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Tirreno-Adriatico 2015: Poelsazioni al massimo - Gran gamba per l'olandese, Nibali cede in salita

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Poels esulta a Castelraimondo con gli inseguitori alle spalle © Bettiniphoto

È un Team Sky sempre più prepotente e dal futuro radioso, a giudicare da quanto si sta vedendo tra Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico, e più in generale in questo inizio di stagione. Se in Francia Thomas e Porte fanno il trenino sull'arrivo in salita, qui in Italia, nonostante il forfait di Froome, il team britannico resta un punto di riferimento andando a segno con uno degli ultimi arrivati, un uomo magari non attesissimo ma comunque portatore sano di un discreto talento: Wouter Poels, olandese classe '87, talentino emerso nella Vacansoleil, uomo ibrido tra classiche e corse a tappe, che si esalta su percorsi nervosi e su salite brevi: percorsi da Tirreno-Adriatico, insomma. La sua carriera subì una brusca frenata nel luglio 2012, quando alla sesta tappa del Tour de France cadde rovinosamente, subendo danni a reni, milza e polmoni oltre che la frattura di tre costole: seppe rialzarsi, l'anno scorso passò alla Omega-Pharma ma nonostante un successo alla Vuelta al Pais Vasco, sul tradizionale arrivo di Eibar, non ha trovato spazio, da cui la decisione di cercarlo nel team Sky, dove i gallai ne pollaio però sono anche di più. Apparentemente.

 

Un tandem Orica in fuga
La lunga frazione da Indicatore a Castelraimondo, 226 km su e giù tra Toscana, Umbria e Marche, è proprio un esempio di "tappa da Tirreno-Adriatico", come saggiamente indicato da Vincenzo Nibali alla vigilia, ovvero una di quelle frazioni nelle quali si sale e si scende senza soluzione di continuità, pur non superando mai i mille metri di quota. 4 GPM, dei quali uno alla partenza che accende gli animi di Stefano Pirazzi, primo a scollinare. Dopo la Foce dello Scopetone sono però due australiani a prendere il largo, Luke Durbridge e Matthew Hayman, entrambi al via con la maglia biancoverde dell'Orica-GreenEDGE: dopo 45 km il tandem in testa ha 8'25" di margine.

 

Van Avermaet vuol resistere, Quintero piglia la verde
A controllare l'azione è ovviamente la BMC del leader Greg Van Avermaet, il quale vuol provare a tenere la maglia per un'ulteriore tappa, nonostante il finale decisamente duro: approfittando della situazione prende anche 2" di abbuono ai traguardi volanti di Gubbio e Fabriano. Dopo quasi 3 ore di gara, la corsa si anima un po' approcciando la salita di Poggio San Romualdo, 10 km di ascesa al 7%: i contendenti per la maglia verde cercano punti, approffittando della situazione di gara. Ad andar via è Nathan Haas, inseguito dal colombiano Carlos Julián Quintero, il quale aveva scollinato secondo dietro Pirazzi sul primo GPM: coi punti cumulati per il quarto passaggio riesce a scavalcare Danilo Wyss, 'bloccato' dai doveri di gregariato, e a prendersi la maglia.

 

La fuga deraglia, poi si esaurisce
Anche la discesa di Poggio San Romualdo regala qualche brivido: è addirittura il tandem di testa a deragliare, con qualche escoriazione per Hayman dopo essere finito a terra. Anche in gruppo non tutto fila liscio, e a poggiare il piede per terra è anche Alberto Contador. Ma si prosegue senza grossi problemi verso il circuito finale, che vedrà la doppia ascesa a Crispiero: 3 duri km al 9,3%, che faranno valere le ragioni degli uomini di classifica più adatti alle classiche delle Ardenne. Ai piedi della prima ascesa, la fuga perde vigore: Durbridge si stacca già a 28 km dal termine ed Hayman prosegue con poco più di 3' di vantaggio sul gruppo, che oltre alle maglie BMC vede apparire i Tinkoff. Ma il primo vero colpo di frusta lo sibila Fabian Cancellara, che impone un bel ritmo per i suoi capitani, Mollema e Arredondo.

