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Pagellone Donne 2014: Non più solo Vos dominatrice - Esplode Ferrand-Prévot, ottima Armitstead. Ok Bronzini e Longo Borghini | Cicloweb

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Pagellone Donne 2014: Non più solo Vos dominatrice - Esplode Ferrand-Prévot, ottima Armitstead. Ok Bronzini e Longo Borghini

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Da sinistra: Marianne Vos in maglia rosa, Pauline Ferrand-Prévot iridata a Ponferrada e Lizzie Armitstead che fa sua la Coppa del Mondo - Elaborazione Cicloweb.it

Pauline Ferrand-Prévot - 10
La vera mattatrice della stagione: bellissima, bravissima e pure un filo bastarda (chiedere a Mara Abbott sul Ghisallo, a fine Giro: episodio ai limiti del regolamento, ad ogni modo antisportivo). Dopo due anni di scuola Vos in Rabo Liv, Pauline mette a frutto quanto appreso, e lo fa in tutti i campi: dalla MTB al ciclocross, dalle crono alle corse in linea, fino ad arrivare alle gare a tappe. Freccia Vallone, Emakumeen Bira, un secondo posto al Giro dettato solamente dagli ordini di scuderia, il Mondiale su strada: è la nuova Vos? La direzione è quella e lo sta dimostrando. Domanda: quanto potrà convivere con la fuoriclasse olandese, la bionda treccia che viene da Reims? Comunque superiore, spesso (non sempre) e volentieri.

Marianne Vos - 9.5
Inizia la stagione tardi, ad aprile (per scelta, per ricaricare le batterie), di fatto la conclude anzitempo, presentandosi a Ponferrada con una forma delle peggiori mai viste. Momento d'oro tra maggio, con le vittorie al Women's Tour, a Gooik ed alla Marianne Vos Classic, per proseguire a giugno insieme alla corazzata Rabo Liv: 2a all'Emakumeen Bira, primissima al Giro Rosa, a fine luglio vince l'unica prova di Coppa, lo Sparkassen Giro, e soprattutto la prima edizione de La Course, sui Campi Elisi. Quando vuole, e può, fa un sol boccone di tutte.

Elizabeth Armitstead - 9
Finalmente! Non più quella né carne né pesce delle ultime stagioni, ma un'atleta da classiche fatta e finita. La britannica di Otley, Leeds, vince la Coppa del Mondo, tra marzo ed aprile è intoccabile: solo una volta fuori dalle prime tre. Potrebbe portarsi a casa anche la maglia iridata ma si rialza sul più bello, all'ultimo chilometro. Ci riproverà, è sulla strada giusta.

Emma Johansson - 8.5
Dieci vittorie stagionali e quella costanza che la contraddistingue da sempre. Conquista di prepotenza il Trofeo Binda, il BeNe Ladies Tour, qualche tappa sparsa qui e là. Al Mondiale di Ponferrada dà l'impressione di poter lottare con Armitstead e Vos per l'oro, ma si rialza, come la britannica. Considerando che nella volata finale Emma coglierà il bronzo, sarà difficile ripensare a cosa sarebbe successo se avesse tirato dritto. Occasione buttata e non ce ne saranno troppe in futuro. Nelle gare dure, comunque, c'è sempre.

Anna Van der Breggen - 8
Che corridore, specialmente se la strada sale: si presenta benissimo alla Ronde Van Drenthe, prima di Coppa, staccando un bel secondo posto, poi s'immola spesso alla causa della squadra, talvolta venendo penalizzata dalla furbetta Ferrand-Prévot (un episodio su tutti: la prima frazione dell'Emakumeen Bira, con Anna esultante e Pauline che si prende la vittoria). Terza al Giro Rosa, chiude malissimo la stagione, spaccandosi il bacino nella cronosquadre di Ponferrada. Non può correre la prova in linea e l'Olanda tutta ne risente. Meriterebbe di più, il tempo è dalla sua.

Giorgia Bronzini - 7.5
La piacentina, al secondo anno corso con la Wiggle Honda, coglie 8 vittorie, andando a podio 19 volte. Dopo i tre centri in Australia, alla Mitchelton Bay Cycling Classic, esulta a Dottignies, al Tour of Chongming Island (è 3a in Coppa), al Tour of Zhoushan Island, a Frattamaggiore, durante il Giro Rosa, alla Route de France ed all'Ardèche. Prepara a puntino il Mondiale di Ponferrada, cade subito ma rientra, stringe i denti, finisce con un millimetrico quarto posto. Delusione, ma l'annata è stata buonissima.

