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Trofeo Laigueglia 2015: Chiamatelo Cimolaigueglia - Per Davide prima vittoria da pro'. Regolato Francesco Gavazzi

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Al Trofeo Laigueglia prima vittoria da pro' per Davide Cimolai © Bettiniphoto

dal nostro inviato

È Davide Cimolai, in lacrime una pedalata e mezzo dopo l'arrivo, ad aggiudicarsi un Trofeo Laigueglia rinnovato nel finale, con un po' di pepe e la salita di Colla Micheri a far da giudice. Un giudice che non arriva ai 2 km, ma che ha tagliato fuori molti; tra le rampe a ridosso di Laigueglia, la discesa ripida verso Andora ed il Capo Mele il gruppo s'è allungato e riallungato, in un elastico pronosticato dai più. La Lampre-Merida, che giocava in casa e puntava molto sul corridore ligure Niccolò Bonifazio, ha però sbaragliato la concorrenza, andando a vincere la semiclassica della riviera per la terza stagione consecutiva. Davide Cimolai, classe '89, gregario perfetto, non aveva mai vinto tra i pro'; non fino ad oggi, e difatti piange come un bambino, subito dopo l'arrivo. Abbraccia ogni compagno gli si affianchi, si stringe ad Orlando Maini, esulta con il volto violaceo, non la smette più. Di piangere e pedalare.

Va avanti e indietro per Laigueglia, non crede a quello che è successo: «È un pianto liberatorio per la mia prima vittoria, dopo tanti anni di giusto sacrificio per i compagni. Niemiec nel finale è stato fondamentale per me: dovevo stare a fianco a Bonifazio, le salite hanno reso dura la corsa e ci siamo ritrovati in due blu-fucsia davanti nel finale. Ringrazio la famiglia Galbusera, tutti gli sponsor, la squadra». Incontenibile Cimolai, classe '89, da anni al servizio di molti. S'è messo alle spalle Francesco Gavazzi ed il russo Alexey Tsatevich, in una volata di una trentina di unità, vento a favore e discesa che favoriva le elevate velocità.

 

Fuga a 4: Brogi e Gaffurini dentro
Da coprire 191.8 km, con le salite di Arnasco, il doppio Paravenna ed il Testico. nel finale Colla Micheri, strappo di meno di 2 km ma con pendenze aspre, e Capo Mele, il posto tipico dove trovi il finisseur. Non prende il via Philippe Gilbert, protagonista annunciato, ma che ieri ha dato forfait a causa di una gastroenterite. Dopo 21 km di corsa va via una fuga. Inizialmente ne fanno parte Jonathan Paredes (Colombia), Nicola Gaffurini (MG.Kvis-Norda), Jérôme Cousin (Europcar), ai quali si unisce quasi subito Adriano Brogi (D'Amico-Bottecchia). Il gruppo lascia fare, così il vantaggio del quartetto s'impenna da 45" al minuto. Dopo 56 km i battistrada hanno 7'29" di vantaggio, mentre Emanuele Sella è subito caduto, rimediando una botta al fianco. «È finito a terra proprio all'inizio - dichiara Gianni Savio - in una rotonda. Si andava piano, un avversario l'ha ostacolato. È stato trasportato all'ospedale, domani lo operano ma la prima parte di stagione è andata. Si rifarà nella seconda, come già gli ho detto». Sì, perché al vicentino verrà riscontrata la frattura del femore.

Il gruppo non si frattura, invece, e sul primo Paravenna recupera qualcosa ai fuggitivi: sulla Cima transita per primo Gaffurini, seguito da Paredes e Brogi. Il plotone, a questo punto è relativamente vicino: 4'45". La discesa verso Alassio è veloce e favorisce i rientri. I battistrada transitano sul traguardo di Laigueglia con il vento in faccia e pochi minuti ancora da gestire. Si sale verso il primo Testico ed il gruppo ancora recupera: ora si porta a poco più di 2' dai battistrada. La salita non è impegnativa ma nelle gambe si hanno 115 km. A Testico è ancora Gaffurini a precedere Brogi e Cousin, mentre il plotone ha 2' di ritardo. Nella discesa davanti perdono ancora terreno, il vantaggio è di poco più di un minuto. Sull'ultimo Paravenna Brogi cede e viene riassorbito, mentre Cousin è l'ultimo a resistere: ha 10" quando l'ultimo Paravenna s'avvicina, fuga finita.

