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Le Samyn 2015: Boeckmans scardina la Etixx - Su otto uomini davanti, quattro di Lefevere. Ma Meersman è solo 2°

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Vittoria di Kris Boeckmans a Le Samyn © AFP

Vogliamo vedere cosa s'inventerà nei prossimi giorni Patrick Lefevere, General Manager della Etixx-QuickStep, nonché miglior rosicone dell'UCI World Tour. L'arzillo signore sa vincere, e difatti lo fa spesso, ma sa pure perdere. Lo fa con stile, accettando la superiorità dell'avversario, le circostanze poco fortunate o gli errori dei suoi. «È questo il ciclismo moderno?», twittò subito dopo la discussa tappa dello Stelvio al Giro 2014, occasione in cui il suo Rigoberto Urán perse la maglia rosa. Sabato, all'Het Nieuwsblad, ha messo Ian Stannard in inferiorità numerica (di fronte il britannico aveva Niki Terpstra, Tom Boonen e Stijn Vandenbergh) ed ha perso. «Stupido ciclismo», era il tweet successivo alla corsa. Chissà cosa potrà dire oggi, dopo aver buttato alle ortiche Le Samyn. Non una classica, certo, ma sempre una corsa belga in cui, nel finale, la sua Etixx-QuickStep aveva quattro uomini tra gli otto che si sono giocati la vittoria. E l'ha persa! Perché puoi essere squadrone finché vuoi, correre in casa e tanti bei discorsi, ma se di fronte trovi avversari più che discreti (non abbiamo detto campioni) come Kris Boeckmans, belga della Lotto-Soudal, ecco lì che non puoi sbagliare nulla. E invece oggi la Etixx ha commesso parecchi errori, specie nell'ultimo chilometro. Dice: mille metri su 201 km di corsa, cosa vuoi che siano? Quelli decisivi, semplice. Il merito della Etixx è aver sgranato il gruppo nell'ultimo passaggio sul pavé di Rue de Bellevue: Vandenbergh, Terpstra, Lampaert e Meersman, l'uomo di oggi, a ruota. Ai mille metri Vandenbergh, dopo diverse trenate, si rialza: ci sta. Tocca a Terpstra che però tira, senza mettere in azione l'ultimo uomo, il pesce pilota di Meersman: Lampaert. Niki si defila all'ultima curva, la velocità scende, Boeckmans capisce che quello è il momento e prende una volata lunghissima. Lunghissima e vincente. Gianni Meersman, che non è Mark Cavendish (e i risultati lo dimostrano), perde tempo nel recupero, fa più strada per riprendere il Lotto che quasi già esulta. Un pastrocchio, l'ennesimo di questa stagione: se non c'è Cavendish, non ci sono garanzie in casa Etixx-QuickStep.

 

De Gendt prima va in fuga, poi tenta il numero
La corsa prevede 201.2 km di gara, partenza alle 12.05 da Quaregnon ed arrivo a Dour, dopo cinque tornate di 24.6 m ciascuna. Subito via tre uomini in avanscoperta: si tratta di Ludwig De Winter (Wallonie), Gatis Smukulis (Katusha), Thomas De Gendt (Lotto-Soudal), che in scioltezza arrivano ad avere un vantaggio importante: 6' e rotti dopo un centinaio di chilometri. A due giri e mezzo dalla fine, sulla Côte de la Roquette - salitella in pavé - se ne va Thomas De Gendt. Proprio lui, quel matto che al Giro 2013 andò via sul Mortirolo e vinse sullo Stelvio, facendo tremare i grandi della classifica generale. Guadagna ed a due giri dal termine, ovvero 49 km dal traguardo, ha 48" su Smukulis, 1'19" su De Winter, 3'40" sul gruppo. Il plotone però non è anestetizzato e, tra un tratto in pavé e l'altro (nel circuito finale si affrontano Rue du Vert Pignon, Côte de la Roquette e la bruttissima Rue de Bellevue), si rifà sotto. Ripresi i due fuggitivi del mattino, resta solamente De Gendt. Il corridore della Lotto-Soudal ha appena 1'15" sul gruppo quando mancano 30 km dalla fine ed al suono della campanella indicante l'ultimo giro deve conservare appena 40". È stanco e si rialza, viene ripreso ai -21: inizia qui un'altra corsa.

