Tom Boonen e Fabian Cancellara (sei Fiandre in due, plurivincitori della Ronde in compagnia di Achiel Buysse, Fiorenzo Magni, Eric Leman e Johan Museeuw), sono infortunati e saranno costretti verosimilmente a saltare anche la Roubaix. Sia chiaro, di uomini particolarmente in forma e più pronosticabili di altri ne troviamo, ma non sono nomi forti come quelli di Tommeke o del Diretto di Berna (per inciso, dal 2002 al 2014 uno dei due ha sempre preso il via alla Ronde). Il primo che viene in mente è Alexander Kristoff, non foss'altro per la condizione pazzesca che ha. Alla Tre Giorni di La Panne ha vinto tre tappe su quattro, piazzandosi sul gradino più basso del podio nella crono conclusiva ed aggiudicandosi, naturalmente, la classifica finale. Dalla sua, oltre che il momento d'oro, ha la squadra. Su tutti un Luca Paolini reduce dalla fantastica vittoria di domenica alla Gand-Wevelgem, ma non dimentichiamo il giovane e già forte Sven Erik Bystrøm, l'altro italiano, Jacopo Guarnieri. La Katusha, insomma, può essere benissimo in grado di proteggere Alexander Kristoff fino alla fine, quando potrebbe aprire il gas sugli ultimi muri. Un'opportunità del genere forse non era mai capitata al norvegese, che deve sfruttare decisamente sia la forma che l'assenza di Boonen e Cancellara.

 

Ma Degenkolb vuole batterlo come a Sanremo
È anche, questo Fiandre, una corsa che potrebbe servire a Kristoff per rifarsi della beffa di Sanremo, quando il norvegese, pur fortissimo, dovette arrendersi ad un superlativo John Degenkolb. Il tedesco della Giant-Alpecin è un altro da tener d'occhio. Non vistoso come Kristoff nelle ultimissime corse, ha lo spunto per staccare tutti sugli strappi e la velocità che permette di regolare un gruppetto al traguardo. Rispetto a Kristoff, forse è proprio il collettivo, la squadra, che farà difetto a Degenkolb: Koen De Kort e Bert De Backer, con tutto il rispetto, non possono essere i due gregari fondamentali per il tedesco, che si presume dovrà arrangiarsi da solo nelle fasi finali di corsa. E non sarà un bell'andare, in quegli ultimi chilometri. Anche perché Degenkolb, come Kristoff, dovrà essere isolato dagli altri.

 

Geraint Thomas guida la Sky di Wiggins
Gli altri chi? Partiamo dal Team Sky. Ci sarà Bradley Wiggins, alle ultime pedalate su strada e fresco vincitore della crono alla Tre Giorni di La Panne: dopo la Roubaix, primo obiettivo stagionale del britannico, si dedicherà anima e corpo alla pista, puntando ad una medaglia olimpica a Rio 2016. Può far bene al Fiandre? Magari sì, non certo come il compagno di squadra, Geraint Thomas. Sta vivendo un momento particolarmente buono, il gallese di Cardiff. Ad inizio stagione aveva vinto la Volta ao Algarve e ben figurato alla Parigi-Nizza, poi s'è spostato al Nord, aggiudicandosi l'E3 Prijs di Harelbeke con un colpo da nordista vero e correndo un'ottima Gand-Wevelgem, chiusa al terzo posto. Può veramente far male: ha un ottimo passo ed una resistenza sugli strappi più che notevole. Se lo troveremo tra i primi sugli ultimi muri - e verosimilmente ce lo troveremo - saranno guai per i suoi avversari. Sky che schiererà anche uno Ian Stannard sicuramente lontano dalla forma che gli permise di vincere l'Omloop Het Nieuwsblad non poche settimane fa, ma tornerà utilissimo.

 

Etixx con Terpstra e Stybar. E quel Trentin...
Di squadrone in squadrone, dalla Sky alla Etixx-QuickStep. La formazione di Patrick Lefévère, perduto Tom Boonen, ha diverse frecce al suo arco. Sicuramente da giocare la carta Zdenek Stybar, crossista (a tempo parziale) ceco che sui muri ha dimostrato di sapersela cavare egregiamente. Non dimentichiamo però Niki Terpstra, vincitore della Roubaix dodici mesi fa, ottimo faticatore, così come Stijn Vandenbergh e Guillaume Van Keirsbulck. E poi c'è il nostro Matteo Trentin, che anche senza Boonen continua a lavorare da gregario, ma se dovesse cambiare qualche ruolo in corsa, non si farebbe problemi a trasformarsi in prima punta in corso d'opera. Da tenere d'occhio la Etixx, forse non troppo indebolita dall'assenza dell'uomo di Mol.