Elisa Longo Borghini - 7.5
Cresce bene, piano piano, l'ornavassese. Si riprende di testa e di gambe dall'infortunio patito nel 2013, fa suo il Campionato Italiano a cronometro, poi arriva il Giro Rosa: tiene testa al trenino della Rabo Liv fino alle montagne (le sue montagne), poi cede un poco. Chiude al 5° posto, ma in estate porta a casa la classifica finale del Tour de Bretagne e del Trophée d'Or. A Ponferrada tenta il tutto per tutto entrando nella fuga con Vos, Johansson ed Armitstead, ma è la meno veloce del quartetto. Dal 2015 si ricomincia da capo alla Wiggle Honda.

Shelley Olds - 6.5
Voto basso? Può darsi, ma la 34enne statunitense conclude pochino. Certo, è versatile, tiene sugli strappi ed allo sprint fa davvero male, ma ciò le porta solo sette vittorie stagionali. Non sono neppure bersagli grossi, proprio quelli con cui si scontra quando arriva al dunque. Piazzata spessissimo, includendo il Giro e la Route de France, non brilla né sui Campi Elisi né - ben più importante - in un Mondiale che pareva fatto quasi per lei. A Ponferrada sarà solamente 6a: le occasioni, così come gli anni, passano e se ne vanno.

Kirsten Wild - 7
Intendiamoci, il corridore è questo e non si cambia alla tenera età di 32 anni. Velocista potente, coglie 14 centri durante la stagione. Parte fortissimo, monopolizzando il Tour of Qatar (3 tappe su quattro e, per la quarta volta in carriera, la classifica finale), continuando all'Energiewacht Tour, conquistando Chongming (sia la gara a tappe che la Coppa). Nota stonata è La Course, con il traguardo dei Campi Elisi che era fatto per lei, ma trova una Marianne Vos superiore. Restando in Giant-Shimano e nel campo delle velociste, delude Lucy Garner (voto 4.5), tanti piazzamenti non memorabili ed una sola vittoria in corsa non UCI. Senza la Wild, nel 2015 il team olandese dovrà stimolare questa giovane e talentuosa britannica.

Ellen Van Dijk - 6.5
Non una stagione memorabile per la Campionessa del Mondo a crono in carica, che di prove contro il tempo ne vince solamente due, nel complesso. E se anche al Mondiale delude, non andando oltre un mediocre 7° posto, al Giro delle Fiandre utilizza in pieno le sue doti di passista per spaccarle, quelle pietre sacre. E solo la corsa dei Muri vale il voto buono, non buonissimo.

Annemiek Van Vleuten - 7.5
Forse quella che più di tutte sfrutta la stagione d'oro della Rabo Liv. Si riscopre donna del tempo, vincendo il Campionato olandese a crono sulla Van Dijk, per poi ripetersi al prologo casertano del Giro Rosa (dove porta a casa anche la frazione di San Donato Val di Comino) ed in un altro prologo, quello del Lotto Belisol Belgium Tour (sarà sua anche la classifica generale). Arriva a Ponferrada in formissima ma, come la Van der Breggen, cade nella cronosquadre e deve dire addio alla corsa in linea. Degna di menzione anche la forte Lucinda Brand (voto 6.5), ottima gregaria capace di sfiorare una tappa al Giro (3a di pochissimo a Jesi) ma di vincere una prova di Coppa del Mondo a Plouay.

Lisa Brennauer - 8.5
È una sorpresa silenziosa, una passista molto veloce, una vincente senza troppe chiacchiere. Campionessa tedesca sia a crono che in linea, la Brennauer condisce la sua stagione di piazzamenti (4a sui Campi Elisi) e vittorie, per poi dare il massimo a Ponferrada: oro nella crono, argento nella corsa in linea, va vicinissima ad una storica quanto inaspettata doppietta. Nel 2015 aspettiamo ulteriori miglioramenti.

Evelyn Stevens - 7.5
Chi ha detto che 17 porta male? Tanti sono infatti i giorni di corsa che la statunitense (con la tedesca Trixi Worrack, a cui va un 6 politico) si scoppia tra Giro Rosa e Thüringen Rundfahrt. Una piccola corsa a tappe. Non c'è solo questo nella stagione della Stevens, che porta a casa il Campionato Panamericano a crono e la Philadelphia Cycling Classic, il sopra citato Thüringen Rundfahrt, il Boels Rental Ladies Tour ed il bronzo nella crono iridata di Ponferrada. Delude al Giro Rosa, ma correre per 17 giorni ad altissimi livelli, almeno in campo femminile, non è così scontato.

