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Bilancio Juniores 2014: Ganna e Affini, speranze concrete - I nostri crescono a livello internazionale. Donne: Bertizzolo strepitosa! | Cicloweb

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Bilancio Juniores 2014: Ganna e Affini, speranze concrete - I nostri crescono a livello internazionale. Donne: Bertizzolo strepitosa!

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Filippo Ganna ed Edoardo Affini, due protagonisti tra gli Juniores - Elaborazione Cicloweb.itMentre il ciclocross inizia a monopolizzare la scena ed in attesa che anche la pista torni ad essere protagonista con l'avvio della Coppa del Mondo, queste settimane autunnali ci danno la possibilità di riavvolgere il nastro ed analizzare quanto accaduto nel corso dell'annata. Dopo aver fatto il punto della situazione su quanto avvenuto in ambito dilettantistico, questa volta il nostro focus si sposta un po' più in basso (per quel che concerne le categorie giovanili) per permetterci di fare alcune osservazioni su una categoria che da diverse stagioni ormai ha finito per assumere un ruolo sempre più delicato nella crescita dei ragazzi, tanto da divenire probabilmente il vero e proprio spartiacque per chi vuole praticare il ciclismo con l'unico scopo di divertirsi e fare della sana attività sportiva rispetto a coloro che invece sognano di poter costruire un vero e proprio futuro in questa disciplina: la categoria degli Juniores.

Un mondo in cui al graduale sviluppo atletico si affiancano inevitabilmente delle forti componenti psicologiche, che iniziano a preparare il ragazzo ad uno stile di vita sempre più portato al sacrificio ed in cui diviene ancora più importante il saper conciliare l'attività sportiva con quella scolastica, dal momento che ci troviamo a parlare di atleti diciassettenni o appena giunti alla maggiore età e che quindi vedono le proprie giornate ancora rigidamente scandite da un'organizzazione che prevede delle ore di allenamento da dover effettuare dopo aver trascorso l'intera mattinata a scuola e aver consumato un veloce pranzo. Partiamo proprio da qui per fare la nostra prima osservazione che tira in ballo direttamente le squadre: è infatti importantissimo per i vari team svolgere un ruolo formativo nei confronti dei vari ragazzi nonché educativo, facendo capire l'importanza che l'istruzione ha a questa età per poter raggiungere il minimo traguardo del diploma.

Non diciamo queste parole casualmente, in quanto in questi anni, in alcuni casi, ci è sembrato di scorgere anche in questa categoria alcuni tratti che richiamano a quell'esasperazione di cui si è spesso accennato quando ci si è trovati a parlare dei dilettanti, con formazioni decisamente più organizzate e numericamente superiori ad altre che andavano spesso a raccogliere molti dei migliori talenti a livello nazionale (il che ovviamente finisce per impoverire altri sodalizi e creare situazioni di evidente supremazia in certi casi). Accade così che chi ha possibilità economiche maggiori può mettere i propri tesserati in condizioni diverse da quelle di altre e sviluppare una mentalità che può portare anche all'abbandono scolastico, in virtù di una vita esclusivamente sacrificata alla bicicletta già da minorenni ma con nessuna certezza di poter arrivare un giorno a competere nella massima categoria (se si considera che c'è ancora tutta la categoria dilettantistica da affrontare, salvo eccezioni per i quali la permanenza in essa può durare anche un solo anno, si comprende come vi siano ancora tantissime variabili di cui tener conto).

