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Dubai Tour 2015: Degenkolb è una diga - John insuperabile per Valverde e Lobato. Pozzato, bel quarto posto

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La progressione vincente di John Degenkolb sulla diga di Hatta © Dubai Tour

L'anno scorso la tappa del Dubai Tour con arrivo nell'exclave di Hatta, la frazione in teoria un può più complicata della corsa, venne vinta da Marcel Kittel: per la seconda edizione gli organizzatori sono andati a cercare qualche salitella in più e si sono inventati un suggestivo traguardo in salita proprio sul ciglio della diga di Hatta. Alla fine a trionfare è stato di nuovo un velocista tedesco della Giant, anche se ormai abbiamo visto spesso come questa definizione stia decisamente stretta a John Degenkolb.

A vedere Degenkolb sprintare e vincere su traguardi molto diversi uno dall'altro ormai ci abbiamo fatto l'abitudine e non ci soprende più tanto quando accade: nel caso odierno stiamo parlando di un muro lungo appena 200 metri ma con pendenze anche del 17%, uno sforzo breve e intensissimo a cui bene o male gli sprinter potevano ritrovarcisi a patto però di avere le gambe buone. E il corridore della Giant-Alpecin le gambe le aveva tanto che si è tolto letteralmente tutti di ruota, compreso un certo Alejandro Valverde che non avrà più l'esplosività degli anni migliori, ma che è sempre uno dei primi favoriti su arrivi simili.

 

Fuga a 5, c'è Bazzana
La tappa di oggi dal centro di Dubai alla località di Hatta misurava ben 205 chilometri e per molti rappresentava il primo vero test stagionale in vista delle grandi classiche. Tanti i corridori che aspettavano risposte dalla giornata e tanti anche quelli che volevano mettersi in mostra: il risultato è stata una partenza abbastanza veloce ed un gruppo è rimasto compatto per i primi 30 chilometri circa fino a quando non è partito finalmente il gruppetto giusto. La squadra di casa della SkyDive Dubai ha piazzato in avanscoperta Vladimir Gusev e Hassan Almurrawi, per la Novo Nordisk c'era Martijn Verschoor, per la Lampre lo sloveno Luka Pibernik ed infine c'era pure l'italiano Alessandro Bazzana della Unitedhealthcare: al chilometro 90 di gara il quintetto era arrivato ad avere più di nove minuti di vantaggio sul gruppo con la Etixx davanti in blocco, ma poco interessata a forzare.

Mentre davanti il nostro Bazzana andava a conquistarsi la maglia di leader della classifica dei traguardi volanti, dietro la Movistar ha iniziato ad aumentare il ritmo prima con il solo Pablo Lastras, poi con l'intervento anche di Adriano Malori. Le trenate dei compagni di Alejandro Valverde hanno distrutto i sogni di gloria degli attaccanti che nel giro di 35 chilometri hanno visto il distacco ridursi di circa cinque minuti e mezzo: a 80 chilometri dall'arrivo il gap era infatti di appena 3'45" e la corsa stava entrando ormai nella parte più ondulata del tracciato.

 

Selezione sulle prime salite
Le prime pendenze serie sono arrivate subito dopo il traguardo volante di Fayyad con due ascese molto ravvicinate: in realtà si trattava della stessa strada affrontata nelle due direzioni dopo una curva ad U al termine della discesa. Sulla prima salita i fuggitivi hanno perso prima Almurrawi, poi Verschoor mentre sulla seconda ha ceduto anche Gusev. In gruppo invece in pochi chilometri è successo di tutto: all'uscita del tunnel dove terminava il primo tratto di salita c'era un dosso che l'organizzazione ha coperto con un telo che però a causa del rapido passaggio di primi atleti s'è sollevato causando una caduta di quattro o cinque corridori; un'altra caduta s'è verificata poi al termine della discesa mentre in salita abbiamo assistito ad un gran forcing della CCC Sprandi che con Sylvester Szmyd ha creato una grande selezione.

Tra i corridori che hanno perso contatto in questa fase c'erano anche Mark Cavendish ed Elia Viviani: il britannico, in maglia blu di leader, è stato bravo a non saltare ma è semplicemente salito del proprio passo con tutti i compagni di squadra attorno. Dalla cima mancavano 43 chilometri all'arrivo e Bazzana e Pibernik avevano ormai solo 45" sul primo gruppo inseguitore mentre il drappello di Cavendish era a poco più di 2'30" dalla testa: un ritardo non eccessivo che infatti la Etixx-Quick Step in blocco ha annullato nel giro di 13 chilometri con Bazzana e Pibernik che erano stato raggiunti poco prima.

