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Mondiali su pista 2015: Gran Bretagna, i Giochi sono finiti - Tramonta un impero. Australia da record, l'Italia pensa a Rio | Cicloweb

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Mondiali su pista 2015: Gran Bretagna, i Giochi sono finiti - Tramonta un impero. Australia da record, l'Italia pensa a Rio

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Le australiane Annette Edmondson, Ashlee Ankudinoff, Amy Cure e Melissa Hoskins, splendide Campionesse Mondiali e primatiste dell'Inseguimento © Bettiniphoto

Quando una qualsiasi squadra conosce la sconfitta dopo 5 anni di ininterrotte vittorie, inevitabilmente la notizia fa rumore. Se poi questa sconfitta è solo l'ultima, in ordine di tempo, di un movimento che fino a poco fa ruggiva e oggi parrebbe scricchiolare, le domande si moltiplicano.

Il quartetto femminile dell'Inseguimento a Squadre era rimasto l'ultimo bastione inaccessibile della Gran Bretagna che praticamente da un decennio a questa parte ha demolito il mondo a suon di titoli e di record. Il dominio nel settore della velocità risalente ai tempi recenti ma già lontani di Chris Hoy e Vicky Pendleton era stato sostituito negli ultimi anni da quello nel settore dell'inseguimento, in particolare quello femminile, che aveva trovato in Laura Trott una leader incontrastata.

Ma oggi quella lunga sequela di vittorie che andava avanti dal Mondiale del 2010 si è bruscamente (e in un certo senso inaspettatamente) interrotta, lasciando balenare in molti il dubbio che l'onda lunga dei Giochi di Londra 2012 stia esaurendo il suo effetto magico. Alcuni protagonisti dell'ultimo periodo mostrano la corda (abbiamo visto nel Keirin un Jason Kenny così spento da non sembrare neanche il cugino di quello che due anni fa si fregiava del titolo iridato di specialità, e pochi mesi prima, di quello olimpico nella Velocità); altri magari sono un po' sazi dopo anni di successi mietuti in serie; in più mettiamoci (a livello generale) un fisiologico ricambio generazionale, e il discorso si fa completo.

 

Oceania a tutto Inseguimento
L'Australia partiva come favorita nell'Inseguimento a Squadre maschile, ma un problema meccanico in qualifica aveva fatto sfumare la possibilità di raggiungere la finalissima per Bobridge e compagni, i quali si sono poi consolati brutalizzando oggi la Germania (raggiunta in dirittura d'arrivo) per conquistare il traguardo minimo del bronzo.

Con gli Aussie fuori gioco, pareva aprirsi un'autostrada per il quartetto british, che infatti in semifinale ha battuto bene (col miglior tempo del turno) la Germania, ma che poi in finale si è ritrovato una Nuova Zelanda tutt'altro che arrendevole: in testa per metà gara, i Kiwi hanno avuto una lieve flessione nel terzo chilometro, facendosi superare dai britannici; ma quello che sembrava un cambio dell'inerzia della gara è durato lo spazio di poche centinaia di metri, e il finale degli oceanici ha rimesso le cose al loro posto: oro per Pieter Bulling, Regan Gough, Dylan Kennett e Alex Frame col tempo di 3'54"088, a Ed Clancy, Steven Burke, Owain Doull e Andy Tennant, fermi a quota 3'54"687, resta l'argento.

 

Titolo e record per le australiane
Il trauma più grosso, però, si era già consumato per i sudditi di Elisabetta II. Poco prima, nelle finali femminili della medesima disciplina, Katie Archibald, Laura Trott, Elinor Barker e Joanna Rowsell partivano con tutti i favori dei pronostici: è vero che in qualifica avevano ottenuto "solo" il secondo tempo (prima l'Australia), ma in semifinale avevano battuto bene il difficile Canada, segnando stavolta un tempo migliore di quello delle aussie, che intanto piegavano le vicine di casa della Nuova Zelanda.