Mara Abbott - 7
Sintetizzando la sua stagione: esco (dalle Americhe) di rado e vinco ancora meno. Già, perché la scalatrice di Boulder fa fuoco e fiamme a El Salvador, poi al Tour of Gila, ma al Giro Rosa non pare al meglio. Manca la tripletta un po' perché la gamba non è quella del 2013, un po' perché verso il Ghisallo, quando tenta di far la differenza e staccare Marianne Vos, le compagne della maglia rosa (Ferrand-Prévot e Van der Breggen) le sbarrano letteralmente e brutalmente la strada. La fanno piangere, potrà provare a render loro la pariglia nel 2015, con la maglia della Wiggle Honda.

Emma Pooley - 9
Può essere un voto esagerato, ma signori, questa ragazza britannica compie imprese indescrivibili! Corre pochino, ma alla Freccia Vallone già conquistata nel 2010 è settima. Dopo il titolo britannico a crono, fa sue le tre tappe più dure al Giro (e senza la perdita di tempo nella prima frazione, chissà...): San Fior, San Domenico di Varzo e Madonna del Ghisallo. Chiude la carriera ciclistica ai Giochi del Commonwealth, con due argenti (in linea ed a crono). Breve ma intensa, una delle sue stagioni più esaltanti. Ci mancherà, Emma.

Tiffany Cromwell - 4
Ha corso o s'è presa un anno sabbatico? Il dubbio sorge, con questa nuova Tiffany in versione Specialized-Lululemon, nei piani alti di una classifica nemmeno per sbaglio. Ben diversa la stagione di Chantal Blaak (voto 6.5), tre vittorie e molte prestazioni belle. Porta addirittura a casa l'oro nella Coppa del Mondo svedese, a Vårgårda.

Claudia Häusler-Lichtenberg - 5.5
I tempi d'oro sono lontani ma per le corse a tappe è sempre di gran lunga una delle più affidabili. All'Emakumeen Bira si scontra contro l'armata Rabo ed è 5a, al Giro è 6a ma si rifà in agosto, vincendo la Route de France. Fa infine il danno di maritarsi, prendendo quel doppio cognome che darà luogo a molteplici equivoci (della serie: «Secondo voi è più forte la Häusler o la Lichtenberg?»).

Ashleigh Moolman - 6.5
La scalatrice sudafricana della Hitec svolge un buonissimo lavoro, facendosi vedere davanti nella maggior parte delle gare a cui prende parte. Non semplice, visto che il team norvegese corre spesso per Elisa Longo Borghini. Dal 2015 cambierà casacca per passare alla Bigla.

Amy Pieters - 6.5
L'olandese della Giant-Shimano si sblocca in maniera perentoria e definitiva subito, in Qatar, per poi portare a casa Omloop Het Nieuwsblad e Dwars door Vlaanderen. Via via si spegne per tornare competitiva nel finale di stagione.

Elena Cecchini - 7.5
Mezzo punto in meno per l'esultanza affrettata che le fa perdere l'Europeo in linea di Nyon, praticamente già vinto (va all'astuta Sabrina Stultiens). Miglior giovane di Coppa del Mondo, a Chongming è inferiore alla sola Wild. E poi c'è un Campionato Italiano che le regala il primo tricolore tra le Élite. Vincente anche su pista, ha ancora ampi margini di miglioramento.

Jolien D'Hoore - 7
Come la Cecchini, la D'Hoore ha un ottimo rapporto con la pista, ma non disdegna la strada, anzi. Campionessa belga, trova sei vittorie complessive e numerosissimi piazzamenti. Dall'anno prossimo un ulteriore salto di qualità alla Wiggle Honda.

Barbara Guarischi - 7.5
Chiamata in Alé-Cipollini (anche) per rivaleggiare con la compagna Marta Tagliaferro (a cui va un 5), lotta per le prime posizioni sin dal Qatar, trovando una buona intesa con Shelley Olds. Trova anche la prima da Élite nella seconda tappa della Route de France, poi si ripete al Trophée d'Or. Tenace, cattiva, lavoratrice, pure vincente. E può bastare così.

