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Vuelta a Andalucía 2015: Froome, frullata e stangata - Nella quarta tappa Chris fortissimo. Stacca Contador, fa suo il primato | Cicloweb

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Vuelta a Andalucía 2015: Froome, frullata e stangata - Nella quarta tappa Chris fortissimo. Stacca Contador, fa suo il primato

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Chris Froome stacca Alberto Contador sull'Alto de las Allanadas © Tim De Waele

Ma quant'è brutto Chris Froome in bicicletta? Esteticamente il voto al britannico equivale alla temperatura in Alaska: va ben al di sotto dello zero. Dal punto di vista dell'efficacia, però, va detto che il migliore di tutti è lui, il kenyano bianco. L'ha dimostrato oggi, nella quarta tappa della Vuelta a Andalucía, quando sulle rampe dell'Alto de las Allanadas - il 12%, come pendenza, è quasi una costante - è scattato a modo suo: seduto, mani sulle leve dei freni, cadenza elevatissima. Anche successivamente ha sempre spinto stando sulla sella, quasi mai in piedi, e con le mani sulla parte alta del manubrio. Sarà l'abitudine ma ormai il non-stile del britannico non fa più specie.

Dà da pensare - relativamente, visto il periodo - la prestazione di Alberto Contador. Il fuoriclasse di Pinto ieri, verso l'Alto de Hazallanas, aveva messo a lavorare la squadra, con un Ivan Basso versione guerriero-gregario a lanciare il capoclassifica verso la prima vittoria stagionale. E che vittoria. Alberto aveva attaccato Froome, cedendo un poco nel finale al recupero del britannico. Tra i due non vi sarebbero stati più di 19". Froome aveva dimostrato di essere tutt'altro che bollito, finito, fuso. S'è però compreso una volta di più, se mai ce ne fosse bisogno, cos'è necessario fare per mettere in difficoltà il kenyano, quando la strada sale. Cosa non fare, lo si è visto benissimo oggi.

Se si lascia libero Froome di agire come maggiormente gli aggrada, ossia mettendo la sua Sky davanti a scandire il ritmo, si finirà per uscire dalla sfida con le ossa rotte. Non è matematico ma altamente probabile. Se invece lo si aggredisce, per esempio scandendo il ritmo e mettendolo in condizione di dover adeguare il proprio ritmo a chi è davanti - vedi la Tinkoff-Saxo ieri - allora la storia cambia. Poi, se il kenyano è al cento per cento, vincerà comunque, o ci andrà vicino, ma la vita bisogna rendergliela dura. Quest'ultima azione l'ha messa in pratica ieri la Tinkoff-Saxo, impeccabile: oggi, forse stanca dopo tanti giorni e tanto tirare, forse presa alla sprovvista, la salita l'ha affrontata male. L'ha affrontata come voleva Froome, ed il risultato non è che la conseguenza dell'azione della Sky.

 

Selvaggi entra in una fuga corposa
La quarta tappa della Vuelta a Andalucía proponeva 199.8 km, da Maracena all'Alto de las Allanadas: una salita breve ma intensa, con rampe a doppia cifra. La giornata è fredda - altro che Oman! - con soli 6° alla partenza ed una pioggia fastidiosa. Non prende il via Giovanni Visconti: meglio non rischiare a febbraio. In tanti si ritirano, chi per prudenza, chi perché vola a terra. È quest'ultimo il caso di Daniel Navarro, che con molta probabilità si è fratturato gomito e radio. Tentativi di andare in fuga uno dopo l'altro, ma va via l'azione buona dopo ben 48 km. I battistrada sono Lucas Euser (UnitedHealthcare), Huub Duyn (Roompot), Hugh Carthy (Caja Rural-Seguros RGA), Nick Dougall (MTN Qhubeka), Simon Geschke (Giant-Alpecin), Romain Sicard (Europcar) e Mirko Selvaggi (Wanty-Groupe Gobert). A loro sdi aggiungeranno Ibai Salas (Burgos BH) e Pieter Jacobs (Topsport Vlaanderen-Baloise). Sull'Alto de Noguerones Carthy precede Duyn e Selvaggi, sull'Alto de Albendin sarà Selvaggi a transitare per primo davanti ad Euser e Sicard.

 

Allungano Geschke e Selvaggi: gruppo lontano
Ai -49, però, Mirko Selvaggi e Simon Geschke decidono che quel gruppo è troppo folto. Allungano, con il barbuto tedesco che tira più del toscano. Prendere secondi sugli ex compagni di fuga sta bene a tutti e due, così se ne vanno. Il gruppo Contador, intanto, è a più di 4'. Vantaggio che non accenna a diminuire, con Geschke e Selvaggi sempre davanti, Duyn, Salas, Carthy e Sicard in mezzo, il gruppo tirato dalla sola Tinkoff-Saxo a 3'48". Mancano 35 km al traguardo. Ai -19 forse Selvaggi e Geschke sperano di arrivare, visto che hanno un tesoretto di 4'13" da gestire. Problema: la salita finale non li favorirà, anzi. È forse anche per questo (oltre che per evitare il linciaggio sulla pubblica piazza, domani...) che ai -7.6, quando il gruppo s'avvicina, Selvaggi si porta in testa. Dopo due tirate, però, il toscano della Wanty capisce che Geschke non ne ha più. Se ne va, visto che il finale è durissimo.