In finale il grande scontro tra le due scuole principali della pista contemporanea non ha quasi avuto storia. In testa sin dall'inizio, Annette Edmondson, Ashlee Ankudinoff, Amy Cure e Melissa Hoskins hanno via via aumentato il loro margine sulle rivali, andando a chiudere con un tempo fantasmagorico: 4'13"683, Record del Mondo abbattuto (il precedente l'avevano stabilito appunto Trott e compagne nel 2013 ad Aguascalientes: 4'16"552).

Una batosta, e i quasi 3" di limatura del primato avrebbero tutto il sapore di un passaggio di consegne tra le ragazze britanniche e le colleghe australiane, se non fosse che le europee sono mediamente un po' più giovani delle avversarie e avranno quindi tempo per prendersi delle rivincite. Per la cronaca, il bronzo l'ha conquistato il Canada, piegando nella finalina la Nuova Zelanda.

 

L'Italia ottava era e ottava rimane
3" (abbondanti) sono stati anche il margine tagliato dal quartetto italiano nella fase finale rispetto alle qualificazioni. Maria Giulia Confalonieri (che ha sostituito Simona Frapporti, in gara nelle qualificazioni), Beatrice Bartelloni, Tatiana Guderzo e Silvia Valsecchi hanno chiuso in 4'28"923 il loro primo turno di finale, ottenendo il settimo tempo su otto nazionali in gara. Il traguardo del settimo posto passava da una finale di (magra) consolazione con la Germania, ma le azzurre di Salvoldi sono arrivate a questa prova forse un po' scariche, si sono presto disunite rimanendo in tre e la Germania ha avuto buon gioco.

Poco conta questa piccola sconfitta, tutto sommato, nell'ottica della qualificazione olimpica per Rio de Janeiro (che poi è l'unico obiettivo sensibile e perseguibile per il quartetto, di questi tempi): l'ottavo posto di Saint-Quentin è comunque positivo dal punto di vista dei ranking internazionali, e si capisce la soddisfazione del ct e delle atlete per un traguardo - quello dei Giochi 2016 - che ora sentono più vicino (anche se ci sarà ancora da pedalare per far fruttare il bottino di punti messo da parte nelle ultime competizioni internazionali).

 

Buttazzoni solo 18esimo nello Scratch di Lucas Liss
Peggio è andata ad Alex Buttazzoni nella prova dello Scratch, una delle altre finali in programma stasera. Nella prima parte della gara, l'azzurro è riuscito a stare nel vivo della corsa, ma alla lunga ha pagato dazio rimanendo invischiato nelle retrovie del gruppo e poi perdendo proprio contatto (insieme ad altri colleghi) dal grosso del plotoncino.

Intanto la gara era entrata nel vivo, col tentativo orchestrato sin dai -23 giri dall'americano Bobby Lea, che ha tentato di involarsi per prendere il giro. Su di lui si è portato, tre tornate più avanti, anche lo spagnolo Albert Torres, campione in carica della Madison; e ai -16 sono rientrati anche l'ucraino Roman Gladysh e l'hongkonghese King Lok Cheung. I quattro hanno proceduto con discreto accordo, e sembravano avviati ad andare a giocarsi il successo finale.

Ma ai -11 con uno scatto poderoso è emerso dal gruppo il tedesco Lucas Liss, 23enne con all'attivo alcune sfolgoranti apparizioni negli Omnium di Coppa del Mondo (l'ultimo l'ha vinto - anzi, dominato - in novembre a Guadalajara). In breve Liss ha raggiunto il quartetto al comando, e ha dato pure un contributo determinante alla riuscita dell'azione, respingendo un estremo tentativo del campione uscente Ivan Kovalev di riportarsi sotto. Non contento, Liss si è esibito in un nuovo scatto bruciante all'ultimo giro, staccando i compagni d'avventura e andando a vincere con margine su Torres, Lea, Gladysh e King, nell'ordine alle sue spalle. Per Buttazzoni solo un 18esimo posto.