 

Dal gruppo escono in sette, nel finale sono tutti insieme
Nel plotone tutti si guardano, tutti aspettano che a lavorare col vento in faccia ci vadano gli altri. Sette approfittano della stasi: Jimmy Engoulvent (Europcar), Boris Dron (Wanty-Groupe Gobert), Sergey Lagutin (Katusha), Adrien Petit (Cofidis), Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale), Jan Barta (Bora-Argon 18) e Tosh Van der Sande (Lotto-Soudal). D'amore e d'accordo proprio non vanno, tanto che Petit allunga subito e viene ripreso. Il gruppo è a poco più di una decina di secondi, controlla bene. Sulla Côte de la Roquette Van der Sande fora e Petit allunga di nuovo, trovandosi da solo con 11.9 km da percorrere. Troppi. È ripreso ai -10, sulla Côte d Audregnies allungano in due, un Europcar ed una Katusha. Il gruppo non dà il via libera, anche perché tra poco c'è l'ultimo, decisivo settore di pavé: Rue de Bellevue. La Etixx sa che molto si deciderà in quei 750 metri sconnessi e tira come una matta (o una squadra belga, fate voi).

 

Forcing della Etixx sul pavé: restano otto
L'ingresso della Etixx in Rue de Bellevue è scioccante, per gli altri. Davanti c'è Stijn Vandenbergh che scandisce un ritmo infernale. I buchi si aprono che è un piacere ed in testa alla corsa rimangono in otto: quattro Etixx, ovvero Stijn Vandenbergh, Niki Terpstra, Yves Lampaert e Gianni Meersman. Due Lotto-Soudal, Tiesj Benoot e Kris Boeckmans; due Cofidis, Steve Chainel e Christophe Laporte. Quest'ultimo viene lanciato da Chainel con un cambio che si può vedere (ed effettuare) solamente nelle Madison, in pista. Ma davanti chi tira a stecca è ancora la Etixx. Boeckmans ha già preso la ruota di Meersman, mentre Vandenbergh esaurisce le ultime forze. Alla flamme rouge si rialza e lascia in compito di tenere alta la velocità a Niki Terpstra. L'olandese lavora, ma meno di Vandenbergh, lasciando in due i suoi compagni sul rettilineo d'arrivo di Rue Henri Pochez, a Dour. L'arrivo è in leggera salita, una volta fuori dai giochi Terpstra, sarà Lampaert a dover lanciare Meersman. La velocità si abbassa: impercettibilmente ma s'abbassa. Ai 200 metri Boeckmans, che ha già capito tutto, si porta in testa al gruppo e lancia uno sprint lunghissimo. Lampaert è colto di sorpresa, Meersman perde tempo a buttare giù un dente per rimontare.

 

Boeckmans, volata lunga e vincente. Ma la Etixx?
E però Kris Boeckmans è andato via. Gianni Meersman, che lento non lo è affatto, tenta il tutto per tutto, ma la rimonta non riesce al belga; il ragazzo dal nome italiano, ma senza alcuna parentela nel Bel paese, allarga anche molto la traiettoria, rendendo ancor più impossibile avvicinare un Boeckmans che probabilmente, a quel punto, era imbattibile. Al terzo posto troviamo Christophe Laporte, della Cofidis, mentre ai piedi del podio c'è Tiesj Benoot. Yves Lampaert è quinto a 13", seguito da Steve Chainel, Stijn Vandenbergh, Tanner Putt, Baptiste Planckaert ed Oliver Naesen. Italiani che contavano molto sullo spunto di Nizzolo e di Pelucchi: il primo ha chiuso 27° a 24", il secondo è caduto. Il primo dei nostri è quindi il giovane neo pro' Federico Zurlo (21°), classe '94, in forza alla UnitedHealthcare. Oltre a lui e Nizzolo nei primi trenta, non troviamo altri italiani (Coledan ed Alafaci, che hanno lavorato per Nizzolo, sono rispettivamente 51° e 52°). Kris Boeckmans, che a Le Samyn ha chiuso al secondo posto nel 2012 (alle spalle di Démare) e nel 2013 (dietro al russo Tsatevich), si aggiudica finalmente questa piccola ma impegnativa semiclassica belga. Aprendo una crisi in casa Etixx, che senza Cavendish combina poco: delle dodici vittorie ottenute finora, metà sono di Cannonball, due di Meersman e Terpstra, una di Urán e Tony Martin. In attesa della piena integrazione del talento colombiano Fernando Gaviria, c'è da lavorare molto, e velocemente, per non lasciarsi sfuggire come dei pollastri le classiche attorno a cui la stagione della Etixx ruota. E per non far infuriare Patrick Lefevere.

Francesco Sulas

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