 

Cannondale-Garmin a tirare, gruppo in rimonta
È la Cannondale-Garmin a fare la selezione, con Monsalve che passa per primo al Gpm. Gruppo compatto e forte di un'ottantina di unità, adesso si scende verso Albenga ed Alassio. Lavora la Cannondale-Garmin con Moreno Moser in testa al gruppo: Daniel Martin, irlandese con la vocazione da classiche, sta bene (nonostante il viaggio di nove ore che lamentava nella serata di ieri, sui social network). È una Cannondale-Garmin molto forte. Lo strappo finale di Colla Micheri - siamo ai -10 - è un'autentica bolgia. La Nippo-Vini Fantini piazza Iuri Filosi a scandire il ritmo: Cunego c'è, ma c'è pure la Lampre (con Niemiec, Cimolai e più indietro Bonifazio), la Southeast (con Monsalve al comando, ma pure Belletti, Gavazzi e poco più indietro Finetto), l'Androni-Venezuela con Pellizotti.

 

Zakarin, Gerdemann e Stortoni tentano il colpo
La prendono forte, la salita, e scollina per primo Francesco Gavazzi, con Ilnur Zakarin e Przemyslaw Niemiec a seguire. Nella discesa è proprio Ilnur Zakarin ad andar via con Linus Gerdemann. Provano il colpo di mano, l'Androni-Venezuela lo capisce e manda sui primi due anche Simone Stortoni. Un terzetto che comanda, a 10" la Lampre-Merida a tirare. Mauro Finetto, raffreddato, sente «dei crampetti» e non riesce a supportare al meglio Francesco Gavazzi. «Per fortuna che c'era Niemiec con me - dirà a fine gara Cimolai - altrimenti davanti sarebbero arrivati». E davanti, infatti, arrivano, ma fino a Capo Mele. Lì il gruppo torna compatto, con 26 uomini davanti. Se la giocano loro, la vittoria.

 

Davide Cimolai, prima vittoria e tante lacrime
La discesa di Capo Mele lancia questo gruppetto sul traguardo ed è volata. C'è un Francesco Gavazzi subisce lo sprint, non lo aggredisce (e qui si sente l'assenza forzata di Finetto), rimane chiuso da Felline. Davide Cimolai, invece, risale e va a vincere. Un urlo che mescola gioia, pianto e felicità: il Trofeo Laigueglia è suo. A podio Francesco Gavazzi e Alexey Tsatevich («Avevo i crampi nel finale, tutta la squadra ha fatto un gran lavoro, ma purtroppo...», affermerà il russo, un pizzico deluso). Matteo Montaguti è quarto davanti ad un Fabio Felline vestito d'azzurro e non troppo felice della quarta top five stagionale. Andrà meglio nelle prossime gare, per il corridore della Trek, ma di certo oggi la soddisfazione non c'è. Alle spalle del piemontese troviamo Angelo Tulik, Brent Bookwalter, Rasmus Guldhammer, Simone Petilli e Javier Mejias. Buoni segnali da Moreno Moser, partito alla parti con Daniel Martin e 12° davanti a Finetto, Pellizotti, Gerdemann e Cunego. Nei primi venti anche Rinaldo Nocentini (18°). La seconda vittoria stagionale della Lampre-Merida (la prima giunse grazie a Tsgabu Grmay) è carica d'emozioni: Davide Cimolai, fino a ieri al servizio di grandi campioni, oggi migliore di tutti. E domani? Tornerà a fare il prezioso gregario, con licenza di esultare, urlare, piangere.

Francesco Sulas

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