 

Pervis profeta in patria nel Keirin
Capitolo Keirin: un volitivo Francesco Ceci ha dato tutto per provare a superare il turno nella batteria che gli è toccata, invero la più difficile delle quattro (l'unica con 7 atleti in gara, le altre ne avevano tutte 6); si è pure lasciato alle spalle gente come Joachim Eilers, Jason Kenny e Kazunari Watanabe, ma non è riuscito ad andare oltre il quarto posto (il turno l'hanno superato Azizulhasni Awang e Matthijs Buchli). Nei ripescaggi non c'è stata storia, Francesco è arrivato ancora quarto (ma stavolta ultimo) nella batteria vinta dal francese Michael D'Almeida e ha salutato il torneo.

Le sorprese principali della gara sono giunte nelle semifinali, con l'eliminazione dell'australiano Matthew Glaetzer nella prima (il suo connazionale Shane Perkins, irriconoscibile, si era già fatto buttare fuori ai ripescaggi) e del tedesco Stefan Bötticher e del colombiano Fabian Puerta nella seconda. In particolare il sudamericano, molto atteso, ha sbagliato completamente i tempi del suo attacco (troppo anticipato), tradendo una certa tensione (non a caso nella finalina per il settimo posto, ormai scaricata la pressione, ha fatto una gara perfetta e ha vinto agevolmente).

La finalissima è stata impostata all'attacco dal tedesco Maximilian Levy, con il neozelandese Edward Dawkins e il malese Awang bravi a tenere le prime posizioni nell'attesa di sparare il colpo risolutore; ma il più forte di tutti è stato François Pervis (tre titoli iridati l'anno scorso, tra cui proprio quello del Keirin), fuoriuscito come un fulmine dalle retrovie sull'ultima curva e autore di un finale strepitoso che gli ha regalato l'oro davanti a Dawkins e Awang, e che ha fatto esplodere in un boato il Vélodrome Nationale, il cui pubblico ha potuto festeggiare la seconda medaglia d'oro francese in due giorni (dopo quella della Velocità a squadre maschile).

 

Anastasya Voinova strozza l'urlo di Anna Meares nei 500 metri
Infine rendiamo conto della finale dei 500 metri femminili. A lungo in testa la francese Virginie Cueff (con 33"926), la gara è entrata nel vivo con Wai Sze Lee (33"788) e soprattutto con la prova di Anna Meares, che ha fermato i cronometri sui 33"425. L'australiana ha resistito agli assalti dell'olandese Elis Ligtlee (quarta alla fine), della cubana Lisandra Guerra e soprattutto della campionessa uscente, la tedesca Miriam Welte, che si è fermata a 33"699.

Si può dire che la Meares stesse già assaporando l'undicesimo titolo iridato (quinto nei 500 metri) di una straordinaria carriera, visto che mancava all'appello solo Anastasya Voinova; ma la russa, confermando i recenti progressi suoi e dell'intera scuola cui appartiene, ha sfoderato una prova eccellente, e con 33"149 è andata a vincere nettamente l'oro, davanti appunto all'australiana. Terza ha chiuso la Welte.

 

Medagliere e prossime gare
12 nazionali sono già rappresentate nel medagliere di Saint-Quentin: guida la Germania con 2 ori e 2 bronzi, davanti a Francia (2 ori), Nuova Zelanda (1 oro e 2 bronzi), Australia (1 oro, 1 argento e 2 bronzi), Russia (1 oro e 1 argento) e Cina (1 oro); "solo" 2 argenti finora per la Gran Bretagna, 1 argento a testa per Spagna e Giappone, 2 bronzi per gli Usa e 1 per Canada e Malesia.

Domani programma ricco a dispetto del fatto che siano previste appena tre finali (Chilometro e Corsa a Punti maschili, Inseguimento Individuale femminile); comincia però il torneo della Velocità femminile e avremo anche le prime tre prove dell'Omnium.

Proprio a questa gara sono legate le maggiori speranze azzurre, con Elia Viviani che sogna il podio. Altri italiani in gara: Francesco Ceci nel Chilometro, Liam Bertazzo nella Corsa a Punti e Silvia Valsecchi nell'Inseguimento. Nessun'azzurra nella Velocità, ma questa non è una novità.

Marco Grassi

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