Detto questo una delle novità che la categoria Juniores inizia a proporre ai ragazzi che vi giungono è sicuramente quella del confronto internazionale, con le prime importanti esperienze da affrontare in maglia azzurra, compresi ritiri collegiali ed anche raduni su pista che coinvolgono ragazzi su cui poi impostare un certo tipo di lavoro anche sui velodromi. Arriviamo qui ad una seconda osservazione che sicuramente non ha minore importanza e che segna una differenza con quanto avviene nella categoria dilettantistica: si parla spesso della situazione molto diversa a cui possono arrivare i nostri atleti ad una prova come il mondiale Under 23, aperto sì a corridori dilettanti ma che vede al via anche corridori che sono già in tutto e per tutto professionisti e con un calendario di gare affrontate già cospicuo, con conseguente abitudine a determinati chilometraggi (esempio lampante quello del sudafricano Meintjes, che ha partecipato alla gara iridata di Ponferrada dopo aver partecipato - portandola a termine - alla Vuelta di Spagna), che inevitabilmente pone ad una situazione diversa il ragazzo che invece ha affrontato tutta la stagione nel dilettantismo con percorsi e chilometraggi diversi (anche se bisogna ricordare, per dovere di cronaca, che nulla vieta alla nostra nazionale di adeguarsi a quanto avviene negli altri team). Tra gli Juniores invece la situazione è decisamente diversa: anche in questa categoria è prevista la Coppa delle Nazioni, importante anche per l'assegnazione dei posti-squadra in occasione dei mondiali ed essa si articola attraverso più prove che prevedono anche la partecipazione a gare a tappe, in cui sono presenti anche prove a cronometro individuale che da noi si limitano praticamente alle sole gare del Bracciale del Cronoman e con chilometraggi che finiscono sempre per non superare una certa soglia.

Il fatto che l'Italia, guidata da Rino De Candido, sia stata costantemente presente negli ultimi anni a queste prove che vanno dai posti più vari, ovvero dalla Germania alla Svizzera, dal Lussemburgo alla Croazia per non dimenticare l'entusiasmante e importantissima esperienza della Parigi-Roubaix ha consentito ai nostri ragazzi non solo di affrontare queste prime importanti esperienze con realtà diverse ma di trovarsi regolarmente a confrontarsi con coloro che poi sarebbero stati gli avversari in occasione dei campionati europei e mondiali, consentendo così di conoscere bene anche le caratteristiche dei più forti atleti stranieri. Non solo: la partecipazione a questi molteplici eventi fuori dai confini nazionali consente anche di porre le basi per preparare gli appuntamenti più importanti, con un gruppo di ragazzi che viene ruotato regolarmente e dal quale viene poi fatta l'ulteriore selezione per europeo o mondiale, senza peraltro dover ricorrere a blocchi unici (serviti anche per economizzare in qualche trasferta) come si è visto invece tra i dilettanti. I riscontri, come avremo modo di vedere in qualche caso, sono stati abbastanza confortanti, a testimonianza che una nazione come l'Italia non può prescindere da un certo tipo di confronto ed anche la sinergia creatasi con altri tecnici, a cominciare con Davide Cassani, che si è dimostrato molto attento e interessato alle vicende del ciclismo giovanile per mettere in piedi il proprio progetto azzurro, può contribuire alla buona riuscita degli intenti.

