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G.P. Costa degli Etruschi 2015: Belletti, dov'eravamo rimasti? - Manuel supera in volata Viganò e Bonifazio

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Manuel Belletti vince il Gran Premio Costa degli Etruschi © Riccardo Scanferla

Nonostante gli svariati cambiamenti d'organico e societari, le corse italiane continuano a sorridere al consorzio guidato da Angelo Citracca: la neonata Southeast vince con Manuel Belletti, un corridore da rilanciare che negli ultimi anni aveva raccolto un po' meno di quanto ci si aspettasse, e che sembra aver iniziato la nuova stagione proprio col piglio giusto: vincendo. Nel mezzo, una corsa lineare ma vivace nel finale, una piccola Sanremo che qualche indicazione per il futuro, prossimo e venturo, potrebbe averla data.

 

Facce nuove: i Continental in fuga
Al via da San Vincenzo ci sono 18 squadre, in rappresentanza di un team WT (la Lampre, ovviamente), 7 professional, la nazionale dell'Italia, con al via 8 dilettanti, per metà pistard impegnati ai prossimi mondiali su pista di Saint Quentin, e per il resto atleti di formazioni continental: non al via Area Zero e Nankang-Fondriest, invitate ma non ancora allineate con la licenza UCI (non un bel segnale, decisamente). Sono proprio le Continental a prendere in mano la situazione nei primi di chilometri: dopo una partenza rilassata, al km 27 in località Riotorto sono Mattia Frapporti (Unieuro) e Michele Gazzara (Mg.Kvis-Vega) ad allungare, complice un traguardo volante. Su di loro riescono a riportarsi l'americano Ricardo Creel della neonata Roth-Skoda e Jacopo Mosca, atleta della Viris impegnato con la nazionale. Infine, dopo un lungo inseguimento, anche l'ungherese János Pelikán (Utensilnord) ed il russo Artem Nych (Rusvelo) riescono a riportarsi sulla fuga, entrando ormai nel circuito Bolgheri di Donoratico, da ripetere 3 volte.

 

Fasi centrali: la curiosa azione di Petacchi
A bagnomaria tra i fuggitivi ed il gruppo resta un altro Utensinord, Viktor Filiutas, mai riuscito nell'aggancio. Intanto dietro nessuno teme la fuga, che arriva a prendere il considerevole vantaggio di un quarto d'ora. È in questo frangente che evade a sorpresa Alessandro Petacchi, segnalato non in ottime condizioni e forse voglioso di fare un test. Petacchi prende un paio di minuti di vantaggio sul gruppo e resta allo scoperto per poco più di un giro, mentre dietro è la Nippo-Fantini la prima squadra ad organizzare l'inseguimento, seguita poi dalla Southeast non appena Petacchi rientra nei ranghi. La fuga dimezza molto presto il proprio vantaggio e si sfalda, con Frapporti e Creel che non riescono più a reggere il ritmo dei compagni di fuga già a 60 km dall'arrivo. I fuggitivi entrano nel circuito finale di Torre Segalari con soltanto 4' di margine.

 

Circuito di Torre Segalari: comincia la selezione
È una corsa tendenzialmente destinata ai velocisti, ma l'introduzione due anni fa della salita di Torre Segalari l'ha resa più incerta. Torre Segalari è una salita di quasi 3 km al 9%, e verrà ripetuta due volte negli ultimi 40 km di gara, l'ultima a 9 km dall'arrivo. Un bel muro insomma, adatto a fare selezione ma non abbastanza vicino al traguardo per garantire un finale convulso. Al primo passaggio, Mosca e Pelikán devono cedere e lasciar da soli Nych e Gazzara, mentre dal gruppo nessun attacco ma andatura decisa. Al primo passaggio da Donoratico, con la Lampre che guida l'andatura, il tandem in testa ha 1'11" di vantaggio e il gruppo ha già perso qualche pezzo.

 

Secondo passaggio: Cunego smuove le acque
Poche energie ormai per i due di testa: vengono riassorbiti ai piedi della salita. È la Nippo-Fantini, prima di un velocista vincente, a provare l'attacco: Eduard Grosu lancia Damiano Cunego, alla prima esibizione in maglia rosso-blu, il quale compone un bel terzetto con Fabian Wegmann, anch'egli in cerca di rilancio con una nuova maglia, quella della Cult Energy, e Rodolfo Torres (Colombia), reduce da un fantastico Tour de San Luis. Ironia della sorte, a chiudere su questo pericoloso tentativo è proprio la Lampre, dopo che per anni il team di Saronni ha lavorato per il veronese: il ciclismo è anche questo. Ed i gregari della formazione World Tour fanno proprio bene il proprio lavoro, tant è che chiudono sulla fuga ancor prima dello scollinamento. In discesa Francesco Gavazzi (Southeast) tenta di fare il buco con Wegmann, ma non c'è modo di andar via. Sarà volata.

 

La volata: Belletti vince nettamente
Non sono rimasti in tanti in gruppo, una trentina. Fuori dai giochi Finetto a causa di una foratura, è Manuel Belletti la carta vincente del team di Citracca. Il romagnolo non delude ed in volata ottiene una vittoria netta, la prima sul suolo italiano dopo tre anni e mezzo. Secondo si piazza Davide Viganò, destinato a ripagare la fiducia del Team Idea, mentre Niccolò Bonifazio, miglioratissimo in salita, non ha ancora lo sprint vincente e deve accontentarsi del terzo gradino del podio. Russel Downing (Cult Energy) ai piedi del podio è l'eccezione di una top ten tutta italiana, che vede poi piazzarsi Sonny Colbrelli e Oscar Gatto. Ottima prova per i Colpack Simone Consonni e Davide Martinelli, rispettivamente settimo e ottavo: con due azzurri in top ten, oltre che uno in fuga, il nostro ct Davide Cassani non potrà che essere soddisfatto. Chiudono la top ten il rientrante Francesco Reda, anche lui in divisa Idea, e Simone Petilli, altro interessante prospetto in forza alla Unieuro-Trevigiani.

Nicola Stufano

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