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Volta ao Algarve 2015: Thomas fa prove di futuro - Classifica finale al gallese della Sky. Davide Formolo miglior giovane

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Geraint Thomas vince la Volta ao Algarve © Bettiniphoto

Challenging. Sintetizziamo così la Volta ao Algarve (ed il futuro) di Geraint Thomas, gallese della Sky: se fino a qualche stagione fa lo avessimo pronosticato tra i primissimi in una corsa a tappe, saremmo stati derisi. Geraint - avvertimento: questo è il suo nome, non Thomas - è un ragazzone di Cardiff con la testa dura e le gambe da velodromo. Nasce come inseguitore, ma non uno qualunque. E figuriamoci, con British Cycling gli ori fioccano: nell'Inseguimento a squadre, tutti. Buttali via... Nell'ultimo anno, a dimostrazione che pista e strada si completano e non sempre confliggono, Geraint ha un'idea. Se seguissi le orme di Wiggins? In Sky ci pensano, ma è una parola. Però l'iconico plurimedagliato del ciclismo britannico, evidentemente, ispira. Se poi ci corri insieme, figuriamoci. Thomas è un ottimo gregario, ma potrebbe fare di più. O meglio, la frase va rigirata: potrebbe fare di più? Per dire, sarebbe in grado di vincere un GT? Ancora non lo si può dire con certezza e sicuramente i primi protagonisti delle grandi corse a tappe sono tanti: la fila davanti a Thomas è bella lunga. Eppure quella pulce nell'orecchio resiste. La Volta ao Algarve, in sé e per sé, non significa niente. Una corsa di inizio stagione dice ben poco su chi sarà protagonista durante l'anno, però può indicare una strada maestra. Dalla terra lusitana l'indice è sicuramente puntato anche su Geraint Thomas. Ha portato a casa la classifica generale vincendo una frazione nient'affatto scontata, ha dominato con la sua Sky. Sì, perché la Sky non è più solo di Richie Porte o, quando ci sarà, di Chris Froome. Sarà anche cosa di Geraint Thomas, se lo vorrà. E pare che lo voglia, il nostro gallese che viene dai velodromi.

 

Subito Meersman, poi Thomas si fa sentire
Non è stata solo Galles e Sky la 41a Volta ao Algarve. Oddio, un po' di abbondanza Sky s'è vista, ma pure la Etixx-QuickStep s'è difesa. Per esempio, già nella prima tappa s'è vista una volata vinta da un belga col nome italiano, Gianni Meersman. Nessuna radice con il fu Bel Paese ed una dedica a Claude Criquielion, campione appena scomparso. Meersman, che è veloce ma non velocissimo, tiene sulle rampe ma non su proprio ogni rampa, indica il cielo con le dita, tagliando per primo il traguardo di Albufeira. Questo, se vuole e se lavora, può ottenere successi mica da ridere. Già in primavera potrebbe essere un bel protagonista. La maglia, il buon Gianni, la tiene un solo giorno. Sì perché nella seconda tappa Geraint Thomas si mette in testa di fare il diavolo a quattro. L'arrivo è quello di Lagoa a Monchique, lo scorso anno ci vinse Michal Kwiatkowski. Un nome che se dice qualcosa è perché lo si è visto in maglia iridata. Quest'anno Geraint Thomas si è prodotto in un assolo molto bello che gli ha permesso di respingere tre Astana - Rein Taaramäe, Valerio Agnoli e Luis León Sánchez - piazzatisi ad una ventina di secondi. Tappa e maglia per il ragazzotto di Cardiff. Da lì in poi, per gli Sky, è stato tutt'un altro correre.

 