La terza osservazione la dedichiamo alle gare nostrane, poiché in questo 2014 si sono verificati eventi che non possono lasciare indifferenti: si sa che da molto tempo la crisi è divenuta la principale nemica di coloro che le competizioni devono organizzarle e di certo non fa eccezione neppure la categoria degli Juniores, dove spesso c'è da fronteggiare anche le concomitanze e dove lo stop all'attività tradizionale (sperimentato nella precedente stagione e poi abolito per via delle contraddizioni che finiva per comportare) aveva costituito ulteriori problemi burocratici. Se però a fermarsi è una di quelle corse storiche che per la categoria è una vera e propria istituzione, ovvero il Giro della Lunigiana, il campanello d'allarme suona forte come non mai. La corsa a tappe internazionale infatti quest'anno non è riuscita a trovare le garanzie minime per la disputa della competizione e così, dopo i tanti talenti anche stranieri che tra Toscana e Liguria davano spettacolo contro i nostri migliori rappresentanti (non più tardi due anni fa lo sloveno Mohoric, oggi già professionista, iscriveva il suo nome nell'albo d'oro al termine di uno splendido duello col tedesco Silvio Herklotz), per questa stagione il mese di settembre degli juniores è risultato decisamente più povero, considerando anche il fatto che l'altra gara scelta da molti come preparazione al mondiale, il Giro della Basilicata, ha subito un'identica sorte. Non si può che sperare che in futuro la situazione possa tornare ad essere rosea e che anche le altre principali gare a tappe nostrane non siano costrette ad alzare bandiera bianca: ci riferiamo soprattutto a Tre Giorni Orobica e Tre-3 Bresciana, appuntamenti-clou del mese di luglio mentre in Veneto si rinnova con successo l'appuntamento col Trittico, così come è stato ottimo il lavoro fatto nella Due Giorni di Vertova, divenuto il vero e proprio appuntamento premondiale con il Trofeo Paganessi a chiudere degnamente il programma.

In proposito occorre rilevare anche un altro aspetto su cui occorrerà fare molta attenzione in futuro: nel nostro Paese si è cercato soprattutto in quest'ultima stagione di curare maggiormente una specialità come la cronometro a squadre, entrata ormai a far parte del programma iridato, tanto che in questa stagione si sono disputati anche i primi campionati italiani di specialità (vinti con pieno merito dalla Contri Autozai, la formazione che ha letteralmente dominato per tutto l'anno in questa particolare prova). Fare attività di questo tipo è sicuramente importante per abituare i ragazzi a questo genere di competizioni ma occorre fare molta attenzione a non inflazionare eccessivamente le gare a tappe con esse: una cronometro a squadre presuppone infatti una determinata sinergia che necessita anche di corridori in possesso di determinate caratteristiche e proporla in una gara a tappe di massimo quattro giorni può avere un peso decisivo nell'economia della corsa, tagliando irrimediabilmente fuori gli scalatori puri, che rischiano così di giungere alle tappe più adatte a loro con un ritardo molto difficile da colmare. Tra Orobica, Bresciana, Veneto abbiamo visto sempre proposto questo tipo di prova ed in due casi su tre è risultata decisiva sull'esito finale (senza nulla togliere ai vincitori), ragion per cui, pur comprendendo gli sforzi e le esigenze dei vari organizzatori, costretti a fronteggiare mille difficoltà, sarebbe forse il caso di studiare una distribuzione più omogenea di queste prove in futuro, evitando di proporla magari in due gare a tappe consecutive.

Fatte queste doverose premesse, necessarie per dare una minima infarinatura a quanti non seguono abitualmente le sorti di questa categoria possiamo finalmente passare a spendere alcune righe su coloro che sono stati i principali protagonisti di quest'annata e che si propongono quindi come prospetti da seguire con molta attenzione in futuro: il primo nome della nostra lista è sicuramente quello di Edoardo Affini, atleta della Contri Autozai che con nove successi conquistati è stato il più vincente in assoluto. Il corridore mantovano, classe 1996, è riuscito a fare un ulteriore salto di qualità rispetto alla precedente stagione, confermandosi un atleta molto forte sul passo e che non ha timore di attaccare anche a diversi chilometri dal traguardo ma mostrando una certa solidità anche quando la strada saliva ed anche un buon spunto in volata. Questa completezza è stata alla base di successi prestigiosi e anche spettacolari, come quelli conquistati nel campionato regionale veneto o nel Trofeo San Rocco ma che gli hanno permesso anche di firmare la sua perla stagionale a Nyon nel mese di luglio, in cui ha conquistato il titolo europeo al termine di una corsa gagliarda e assai dispendiosa. La sua condizione si è mantenuta eccellente anche nel finale di stagione, quando il successo nel Trofeo Buffoni internazionale in Toscana l'ha proiettato con i gradi di capitano all'appuntamento iridato di Ponferrada, in cui rimane sicuramente un po' di rammarico per la volata finale, in cui è andato vicinissimo al podio, dovendosi accontentare della quarta posizione. Le piazze d'onore ottenute all'italiano a cronometro e alla Tre Giorni Orobica sono l'ulteriore testimonianza di una stagione da promosso a pieni voti (senza dimenticare il fondamentale apporto offerto nelle varie cronometro a squadre) ed ora può certamente guardare con fiducia ad un futuro che lo vedrà debuttare tra i dilettanti con la casacca della Colpack.