 

Jürgen Roelandts guida la Lotto-Soudal
Interessante la Lotto-Soudal, altra squadra belga di ben altro spessore, al ribasso, rispetto alla Etixx. Ci sarà André Greipel, certo, ma come sottovalutare due bei giovani come Jürgen Roelandts e Jens Debusschere. Attraversano entrambi un momento ottimo, con Roelandts, classe '85, reduce da due settimi posti ad Harelbeke e Gand-Wevelgem (a lungo in fuga da solo, grandissimo). Al Fiandre è già stato terzo nel 2013, alle spalle di Cancellara e Sagan. Jens Debusschere, più giovane di quattro anni rispetto al compagno, ha corso un'ottima Gand-Wevelgem (5°), a conferma dell'ottavo posto nella Dwars door Vlaanderen. Alla Tre Giorni di La Panne, inoltre, ha colto un secondo posto nella tappa inaugurale dopo essere stato in fuga tutto il giorno. Il Campione belga può continuare a sorprendere e crescere.

 

Sagan che fa? Boom, Van Avermaet e Vanmarcke ci sono
Ancora Belgio, ma in altre squadre. Nella BMC c'è Greg Van Avermaet, secondo nel 2014 e quarto nel 2012, in gran forma fino alla Tirreno-Adriatico, ora forse in leggero calo. È anche caduto ad Harelbeke, ma uno come lui è sempre un cliente scomodo. Sep Vanmarcke è in buona condizione ma pare sempre mancargli quel colpo di grazia che gli permetterebbe di portare a casa una vittoria davvero pesante. E Lars Boom? È da tener d'occhio, specie quando ci saranno delle cadute. L'ex crossista olandese, una volta passato su strada, pareva destinato a vincere o Fiandre o Roubaix in un futuro non troppo lontano. Invece su questi muri non è mai andato oltre all'11° posto del 2013, non esattamente il massimo. Chi sarà da osservare, diciamo pure analizzare, è Peter Sagan. Lo slovacco è un enigma pedalante: rotto il digiuno con la vittoria a Porto Sant'Elpidio, durante la Tirreno-Adriatico, ha corso bene ad Harelbeke, senza però poter seguire Thomas nel momento cruciale. Rimandato anche alla Gand-Wevelgem, si aspetta un cenno di vita. Senza Cancellara e Boonen sarebbe, sulla carta, l'uomo da battere, sempre che faccia pace con la sua testa: al Fiandre è stato secondo nel 2013, quinto nel 2012 e sedicesimo nel 2014, potrà migliorare stavolta? Difficile fare una previsione con questo Sagan.

 

Devolder, l'unico ex vincitore della Ronde al via
Curiosamente quest'anno avremo al via un solo ex vincitore di Fiandre, è non è proprio un ragazzino: Stijn Devolder, 36 anni da compiere a fine agosto, s'è preso la corsa dei muri nel 2008 e nel 2009, facendo da testa di ponte di lusso a Boonen. Le primavere si fanno sentire e la concorrenza, seppure mutilata, è spietata, inutile nasconderlo, ma il belga della Trek ha fatto vedere alla Tre Giorni di La Panne, chiusa al secondo posto, di essere attento e ben preparato. Magari non vedrà i primi neppure col binocolo, ma sarebbe un grande errore sottovalutarlo.

 

Italia, oltre a Paolini chi c'è?
E gli italiani? Nelle classiche del pavé (Gand-Wevelgem, Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix) non vinciamo da sette giorni, da domenica scorsa, ma con Luca Paolini, un classe '77. Il ricambio c'è? Arriverà (magari con Niccolò Bonifazio, domani tra i più giovani al via), ma nel frattempo dobbiamo prendere atto che l'ultima vittoria tricolore ad un Fiandre risale al 2007, con Alessandro Ballan, mentre l'ultimo podio è datato 2012, sempre con Alessandro Ballan e Filippo Pozzato: davanti a loro un Tom Boonen monumentale. Difficile pensare che domani Pozzato possa far bene, andare ancora a podio (Bonifazio, a 21 anni, è qui per fare esperienza), mentre Luca Paolini, gigantesco alla Gand-Wevelgem, sarà al servizio di Alexander Kristoff (stesso discorso per Jacopo Guarnieri). Rimane Oscar Gatto, che non ha dato troppi segnali alla Tre Giorni di La Panne, Daniel Oss, che come Manuel Quinziato sarà al servizio di Greg Van Avermaet in casa BMC, Mirko Selvaggi, buono più per andare in fuga che per finalizzare realmente, Davide Cimolai, in stato di grazia, che potrebbe tirar fuori la prestazione dela vita. Lo stesso dicasi per Matteo Trentin, che in Etixx parte gregario, ma strada facendo, chi lo sa...

 

Una Ronde più aperta che mai
Sarà un Fiandre aperto più che mai. Più del solito, senza un uomo faro, un favoritissimo al via da Brugge, ma con tanti che vogliono approfittare dell'assenza di Cancellara e Boonen per conquistare la seconda classica monumento della stagione. Sarà un Fiandre molto incerto, combattutissimo e, visto che cade a Pasqua, probabilmente con sorpresa.

Francesco Sulas

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