 

I Tinkoff-Saxo si fanno da parte, ecco la Sky
Dietro, nel frattempo, il giallo-blu della Tinkoff-Saxo è stato sostituito dal nerazzurro del Team Sky. Gli uomini di Froome comandano, si danza come desiderano loro. Inizia l'erta finale che porterà all'Alto de las Allanadas, Selvaggi è piantato. Beneficia di una scalata discontinua, con punte al 15% e tratti in cui la strada spiana, ma dietro ormai si fa davvero sul serio. Prima rampetta, primo colpo di scena: Ivan Basso, ieri determinante per la vittoria di Alberto Contador, salta. Decelera, sale del suo passo, che non è quello degli Sky. I ragazzi del team britannico circondano Contador, rimasto ormai solo. Selvaggi ci spera, si danna l'anima, ormai siamo all'ultimo chilometro: da dietro arrivano, il toscano barcolla. È stato bello crederci. Davanti la Sky, dopo aver fatto entrare in azione Peter Kennaugh, lancia Mikel Nieve. A Contador starebbe anche bene, la vittoria del basco; il fuoriclasse sa bene, però, che Froome da lì a poco entrerà in azione.

 

Froome, meno di 1 km per far la differenza
Agli 800 metri, come volevasi dimostrare, il frullatore anglo-kenyano si aziona. Froome raggiunge e supera in agilità il compagno di squadra Nieve, Contador è a ruota. Poi ci sta un po' meno. Molla la presa, si stacca, si rialza. Impossibile sostenere certe velocità su quelle rampe. Alberto prova a difendere i suoi 27" di vantaggio, e per un po' ci riesce. Nel breve volgere di 500 metri, però, Froome ha già una ventina di secondi di vantaggio sul madrileno. Il brutto, per Contador, è che Froome non ha intenzione di scalare marcia. Tutto l'opposto. Lancia e rilancia, brutto in sella come la peste bubbonica, ma dal punto di vista dell'efficacia, ineccepibile. Taglia il traguardo con un piccolo colpo di reni, come per far capire che a Contador vuole strappare anche i centesimi.

 

Contador spodestato, Froome per 2" davanti
Prima vittoria stagionale per lui, con Alberto Contador che chiude a 29". Per 2" perde la maglia rossa, il primato in classifica. Al terzo posto troviamo l'ottimo Mikel Nieve, a 49", quindi Sylwester Szmyd a 59", Beñat Intxausti a 1', Wilco Kelderman a 1'13", Sebastien Reichenbach a 1'26", Romain bardet e Nicolas Edet a 1'27", Jurgen Van den Broeck a 1'38". La classifica generale che ieri parlava un bello spagnolo, dopo la quarta tappa diventa anglofona. Chris Froome è in maglia rossa, davanti ad Alberto Contador per l'inezia di 2". A 2'32" c'è sempre Beñat Intxausti, a 2'52" Mikel Nieve, a 3'13" Romain Bardet, a 2'50" Peter Kennaugh, a 5'07" Kanstantsin Siutsou, a 5'10" Nicolas Edet, a 5'30" Sylvain Chavanel, a 5'44" Sergio Pardilla.

 

Riis e Contador, ribaltone nell'ultima tappa?
Domani ultima tappa, 170.9 km da Montilla ad Alhaurín de la Torre; sicuramente la Tinkoff-Saxo di Bjarne Riis, vecchio volpone da ammiraglia, cercherà in tutti i modi di stanare Froome e riportare Alberto Contador davanti al britannico. Che sarà brutto quanto si vuole, ma ad oggi - e pure in diverse passate occasioni - ha dimostrato che è lui il più forte in salita. Alberto Contador è il più talentuoso, quelo che ti ribalta la classifica nella tappa di media montagna, il creativo. E Vincenzo Nibali? A lui, che al momento corre (meteo permettendo) in Oman, non importa andar forte adesso; ai duelli di fine febbraio è interessato quanto un britannico al Festival di Sanremo. L'importante, per tutti e tre, sarà essere all'apice della condizione nel periodo del Tour. Allora sì che ci divertiremo. Seppure oggi, con freddo, pioggia, ed un vincitore così sgraziato, così spaccagambe, non ci si sia proprio annoiati.

Francesco Sulas

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