Chi ha fatto molto parlare di sé in questa stagione (e non solamente in questa, dato che i più attenti osservatori di ciclismo giovanile lo considerano già da qualche anno un vero e proprio ragazzo-prodigio) è stato senz'altro Filippo Ganna, per il quale la notorietà ha iniziato ad arrivare fin dalla Parigi-Roubaix Juniores in cui il verbanese è riuscito a dare un bel saggio del proprio talento al cospetto di avversari molto quotati, non mostrando il benché minimo timore reverenziale nell'affrontare il pavé. Il quindicesimo posto finale ha mero valore statistico ma la corsa d'attacco da lui disputata e testimoniata dalla conquista del premio della combattività hanno detto una volta di più che questo ragazzone dal fisico possente potrà farsi notare ancora parecchio. Fortissimo sul passo, il corridore dell'Aspiratori Otelli ha realizzato i suoi migliori risultati proprio nelle prove contro il tempo, dove si è aggiudicato due corse di quelle pesanti come il campionato italiano e, a fine stagione, la Chrono des Nations e dove è andato vicinissimo dal centrare il prestigioso podio sia all'Europeo che al Mondiale. Mettiamoci che una medaglia l'ha sfiorata in quartetto anche su pista e che si è laureato campione italiano nell'inseguimento individuale polverizzando il precedente record nazionale di specialità di Ignazio Moser e ci rendiamo conto di come in certe gare potremmo potenzialmente avere quel tipo di atleta che stavamo cercando. In totale sei successi per lui che comprendono anche la splendida affermazione al Trofeo Paganessi, in cui ha dimostrato anche una splendida gestione del finale ed un immediato futuro che prevede il debutto tra i dilettanti con la Viris Maserati, anche se alcune voci sostengono che su di lui abbia già messo gli occhi nientemeno che la Sky. Staremo a vedere e attendiamo fiduciosi.

Un'altra bella conferma è venuta anche dal bolognese Lorenzo Fortunato, portacolori della Work Service San Lazzaro (formazione in cui hanno militato altri interessanti talenti nelle ultime annate, tra questi Simone Velasco), che si è dimostrato nuovamente a suo agio nelle corse più impegnative, anche se il buon spunto veloce di cui dispone lo rende potenzialmente adatto anche alle corse in linea impegnative. Sette successi per lui, impreziositi dal trionfo nel Trittico Veneto e dalla bella vittoria di tappa sul Colle Gallo alla Tre Giorni Orobica. Per lui anche il terzo posto in maglia azzurra al GP Generale Patton in Lussemburgo e l'ottavo posto ai campionati del mondo, oltre a tante altre buone prestazioni che gli sono valse l'ingaggio da parte della Mastromarco, con cui debutterà tra gli Under 23 nel 2015. Assieme a lui nella formazione toscana saliranno di categoria altri due elementi interessanti: il pugliese Rocco Fuggiano, che in stagione ha militato nella formazione GULP Pool Val Vibrata, che dimostra come l'Italia meridionale continui a proporre talenti da valorizzare, anche se poi ad una certa età sono costretti a spostarsi a nord per poter proseguire l'attività ed inseguire il sogno del professionismo: l'atleta di Massafra si è ben distinto in varie internazionali e tra le sue sei vittorie spiccano senz'altro quella di Colle Umberto sul Cà del Poggio al Trittico Veneto e la classica gara dei Colli Marignanesi. Bel colpo anche l'ingaggio del toscano Vincenzo Albanese, adatto ai percorsi misti ma anche dotato di buon spunto in volata e protagonista di un bel mondiale a Ponferrada: quattro le sue vittorie totali con particolare enfasi sul Trofeo Lazzaretti di Roma e sul Giro delle Valli Aretine.