 

Attacchi nel finale
Non appena il gruppo s'è ricompattato, più o meno, è stata di nuovo la SkyDive a mettersi in mostra con uno scatto dello spagnolo Francisco Mancebo, quasi 39enne con top10 al Tour e podi alla Vuelta in passato e che da qualche stagione è diventato un giramondo del ciclismo cogliendo successi in tante corse minori, ultima delle quali il Giro dell'Egitto. Il vecchio Paco ha dimostrato anche oggi di saperci ancora fare e partito tutto solo ai meno 29, s'è guadagnato un vantaggio di 1'35" quando mancavano 16 chilometri alla diga di Hatta. Su un duro strappetto a 11 chilometri dall'arrivo è stato un altro veterano del ciclismo spagnolo a farsi vedere: stiamo parlando di Angel Vicioso, 38 anni il prossimo aprile, che è tornato in gruppo proprio qui a Dubai dopo la brutta caduta al Giro a Montecassino.

L'attacco di Vicioso ha prima creato selezione in gruppo e poi ha istigato la reazione di Lars Boom che in discesa è partito, ha superato a velocità doppia lo spagnolo della Katusha, e s'è riportato su Mancebo a 7.5 chilometri dall'arrivo. L'olandese della Astana ha un'ottima gamba e potrebbe essere uno dei favoriti già per il Tour of Qatar che inizierà domenica: purtroppo oggi non gli è andata bene perché la BMC ha annullato la sua azione ai meno 5. Dopo tanto lavoro la Movistar è un po' sparita in questo finale e ha lasciato strada a BMC, Giant e Astana con Vincenzo Nibali in versione gregario per l'ex iridato Under 23 Lutsenko.

 

Lutsenko si pianta, Degenkolb irresistibile
Agli 800 metri, con la strada già in leggera salita, un'accelerazione di Visconti ha stirato ciò che ormai restava del gruppo poi è stato proprio Alexey Lutsenko a provare a sorprendere tutti quando la pendenza era ancora molto agevole ma il giovane kazako s'è piantato quasi subito: tattica simile ma risultato ben diverso per John Degenkolb, anche lui scattato abbastanza lungo, bravo a prendere in velocità l'ultima curva e poi via con il gas aperto nel tratto conclusivo al 17% crollando stremato al suolo subito dopo aver tagliato la 
linea d'arrivo.

 

Rimpianti Movistar
Grandi rimpianti sicuramente in casa Movistar che ha piazzato Alejandro Valverde e Juan José Lobato al secondo e al terzo posto di tappa, classificati entrambi con 2" di ritardo da Degenkolb. Nell'avvicinamento al muro Valverde è riuscito sempre a tenere una buona posizione, ha perso qualche metro al momento dell'accelerazione di Degenkolb e poi è stato anche sfortunato a trovarsi davanti Lutsenko: a quel punto il tedesco era ormai imprendibile. Lobato invece è arrivato ai piedi del muro troppo indietro come posizione e forse è proprio lui che più da recriminare: la grande rimonta effettuata nel finale ci fa pensare che forse avrebbe potuto almeno giocarsela con Degenkolb.

 

Italiani: bene Pozzato e Canola
Qualche sorriso è arrivato anche per gli italiani con un due vicentini nelle prime cinque posizioni. Il migliore, quarto, è stato Filippo Pozzato che ha già nelle gambe il Tour de San Luis e forse sta mettendo le basi per una bella primavera. In Argentina c'era anche Marco Canola che ha affrontato lo strappo finale senza timore, se l'è giocata spalla a spalla con i migliori e ha caduto qualcosa solo negli ultimi metri riuscendo comunque a chiudere quinto davanti a Philippe Gilbert. Bene anche Enrico Battaglin, altro vicentino reduce dal San Luis e 11° oggi, ma un grandissimo applauso va fatto ad Alessandro Bazzana che nonostante la lunga fuga è riuscito a chiudere la tappa a soli 10" da Degenkolb in scia ad un ottimo Mark Cavendish.

 

Domani abbuoni decisivi
Proprio la buona prova del britannico della Etixx-Quick Step lascia tutto aperto in classifica generale in vista della frazione conclusiva di domani: Degenkolb ha conquistato infatti la maglia azzurra di leader, ma Cannonball è secondo ad appena 4" e tra arrivo e traguardi volanti ci sono in palio ancora 16" di abbuono. Con ogni probabilità saranno loro due a giocarsi il successo finale, ma non bisogna escludere dalla lotta anche lo spagnolo Juan José Lobato, 4° in classifica a 8": davanti ci sarebbe Valverde a 6" ma non può competere in uno sprint in pianura. Il migliore degli italiani in classifica è Alessandro Bazzana, 5° a 11", e nei primi 10 troviamo anche Canola e Pozzato, staccati entrambi di 12".

Sebastiano Cipriani

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