 

Prima ascesa: si muove Visconti
Esaurita la fuga di Hayman, a 21 km dall'arrivo, è Giovanni Visconti il primo a muoversi, con Michele Scarponi (non lontano da casa) e Julián Arredondo subito a ruota. Il trio guadagna presto un centinaio di metri, che manterrà fino allo scollinamento, dove anche Daniel Moreno si sgancia, agguantando in discesa il terzetto. Il gruppo è discretamente selezionato, sono rimasti in 50 con la maglia blu, compreso Sagan che sembra determinato a non mollare per poter approfittare di una possibile défaillance dell'avversario belga. La discesa non è particolarmente tecnica e i 4 non guadagnano, passando sulla linea d'arrivo ai -13 con 20" di vantaggio sul gruppo. Troppo poco per poter sperare di arrivare, quando la corsa entrerà nel vivo.

 

Seconda ascesa: Caruso si muove, Poels contrattacca

Ai -9 dall'arrivo, quando gli attaccanti vengono ripresi, è l'Ag2r a prendere in mano la situazione, con Montaguti che fa il ritmo per Domenico Pozzovivo. Greg Van Avermaet va subito in difficoltà e cede ai meno 8, consapevole di aver ormai perso la maglia, mentre Sagan stringe i denti a metà gruppo. Sembra prepararsi un attacco di Pozzovivo, invece è Giampaolo Caruso a prenderlo in contropiede a 600 metri dallo scollinamento, attaccando deciso. Pozzovivo si muove, ma resta a bagnomaria tra i primi e Caruso. Davanti rispondono presente Urán e Contador, mentre Quintana e soprattutto Nibali soffrono il cambio di ritmo. Presso lo scollinamento, poi, la sorpresa: quando Pozzovivo sembra avvicinarsi a Caruso, arriva da dietro come una scheggia Wout Poels, salta entrambi e si brutta in discesa a tomba aperta, dopo esser partito a soli 200 metri dallo scollinamento con uno scatto agile, certo non quanto le "frullate" di capitan Froome.

 

Poels tappa e maglia, Nibali perde dai big
Con un gruppetto di poche unità disorganizzato e in affanno, relativamente facile per Poels aumentare il margine nei 6 km restanti, portando così a casa la tappa in solitario e anche la maglia di leader, per giunta con un buon margine in classifica. Dietro Quintana riesce ad agganciarsi al primo gruppo inseguitore, non Nibali che alla fine pagherà 21" da Poels a differenza dei 14" pagati dai primi 17. A vincere la volata dei battuti è Rigoberto Urán su Joaquim Rodríguez, poi l'Ag2r ne piazza due tra un sempre presente Alexis Vuillermoz e Rinaldo Nocentini. Paga dazio anche Sagan, a 37", mentre Van Avermaet cede al traguardo 2'11".

 

Poels candidato serio. Si scalerà il Terminillo?
Come dicevamo, il vantaggio in classifica di Poels è considerevole: 17" sull'ex-compagno di squadra Urán, 26" su Stephen Cummings e Thibaut Pinot, 31" su Nibali, 32" su Contador e 34" su Quintana. Non ci sarebbe da stupirsi se domani l'olandese scavalcherà indenne il Terminillo, piuttosto potrebbe essere la crono finale di San Benedetto il suo vero tallone d'achille, con Urán che ha dimostrato di cavarsela meglio su questo tipo di prove (sebbene si tratti di qualcosa di molto diverso della crono del Barolo). Il Terminillo, dicevamo: si farà? Per domani pomeriggio è prevista neve e temperature attorno allo zero, sui 1675 di Campoforogna. Non molta neve, a dire il vero, per cui le condizioni per una tappa regolare dovrebbero esserci tutte, sebbene il freddo e la situazione meteo non facile neanche a valle renderanno la salita reatina molto più selettiva rispetto agli attraversamenti del Giro d'Italia. Viene comunque da chiedersi perchè RCS abbia sentito questo irrefrenabile bisogno di tentare un arrivo così in alto a marzo, rischiando malumori e problemi abbondantemente evitabili.

Nicola Stufano

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