Stagione molto positiva anche per Davide Plebani, bergamasco che con il Team LVF si è divertito molto a fare il profeta in patria, aggiudicandosi proprio a San Paolo d'Argon a pochi chilometri da casa il titolo di campione italiano (e riuscendo poi a vincere sullo stesso arrivo anche l'ultima frazione della Tre Giorni Orobica). Atleta molto veloce allo sprint ma più resistente rispetto ai velocisti puri, ha fatto proprio anche il titolo regionale lombardo nella Piccola Tre Valli Varesine e si è ben comportato anche ai campionati europei, in cui è giunto sesto. Sette affermazioni totali per lui che avrà come destinazione la MG Kvis con cui potrà prendere parte anche a qualche gara professionistica. Bella sorpresa si è invece rivelata Riccardo Verza, altro portacolori della Contri Autozai nonché figlio d'arte (suo padre Fabrizio fu professionista negli anni Ottanta) che si è dimostrato validissimo nelle gare più impegnative dal punto di vista altimetrico, conquistando con merito la Tre Giorni Orobica, in cui dopo aver sfruttato a proprio favore la cronometro a squadre iniziale si è difeso benissimo, e aggiudicandosi anche l'internazionale di Solighetto ed il Trofeo Giordana a Castel d'Ario, quest'ultimo con una spettacolare azione da lontano. Quattro successi complessivi e l'attesa per un 2015 in cui sarà chiamato a importanti conferme e dove sarà il leader indiscusso della propria formazione.

In tema di primi anni non si può non invitare a seguire ancora con particolare attenzione il trentino Nicola Conci, approdato alla categoria forte di uno spaventoso, per le sue caratteristiche, curriculum nelle precedenti categorie con ben 19 successi nell'ultima annata tra gli allievi, tra cui anche la prestigiosa Coppa d'Oro. L'atleta del Giorgione si è confermato probabilmente il miglior scalatore puro a livello giovanile, andando a cogliere ben sei successi con affermazioni in classiche riservate ai grimpeur quali la Brescia-Monte Magno, la Cittadella-Colli Alti e la Sandrigo-Monte Corno, oltre ad un secondo posto di pregio nel Trofeo Buffoni. Penalizzato oltremodo dalle cronometro a squadre nelle gare a tappe, è stato protagonista anche di un buon mondiale in cui però una caduta sul più bello ne ha condizionato il risultato finale. Il 2015 lo vedrà ancora al via di questa categoria e siamo certi che il suo nome ricorrerà molto spesso. Annata positiva anche per Stefano Gandin della Industrie Forniture Moro, vincitore di tre gare tra cui il Giro del Friuli e molto valido nelle corse impegnative così come bei prospetti giungono dalla Toscana, col figlio d'arte Gabriele Giannelli vincitore del Gran Premio dell'Arno, una delle principali gare internazionali del mese di giugno e protagonista anche in ambito internazionale e il compagno di team Daniel Savini, laureatosi campione regionale alla stagione d'esordio nella categoria, oltre a Yuri Colonna che si è ben comportato anche in maglia azzurra e che assieme al fratello Niko, già dilettante, vestirà la casacca della Pala-Fenice il prossimo anno. Meritano attenzione anche Riccardo Lucca dell'Ausonia Pescantina, vincitore di quattro gare e adatto a percorsi impegnativi, l'emiliano Giulio Branchini, il siciliano Paolo Baccio e il laziale Andrea Cacciotti (5 vittorie e ingaggiato dalla nuova Continental abruzzese GM Cycling Team). Occhio anche ai piemontesi Federico Burchio, Matteo Sobrero e Stefano Ciardo, tutti validi protagonisti nelle altre categorie giovanili.