Malori, crono decisa dai centesimi. Porte in salita
La cronometro non lunga né corta, 19 km da Vila do Bispo a Cabo de São Vicente, ha premiato l'ex iridato di specialità Tony Martin, ma per soli 403 millesimi. Lo sfortunato che ha dovuto arrendersi al Panzerwagen è il nostro Adriano Malori, parmense in forza alla Movistar che nelle crono trova sempre ottimi momenti e piazzamenti. Ha già vinto in San Luis, quest'anno, giocando con le lancette. E il terzo? Geraint Thomas, naturalmente. Le doti da inseguitore mica le ha perse, il gallese. Basta mettere in pratica i primi insegnamenti ed eccolo ad appena 3" da Martin. Difesa strenua, ma il giorno dopo, sull'Alto do Malhão, la classica salita della Volta ao Algarve, Thomas rischia di dover cedere. E invece non accade. Certo, non è il gallese a vincere, ma chi c'è là davanti? Ma uno Sky! È Richie Porte, australiano della Tasmania, che si mette alle spalle l'iridato Kwiatkowski e Ion Izagirre. I distacchi sono molto contenuti e Geraint Thomas, quarto, paga appena 9". Porte non è nuovo a grandi prestazioni su questa salita: già nel 2012, primo anno in Sky e stessa corsa, il tasmaniano precedette Tiago Machado ed il futuro Campione del Mondo Rui Alberto Faria da Costa.

 

Si sblocca Greipel e Thomas può esultare
Thomas tiene duro, ma a quel punto mancava solo la frazione finale, quella di Vilamoura. Roba da velocisti. Se pensiamo a chi, degli uomini da volata, ancora non s'è quasi visto in testa, là davanti a tutti, vengono in mente molti nomi, certo. Fa specie, però, scoprire che il plurivittorioso del 2014 (16 centri), ossia André Greipel, era ancora a secco. Il passato prossimo è dovuto alla vittoria numero uno ottenuta a Vilamoura, regolando Tom Van Asbroeck, belga che farà vedfere belle cose, e Rüdiger Selig, tedesco dal potenziale molto, molto grande. La Sky esce trionfatrice da questa settimana. Elia Viviani, impegnato nei Mondiali su pista a Saint-Quentin-en-Yvelines, è tornato con due medaglie (un argento ed un bronzo); Chris Froome, dopo una piccola batosta subita da Alberto Contador, ha battuto il fuoriclasse di Pinto nella Vuelta a Andalucía. E Geraint Thomas occupa il gradino più alto del podio alla Volta ao Algarve. Lo fa precedendo l'iridato Michal Kwiatkowski, che nel 2014 fu il migliore nella corsa lusitana, e Tiago Machado. Quarto posto per Richie Porte, come a dire che, dopo Wiggins e soprattutto Froome, lui c'è e ci sarà. Se la classifica a punti e quella di miglior scalatore se la spartiscono sempre loro due, Thomas e Froome, la maglia di miglior giovane finisce sulle spalle di Davide Formolo.

 

Formolo miglior giovane. Geraint, quale futuro?
Il classe '92 di Marano di Valpolicella ha chiuso al 7° posto sull'Alto do Malhão, mettendo in mostra la consueta cattiveria. Quella tipica del ragazzino terribile ed affamato, molto affamato. Farà vedere ottime cose anche quest'anno. Quanto a Geraint Thomas, ha iniziato un bel percorso. Un percorso di ulteriore crescita e consapevolezza. Crescita atletica e consapevolezza che, nonostante l'Algarve lasci ricordi belli solo per i paesaggi, qualche bel risultato nelle corse a tappe si può e si potrà ottenere. Lo vedremo indossare una maglia gialla un po' diversa, tra qualche anno? O tra qualche settimana, alla Parigi-Nizza a cui punta? È presto per dirlo, può succedere ancora tutto o niente. Sicuramente il gallese non si fa intimorire dalle sue caratteristiche, dalla sua formazione, ben consapevole che anche quando Sir Bradley Wiggins dichiarò di puntare in alto, diciamo ad un Tour, furono molti gli scettici. Però non c'è nulla da fare, ha avuto ragione lui. Guardate cos'è diventato... Ecco, se oggi Geraint Thomas chiedesse alla più grande icona sportiva cosa sarà di lui, riceverebbe su per giù questa risposta: non temere, è normale avere un po' di paura quando c'è da progredire, da cambiare. Si ha paura di fare il passo più lungo della gamba. In poche parole, di fal-li-re. Ma i limiti, come le paure, spesso sono solamente un'illusione. Quell'icona sportiva non s'è divertita con una bici, né ha scalato - se non idealmente - delle montagne. Giocava con una palla, la buttava in un canestro. E si chiama Michael Jordan. Uno che, detto in tutta onestà, con Cardiff, il Galles e Geraint Thomas, non c'entra granché.

Francesco Sulas

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