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Gand-Wevelgem 2015: La felicità dopo la tempesta - Meraviglioso Luca Paolini. Coglie l'attimo in una corsa flagellata dal vento | Cicloweb

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Gand-Wevelgem 2015: La felicità dopo la tempesta - Meraviglioso Luca Paolini. Coglie l'attimo in una corsa flagellata dal vento

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Vittoria in solitaria per Luca Paolini nella Gand-Wevelgem © Bettiniphoto

«A un certo punto non sapevamo se continuare o meno... ma siamo al Nord, e questo è il vero ciclismo». Questo è il vero ciclismo, sì. Come non fare nostra questa frase, che andrebbe stampata in caratteri giganti sui tesserini di tutti i corridori professionisti, di modo da ricordare loro il senso profondo di una professione tanto difficile quanto meravigliosa?

Queste parole le ha dette Luca Paolini subito dopo aver conquistato la più bella vittoria di una carriera lunga e intensa. E tale concetto, espresso da un corridore che in altri momenti si è segnalato per essere uno dei più mugugnoni del gruppo quando si parla di maltempo, è la sintesi perfetta per una Gand-Wevelgem spazzata e spezzata dal vento e dalla pioggia, e resa bellissima proprio dalle avverse condizioni atmosferiche.

Una sfida epica, una delle corse più esaltanti degli ultimi anni, una giornata di Ciclismo (con la C maiuscola) che rimette al loro posto tutte le varie polemiche su neve, gelo, pioggia, condizioni climatiche estreme, e insieme ad esse anche tutti i protocolli che l'UCI potrà mai studiare sul tema. Il vero ciclismo è questo, è uno sport di resistenza, che può mettere a dura prova fisico e nervi, e che alla fine premia il migliore. Cioè, non per forza il più potente, ma il corridore che ha la capacità di affrontare meglio di tutti le tante avversità che si possono presentare.

 

Paolini, non solo un premio alla carriera
I sassolini ce li siamo tolti, e non è il caso di indugiare oltre perché l'impresa messa a segno da Luca Paolini oggi in Belgio è veramente degna dei più grandi attestati di stima. La foto dell'arrivo, un dito a indicare il cuore e l'altro la testa, sarà uno dei ricordi più belli della carriera del lombardo, ma occhio, perché questa Gand-Wevelgem soffertissima non è solo un premio alla carriera per il 38enne di Milano. È invece un successo che sottolinea la bravura di Luca, la sua capacità di leggere perfettamente nelle pieghe di una corsa, di fare sempre la cosa giusta al momento giusto, e se spesso (quasi sempre) questa sua sapienza viene spesa al servizio del capitano di turno, assecondando una predisposizione quasi innata in lui (tutti lo ricordano aiutare Paolo Bettini a vincere una Sanremo, una vita fa), quando gli capita di poter giocare per sé e solo per sé, magari vengono fuori queste perle.

Come la maglia rosa conquistata al Giro 2013 con un'azione solitaria sotto la pioggia; o, sempre due anni fa, come la vittoria alla Het Nieuwsblad, anche quella ottenuta in una giornata di gelo nel grande Nord.

Con l'umiltà che lo contraddistingue, Paolini si è subito affrettato a dire - dopo l'arrivo - che ora tornerà a mettersi al servizio di Alexander Kristoff, come ha fatto alla Sanremo, come avrebbe fatto anche oggi se la gara non fosse venuta così "strana", incontrollabile, anarchica.

 

Il vento e il coraggio
Il vento - raffiche a 80 km orari, tanto per gradire - l'ha fatta da padrone almeno per metà corsa. Ha causato cadute e ritiri, ha fiaccato le gambe di chi andava all'attacco e di chi provava a difendersi, ha reso durissimo un percorso che altrimenti sarebbe stato abbastanza favorevole ai velocisti, ha sbrindellato il gruppo già dopo un terzo di gara.