Passando alle ruote veloci invece il titolo di velocista principe se l'è aggiudicato senza dubbio Gianmarco Begnoni, veronese dell'Aspiratori Otelli che tra le sue sette affermazioni può vantare anche due prestigiosi successi internazionali, essendosi aggiudicato una frazione della Corsa della Pace in Repubblica Ceca e una semitappa al GP Ruebliland in Svizzera, a testimonianza di doti notevoli che aveva già avuto modo di mostrare nelle altre categorie. Per lui ora arriverà il non facile compito di non far rimpiangere Nicolas Marini alla Zalf, che l'ha scelto nel suo roster per la nuova stagione, lui che sa farsi valere ottimamente anche su pista, dove ha conquistato alcuni titoli italiani. Molto veloci sono anche Filippo Calderaro e Simone Bevilacqua, coppia vincente della Villadose Angelo Gomme, validi anche sul passo, capaci di mettere assieme undici successi in due: il primo è destinato al dilettantismo nelle file della General Store mentre il secondo sarà uno degli uomini da battere negli sprint della prossima stagione. Con loro ha battagliato spesso l'italo-polacco Pawel Wegierski dell'Industria Forniture Moro ma le volate sono state spesso terreno di caccia della Cipollini Assali Stefen di Cadidavid, che ha messo in evidenza velocisti di razza quali Leonardo Fedrigo (5 vittorie), Enrico Zanoncello (3 vittorie) e soprattutto Attilio Viviani, fratello minore del ben più famoso Elia ma dal quale sembra aver ereditato un po' di talento non solo su strada ma anche su pista: splendida la sua affermazione europea nel Keirin, che ben si affianca alle quattro vittorie colte sulla strada. Molto veloce anche il siciliano Francesco Romano del Caneva, adatto però anche a percorsi più impegnativi e vincitore di 5 gare (spicca la Casut-Cimolais).

Dopo aver dato ampio spazio ai ragazzi ci concediamo qualche parola anche sul settore femminile, trattato in maniera più approfondita nel corso dell'anno con il consueto punto sulle juniores: la stagione conclusasi poco più di un mese fa è stata anche la prima in cui si è ricorso all'esperimento di far gareggiare le atlete di tale categoria (primi anni comprese) assieme alle Élite e possiamo dire che, con la speranza che sempre nuove corse possano fare la comparsa nel sempre problematico calendario italiano, in linea di massima vi sono state alcune note liete, con atlete che non hanno sfigurato affatto nell'impegnativo confronto (anche se le cose sono ulteriormente migliorabili, sia a livello di percorsi che di partecipazione). Inoltre anche a livello internazionale l'annata può considerarsi positiva, con risultati importanti colti nei principali appuntamenti: formazione simbolo di questo 2014 è stata sicuramente il Breganze Millennium, che ha messo in mostra una coppia straordinariamente affiatata come quella composta da Sofia Bertizzolo e Sofia Beggin, entrambe al debutto nella nuova categoria. La trevigiana di Borso del Grappa è stata una piacevolissima sorpresa, che nei suoi quattro successi vede due perle particolarmente pesanti come il campionato italiano in linea (quello a cronometro gli è sfuggito di poco a causa di una foratura), e quello Europeo, sempre in linea, con la ciliegina sulla torta del mondiale sfumata per poco al cospetto di un'avversaria molto forte come la danese Dideriksen. Cinque affermazioni in gare nostrane (tra cui il regionale veneto) invece per la padovana, che ha vissuto il suo momento di massima gloria alle Olimpiadi giovanili di Nanchino, in cui assieme a Chiara Teocchi ha conquistato una bellissima medaglia d'oro, oltre all'argento a squadre. Ottima anche nel fuoristrada, dove se la cava egregiamente anche nel ciclocross. Entrambe sono attese ad un 2015 di grandi conferme.