Valentina Scandolara - 7
Cambio di vita per la veronese di Tregnago, con il passaggio in Orica-AIS (prima italiana a correre col team australiano). Si sacrifica, lavora come una matta, si danna l'anima: come al solito, fin qui. Vince pure, Vale, al Trentino, con un colpo da veterana. Per poco non si prende pure il tricolore a Varese, anticipata dalla sola Cecchini. Preferirebbe chiudere l'annata, al Mondiale, senza problemi di salute, onorando l'azzurro. Avrà modo di farlo in futuro.

Susanna Zorzi - 6.5
La veneta dell'Astana-BePink è votata al lavoro per il prossimo: per le compagne di club, per quelle di Nazionale, per quelle di fuga, a volte. Come a Bedford, Women's Tour, con la fuga insieme alla Ratto. Susanna lavora per non far rientrare il gruppo, poi la volata nemmeno la disputa. Nel 2015 sarà alla Lotto con Elena Cecchini. In casa Astana Dalia Muccioli (voto 4.5) si nota giusto per il tricolore che indossa fino a giugno. Per il resto, abbiamo un problema.

Francesca Cauz - 4
Invisibile, purtroppo. Qualche acciacco la porta a fare dieci passi indietro rispetto al 2013, quando la veneta di San Fior aveva surclassato gente come Fabiana Luperini al Giro Rosa. In attesa di un 2015 al sapore di riscatto in Alé-Cipollini, c'è da segnalare la sempre più brava Asja Paladin (voto 6.5), che si mette in luce e promette bene, anno dopo anno.

Tatiana Guderzo - 5
Un virus la colpisce ad inizio stagione, si riprende verso il finale, eppure lo spazio in azzurro, con il ruolo di CT in corsa, lo trova. Molto meglio, per restare in Alé-Cipollini ed in provincia di Vicenza, Elena Berlato (voto 6.5), che vince a Montignoso e si danna l'anima nel resto dell'anno, sfiorando a volte il bersaglio grosso.

Rossella Ratto - 6
Ma come, coglie la prima vittoria da Élite e non va oltre la sufficienza? No. Inizia a correre da marzo, manco fosse un Armstrong qualsiasi, né si esalta troppe volte. La fuga britannica di Bedford è buona, a crono busca costantemente (eppure quella fuga era una sorta di allenamento per le prove contro il tempo, a suo dire), in salita non pare chissà che cosa. Al Mondiale ha il merito di animare la corsa e la pessima idea di lanciare (per modo di dire) Giorgia Bronzini. Vince poi il Giro dell'Emilia, ma l'aspettiamo con la nuova Giusfredi di Edita Pucinskaite (quarto cambio di squadra in altrettante stagioni).

Chloe Hosking - 5.5
Inizia benino al Qatar, poi se ne perdono le tracce, fino a quando vince l'EPZ Omloop Van Borsele. Quasi mai in luce tra Emakumeen Bira e Giro Rosa, vince una tappa al Lotto Belisol Tour. Poca roba per una come lei. Bravina invece Audrey Cordon (voto 6), gregaria eccellente di Elisa Longo Borghini, talvolta vincente (come al Bretagne). Sia lei che la Hosking raggiungeranno la capitana alla Wiggle Honda.

Linda Villumsen - 5
Combina pochino, anche se l'oro ai Giochi del Commonwealth ed il Tour de l'Ardèche li porta a casa. Non trova nemmeno il consueto piazzamento nella crono iridata di Ponferrada, dove è solamente ottava. Ripartirà dalla Unitedhealthcare, peggio di così non può fare. Forse.

Hanna Solovey - 8
Una moto (ma mezzo voto in meno per via di quei caschi a fiori di gusto più che dubbio...)! Viene da una terra, l'Ucraina, dilaniata dai conflitti, ed allenarsi non le è possibile. Senza squadra, corre quattro (dicasi quattro!) giorni, vincendo due volte (Chrono Champenois e Chrono des Nations), cogliendo un argento iridato a crono, chiudendo nona nel Mondiale in linea. Media niente male... Vero che la sua credibilità è minata (e lo sarà ancora a lungo, purtroppo) da quella positività agli steroidi, a soli 19 anni, ma è comunque un'atleta straordinaria. In parecchi le hanno messo gli occhi addosso per il 2015, sarà interessante vederla all'opera nell'arco di una stagione intera.

Francesco Sulas

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