Quando, dopo 110 dei 240 km totali, abbiamo visto su un interminabile rettilineo su cui la corrente soffiava trasversalmente, corridori letteralmente trascinati fuori strada dalle folate (mannaggia alle ruote ad alto profilo, che a tratti si comportano come aquiloni!), e il plotone diviso in 10 gruppetti uno a 50 metri dall'altro, e corridori fermi per qualsivoglia accidente, e gente smadonnare e provare a non farsi travolgere dalla furia degli elementi, abbiamo capito che forse li avremmo visti arrivare uno per uno, al traguardo di Wevelgem.

Con le squadre distrutte dalla fatica, sono bastati una manciata di muri per minare in maniera totale la corsa. Sul più importante di questi muri, il Kemmelberg, o meglio: sulla sua discesa, ha preso forma l'azione più affascinante della giornata. Un tentativo ai limiti dell'assurdo (e bellissimo proprio per questo) operato da Jürgen Roelandts, partito quasi per caso a 78 km dal traguardo, e rimasto al comando fino ai -18.

60 km di splendida solitudine, con un vantaggio che assumeva proporzioni importanti mentre alle spalle del capitano Lotto Soudal la corsa si andava decidendo, con la reazione di pochissimi coraggiosi, e la resa di tutti gli altri.

 

L'Italia finalmente si desta
Questi pochissimi erano Stijn Vandenbergh (la cui stazza è adattissima a una giornata come quella odierna), Sep Vanmarcke (un predestinato per queste corse), Geraint Thomas (reduce dalla bella affermazione di Harelbeke), Daniel Oss (viva l'Italia dei gregari!). Su di loro sono rientrati Jens Debusschere, campione nazionale belga (nonché compagno di Roelandts), poi Paolini, poi Niki Terpstra.

Non era facile per Paolini districarsi in una situazione in cui c'erano due coppie in rappresentanza dei due squadroni belgi (oltre alla Lotto Soudal, pure la Etixx), e due fortissimi esponenti della categoria di corridori da muri e pavé (Vanmarcke e Thomas). Non è stato facile tantopiù considerando che sul secondo passaggio del Kemmelberg, a poco meno di 40 km dalla fine, si è staccato, come anche Oss.

Ma mentre il trentino ha visto spegnersi la luce, Luca ha tenuto, in qualche modo; si è gestito, ha speso in maniera oculata quello che aveva, ed è stato capace di rientrare in gioco nel giro di 3-4 chilometri.

 

Una vittoria universitaria
Né la furia di Vandenbergh, né la forza di Thomas, né l'astuzia di Terpstra hanno potuto alcunché contro l'esperienza dell'italiano. Roelandts è progressivamente scoppiato, Debusschere e soprattutto Vanmarcke non hanno avuto gambe per lottare fino alla linea d'arrivo; gli altri tre ambivano invece a conquistare il successo, ci speravano, sentivano di poterlo centrare. Ma Paolini è stato sublime nello scegliere l'attimo giusto in cui partire, a 6 km dalla conclusione.

Gli Etixx erano in due ma si sono guardati una volta di troppo, Thomas ha speso quello che gli rimaneva ma in lui è subentrata anche una sorta di cautela per non favorire troppo gli avversari. E Luca andava, andava che era una bellezza. Subito 15" conquistati sugli avversari, conquistati e poi tenuti senza più tentennamenti, perché a ogni pedalata quel sospirato traguardo si avvicinava, e con esso la fine dei travagli di una giornata che il milanese benedirà da qui all'eternità. Benedirà il vento, benedirà quelle stradine che ormai conosce come quelle di casa sua, benedirà di esserci stato e di essere stato il migliore.

Di essere stato per un giorno (o meglio: una volta di più) il docente più autorevole all'Università del Ciclismo. Di averci regalato - a noi spesso relegati, come nazione, ai margini di queste meravigliose classiche - ore di emozione e di palpitante attesa, e qualche minuto di intenso godimento. Il giorno della Gand-Wevelgem 2015: che fantastico ricordo abbiamo conquistato oggi!

Marco Grassi

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