Annata molto buona anche per il Team Valcar, andato a segno a ripetizione soprattutto nella prima parte di stagione grazie a Claudia Cretti, senz'altro la miglior velocista vista all'opera con i suoi cinque successi (per lei anche il bronzo europeo su pista nello Scratch) ma dove si è messa in bellissima evidenza anche una Sara Wackermann capace di battere persino le Élite a Bolzano (vittoria anche a Valvasone per lei), una Silvia Persico spesso piazzata e vincente a Gorla Maggiore mentre Miriam Vece ha dato il meglio di sé su pista, ben comportandosi anche a livello internazionale. Confidava invece in qualche successo in più la Ciclimata-Team Gauss, in cui Maria Vittoria Sperotto e l'attesissima Martina Alzini hanno ottenuto una vittoria per parte: la veneta si è dimostrata comunque elemento valido anche su pista mentre la milanese proprio sul velodromo ha sfiorato il colpaccio nell'Omnium ai mondiali, venendo beffata sul più bello: il 2015 sarà un anno molto importante per una come lei.

Ottimo primo anno tra le juniores per la vicentina Katia Ragusa, senza dubbio la migliore tra le ragazze dell'Estado de Mexico-Eurotarget, che ha saputo dare il meglio di sé soprattutto nelle prove contro il tempo, tanto da venir premiata dalla conquista della maglia tricolore. Per lei anche tantissimi piazzamenti ed una grande generosità dimostrata in maglia azzurra sia in occasione degli Europei, conclusi in quinta posizione, che dei Mondiali. Molto bene nella formazione presieduta da Giovanni Fidanza anche Beatrice Rossato, andata vicino al successo, mentre qualcosina in più ci si attendeva da Angela Maffeis. Nessun successo in quella che era un po' un'annata di transizione per la Vecchia Fontana, in cui però non sono mancate prestazioni molto positive ad opera di Rachele Barbieri, Nadia Quagliotto e Chiara Zanettin, tutte premiate con la maglia azzurra sia su strada che su pista.

Piazzamenti vari anche per il folto gruppo del Piemonte in Rosa, costretto a fare a meno anche per diverse settimane di Daniela Magnetto Allietta, il suo elemento migliore, rientrata però molto bene nel finale di stagione. Buone prove offerte a fasi alterne da Nicole Nesti, Giorgia Capobianchi, Valeria Arzilli, Carmela Cipriani, Ylenia Fazzone, Giada Del Ghianda e Isabella Strizzi e collettivo premiato dalla conquista di un bel tricolore nella Cronometro a Squadre. Nel Re Artù Factory Team invece Elena Bissolati è stata grandissima protagonista soprattutto su pista, dove ha conquistato il titolo europeo nello Scratch, oltre ad altre ottime prestazioni nelle prove veloci mentre su strada è stata soprattutto Giulia Nanni a piazzarsi in più di un'occasione.

Tra le più belle sorprese dell'annata c'è stata invece Alice Gasparini, atleta dell'Inexere Village.13, specialista delle prove contro il tempo tanto da riuscire a cogliere, al debutto nella categoria, uno splendido argento di specialità agli Europei, così come merita menzione la marchigiana Federica Capponi, vincitrice a Osimo Stazione e protagonista di altre prove molto buone che l'hanno portata a vestire la maglia azzurra.

Non rimane quindi che dare appuntamento anche con i più giovani, sia ragazzi che ragazze, alla prossima stagione dove ci sarà attesa per vedere ancora all'opera coloro che potrebbero essere i grandi protagonisti del domani, ai quali si affiancheranno tanti nuovi nomi che faranno la loro comparsa nella nuova categoria.

Vivian Ghianni

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